Dialetti della Puglia

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia gemellata con la Liberia.
(Rimpallato da Dialetto pugliese)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

I dialetti della Puglia sono, senza molto sorprese, i dialetti parlati in Puglia e stranamente anche quelli nella desolata area del Salento, che sta alla Puglia come la Palestina sta a Israele.

I più famosi sono il foggiano, il barese e il salentino, ma ci sono molte piccole varianti che interessano comuni sia dell'alta che della bassa Puglia, che ancora oggi sono considerate dei veri e propri idiomi, come il namecciano, l'albanese, lo slavo, il griko, il klingoniano.

Ci sono anche delle piccole influenze di lingua Germanica e Giapponese, dovuto al fatto che durante il ventennio fascista l'asse Roma-Berlino-Tokio comportò un notevole flusso migratorio nella regione.

Dialetto foggiano

L'alfabeto generalizzato della lingua foggiana
« Pizz, panin, tarall, scarcell, m'lun, egnif'c! »
(Un Sanseverese ubriaco alle sei del mattino.)
« Si prprj nu p'ng'n »
(Complimento tipico foggiano che sta a significare che sei una emerita testa di cazzo)

Esso è costituito per di più dall'assenza di vocali e l'accentuazione delle consonanti, che fanno sembrare la lingua un intero codice fiscale.

Alcuni esempi:

Un modo classico per esprimere gratitudine verso una persona soprattutto allo stadio è la seguente:

Foggiano n°1 : T'agghià t'rà na c'v'c arret, ca t'agghia sf'cca i vertbr e m'agghia fa li r'cchin
Foggiano n°2 : Giovanèè a'vasc a vandir!

Traducibile:

Foggiano n°1 : Ti sono eternamente grato per il tuo commento sulla partita, ma adesso se non te ne vai sono costretto a tirarti tanti di quei calci nella schiena da romperti le vertebre e con i rimasugli farci degli splendidi orecchini.
Foggiano n°2 : Giovane abbassa il capo.

Da questo modo di parlare i foggiani hanno avuto nel corso dell'evoluzione un vero e proprio blocco mandibolare.

Ci sono poi altri dialetti nella provincia dove qualsiasi periodo inizia con il rafforzativo Kitemmurt' e l'intercalata E'fregn.

Qualsiasi persona non pugliese, dopo aver ascoltato un dialogo tra due soggetti di lingua autoctona.

Ne è esempio la città di San Severo ove il dialetto locale si discosta molto da quello foggiano, anche con la trasformazione della vocale a in e.

Esempio di dialogo tra due signorotti sanseveresi:

Singore n°1 : Kitemmù, amma ji appress i foc' Dumen'c?
Signore n°2 : E'fregn fra n'g pozz m'nì teng i 'rrobb nuv e m'l'e n'g'gna.

Traducibile in:

Singore n°1 : Scusa amico che ti sono morti i parenti in condizioni atroci, che ne diresti di andare a correre dietro i fuochi pirotecnici della nostra festa patronale Domenica?
Signore n°2 : Per la vagina, non posso ho appena comprato i vestiti nuovi e li devo indossare proprio quel giorno.

Ci sono poi alcuni detti locali che sono rimasti immutati nei secoli. Ancora oggi molti scienziati non riescono a decifrarli, come nel caso di:

U c'n muzzkèje sèmb'o strazzt o 'U facirène a còppele e turnèse.

Dialetto foggiano nella musica

La massima espressione della lingua foggiana cantata sono i Tavola 28, un gruppo rap arabo-foggiano, che tentano seppur inutilmente di diffondere tale idioma.


Con l'intento della denuncia sociale nasce il gruppo rap sanseverese Ponda & Sesto, ma data l'incomprensibilità dei testi per i non madrelingua, essa non sembra essere stata recepita dalla classe politica -------> [1]

Dialetto barese

« L' muert e l' stramuert d' maam't! »
(Tipico saluto dedicato all'intera genealogia dell'interlocutore)

Diversamente dal foggiano, esso è una lingua a parte, di derivazione arabo-palestinese, con sfumature che vanno dall'aramaico al tedesco in alcune zone della provincia.

L'insegna della città di Bari in lingua originale.

È considerata la lingua dei comici, in quanto il solo sentirne il suono mette allegria tra le persone.

Consolidata da secoli di evoluzioni, il fulcro linguistico è compreso tra la zona dell'Arabia Saudita e Punta Perotti, con piccoli sconfinamenti e minoranze che comprendono anche il famoso Triangolo delle pernacchie e precisamente la zona di Barletta, Andria e Trani, dove si parlano però il tedesco e il Giaggianese.

