Lingua napoletana: differenze tra le versioni

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=== Fraintendimenti ===
=== Fraintendimenti ===
[[File:Explhead.gif|thumb|right|Non pronunciate in napoletano "Per la via per Pavia pago io" se non volete che le persone intorno a voi facciano questa fine.]]
[[File:Explhead.gif|thumb|right|Pronunciata in napoletano, la frase "Per la via per Pavia pago io" può avere quest'effetto.]]
Talvolta, le regole e le esigenze del dialetto deformano le parole generando assonanze causa di incresciosi fraintendimenti.
Talvolta, le regole e le esigenze del dialetto deformano le parole generando assonanze causa di incresciosi fraintendimenti.
Il caso più famoso è la trasformazione della "u" di "[[Euro]]" in una v, con conseguente assonanza con la parola dialettale per "erba".
Il caso più famoso è la trasformazione della "u" di "[[Euro]]" in una v, con conseguente assonanza con la parola dialettale per "erba".

Versione delle 19:02, 21 feb 2011

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Guagliù! A sti quatt'fess c'azzeccamm' quatt' pallun! - Tipica esortazione dei tifosi del Napoli alla vigilia della partita, qui riproposto in lingua originale.
« La sera la liempio e la mattina la svacanto. »
(Organizzatore di party in piscina su Dialetto napoletano)
« MA CHE SANG' E CHI V'È MUORT!!! »
(Mirabile utilizzo del Dialetto napoletano nell'esprimere rabbia e risentimento.)
« Pa'a vi' e Pavi' pav' ì. »
(Orrore dialettale che ha istigato al suicidio molti non napoletani.)
« Hai preso fischi per fiaschi. »
(Banalissima espressione italiana.)
« E pigliat' o' cazz' pa a banca e l'acqu'! »
(L'espressione di prima rivisitata e revitalizzata dal Dialetto napoletano.)


Il Dialetto napoletano è una delle lingue ufficiali della Terronia, insieme al siciliano, al calabrese, al pugliese, all'algerino, al senegalese al mandarino e al turkmeno arcaico. Nato alcuni secoli fa da un orgia tra greco, italiano, spagnolo e francese, il suo utilizzo negli insulti è oggi universalmente riconosciuto come impareggiabile.

Fortuna di molti comici locali e di innumerevoli doppiaggi su You Tube, parlarlo non vi farà assomigliare né a un frocetto schizzinoso come nel caso del milanese, né a un austriaco importato, come nel caso del trentino[1], né a un burino dei sobborghi come nel caso del romanesco, né ad un mafioso come nel caso del siculo... In compenso avrete tutta l'aria di essere tamarri camorristi, quello si...

È discretamente conosciuto anche all'estero in quanto i simpaticoni che lo parlano, quando vanno in vacanza, non rinunciano mai ad esportare la loro cultura, insegnando ai locali i basilari quali "Vafancul", "Va a fa mmocc", "Mamm't" e varie ed eventuali.

Fonetica

Il mistero delle vocali scomparse

Il Dialetto napoletano si caratterizza principalmente per la sua avversione alle vocali in fine parola; di conseguenza a qualsiasi parola italiana verranno brutalmente asportati i piedi.

Esempi

  • Bottiglia= Buttegl'
  • Sigaretta= Sigarett'
  • Cazzo= Cazz'
  • Pentola= Caccavell'
  • Maccheroni= Maccarun'
  • Insalata= Nzalat'
  • Culo= Cul'

... e innumerevoli altri. Si pensa che questo fenomeno linguistico deriva da necessità di risparmio: si sa in fondo che purtroppo la povertà a Napoli è un serio problemi, quindi i napoletani, maestri nell'arte di arrangiarsi, hanno optato per una politica di tagli, riguardante fra l'altro la fede in uno stato che si preoccupi di loro.

Il mistero delle vocali onnipotenti

L'altra faccia della madaglia sono le cosiddette vocali onnipotenti, che una teoria accreditata sostiene essere nient'altro che le vocali recise in cerca di vendetta.

