Luigi Vanvitelli

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Il massimo della popolarità è quando vieni citato nella Settimana Enigmistica.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Luigi Vanvitelli

Luigi Vanvitelli, nato Lodewijik van Wurstel, vissuto come Ludwig van Beethoven, ma morto col nome che lo ha reso celebre (1 gennaio 1700-31 dicembre 1800) è stato un pittore e architetto italiano molto puntuale a tutti i suoi appuntamenti.

Biografia

Nasce in Olanda da una famiglia di usurai; a 5 anni il padre si trasferisce a Napoli con la famiglia con l'intento di migliorare le proprie tecniche. Il giovane Luigi si interessa fin da piccolo alla pittura e nel periodo delle prime erezioni si accosta anche alle costruzioni architettoniche, forse mostrando i primi segnali dei suoi veri interessi.
Allievo del Bernini, di Borromini, di Casini, di Fontana e di Filippo Juventus, impara a conoscere, conosce, conosce l'imparare a conoscere e impara a conoscere d'imparare gli stili classico, neoclassico e neolitico.
Notevole opera d'interesse giovanile è il lazzaretto di Ancona, luogo in cui Luigi trascorre alcuni anni per ovvi motivi e che ristruttura con alcuni semplici accorgimenti: sbarre alle finestre, niente cena per chi fa il cattivo e una sola doccia a settimana. Il suo secondo lazzaretto, quello di Bologna, è ancora migliore perché lo costruisce dal nulla su un'isola artificiale a base pentagonale, un lavoro non facile. Ma soprattutto si dimostra furbo quando ottiene l'esclusiva per portare il mare a Bologna e dare un maggiore senso estetico a tutta l'opera. Ancora oggi il porto di Bologna è intitolato a Vanvitelli.
A Roma viene quasi eletto Papa, una cosa che accade solo ogni morte di Papa. Ad ogni modo per consolarsi si fa eleggere architetto imperiale della basilica di San Pietro, incarico prestigioso che manterrà per tutta la vita e anche per una settimana dopo la morte.

La reggia di Caserta

La reggia di Caserta. Si noti la quantità e le dimensioni delle fontane. La lunghezza del parco, inoltre, è un omaggio alla dimensione artistica di sant'Agostino.

È di sicuro l'opera più famosa di Vanvitelli, sia per la lunghezza dei lavori (siamo in Campania), sia per i costi (idem), sia per la mancanza di norme di sicurezza adottate (come sopra). Questa reggia, voluta da Carlo I dei Barboni, fu commissionata a Vanvitelli nel 1750; Vanvitelli era ben conscio di essere esattamente a metà della sua vita, per questo decise di affittare un utero e impiantarvi un proprio clone che avrebbe potuto continuare l'opera dopo la sua morte. Egli voleva proprio effettuare il giro di boa regalandosi un monumento ai posteri.
Il palazzo è una sintesi originalissima tra Versailles e l'Estoril. Ciò che colpisce di più, se si escludono i buttafuori attaccabrighe che ci lavorano 365 giorni all'anno, sono i giardini, ripresi da quelli mitologici pensili di Babilonia. All'interno invece la reggia è sobria e austera come si addiceva a quel tempo, con solo una decina di passaggi segreti, trabocchetti mortali e una batcaverna d'emergenza.
I lavori furono terminati dal figlio Pierluigi perché il Vanvitelli ritenne più remunerativo, ad un certo punto, accettare alcuni lavori in nero in Lombardia, come l'autodromo di Monza, la sede della loggia nera di Bergamo e dieci nuovi porcili per gli abitanti di Brescia. Ha anche riassegnato gli spazi vicino al duomo di Milano per la fiera degli oh bej.
Nel 1800 Vanvitelli si ruppe l'osso del collo cadendo da una rampa di scale progettata male da un suo apprendista, per cui chiese ed ottenne che l'incosciente fosse sepolto accanto a lui. Ancora vivo.

Opere meno importanti

Ecco come Vanvitelli ha arredato la prigione di Guantanamo, che ha contribuito a costruire nel 1768. Era certamente un uomo tollerante.
  • Basilica del basilico a Napoli
  • Palazzo Samp Doria a Genova
  • Prigione federale, Guantanamo
  • Chiesa della posizione del missionario per i vergini, Napoli
  • Campanile della chiesa di sant'Agostino di Loreto
  • Convento di sant'Agostino, Roma
  • Intonacatura della facciata della chiesa di sant'Agostino a Recanati
  • Fontana di piazza Fontana, Roma
  • Fontina di piazza Formaggio, Alto adige
  • Fontana dei pesci, Salerno
  • Fontana del centro storico di Civitavecchia

Le ossessioni

Per tutta la vita Vanvitelli fu ossessionato da sant'Agostino e dalle fontane. Si pensi che nella reggia di Caserta per alimentare le fontane si rese necessario costruire un intero acquedotto in stile romanico dalla portata di mille chili; ogni stanza, inoltre, aveva un quadro raffigurante sant'Agostino. Oggi quei quadri non esistono più: furono tutti bruciati la sera del 25/04/2024, quando la religione fu abolita e l'Italia si liberò dal peggiore dei suoi due capi di stato... e per essere peggiori di Silvio ce ne vuole.
Sigismondo Freddo, lo psicologo di Porta a Porta, ha sostenuto una volta che la passione di Luigi Vanvitelli per le fontane derivasse dalla sua omosessualità latente ma nemmeno troppo, mentre la venerazione per sant'Agostino venisse dal fatto che il santo fosse superdotato.