Spesso il dialetto è usato come supercazzola dai malviventi per distrarre ignari turisti e potersi fregare il portafogli o l'auto, a seconda dell'evenienza.

Mariuolo[1] : C' nama sci, sciamaninn; c' nen g' n'ama sci, nan g' n' sim scenn!
Turista che è stato vistosamente fregato : Come? Non ho capito scusa!
[2]

Una dimostrazione che il dialetto è di derivazione araba la si può trovare infatti nella frase:

- Tizio: “Addo' u'hammamett?”
- Caio: “Allah!”

Che letteralmente significa:"Dove dobbiamo metterlo? Mettiamolo là."

Altre caratteristiche del dialetto barese sono l'uso sistematico del suono gutturale OUHHHH!!! per richiamare i cani, ma molto spesso anche le persone.

Signorotto barese n°1 : OUHHHHHH!! CHIN' D' MEEEERD, VIN' DDÒ!
Signorotto barese n°2 : C' cazz' 'uè da me? C'rnouut!
[3]

Trascrivibile in:

Signorotto barese n°1 : Mi scusi, testina ricoperta da escrementi, può venire un attimo qui da me?
Signorotto barese n°2 : Ma cosa cerca da me? Signore che è stato tradito sicuramente dalla moglie!

Dialetto barese nella vita quotidiana

Ecco una dimostrazione della lingua nell'uso quotidiano.


Dialetto salentino

   La stessa cosa ma di più: Dialetti salentini.
« E lu tamburedhhru meu vinne te Roma! E jata cci lu canta e ci lu sona! »
(Un leccese mentre ti dà il buongiorno, prima di fracassarti le palle a morsi)
« Manciam past'e cozz e nint chiù!!! »
(Un tarantino su gastronomia internazionale)

Il salentino con il pugliese non c'entra un emerito cazzo, in quanto il Salento è solo geograficamente attaccato alla Puglia, ma i suoi abitanti migliaia di secoli fa hanno costruito un vero e proprio embargo sia dal punto di vista linguistico, sia dal punto di vista culturale.

Lu "dialettu salentinu" nasce per mano di Santu Paulu il quale conficcò in bocca a tutto il popolo la tarantola. Infatti con il morso provocato dalla tarantola, il popolo ha conquistato quella caratteristica lingua a "U" che sostituisce tutte le vocali di qualsiasi parola.

Come ad esempio: Lu pollu cusutu 'nculu.

Esso viene parlato da Lecce, sino in Giappone, con punte che vanno da Okinawa fino alle Filippine. Infatti vi accorgerete che in Salento si parla orientale non appena sentirete qualcuno formularvi questa frase:

« Osci sciamu aqquai 'ca crai sciamu addhai! »

Che letteralmente significa: "Oggi andiamo qua, che domani andiamo la". Si legge: "osci sciamu akkuai ka krai sciamu aɖɖai". Oggi il salentino, è come l'esperanto, sta prendendo piede in tutto il mondo anche grazie all'affluenza di turisti che sbarcano in Puglia.

Tipiche frasi originali salentine

  • Cangiare l’acqua allu ceddhru: Andare a pisciare.
  • A ddhru nu’minti l’acu, ci minti la capu: Anche se il buco è piccolo ci metti dentro la testa
  • Bbasciare l’ali: Sottomettersi
  • Ad artare spruitutu, nu’se canta Messa: Sentita spesso da qualche alcolizzato, se manca il vino a tavola.
  • L’annu bisestile cu nu’pozza mai vanire: È praticamente l'augurio che fanno tutti i salentini, prima di bastonarti a sangue durante la partita Lecce Bari

Il Griko: il Klingoriano e Namecciano della Grecìa Salentina

Il Griko, è una minoranza linguistica parlata in nove comuni della zona denominata "Grecìa Salentina". La nascita di questa lingua è dovuta dal flusso immigratorio intorno al medioevo di popolazioni provenienti dalla vicina Grecia e dalle popolazioni provenienti da Klingon e da Namecc.

Si caratterizza per l'uso sistematico delle "K" e delle "X" il che fa pensare che il Bimbominkiese sia solo il frutto dell'evoluzione di questa antica lingua.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Note

  1. ^ Ladro
  2. ^ Nel 99,9% cento dei casi funziona
  3. ^ Da notare che nell'espressione dialettale la parola "cazz" è solo un rafforzativo e quindi non traducibile.