Sigur Rós

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« Yhhuuuuuuuuuuuuuuhh yhhuuuuuuuuuuuuuuhh yuushamelooon bifae »
(Tipica canzone dei Sigur Ros.)
« MeðblóðugumhöndumÞökkumákaflega »
(“O sole mio” cantata dai Sigur Ros.)
« Oh no, compatrioti che mi fanno concorrenza! »
(Björk sui Sigur Ros.)
Kjartan e Jonsi nel backstage. (Dietro si vede Goggi che vorrebbe partecipare)
« Sì, fighissimi, voglio le loro musiche nel mio film Vanilla Sky! »
(Cameron Crowe sbronzo.)
« Chi ha bisogno di due occhi? »
(Jònsi andando a sbattere contro un palo.)


I Rosa Sigurtà sono una banda islandese che produce una sottospecie di cacofonia che lontanamente assomiglia alla musica.

Storia del gruppo

Il gruppo nasce nel 1969 quando Jonsi, l’unico membro umano nonché leader del gruppo, ebbe l’improvvisa ispirazione di creare musica, e, visto che è dell'altra sponda e gli piacciono i fiori, decise di chiamarlo “Rosa della Sigurtà”. Kjartan Svengosson, gay anch’esso, fu attratto dalle avances sessuali di Jonsi perciò entrò nel suo progetto. Successivamente drogarono un amico, Augusto Gianviero Gunnari, e lo misero alla batteria. Serviva un bassista, perciò ingaggiarono un barbone, Goggi, che per vivere era costretto a pescare i pesci coi denti. Il batterista Augusto Gianviero Gunnari vide che lì erano tutti pazzi perciò scappò a gambe levate. Trovarono un altro batterista, Orri. Veniva chiamato “l’animale” perché era un animalista e amante della natura. Da piccolo batteva le pentole della madre in quanto sognava da sempre di essere un batterista.


Stile di musica e il successo del primo album

Jonsi sta cercando un sistema per suonare la chitarra

La loro musica è caratterizzata da strumenti musicali suonati a caso. Inoltre, la voce di Jonsi raggiunge vocalizzi talmente alti che alcuni pensano sia una donna: in realtà si ha motivo di pensare che fin da piccolo abbia avuto manie masochiste, infatti a dieci anni si accecò un occhio con un accendino e si schiacciò i testicoli sotto un blocco di marmo. Da qui il suo modo di cantare. Orri non sa in che modo si tengono le bacchette, invece Goggi non sa suonare il basso (ricordiamo che è stato raccattato dalla strada) quindi fa solo qualche arpeggio quando si ricorda. Kjartan invece si impegna a suonare un po’ di tutto, ma sempre con scarsi risultati.

Perciò, suonando come meglio poterono (Jonsi pizzicando la chitarra con un arco di violino, Goggi suonando il basso con le bacchette della batteria e Orri preferendo le pentole della madre), produssero il primo album, che chiamarono "Von", che vuol dire "Speranza". Il titolo originale doveva essere "Speriamo che vada bene". L’opera presenta momenti molto dolci e poetici: i testi sono scritti con parole inventate e preghiere a Satana recitate al contrario. Durante l’ascolto si sentono i mugolii per lo sforzo dei musicisti incapaci, e l’effetto eco è causato dal fatto che hanno suonato dentro una piscina svuotata.

Niente e atTakkati

Dopo il successo di Speriamo che vada bene, fecero uscire un altro album, che hanno composto premendo a lungo un tasto della tastiera elettronica per gli interi 72 minuti. O almeno così sembra, perché nessuno lo ha sentito per più di due minuti. In un’intervista, Goggi ammette:
« Beh, questo album era fichissimo ma non avevamo idea di che titolo dargli e di come chiamare le tracce… per cui lo abbiamo chiamato semplicemente Niente. »

Fu l’album più osannato dalla critica. Qualche anno dopo fecero uscire atTakkati di cui la tracce più famose sono O sole mio e Hip-hop bolla. A considerare dai video, il primo racconta la storia di alcuni fanciulli dell'Isola che non c'è che appena vedono il sole volano, e il secondo di alcuni vecchi che saltano sulle pozze di fango.

Með Suð Í Eyrunmviolll...vabbé

L’album di maggior successo fu sicuramente Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust, che tradotto significa Ma che belli che siamo nudi per la strada. L’album presenta temi pornografici e pedopornografici, e il video Googlebeifglgoook (che tratta dell'amore che un uomo nutre veso Google) fu proiettato moltissimo nei cinema a luci rosse. Per farvi un’idea, ecco la traduzione di una parte di testo della canzone “Með Suð Í Eyrum”

« Með sviðin augnahár

Og suð í eyrunum Og silfurlituð tár Og sót í augunum

Rauðglóandi andlit og Eldurinn lýsir á Mér svíður í lófana

Nákvæmlega sama »
« Quando ti guardo negli occhi

mi si drizza e ti desidero e voglio farti adesso

succhiami il glande mi è diventato duro ti prego non fermarti

sto venendo adesso »