Giorno del ricordo: differenze tra le versioni
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Versione delle 13:00, 8 dic 2020
Ehi, TU!!!
Lo so quello che pensi. Ti stai chiedendo se hai vandalizzato questa pagina sei volte o solo cinque. Beh? Non sei stufo di fare la figura del niubbo pirla? Fatti un giro, va', non sprecare la tua vita. |
Il Giorno del Ricordo (in sloveno: Trst je naš; in croato: Talijanski su žene kurve; in istro-veneto: I S'ciavi i xe tuti de le merde) è una ricorrenza istituita dal governo italiano per dare un contentino a uno stuolo di vecchi lamentosi che da sessant'anni cagavano il cazzo su lacrimevoli storie di genocidi, massacri e esili di massa di popolazioni da terre in cui abitavano da millenni. Non sono di questo avviso le amabili e rispettabili repubbliche di Slovenia e Croazia, che ritengono suddetta giornata una scusa per attaccar lite all'osteria col primo talijan che passa.
Istituzione del Giorno del Ricordo
Come abbiamo espresso implicitamente più sopra, il governo italiano non ha altro fine che consolare gli afflitti e debellare i superbi: si può dire quindi che è come una specie di grande maestra dell'asilo, che dà i fazzoletti ai bambini che piangono e toglie i giochi a quelli che fanno un po' gli sgargianti.
Per questo motivo non poteva non agire quando gli giunse all'orecchio una notizia così strabiliante che nessuno, se non l'avesse saputo già di suo, avrebbe potuto crederci a cuor leggero: si vociferava ormai da anni che in tutta Italia fossero presenti piccole comunità di vecchi che ogni tanto si radunavano e cominciavano a rimpiangere una loro presunta bela tera che adesso no la ghe xe più, che no ghe podemo più tornar parchè i ghe xe i S'ciavi maledeti, i ghe xe. Questa gente oscura e misteriosa portava il nome di "istrianifiumanidalmati" (tutto attaccato, sì: formano tutti un unico blocco). Incuriositosi delle chiacchere di questa buffa e pittoresca gente, il governo italiano scoprì che circa sessant'anni prima in Italia esisteva una regione chiamata Istria, che poi purtroppo era sparita dalle cartine geografiche dei sussidiari delle elementari e quindi nessuno sapeva più dove fosse finita. Il governo indisse allora una rigorosa inchiesta parlamentare che produsse effetti strabilianti:
- Si scoprì che l'Istria era proprio quel posto dove tutti andavano in vacanza quando andavano in Croazia.
- Si scoprì che anche se adesso tutti i paesi del luogo avevano nomi croati impronunciabili (e quindi gli italiani, da uomini di mondo, li storpiavano allegramente) un tempo venivano chiamati tutti con nomi italiani.
- Si scoprì (questa è grossa!) che quei posti avevano nomi italiani perché un tempo ci vivevano italiani.
- Si scoprì che quegli italiani ci vivevano lì da secoli e secoli e secoli.
- Si scoprì che a un certo punto gli italiani erano tutti scomparsi nel nulla. E che al tempo in Istria non c'erano dei prestigiatori così bravi da far sparire intere popolazioni.
- Si scoprì inoltre che se chiedevi ai nuovi abitanti del luogo che fine avevano fatto 'sti famosi italiani, quelli o ti dicevano oh, i xe andai tuti via, semo restai in pochi! oppure facevano gli gnorri e t'insultavano alle spalle in croato.
Per giunta, voci di corridoio affermavano che molti di questi italiani non erano semplicemente traslocati, ma addirittura erano stati UCCISI
!! E per di più, con metodi che non facevano rimpiangere i migliori omicidi mafiosi: semplicemente, gli italiani venivano buttati nei pozzi e via tranquilli. E che per di più a scappare via da queste specie di bunjee-jumping nelle grotte organizzati da un disponibilissimo e qualificatissimo personale slavo erano stati quasi 350.000 individui.
Oh bella si disse il governo italiano (che era quello prima di quello che c'era prima di adesso, cioè lo stesso governo di adesso) chi l'avrebbe mai detto? Perché non ce lo ha mai detto nessuno? Vabbè, pazienza, è stato bello imparare una cosa nuova, alla prossima!. Tuttavia qualcuno gli fece notare che i responsabili di tutto ciò erano stati dei comunisti e a quel punto il viso rifatto del governo italiano s'illuminò: Trovato! esclamò ecco un'altra occasione straordinaria per smerdare le sinistre! Grazie, infoibati!.
