Pietro Franza

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« Volete mettere Messina e Cagliari? La nostra è una squadra di serie A! »
(Pietro Franza, a metà campionato, prima che la squadra fallisca a causa sua)
« Che cosa pensavate che ci potevamo salvare? È già assai che abbiamo lottato fino a 10 giornate dalla fine »
(Pietro Franza, dopo aver mandato tra i dilettanti il club calcistico della sua città)
« Mamma mi sento frustrato, i tifosi mi odiano, non notano i grandi sacrifici economici che faccio... »
(Pietro Franza a sua madre dopo aver acquistato Nanni e Bondi e aver ceduto Storari, Di Napoli e Zampagna)

Pietro Franza è un imprenditore messinese, proprietario di taverne e barche da pesca da asporto, noto per essere il distruttore del calcio messinese e l'importatore di una politica spiccatamente locale, fondata sul disinvestimento e l'assenza di motivazione. Causa la rigida infanzia, tuttora è alle dipendenze di sua madre, Olga Franza, che ancora si occupa della sua paghetta, del mantenimento dei suoi figli e di tutto il resto.

L'Infanzia

A causa di un esperimento genetico andato a buon fine, Pietro Franza fa parte di quel centinaio di uomini del mondo che disprezza il calcio e i suoi tifosi e si dedica esclusivamente alle bocce, al softball e al tiro con l'arco. Quest'ultima attività rigorosamente di nascosto, perché pare che nel 2005 sia stato sgridato da sua madre e abbia pianto per due giorni di fila. La stessa passione avversa al calcio fa parte anche di suo fratello, Vincenzo Franza, un fannullone che sin dagli albori della sua vita si dedica al motocross partecipando a importanti campionati a livello locale. Voci ancora non confermate narrano che la madre, rassegnata alla sua completa voglia di trovare un'occupazione, lo stia per togliere dallo stato di famiglia.

Voci correlate