Partito della Rifondazione Comunista: differenze tra le versioni
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Versione delle 18:49, 17 ott 2009
Rifondazione Comunista è un pericoloso crogiuolo di estremisti e terroristi (secondo fonti molto autorevoli). A suo tempo è stata un'associazione culturale per la promozione di aspirapolveri e la vendita per corrispondenza.
Le origini
Dopo la caduta dei comunismi e la fine del PCI, trasformatosi nel PDS (Partito Dei Segaioli), alcuni militanti, scontenti della politica del nuovo partito, decisero di dare vita a un nuovo soggetto, grande e potente. Per fare ciò strinsero un'alleanza (elettorale) con Satana, che, in cambio del sacrificio di una vergine, avrebbe provveduto a regalare un notevole sex appeal alla formazione politica. Siccome però Noemi Letizia, a quel tempo, non possedeva più la caratteristica fondamentale per il sacrificio, i dirigenti secessionisti del PDS (in seguito conosciuti come i glandi Savi) optarono per il sacrificio di Rosy Bindi. Poiché tecnicamente si trattava di un uomo, la cosa scontentò molto Satana, che permise in ogni caso la riuscita del congresso fondativo, ma condannò il partito a un'eterna opposizione (come per il suo predecessore), con la clausola di avere una rilevanza politica pari a un peto di Umberto Smaila.
L'era Bertinotti
Ci sono stati altri segretari generali prima. Ma a nessuno importa. Lui è l'inimitabile. Sbarcato nel 1993 sulle coste pugliesi, come clandestino, a sua volta, su di una nave di clandestini albanesi, Fausto Bertinotti raccolse, per sbaglio, una tessera di Rifondazione, trovata nella spazzatura in cui rovistava. Dopo essersi presentato alla cellula più vicina, la sua ascesa politica fu strabiliante: essendo il primo uomo con un paio di scarpe (anche se rotte) a iscriversi nel partito, non ebbe difficoltà a spodestare gli altri pretendenti. E poi era la copia sputata di un noto personaggio dei cartoni, cosa che ne avrebbe fatto l'idolo dei bambini, smentendo la facile leggenda dei comunisti mangiabambini.
Durante il periodo della sua segreteria vennero apportate grandi novità logistiche e ideologiche. Con i soldi ottenuti da uno scippo fu finalmente possibile installare un gabinetto con acqua corrente nella sede centrale del partito, che venne anche spostata: dalle scatole di cartone nel retro di un supermercato Crai a una botte abbandonata dai Rom in un boschetto romano. L'emergere del partito allarmò il nemico storico capitalista, che dalla ridente Arcore guardò con preoccupazione agli eventi. Ma non poté fare molto: Bertinotti chiuse i conti con il comunismo autoritario, inaugurando una nuova era, fondata sulla solidarietà e la nonviolenza alla Gandhi.
Forte di queste intuizioni, il segretarissimo Faust fondò (pure!) una nuova organizzazione sovranazionale: la Sinistra Europea. Marx e la Prima Internazionale? Come paragonare Bombolo a Clark Gable. Grazie all'abile guida di Bertinotti, Rifondazione giunse infine al governo, annientando il nano (anche se formalmente è stata una mortadella a batterlo).
Rifondazione al governo
Il ritorno
La negativa esperienza di governo costrinse Rifondazione a nuove e difficili elezioni. Fausto decise di tentare il tutto per tutto: in un crescente delirio di onnipotenza si fece nominare candidato premier, cambiò il simbolo elettorale e la cravatta.
Fu una sconfitta, la prima (?) del segretarissimo: avendo preso solo 3 voti in tutta Italia, Bertinotti fu costretto a dimettersi e a lasciare per sempre il partito che aveva creato. Ma non era finita: dopo la segreteria di un certo Giordano, fu eletto alla segreteria un mite pastore nazareno, Paolo Ferrero. Sotto la sua guida si è ritornati a posizioni più rigorose e radicali: per esempio, ora anche gli operai sono diventati un obiettivo elettorale.
Rifondazione oggi
La storia è sempre quella: migranti, Che Guevara, canne, diritti, LGBTQ, operai (saltuariamente), escort di seconda scelta, cani randagi. E il segretario è sempre Ferrero.
La militarizzazione del partito: le Brigate di Solidarietà Attiva
Per contrastare in modo efficace gli assalti del capitale, sono state create delle forze paramilitari, direttamente controllate dal partito. Queste truppe violente e senza scrupoli, nella migliore tradizione dei partiti novecenteschi, si sono rese responsabili di massacri e violenze nei confronti della popolazione civile. Emblematico è il caso de L'Aquila, dove i solidaristi (o brigatisti...?) si sono resi responsabili del massacro di millemila civili, della distruzione di trenta chiese e del furto di un lecca-lecca ai danni di un bambino. È inoltre presente un distaccamento operante in vietnam: grazie all'uso sistematico di agenti tossici e batteriologici, le Brigate di Solidarietà Attiva hanno permesso l'instaurarsi di un nonviolento regime comunista, fedele alla causa rifondarola e baluardo della rivoluzione mondiale. Con la costituzione di questi terribili nuclei armati si è aperta una nuova stagione del terrorismo nonviolento.