Così venne istituita con grandi fanfare e trombe squillanti la suddetta Giornata del Ricordo, da celebrare quando ci si sovviene che la si deve fare. Ed è questo il bello della cosa, che non la si deve fare obbligatoriamente, ma solo se ti passa per la testa. Perché poi se a uno non gli viene in mente, cosa ci si può fare? Non si può mica crocifiggerlo, no?
Come si celebra il giorno del ricordo
Il fulcro della Giornata del Ricordo consiste nell'andare a comparare dischi della casa discografica della Ricordi, come ogniduno di noi sa. Ma a parte questo gioioso rito collettivo, che incrementa la valorizzazione della buona musica italiana, la giornata ha la seguente strutturazione:
- Si scoperchiano tutti i tombini dei marciapiedi, in commosso omaggio alla tragedia delle foibe.
- Ci si spara una maxi-maratona di canzoni di Sergio Endrigo, l'unico istriano degno di nota da cinquant'anni a questa parte. Oppure Giorgio Gaber. O, al limite, Wilma Goich. Di solito si va a rotazione.
- Si ascolta commossi e trepidanti il discorso di circostanza del Presidente della Repubblica, quello che era amico di Togliatti, che era amico di Stalin, che era amico di Tito, che non era amico degli istrianifiumanidalmati.
- Ci si profonde in vaste e partecipate manifestazioni di ricordo in piazza, con una così grande massa di persone da rivaleggiare con la sfilata dei carri allegorici del Carnevale Ambrosiano in Piazza Duomo o col convegno nazionale dei Verdi.
- Trasmissione della bellissima e straordinaria fiction televisiva Il cuore nel pozzo, interpretata da Beppe Fiorello, Beppe Fiorello, Beppe Fiorello e Fiore Beppello. E sempre ci si commuove per la lungimiranza fuori dal comune della RAI, che sceglie, per interpretare un personaggio di stirpe veneta, un attore siciliano.
Discorsi politici in occasione del Giorno del Ricordo
Le categorie di politici che si ritrovano a tenere un discorso di circostanza in occasione del Giorno del Ricordo sono, se escludiamo il Presidente della Repubblica ch'è fuori concorso, essenzialmente quattro.
Politico di destra
Per il politico di destra, la Giornata del Ricordo non è una giornata come le altre. Solitamente ignorato nel panorama politico italiano, finalmente può dar sfogo a tutta la sua bile, conservata per un anno intero, e dare addosso indistintamente a tutti.
Visto che però nessuno li ascolta, se non per caso, a nessuno importa di questi saggi e ponderati e rispettosi discorsi. Il che è un vero peccato.
Politico di centrodestra
Per il politico del centrodestra, la Giornata del Ricordo è una giornata come tante altre: deve dire delle cose carine a tutti per non scontentare nessuno e portare un po' di voti al Capo parlando bene dei presenti e sparlando degli assenti.
E poi, qualche ora dopo, si profonde in grandi salamelecchi in favore dell'entrata senza se e senza ma della Croazia nell'Unione Europea.
Politico di sinistra
Il politico di sinistra vive il Giorno del Ricordo con profonda lacerazione: innanzitutto, egli è conscio che l'esule Istrianofiumanodalamata medio odia profondamente il comunismo, per l'omertà dimostrata dal PCI durante le stragi e l'esodo, nonché per il disprezzo che ha sempre mostrato nei confronti dei sopravvissuti. Sa quindi, il nostro politico in questione, che rischia di venire linciato qualora dicesse qualcosa di sconveniente. Il politico di sinistra quindi starà bene attento a non menzionare nemmeno un po' la questione politica.
Tuttavia, nel profondo del suo animo si ribella profondamente a quella che lui ritiene una scandalosa pietra miliare del fascismo. Sa bene poi di non poter fare più negazionismo, e perciò si butta a pesce sul giustificazionismo. Il discorso quindi che albergherà prima solo nella sua mente, e poi spalleggiato dai suoi amici, sarà questo:
È successo purtroppo però più di una volta che per sbaglio esponenti della sinistra italiana abbiano scambiato i discorsi, e abbiano fatto la figura dei ciuloni una volta di più.
Politico croato/sloveno
Questa categoria è la più trasversale e ampia. La dichiarazione in occasione della ricorrenza viene fatta alla stessa maniera sia da politici di sinistra che di destra che di centro. Di solito il discorso lo fa un'alta carica dello stato, a volte, essendo un tema scottante e che necessita molto tatto e diplomazia, dallo stesso presidente o dal primo ministro. Essa è sempre, grossomodo la stessa commovente perorazione:
Il che rassomiglia molto, a quanto ci dice saggiamente il traduttore automatico di Google a tali italici suoni: