The Führers

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I The Fuhrers durante lo storico concerto del 1933.
« Obladì, svastikà, life goes on... JA! Jajaja how the life goes on... »
(Incipit di uno di pezzi più famosi)

I Führers sono stati il gruppo rock più famoso del Novecento. Originari di Monaco, capitale della birra, hanno segnato un'epoca non solo nella musica, ma anche nella politica, nella moda e nella cultura popolare.

Storia

La loro carriera ebbe inizio mentre la birra scorreva a fiumi insieme all'inflazione della musica di merda. Adolf Hitler, il carismatico vocalist, tirò su il gruppo dal nulla quasi per caso. Una sera del 1933 salì sul palco della sua birreria preferita[1] e cominciò a cantare a cappella le demo delle seguenti canzoni da lui ideate:

  • Lady Eva Braun
  • Kill me do
  • A hard bombin'night
  • These boots are made from Jews
Hitler durante uno dei loro primi concerti.

Come se si conoscessero da sempre, immediatamente gli si accodarono uno dopo l'altro il chitarrista Joseph Goebbels, il Bassista Hermann Goering e il batterista Heinrich Himmler, i quali suonarono con strumenti improvvisati costruiti sul momento da quello che sarà il loro futuro manager, Albert Speer.
Inutile dire che la prima serata fu un successo strepitoso. La folla era in visibilio, il locale distrutto e la polizia, invece di mantenere l'ordine, sbronza e unita al coro di sostenitori.
Formatosi il gruppo, i nostri astri nascenti si dedicarono alla stesura di altre canzoni e la pubblicazione del loro primo album: Yellow U-Boot.
In esso, oltre alle versioni definitive delle soprascritte, erano contenute:

  • Baby you can drive my tank
  • Here Comes the Svastica
  • I'm Only Killing
  • Killing them softly (feat. Regina)
  • StormTrooper Lane
  • Let's Play to Make a War (Feat. Benito Mussolini)
  • Heil, Raus
  • With a Little Help of S.S.
  • VERBORTEN
  • Rock you like a Bomberman
  • Gen. Paulus' Lonely Heart Reich Band
  • Yellow U-Boot, title track di successo mondiale. Persino Winston Churchill si ritroverà a canticchiarla.

Il successo negli anni '40

Poster commemorativo dell'amato frontman.

Gli anni 40 segnarono un periodo fondamentale per la musica rock e i The Fuhrers non fecero eccezione. In questi anni indurirono il loro sound e con l'uscita del singolo "Blitzkrieg", che rimase in vetta alle classifiche per sei mesi, segnarono il punto più alto della loro strabiliante carriera.

Il tour mondiale

Con la pubblicazione dell'album "Defenders of the Reich" la band si esibì in uno storico tour mondiale le cui tappe più importanti furono:

  1. Berlino
  2. Roma
  3. Tokyo
  4. Varsavia
  5. Praga
  6. Parigi
  7. Oslo
  8. Copenaghen
  9. Atene
  10. Tripoli

La cover band giapponese, The Hirohitos, si esibì a sua volta negli Stati Uniti, a Pearl Harbor, ma con scarso successo dato che nessuno li aveva invitati, mentre le date ufficiali di Mosca e Stalingrado saltarono a causa delle condizioni climatiche avverse.
Memorabile l'entrata in scena di Adolf ad Auschwitz su una Volkswagen Beetle Custom prima dell'esecuzione di Jewkiller, considerato uno dei più bei brani della storia del nazi rock.

Lo scioglimento

Nel 1945, all'età di soli 56 anni, il cantante entrò purtroppo nel bunker della depressione.
Fu un periodo difficile per i Fuhrers, caratterizzato da una crisi creativa senza precedenti. Joseph Goebbels cercò di buttare giù qualche riga di suo pugno, come ad esempio l'abbozzo di I want the total war, ma con scarso successo. La malattia del loro migliore amico impediva agli altri di proseguire. Come se non bastasse, Adolf cadde nel tunnel della droga, cosa che lo portò ad un'overdose di cianuro il 30 aprile di quello stesso anno. L'improvvisa e prematura morte dell'artista contribuì però a consacrare ancora di più la band e a un boom di vendite dei loro vinili. Così il gruppo decise di riunirsi un'ultima volta per la gioia dei fan, con un grande concerto pubblico a Norimberga il 20 novembre 1945. Al termine dello spettacolo Goering fu processato a pomodori marci dai fan inferociti perché aveva osato usurpare il ruolo di vocalist, spettante al loro amato beniamino.

Memorabili apparizioni TV

Gruppi rivali

Note

  1. ^ Il tavolo centrale più grande.

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Collegamenti esterni