Venezia

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Nota disambigua per cantanti/attori/turisti/qualsiasi cosa americani ed inglesi: Se stai cercando la città dove si canta "Santa Lucia luntana" vai a Napoli. Ti sembrerà strano ma Venezia e Napoli sono due città diverse e piuttosto lontane, su due mari diversi e, checché ne dica il "Califfo", via mare fai prima ad andare dal Cairo a Valencia che da VE a NA. Disambiguato??? No? Come no??? Beh... se continui a cantare (di merda) "partono 'e bastimente, pe' terre assaj luntane..." in dedica a Venezia, potrai ricevere tutti gli onori e gli applausi qui!

Ecco la laguna veneta. Di Venezia, come vedete, nessuna traccia.
« Una città in mezzo all'acqua è un'idea assurda, sarebbe così umida che l'U.L.S.S. la chiuderebbe subito. »
(Piero Angela su Venezia.)
« Venezia è bella, ma non so se ci abiterei. »
(Chiunque sulle mezze stagioni.)
« Non abbiamo mai effettuato vendite a Venezia, quindi per quanto riguarda la Fiat, Venezia non esiste. »
« Venezia non può essere paragonata che a se stessa.  »
(Johann Wolfgang von Goethe su Grandi Navi a Venezia nel 1602.)


Venezia è un'isola in mezzo a un lago ma allo stesso tempo una città di mare peninsulare. È un lago con dei pali di legno essa stessa ma è una metropoli. È serenissima ma i suoi abitanti sono incazzati come anguille elettriche e, sopratutto, dà il nome ad una regione con cui non c'entra nulla. Pur avendo il peggior punto d'ingorgo autostradale d'Europa è l'unica città conosciuta senza strade.

Venezia: miti e teorie

NonNews

NonNotizie contiene diffamazioni e disinformazioni riguardanti Venezia.

La città perduta di Venezia è una delle più famose città leggendarie del mondo. La sua fama è superiore persino a Mu e a Vancouver. La data della sua fondazione è incerta e varia da teoria a teoria (v. oltre).

Esiste un gran numero di reperti e documenti che testimoniano e descrivono questa leggendaria città. Il più importante di questi è sicuramente lo scritto da Marco Polo: forse un po' fantasioso, egli descrive la città come costruita all’interno di una laguna, letteralmente sopra l'acqua con edifici su palafitte separati fra di loro non da normali strade a 2 o 4 corsie ma da canali navigabili - oppure da calli, difficili da rimuovere una volta formati. Nel suo racconto Il Milione, Marco Polo attraversa tutta la città fino ad arrivare al suo favoloso casinò dove tra Briscola, Bestia con buio valido e Tressette ciapa perde esattamente 1.000.000 e finisce il resto del suo viaggio a dormire in stazione con i barboni.

Vi sono anche documenti minori su Venezia come una canzone dei Pitura Freska, una sequenza di A spasso nel tempo di Boldi e De Sica, e qualche foto o disegno sui ricordini.

Avventurieri e archeologi hanno setacciato palmo a palmo tutta la costa adriatica, da Marano Lagunare al Polesine senza trovare nulla. Il mistero della città perduta è tutt’ora irrisolto.

Venezia non è la tipica città di cui Nonciclopedia è piena (e che in teoria non esiste solo perché la gente non sa leggere i cartelli e si perde!) La prova è che se al volante della vostra macchina cercate di raggiungere Venezia non ci riuscirete: nessun'auto infatti è mai entrata in città.

La Teoria dei barbari

Marco Polo visibilmente contrariato per aver perso al gioco tutti i suoi soldi.

Nel corso dei secoli si sono sviluppate diverse teorie su Venezia, gli storici ne hanno scelto tre come più probabili. Una di queste è la teoria dei barbari.

Nel 435 AC/DC Attila, alla guida di un gruppo di truzzi (che all’epoca venivano giustamente chiamati barbari) stava razziando la penisola Italica. Gli abitanti di Aquileia per salvarsi dissero al re Barbaro che vi era in mezzo alla laguna una città più ricca della loro, ovviamente inventata di sana pianta. Gli invasori, da poveri fessi, non sospettarono il tranello - dopo tutto erano altri tempi e in più erano truzzi. Attila e i suoi in sella ai loro cavalli ribassati galopparono quindi dentro la laguna e furono decimati dall'acqua alta, dalle nutrie e dalla leptospirosi di cui morì anche il Re. Gli aquilotti (abitanti di Aquileia) però non salvarono la loro città, che venne saccheggiata e rasa al suolo dagli ultrà del Borussia Dortmund che passavano di là per vedere la partita Borussia - Udinese.

La teoria dell’affondamento

Secondo questa teoria la città è realmente esistita ma è poi inesorabilmente affondata per la presenza dei Piombi di Venezia, di milioni di turisti e dell’acqua alta. Il colpo di grazia venne dato alla città durante un maxi concerto di Masini: sulle prime note di E chi se ne frega (versione originale della cover riproposta dai Metallica con il titolo Nothing Else Matters), un'onda anomala sommerse Venezia per sempre, ripetendo così il disastro dei precedenti concerti di Pompei e Kripton.

