Giorno del ricordo

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« Io mi ricordo/quattro ragazzi e una chitarra... »
(Antonello Venditti, non a proposito del Giorno del Ricordo)
« Giorno del ricordo? Cos'è? »
(Slavo a proposito del Giorno del Ricordo)
« Giorno del Ricordo? Cos'è? »
(Italiano medio a proposito del Giorno del Ricordo)
« Mi ricordo di un ricordo:/spero che non me lo scordo »
(Elio e le Storie Tese, non a proposito del Giorno del Ricordo, ma anche sì.)

Il Giorno del Ricordo (in sloveno: Trst je naš; in croato: Talijanski su žene kurve; in istro-veneto: I S'ciavi i xe tuti de le merde) è una ricorrenza istituita dal governo italiano per dare un contentino a uno stuolo di vecchi lamentosi che da sessant'anni cagavano il cazzo su lacrimevoli storie di genocidi, massacri e esili di massa di popolazioni da terre in cui abitavano da millenni. Non sono di questo avviso le amabili e rispettabili repubbliche di Slovenia e Croazia, che ritengono suddetta giornata una scusa per attaccar lite all'osteria col primo talijan che passa.

Istituzione del Giorno del Ricordo

Come abbiamo espresso implicitamente più sopra, il governo italiano non ha altro fine che consolare gli afflitti e debellare i superbi: si può dire quindi che è come una specie di grande maestra dell'asilo, che dà i fazzoletti ai bambini che piangono e toglie i giochi a quelli che fanno un po' gli sgargianti.

Per questo motivo non poteva non agire quando gli giunse all'orecchio una notizia così strabiliante che nessuno, se non l'avesse saputo già di suo, avrebbe potuto crederci a cuor leggero: si vociferava ormai da anni che in tutta Italia fossero presenti piccole comunità di vecchi che ogni tanto si radunavano e cominciavano a rimpiangere una loro presunta bela tera che adesso no la ghe xe più, che no ghe podemo più tornar parchè i ghe xe i S'ciavi maledeti, i ghe xe. Questa gente oscura e misteriosa portava il nome di "istrianifiumanidalmati" (tutto attaccato, sì: formano tutti un unico blocco). Incuriositosi delle chiacchere di questa buffa e pittoresca gente, il governo italiano scoprì che circa sessant'anni prima in Italia esisteva una regione chiamata Istria, che poi purtroppo era sparita dalle cartine geografiche dei sussidiari delle elementari e quindi nessuno sapeva più dove fosse finita. Il governo indisse allora una rigorosa inchiesta parlamentare che produsse effetti strabilianti:

  • Si scoprì che l'Istria era proprio quel posto dove tutti andavano in vacanza quando andavano in Croazia.
  • Si scoprì che anche se adesso tutti i paesi del luogo avevano nomi croati impronunciabili (e quindi gli italiani, da uomini di mondo, li storpiavano allegramente) un tempo venivano chiamati tutti con nomi italiani.
  • Si scoprì (questa è grossa!) che quei posti avevano nomi italiani perché un tempo ci vivevano italiani.
  • Si scoprì che quegli italiani ci vivevano lì da secoli e secoli e secoli.
  • Si scoprì che a un certo punto gli italiani erano tutti scomparsi nel nulla. E che al tempo in Istria non c'erano dei prestigiatori così bravi da far sparire intere popolazioni.
  • Si scoprì inoltre che se chiedevi ai nuovi abitanti del luogo che fine avevano fatto 'sti famosi italiani, quelli o ti dicevano oh, i xe andai tuti via, semo restai in pochi! oppure facevano gli gnorri e t'insultavano alle spalle in croato.

Per giunta, voci di corridoio affermavano che molti di questi italiani non erano semplicemente traslocati, ma addirittura erano stati UCCISI

!! E per di più, con metodi che non facevano rimpiangere i migliori omicidi mafiosi: semplicemente, gli italiani venivano buttati nei pozzi e via tranquilli. E che per di più a scappare via da queste specie di bunjee-jumping nelle grotte organizzati da un disponibilissimo e qualificatissimo personale slavo erano stati quasi 350.000 individui.
Oh bella si disse il governo italiano (che era quello prima di quello che c'era prima di adesso, cioè lo stesso governo di adesso) chi l'avrebbe mai detto? Perché non ce lo ha mai detto nessuno? Vabbè, pazienza, è stato bello imparare una cosa nuova, alla prossima!. Tuttavia qualcuno gli fece notare che i responsabili di tutto ciò erano stati dei comunisti e a quel punto il viso rifatto del governo italiano s'illuminò: Trovato! esclamò ecco un'altra occasione straordinaria per smerdare le sinistre! Grazie, infoibati!.

Così venne istituita con grandi fanfare e trombe squillanti la suddetta Giornata del Ricordo, da celebrare quando ci si sovviene che la si deve fare. Ed è questo il bello della cosa, che non la si deve fare obbligatoriamente, ma solo se ti passa per la testa. Perché poi se a uno non gli viene in mente, cosa ci si può fare? Non si può mica crocifiggerlo, no?