Nel napoletano una singola lettera è in grado di valere quanto e più di una parola intera. Tali lettere sono la principale causa di confusione negli stranieri che cercano di apprendere o ascoltare un interlocutore campano.

E

  • Verbo "dovere": "L' e fà!" - "Lo devi fare!"
  • Verbo "avere": "Me e pigliat' e sigarett'?" - "Mi hai comprato le sigarette?"
  • Preposizione "di": "A fess' e soret'!" - "Accidenti ai genitali di tua sorella!"

I

  • Verbo "andare": "Te ne vuò i o no?" - "Te ne vuoi andare o no?"

O

  • Articolo determinativo: "O marrucchin'" - "Il lavavetri maghrebino"


A volte le vocali tagliate si infilano di straforo in altre parole, in una sorta di mania da protagonismo, come la U ("O muonaco" = "Il monaco"), che qualche volta fa a cazzotti con la O per fare da articolo (U scem! = O scem! = Lo scemo!)

I possessivi

Specie con i familiari si aggiungono a fine frase.

  • Mamma + Mia = "Mamm'm"
  • Papà + Mio = "Pat'm"
  • Papà + Tuo = "Pat't"
  • Zio/a + Tuo = "Zie't"
  • Mamma + Tua = "Mamm't"
  • Sorella + Tua = "Soret'"

Le ultime due in particolare usatele con cautela se volete evitare risse furibonde. Nel caso invece sia questo il vostro scopo, vi forniamo un vernacolare vademecum dei più popolari insulti parentali.

  • Mamm't è na zoccol'!: Tua madre ha anni di onorato servizio ai bordi delle strade.
  • Soret' è na bucchinar: Tua sorella adora il calippo alla coca-cola
  • Chillu scem' e frat't comm'o pigli' c'aggia fà na faccia e schiaffi: Non vedo l'ora di reincontrare quel cerebroleso di tuo fratello per cambiargli i connotati.

Riportiamo ora nel seguente esempio una sapiente applicazione dell'insulto parentale con effetti stroncanti sulla vittima.

- Gaetano: “Questa estate amma i tutt' quant' a Spagna!”
- Gigi: “Wah, bell'! Aggia venì pur'i!”
- Gaetano: “No, tu no!”
- Gigi: “E pecché no?”
- Gaetano: “Pecché là menano i sciem!”
- Gigi: “... Si è pe' chest pure i ricchiun'!”
- Gaetano: “Infatti... È tornat' pat't struppiat' !”

Fraintendimenti

Pronunciata in napoletano, la frase "Per la via per Pavia pago io" può avere quest'effetto.

Talvolta, le regole e le esigenze del dialetto deformano le parole generando assonanze causa di incresciosi fraintendimenti. Il caso più famoso è la trasformazione della "u" di "Euro" in una v, con conseguente assonanza con la parola dialettale per "erba".

- Pasquale: “Guarda o zi! A capra se sta magnan' tutta l'evr!”
- Zio: “A DISGRAZIAT'! I sord già sò pochi!”

Inutile dire che la capra in questione fece una brutta fine.

Ancora più eclatante, anzi, orripilante, è la traduzione in napoletano del periodo italiano: "Per la via per Pavia pago io"

(Per la via= Pa' a vi) + (Per Pavia= P'Pavì) + (Pago io= Pav'i) = Pavia al cubo

Molti non napoletani, sentendo questa frase, hanno tentato il suicidio, riuscendoci fra l'altro. Il 2% di loro è morto invece sul posto per esplosione cranica.

Vanti

Il napoletano può dirsi fiero della miriade di modi di sfottere, spernacchiare, insultare, bestemmiare e mandare a quel paese la gente, facendo suonare terribilmente offensivo e divertente allo stesso tempo. Vediamo qualche esempio.

- Napoletano1: “M'e rutt'o cazz!”
- Napoletano2: “E attaccatill' co' o scotch!”