La teoria del falso

Il ponte degli alpini di Bassano del Grappa, per anni si è creduto fosse un ponte di Venezia

Questa è la teoria più accreditata dagli studiosi: Venezia non è mai esistita, Marco Polo una volta arrivato alla stazione di Treviso invece di prendere il treno per Mestre-Venezia salì sul diretto per Bassano del Grappa. Ecco che quindi il ponte di Rialto altro non è altro che il ponte di Bassano, il Casinò invece è la sede degli alpini, e tutte le altre puttanate come le calli, la laguna le gondole e Goldrake sono frutto di un abuso di grappa e ginepri. Le varie foto di cui disponiamo sono invece vere ma non appartengono a Venezia ma, di volta in volta a Bassano, Jesolo, Roncobilaccio, Barberino del Mugello, Caorle-Bibione, Padernello di Paese o Schiaccia-sogliole sul Marmo.

Le Prove e i testimoni

Una delle prove più forti contro Venezia ci viene dalla storia: se la Repubblica di Venezia fosse esistita, le città che ne facevano parte dovrebbero parlare la stessa lingua. Invece un bergamaschio, un triestino, un vicentino, un istriota, un grecale e un dalmata, non parlano affatto lo stesso idioma! Il dalmata neppure parla, al massimo abbaia.

Anche molti personaggi veneziani sono in realtà provenienti da altri paesi. Mara Venier è sicuramente sarda, Corto Maltese (lo dice il nome stesso) è maltese, Casanova era di Casablanca e l'ex-sindaco Massimo Cacciari è probabilmente un alieno comunista. Brunetta è semplicemente nano.

C’è però chi dice di esserci stato a Venezia. Due testimoni illustri: Germano Mosconi e quel mona che batte la porta. Purtroppo non è mai stato possibile mettere a confronto i due personaggi, quindi il mistero persiste.

Venezia oggi

Il famoso Lidl di Venezia (se non l'avete capita fa lo stesso).

Venezia si estende per circa 20kmq. La maggior parte di tale superficie è occupata da alberghi, bed&breakfast, bar e ristoranti con un'unica missione: lo sfruttamento coatto e intensivo dei turisti. Costoro vengono letteralmente spolpati vivi nel momento in cui decidono di prendere un caffè, una spremuta o un cornetto, dato che il costo di qualunque consumazione è a malapena coperto dalla vendita dei propri reni. È possibile degustare il prodotto in mezzo alla tipica calca Veneziana, tra gli effluvi di acqua malsana e di sudore dei turisti, che non si lavano da una settimana perché la doccia in albergo è dotata di tassametro. I ristoranti in piazza San Marco annoverano nel personale dei solerti impiegati di banca pronti ad accendere un mutuo al turista che abbia avuto la brillante idea di cenare a spagheti coe cape.

Oggigiorno il mito di Venezia è ancora vivo soprattutto in Giappone. I turisti giapponesi, credendo che la città esista davvero, arrivano a frotte all’aeroporto Marco Polo. Una volta giunti a Mestre scoprono però con disappunto che della città non vi è manco l’ ombra. Quasi tutti allora ripiegano in un soggiorno lì vicino, nella bellissima ma quasi sconosciuta Porto Marghera, dove possono divertirsi e ammirare gli stupendi patrimoni artistici della città (degni di nota sono alcuni quartieri come la zona porto-dogana, il petrolchimico, il quartiere a luci rosse di via Fratelli Bandiera e quello chic della Rana).

Terminata la stupenda visita tornano in Giappone dove, per non fare la figura dei deficienti, raccontano a tutti di come è bella Venezia alimentando così il turismo.

La popolazione

La popolazione di Venezia è così composta:

  • la maggioranza (circa il 70-75%) è formata da turisti
  • il 10-5% è formato da gente che viene a lavorare in città da fuori (campagna e zone limitrofe)
  • il 19% da dipendenti chioggiotti del trasporto pubblico ACTV
  • lo 0.9% da veneziani (facilmente riconoscibili dalle loro lamentele contro l'ACTV, il sindaco, l'acqua alta, il mose, l'acqua bassa, l'imob, i turisti che sporcano e sono stupidi, anche se contribuiscono al 99,9% delle entrate cittadine)

Grazie al buon sindaco Giorgio Orsoni, le istituzioni stanno già provvedendo allo sgombero dei centri di prima accoglienza in cui i residenti di Venezia si trovano.

La lingua prevalente è l'inglese, seguita da francese, italiano e tedesco. I pendolari parlano un incomprensibile idioma campagnolo, oscuro anche ai pochissimi residenti, che invece utilizzano un signorile veneziano ricolmo dei vari goldon, testa da casso e ghesboro.

Voci correlate


Siamö padani, abiamö ün söniö nel cuöře, brüžare il tricölöre, brüžare il tricölöre!


Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 1 aprile 2007 col 100% di voti (su 2).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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