Nonsource:Dimostrazione della non esistenza di Dio
Questa affermazione è falsa. Lo stesso grado di verità ce l'ha la dimostrazione della non esistenza di Dio.
Storia
Grecia Classica
Gorgia
Il primo a dare una dimostrazione della non esistenza di Dio fu l'ateniese Gorgia, affermando che "Dio è in ogni luogo, dunque non è in nessun luogo preciso, dunque non c'è". Alcuni suoi contemporanei[citazione necessaria] rigirarono facilmente l'argomento dimostrando che neanche la fame esiste. Purtroppo non ci è pervenuta la risposta di Gorgia, morto il mese successivo (per fame, secondo l'ipotesi più accreditata).
Diogene
Non molto chiara è la posizione di Diogene di Sinope circa l'esistenza di Dio, dato che l'unica fonte a riguardo è un frammento di Aristotele. Quest'ultimo, quando era ancora un giovane filosofo desideroso di confronti, decise di interpellare Diogene, avversario del suo maestro Platone, circa l'esistenza di Dio. La risposta fu estremamente criptica e spinse Aristotele a scrivere più tardi la Metafisica: "Chi cazzo sei tu? E che cazzo ci fai nella mia botte? Trovatene una per te, pollo spennato...".
Epoca Romana e Medioevo
Durante il dominio di Roma affermare che Dio non esisteva aveva come implicazione la non accettazione del potere imperiale (e quindi una lenta morte sul rogo presso il Colosseo).
Durante il Medioevo affermare che Dio non esisteva aveva come implicazione la non accettazione del potere della Chiesa (e quindi una lenta morte sul rogo presso Campo de' Fiori).
Quindi, a parte un paio di drink[1], non ci furono miglioramenti sostanziali per chi avesse voluto sviluppare la dimostrazione.
Seicento
Accortosi che la Terra girava, in realtà, intorno al Sole, Galileo cominciò a sospettare che non tutto ciò che era scritto nella Bibbia fosse vero. Nel Dialogo sopra le due vecchie baldracche vi è addirittura una reductio ad absurdum che eleva tale sospetto a dimostrazione matematica:
- Salviati : Ordunque Vi chiedo, è noto a Voi l'esser Iddio onnipotente?
- Simplicio : Fuor d'ogni ragionevol dubbio son convinto che in vieppiù passi della Bibbia è confermata tale sentenza.
- Salviati : Mirate, allora, la perfettissima dimostrazione che sto incipiando: può Iddio creare un siffatto masso, talmente pesante da non poter esser sollevato da Egli istesso? Se può, allora non può dirsi onnipotente, non essendo in grado di sollevar cotanto masso. Se, contrariamente, non può, per definizione non si può fregiar d'onnipotenza.
- Sagredo : È come affermar, se Lor Signori me lo consentono, che, verbi gratia, otto passeri non possano volar a guisa d'angolo ottuso.
- Salviati : Vossignoria mi concederà che stavolta se n'è uscito come suon di scoreggia...
Settecento
Con l'Età dei Lumi arrivò la scoperta che Satana non era cattivo: era solo un po' vivace. Nacque, dunque, il problema dell'origine del male (incompatibile con un Dio infinitamente buono e potente). Leibniz risolse questo spinoso problema affermando che il male trae origine dal libero arbitrio dell'uomo. Due giorni dopo un tremendo terremoto devastò Lisbona, causando millemila vittime. Voltaire colse la palla al balzo e scrisse il Candido (storia di un giornalista omosessuale che denuncia le inefficienze della Protezione Civile portoghese e, en-passant, smerda Leibniz).
Ottocento e Novecento
La dimostrazione subiì un notevole rallentamento nel suo sviluppo a causa di Nietzsche. In seguito alla notizia della morte di Dio, sembrava indelicato tentare di dimostrare la sua inesistenza, soprattutto per i parenti colti dal recente lutto. Solo nel 1956 si ebbe la definitiva dimostrazione ad opera di Kurt Gödel. Il problema è che due anni prima aveva dimostrato che Dio esisteva. Terrorizzato più dalla contraddizione matematica che dalla non esistenza di Dio, Gödel cercò risposte nella tradizione e approdò all'argomento di Gorgia. Dopo due mesi anche lui morì di fame[2].
Dimostrazione
Riportiamo la versione della dimostrazione che oggi viene accettata dalla maggioranza degli esperti.
Supponiamo, per assurdo, che esista un Dio onnipotente. Consideriamo, allora, l'insieme è un'azione. Sia è il considerare un insieme. È ovvio che , dunque , dove con si intende la cardinalità di . Sia ora è un insieme: tale insieme è in corrispondenza biunivoca con , dunque .
Consideriamo ora , ovvero l'insieme delle parti di A. È chiaro che , dato che a appartengono almeno tutti i sottoinsiemi di un solo elemento, che sono tanti quanto gli elementi di .
Ci accingiamo ora dimostrare che la maggiorazione è stretta, come il tuo culo in un locale gay, ovvero che . Per farlo ci basta dimostrare che non esiste una corrispondenza biunivoca tra e . Supponiamo, per assurdo, che esista una funzione biunivoca (si noti che è un sottoinsieme di ). Si consideri il seguente sottoinsieme di : , ovvero l'insieme degli elementi di che non sono in corrispondenza con un sottoinsieme di che li contiene. Poiché è una corrispondenza biunivoca, . Se appartenesse ad , si avrebbe, quindi, che , dunque non viene rispettata la condizione di appartenenza ad . Se, invece, non gli appartenesse, avremmo di conseguenza che , ovvero dovrebbe appartenere ad . Assurdo. Dunque .
Ora è un insieme di insiemi, dunque è contenuto in , che è l'insieme di tutti gli insiemi, quindi .
Concludendo si ha questa catena di disuguaglianze:
, ovvero . Assurdo.
Dunque Dio non esiste.
Critiche
Il lettore attento potrebbe obiettare che l'esistenza dell'insieme di tutti gli insiemi conduce al paradosso della puttana.[3] Eppure la logica che usiamo è intrisa di paradossi, da cui non c'è via d'uscita (basta citare il celebre "Io mento"). L'unica soluzione possibile è conviverci e sopportarli, come le emorroidi.
Bibliografia
- Cristiano Malgioglio, "Cogli la saponetta. Un'antologia della filosofia della Grecia classica", 1987.
- Galileo Galilei, "Dialogo sopra le due vecchie baldracche. A cura di Tinto Brass", 1638.
- François-Marie Jambon Bidet Arouet detto Voltaire, "Candido", 1759.
- Kurt Gödel, "La prova matematica dell'inesistenza di Dio", Bo.Bo., 1956.