Traduzione

- Napoletano1: “Lei mi ha fracassato i genitali!”
- Napoletano2: “Le suggerisco una riparazione di fortuna perchè non me ne frega una benemerita mazza.”
- Napoletano1 (fermo al semaforo): “AÒ! Che cazz' bussi? Nun o vid che è russ?”
- Napoletano2 (strombazzando dietro di lui): “E miettece a pomat' e lievet' a'nanz!”

Un sapiente utilizzo dell'arsenale di battute e insulti che questo dialetto vi mette a disposizione, unite alla corretta intonazione del suo inconfondibile accento, vi assicurerà nella maggior parte dei casi gloria, trionfo, popolarità, pugni in faccia, coltellate, e una certa dose di autosoddisfazione.

Traduzione

- Napoletano1 (fermo al semaforo): “Cosa ha da suonare così veementemente col clacson se la luce regolatoria del traffico è ancora rossa?”
- Napoletano2 (strombazzando dietro di lui): “Allora ci metta su un pò di pomata e si scosti da dinanzi che tanto a Napoli i semafori non li rispetta nessuno.”

Prontuario di conversazione

  • Chiedere l'ora
- Ciro: “Pascà, che or' sò?”
- Pasquale: “Pecché? Te piglià o pinn'l?”
- Ciro: “Nun me romper' o cazz' e dimmell'!”
- Pasquale: “E cinc manc'nu quart.”

Traduzione:

- Ciro: “Pasquale, potresti dirmi che ora è?”
- Pasquale: “Per qual motivo lo chiedi? Hai forse da somministrarti un farmaco?”
- Ciro: “Malgrado tu abbia esplicato ancora una volta come la nostra lingua sia efficacissima nel dare risposte spassose, ti prego di rispondere in maniera adeguata alla mia richiesta.”
- Pasquale: “Le cinque meno un quarto.”
  • Fare acquisti
- Gennaro: “Scusat', lo tenete o' pezzott del film di Checco Zalone?”
- Ambulante: “Comm' no! Quatt'evr. Però mettitavill' dint' a sacc', ca chiù annanz' là sta a pulizia.”
- Gennaro: “Ma se ved' buon'? O pecché è pezzot' se ved' na chiavica?”
- Ambulante: “No, no, nun ve preoccupat, a vedé s'ved.”

Traduzione:

- Gennaro: “Scusate, gentile abusivo, vendete forse la versione piratata dell'ultimo film di Checco Zalone?”
- Ambulante: “Certamente buon uomo, fanno quattro euro. Però badi di tenerlo celato nella tasca, perchè più avanti lì c'è la polizia che potrebbe fare storie sul dvd falso.”
- Gennaro: “Ma la qualità video è almeno decente o il fatto che sia piratato presuppone una visione sbiadita, traballante e nel complesso non gradibile?”
- Ambulante: “Non si preoccupi, per vedersi si vede, almeno nei limiti consentiti dalla qualità media dei dvd piratati.”

Saggezza popolare

  • Chi si fa e cazz' suoje campa cient'ann'!: Chi non si intromette in faccende che non lo riguardano ha buone possibilità di arrivare illeso agli ottant'anni e forse anche molto più.
  • Ogni buc' è pertus' e ogni pertus' và chius'!: Letteralmente "Ogni buco è un pertugio e ogni pertugio va chiuso", interpretazione a discrezione del lettore.

Madrelingua famosi

De Napoletana Eloquentia

L'illuminante discorso di un anonimo alfiere della lingua napoletana nel mondo.

William Wallace, risaputo tifoso del Napoli, fa un utilizzo mirabile del dialetto napoletano per incitare i suoi prodi ad ingiuriare i gobbi defecando sui loro petti.

Il celebre anime di "Jeeg, Robot d'Acciaio", nella sua versione originale in dialetto napoletano: "Giggig, Robot d'Acciaio"

Note

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  1. ^ O di qualsivoglia incomprensibile dialetto polentone