Il Silmarillion: differenze tra le versioni
Wedhro (rosica | curriculum) (rimozione template decorativi obsoleti) |
Etichette: Rimosso rimpallo Rollback |
(3 versioni intermedie di 3 utenti non mostrate) | |
(Nessuna differenza)
|
Versione attuale delle 02:04, 13 giu 2023
Il Silmarillion, metà in elfico e metà in latino, è un libro scritto da Giovanni Ronaldo Riuele Tolkien rivisitando la storia scritta qualche anno prima da qualcuno nella Bibbia.
Capitoli
Ainulindalë
Ainulindalë è uno scioglilingua e la prima parte della storia narrante la creazione del mondo da parte di Eru Iluvathar, che creando i Valar e i Maiar, tra cui Gandalf, non si dimenticò certo di creare il figlio cattivo per dare un po' d'azione alla storia.
La parola deriva dall'elfico: Ainur=Ainur; lin=allegra canzoncina; dalë=boh.
Un importante pezzo cancellato dal misterioso Figlio di Tolkien vedeva un'altra creazione: quella dell'erba pipa da parte di Gandalf.
Un bel giorno il figlioletto cattivo Melkor volle vendicarsi perché gli altri Ainur lo avevano denominato Brutto Anatroccolo e così, dopo aver corrotto Manwë con del danaro, attuò il poco ambizioso progetto di prendere il potere del paparino.
Valaquenta
Nel secondo capitolo della saga si conoscerà Sauron, dapprima figo e poi corrotto anch'esso da Melkor[1], il quale cercherà di ottenere il potere in barba al paparino. Dopo la seconda battaglia tra i Valar e Morgoth/Melkor, il cattivo pargoletto fu imprigionato dal Bene[2], ma Sauron, da bravo servo traditore se la svignò e andò a finire proprio nella Terra di Mezzo, in cui vigeva il caos[3].
Giusto per non troncare la storia all'inizio, Morgoth fuggì dalle grinfie dei Buoni seguendo il suo servitore. Ma prima di andarsene del tutto assunse il terzo nome di Osama e distrusse i Due Alberi gemelli di Valinor.
Quenta Silmarillion
Sembra strano accorgersi che il nome dell'intera opera è dato dal terzo capitolo, ovvero quello che parla di ammore (che non citeremo). Le avventure di Melkor/Morgoth/Osama e il suo compare continuano con il furto dei Silmaril, delle pietre assai preziose che i due misero in vendita su E-Bay per una cospicua somma. Gli eventi in questo capitolo durano qualche miliardino di anni raccontando vita morte e miracoli di almeno un centinaio di personaggi che, per proporzionalità inversa, non citeremo neppure. La beffa è che dopo tanto tempo gli elfi recuperano solo uno dei tre Silmaril a causa di problemi ereditari coi nipoti di un certo Féanor.
Akallabêth
Il nome di questa parte significa La Caduta. Qui il libro inizia a degenerare, forse per la vecchiaia di Tolkien, e spariscono dalla scena tutti i Valar, Elfi, Nani e altre creature fantastiche. Qui si parla dei noiosissimi Uomini e del loro valore e perciò... a nessuno importa.
Gli Anelli del Potere e la Terza Età
Quest'ultimo capitolo non ha subito la degenerazione (forse perché è stato scritto quindici anni prima) e narra degli Anelli, troppo costosi a causa della crisi economica e alla risoluzione del problema da parte di Sauron (Melkor era stato licenziato) che ne creò uno tutto suo e, dato che i cattivi sono scarsi di creatività, non ci mise neanche una gemma (ricordare la Crisi) e lo chiamò L'Anello. La Terza Età parla della vecchiaia dell'autore che, a causa della degenerazione dei suoi capitoli, non scriverà più nulla a meno che il misterioso Figlio di Tolkien non ritrovi[4] qualche altro libricino di 900 pagine.