Come si celebra il giorno del ricordo

Manifesto per una manifestazione per il giorno del Ricordo

Il fulcro della Giornata del Ricordo consiste nell'andare a comparare dischi della casa discografica della Ricordi, come ogniduno di noi sa. Ma a parte questo gioioso rito collettivo, che incrementa la valorizzazione della buona musica italiana, la giornata ha la seguente strutturazione:

  • Si scoperchiano tutti i tombini dei marciapiedi, in commosso omaggio alla tragedia delle foibe.
  • Ci si spara una maxi-maratona di canzoni di Sergio Endrigo, l'unico istriano degno di nota da cinquant'anni a questa parte. Oppure Giorgio Gaber. O, al limite, Wilma Goich. Di solito si va a rotazione.
  • Si ascolta commossi e trepidanti il discorso di circostanza del Presidente della Repubblica, quello che era amico di Togliatti, che era amico di Stalin, che era amico di Tito, che non era amico degli istrianifiumanidalmati.
  • Ci si profonde in vaste e partecipate manifestazioni di ricordo in piazza, con una così grande massa di persone da rivaleggiare con la sfilata dei carri allegorici del Carnevale Ambrosiano in Piazza Duomo o col convegno nazionale dei Verdi.
  • Trasmissione della bellissima e straordinaria fiction televisiva Il cuore nel pozzo, interpretata da Beppe Fiorello, Beppe Fiorello, Beppe Fiorello e Fiore Beppello. E sempre ci si commuove per la lungimiranza fuori dal comune della RAI, che sceglie, per interpretare un personaggio di stirpe veneta, un attore siciliano.

Discorsi politici in occasione del Giorno del Ricordo

Tipico oratore in occasione del Giorno del Ricordo

Le categorie di politici che si ritrovano a tenere un discorso di circostanza in occasione del Giorno del Ricordo sono, se escludiamo il Presidente della Repubblica ch'è fuori concorso, essenzialmente quattro.

Politico di destra

Per il politico di destra, la Giornata del Ricordo non è una giornata come le altre. Solitamente ignorato nel panorama politico italiano, finalmente può dar sfogo a tutta la sua bile, conservata per un anno intero, e dare addosso indistintamente a tutti.

« Italiani, italiane! Combattenti dell'Aria, di Terra e di Mare! Camice Nere della Rivoluzione! Oggi, ahimè si celebra il fatidico dì nel quale milioni di nostri compatriotti perirono miserabilmente per mano della marmaglia slava e comunista! Il comunismo è il male! Il comunismo fa schifo! Dovrebbero sparire tutti, i comunisti! E anche gli immigrati! Dovete votare noi, per non far vincere i comunisti, che già occupano posizioni di potere ampie in tutta la patria! Bisogna reagire, bisogna combattere, non come quegli sfigati che si sono fatti infoibare senza replicare! A chi l'Italia? A noi! eia, eia alalà! »

Visto che però nessuno li ascolta, se non per caso, a nessuno importa di questi saggi e ponderati e rispettosi discorsi. Il che è un vero peccato.

Politico di centrodestra

Per il politico del centrodestra, la Giornata del Ricordo è una giornata come tante altre: deve dire delle cose carine a tutti per non scontentare nessuno e portare un po' di voti al Capo parlando bene dei presenti e sparlando degli assenti.

« Di chi devo parlare oggi? Delle foibe? E che cazzo sono? Ah, sì, giusto, ho fatto lo stesso discorso l'anno scorso, già... Benvenuti a tutti, oggi celebriamo la memoria di tutti quegli Italiani che perirono tragicamente per mano della barbarie jugoslava, in seguito alla fine della seconda guerra mondiale, e di tutti quegli Italiani che per rimanere tali lasciarono la propria terra, dove dimoravano da generazioni e generazioni, verso un futuro incerto, ma comunque all'interno dei patrii confini. E per questo patirono a lungo una frastornante congiura del silenzio, orchestrata malignamente da una certa sinistra che già al tempo, essendo all'opposizione, controllava tutti i maggiori organi di stampa. Ma è giunto il momento di spezzare queste reticenze, questa sconcertante omertà, e suggellare nel cuore di ogni Italiano la commossa memoria di uno dei più splendidi e fulgidi esempi di italianità che la Storia ci ha consegnato. »

E poi, qualche ora dopo, si profonde in grandi salamelecchi in favore dell'entrata senza se e senza ma della Croazia nell'Unione Europea.

Politico di sinistra

Ricordiamoci di ricordare.

