Venezia: differenze tra le versioni

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Versione delle 02:29, 29 gen 2008

Nota disambigua per cantanti/attori/turisti/qualsiasi cosa americani ed inglesi: Se stai cercando la città dove si canta "Santa Lucia luntana" vai a Napoli. Ti sembrerà strano ma Venezia e Napoli sono 2 città diverse e piuttosto lontane, su 2 mari diversi e, checché ne dica il "Califfo", via mare fai prima ad andare dal Cairo a Valencia che da VE a NA. Disambiguato ??? No ? Come no ??? Beh... se continui a cantare (di merda) "partono 'e bastimente, pe' terre assaj luntane..." in dedica a Venezia, potrai ricevere tutti gli onori e gli applausi qui!

Ecco la laguna veneta, di Venezia come vedete nessuna traccia
« Una città in mezzo all' acqua è un idea assurda, sarebbe così umida che l'A.S.L la chiuderebbe subito »
(Piero Angela)
« Non abbiamo mai effettuato vendite a Venezia, quindi per quanto può riguardare la Fiat Venezia non esiste »
(Luca Cordero di Montezemolo)

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La città perduta di Venezia è una delle più famose città leggendarie del mondo. La sua fama è superiore persino a Mu e a Vancouver. La data della sua fondazione è incerta e varia da teoria a teoria (v oltre).

Esiste un gran numero di reperti e documenti che testimoniano e descrivono questa leggendaria città. Il più importante di questi è sicuramente lo scritto del bergamasco Marco Polo: forse un po’ fantasioso, egli descrive la città come costruita all’interno di una laguna, letteralmente sopra l’acqua con edifici su palafitte separati fra di loro non da normali strade a 2 o 4 corsie ma da canali navigabili - oppure da calli, difficili da rimuovere una volta formati. Nel suo racconto Il Milione, Marco Polo attraversa tutta la città fino ad arrivare al suo favoloso casinò dove tra Briscola, Bestia con buio valido e Tressette ciapa perde esattamente 1.000.000 e finisce il resto del suo viaggio a dormire in stazione con i barboni.

Vi sono anche documenti minori su Venezia come una canzone dei Pitura Freska, una sequenza di A spasso nel tempo di Boldi e De Sica, e qualche foto o disegno sui ricordini.

Avventurieri e archeologi hanno setacciato palmo a palmo tutta la costa adriatica, da Marano Lagunare al Polesine senza trovare nulla. Il mistero della città perduta è tutt’ora irrisolto.

Venezia non è la tipica Città di cui Nonciclopedia è piena (e che in teoria non esiste solo perché la gente non sa leggere i cartelli e si perde!) La prova è che se al volante della vostra macchina cercate di raggiungere Venezia non ci riuscirete: nessun'auto infatti è mai entrata in Città.

La Teoria dei barbari

Marco Polo visibilmente contrariato per aver perso al gioco tutti i suoi soldi.

Nel corso dei secoli si sono sviluppate diverse teorie su Venezia, gli storici ne hanno scelto tre come più probabili. Una di queste è la teoria dei barbari.

Nel 435 AC/DC Attila, alla guida di un gruppo di truzzi (che all’epoca venivano giustamente chiamati barbari) stava razziando la penisola Italica. Gli abitanti di Aquileia per salvarsi dissero al re Barbaro che vi era in mezzo alla laguna una città più ricca della loro, ovviamente inventata di sana pianta. Gli invasori, da poveri fessi, non sospettarono il tranello - dopo tutto erano altri tempi e in più erano truzzi. Attila e i suoi in sella ai loro cavalli ribassati galopparono quindi dentro la laguna e furono decimati dall'acqua alta, dalle nutrie e dalla lectospirosi di cui morì anche il Re. Gli aquilotti (abitanti di Aquileia) però non salvarono la loro città, che venne saccheggiata e rasa al suolo dagli ultrà del Borussia Dortmund che passavano di là per vedere la partita Borussia - Udinese.

La teoria dell’affondamento

Secondo questa teoria la città è realmente esistita ma è poi inesorabilmente affondata per la presenza dei Piombi di Venezia, di milioni di turisti e dell’acqua alta. Il colpo di grazia venne dato alla città durante un maxi concerto di Masini: sulle prime note di "E chi se ne frega" (versione originale della cover riproposta dai Metallica con il titolo "Nothing Else Matters"), un'onda anomala sommerse Venezia per sempre, ripetendo così il disastro dei precedenti concerti di Pompei e Kripton.

La teoria del falso

Il ponte degli alpini di Bassano del Grappa, per anni si è creduto fosse un ponte di Venezia

Questa è la teoria più accreditata dagli studiosi: Venezia non è mai esistita, Marco Polo una volta arrivato alla stazione di Treviso invece di prendere il treno per Mestre-Venezia salì sul diretto per Bassano del Grappa. Ecco che quindi il ponte di Rialto altro non è altro che il ponte di Bassano, il Casinò invece è la sede degli alpini, e tutte le altre puttanate come i calli, la laguna le gondole e Goldrake sono frutto di un abuso di grappa e ginepri. Le varie foto di cui disponiamo sono invece vere ma non appartengono a Venezia ma, di volta in volta a Bassano, Jesolo, Roncobilaccio e Barberino del Mugello o Caorle-Bibione.

Le Prove e i testimoni

Una delle prove più forti contro Venezia ci viene dalla storia: se la Repubblica di Venezia fosse esistita, le città che ne facevano parte dovrebbero parlare la stessa lingua. Invece un bergamaschio, un triestino, un vicentino, un istriota,un grecale e un dalmata, non parlano affatto lo stesso idioma! Il dalmata neppure parla, al massimo abbaia.

Anche molti personaggi veneziani sono in realtà provenienti da altri paesi. Mara Venier è sicuramente sarda, Corto Maltese (lo dice il nome stesso) è maltese, Casanova era di Casablanca e il sindaco Massimo Cacciari è probabilmente un alieno comunista.

C’è però chi dice di esserci stato a Venezia. Due testimoni illustri: Germano Mosconi e quel mona che batte la porta. Purtroppo non è mai stato possibile mettere a confronto i due personaggi, quindi il mistero persiste.

Il mito di Venezia Oggi

Oggigiorno il mito di Venezia è ancora vivo soprattutto in Giappone. I turisti giapponesi, credendo che la città esista davvero, arrivano a frotte all’aeroporto Marco Polo. Una volta giunti a Mestre scoprono però con disappunto che della città non vi è manco l’ ombra. Quasi tutti allora ripiegano in un soggiorno lì vicino, nella bellissima ma quasi sconosciuta Porto Marghera, dove possono divertirsi e ammirare gli stupendi patrimoni artistici della città (degni di nota sono alcuni quartieri come la zona porto-dogana, il petrolchimico, il quartiere operaio e il quartiere a luci rosse di via Fratelli Bandiera).

Terminata la stupenda visita tornano in Giappone dove, per non fare la figura dei deficienti, raccontano a tutti di come è bella Venezia alimentando così il turismo.

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