Il politico di sinistra vive il Giorno del Ricordo con profonda lacerazione: innanzitutto, egli è conscio che l'esule Istrianofiumanodalamata medio odia profondamente il comunismo, per l'omertà dimostrata dal PCI durante le stragi e l'esodo, nonché per il disprezzo che ha sempre mostrato nei confronti dei sopravvissuti. Sa quindi, il nostro politico in questione, che rischia di venire linciato qualora dicesse qualcosa di sconveniente. Il politico di sinistra quindi starà bene attento a non menzionare nemmeno un po' la questione politica.

« Benvenuti a tutti, oggi celebriamo la memoria di tutti quegli Italiani che perirono tragicamente per mano della barbarie jugoslava, in seguito alla fine della Seconda Guerra Mondiale, e di tutti quegli Italiani che per rimanere tali lasciarono la propria terra, dove dimoravano da generazioni e generazioni, verso un futuro incerto, ma comunque all'interno dei patrii confini. E per questo patirono a lungo una frastornante congiura del silenzio. Ma è giunto il momento di spezzare queste reticenze, questa sconcertante omertà, e suggellare nel cuore di ogni Italiano la commossa memoria di uno dei più splendidi e fulgidi esempi di italianità che la Storia ci ha consegnato »

Tuttavia, nel profondo del suo animo si ribella profondamente a quella che lui ritiene una scandalosa pietra miliare del fascismo. Sa bene poi di non poter fare più negazionismo, e perciò si butta a pesce sul giustificazionismo. Il discorso quindi che albergherà prima solo nella sua mente, e poi spalleggiato dai suoi amici, sarà questo:

« Ma quale genocidio e genocidio! E perché non ricordiamo allora le povere vittime croate del Fascismo, eh? Gli Italiani, quei bastardi (per fortuna che non sono Italiano, eh!), se la sono andati tutti a cercare! I comunisti non potevano farci niente, anzi, hanno cercato di impedire le uccisioni. Che poi, a ben vedere, gli infoibati alla fin dei conti saranno stati quattro o cinque, non vorrete mica credere a quella retorica fascista sulla presenza massiccia di Italiani in Istria e in Dalmazia, no? Lo sanno tutti che in realtà sono stati i fascisti ad auto-uccidersi e a lasciare la colpa ai comunisti! E anche gli esuli, che erano tutti palesemente collusi col fascismo, il nazionalismo e l'imperialismo, saranno stati al massimo una quindicina! Non capisco proprio l'utilità di una tale festa dell'Orgoglio Fascista (dovrebbero chiamarla così), perché dovremmo ricordare i nostri morti? Ricordiamo solo i morti degli altri? »

È successo purtroppo però più di una volta che per sbaglio esponenti della sinistra italiana abbiano scambiato i discorsi, e abbiano fatto la figura dei ciuloni una volta di più.

Politico croato/sloveno

Questa categoria è la più trasversale e ampia. La dichiarazione in occasione della ricorrenza viene fatta alla stessa maniera sia da politici di sinistra che di destra che di centro. Di solito il discorso lo fa un'alta carica dello stato, a volte, essendo un tema scottante e che necessita molto tatto e diplomazia, dallo stesso presidente o dal primo ministro. Essa è sempre, grossomodo la stessa commovente perorazione:

« Talijani su fašista i laži o bilo čemu: Kako mislite da priča tako apsurdan? Kako možete vjerovati da smo mi veliki ljudi Hrvatska, imamo provodi genocid nad drugom narodu? Kao mi nikada ne bi mogao ubiti native Talijani, kad svatko zna da je povijest Istre, talijanski je samo bajka, a ne vrlo lijepa? Tko ne zna da hrvatske domovine proteže do Napulja i Magreglio (koji je u provinciji Como), koju mi Hrvati žive na talijanski poluotok od paleolitika? Oni su Talijani koji imaju samo je rekao laži i zanijekao ozbiljne genocid da Rimljani nisu na prijelazu iz crne boje i njihove zmaja plameni mržnje u srednjem vijeku, u ostatku svijeta zna sve, a onda mi je rekao sinoć Mirovan bar. »

Il che rassomiglia molto, a quanto ci dice saggiamente il traduttore automatico di Google a tali italici suoni:

« Gli Italiani sono fascisti e mentono su qualsiasi cosa: come si fa a credere a una storia così assurda? Come si fa a credere che noi, il grande popolo di Croazia, possiamo aver attuato un genocidio contro un'altra popolazione? Come avremmo mai potuto uccidere degli Italiani autoctoni, quando lo sanno tutti che la storia dell'Istria italiana è soltanto una favola, e neanche troppo bella? Chi non sa che la madrepatria croata si estende fino a Napoli e Magreglio (che è in provincia di Como), che noi Croati viviamo nella Penisola Italica dal Paleolitico? Sono gli Italiani che hanno solo raccontato bugie e negato il grave genocidio che fecero i Romani a cavallo dei loro draghi neri e fiammeggianti d'odio nel tardo Medioevo, nel resto del mondo lo sanno tutti quanti, e poi me l'ha raccontato ieri sera Mirovan al bar. »

Voci correlate