Lingua greca

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AAAAAAAAAAPΓ!!!
Iλ περσοναγγιο δεσκριττω ιν κυεστο αρτιχολο η ιν ρεαλτα υν ΜOΣTPO OPPHNΔO!!!
ΠPEΣTO!!! ΣKAΠΠA A ΓAMBE ΛEVATE MENTPH IΛ NΩΣTPO ΠROΔE PAT-MAN THNTA ΔI ΦEPMAPΛO!

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« Entrano in campo Kazzuranis, Karakulis, Meakulis »
(Commentatore agli europei 2008 sui cognomi dei giocatori greci)
« Non so perché, ma mi viene la strana voglia di cambiare cognome... »
(I giocatori di prima)
« Αι γυναικες γονοπωται εισιν! »
(La frase che pronunciò Aristotele quando capì tutto delle donne)
« Ραφανιδοω »
(Comunissimo verbo greco che sta ad indicare un'abitudine dei greci)
« Συκα στοχαζομαι »
(Solo se sai leggere il greco capirai l'ironia di questa frase)
« Νυν μη κακα εργαζου »
(Tipica esclamazione greca utilizzata in vari contesti)
« Πειθω δε μ᾿ερδω »
(Se leggi la θ come una Z è meglio!)
« Το πεος εν τη θηκη »
(in latino si dice penis in vagina)
La lingua greca

La λιγγθα Ελλενικα (vulgo: ιλ Ελλενικο) è tra i migliori metodi di alienazione mentale e rincoglionimento in modo sufficientemente indolore.

Comunemente la si intende come un antico linguaggio forse parlato dai Ελλενικ (poi smentito grazie ai due linguisti tedeschi Rauz-Mercedes; si è scoperto che in realtà nell'Antica Grecia veniva parlato un particolare dialetto pugliese-romagnolo).

Comunque, dato che un sacco di persone si erano messe nel tempo a inventare regole grammaticali e parole secondo il metodo "εν εργαζο" (vulgata: alla cazzo di cane) per convenzione questa lingua viene "studiata" (notare le virgolette) nei luoghi di massima tortura.

Grammatica

Un classico esempio di allungamento organico del Dio Priapos

Nomi

Per i nomi in greco vengono usate le cosiddette "declinazioni", che non decidono assolutamente un cazzo del significato del nome, infatti, nonostante un nome sia declinato al genitivo plurale femminile, in realtà è un singolare maschile all'ablativo, il quale in greco non esiste.

Ogni declinazione ha i suoi casi, che sono 45.405.321; ma per comodità ridotti a 5, ovvero:

Nominativo

Genitivo

Dativo

Accusativo

Vocativo

Locativo

Imprecativo

(* i casi evidenziati in grassetto sono quelli che originariamente non furono teorizzati da Sbraunz-Kraunz, ma furono aggiunti successivamente da alcuni madrelingua ibernati)

Le declinazioni sono 3: La prima declinazione, quasi tutta femminile. La seconda, la più facile, solitamente maschile. Quindi la terza, la più complessa, difficile, complicata, con 23 sotto-declinazioni, chiamata "il mostro sacro" (anche infatti dai greci veniva chiamata To Mega Therion).

A tutt'oggi, non si sa ancora il perché i greci volessero complicarsi la vita con ben tre declinazioni, ma sono in corso molti studi. Ma la domanda più illecita è: se già esistevano gli articoli che indicavano il caso, a che cazzo servivano le declinazioni? A questa domanda solamente i greci possono rispondere. Ma fortunatamente sono tutti morti (compresa la lingua...ma allora cazzo si studia a fare?)

A questo punto, lo scrittore si è scassato la minchia di scrivere a riguardo della grammatica, e rischierebbe di scendere nella banalità. Per cui, viene lasciato l'ardito compito riguardo verbi, tempi e modi, pronomi e proverbi, a qualche sventurato che ne abbia il coraggio di scriverne a riguardo.

Fonetica

Alfabeto

I greci usavano un alfabeto molto particolare, probabilmente dovuto al fatto che le stampanti laser di quell'epoca avevano difficoltà a scrivere caratteri normali, o a causa del fatto che il latino era illegale in grecia. Sui reali motivi si brancola ancora nel buio.

Interessante notare lo spreco di spazio usato dai greci, infatti esistono due lettere identiche ad altre due. Quali sono la "η"(), uguale per pronuncia alla "ε" e la "Ω", identica alla "Ο".

Infine, si notino ben 4 lettere "scomparse" che hanno dato origine a un macello assurdo nelle varie parole. Quali lo "ξοδ", il "κοππα", il "σαμπι" e il "διγαμμα". Anche riguardo questo, a oggi, non si conoscono le cause di questa scomparsa. Comunque, si pensa a causa della scarsa memoria dei greci nel ricordare tutte le lettere, e quindi alcune caddero in disuso. Altri pensano a causa di problemi legali di brevetti con i latini, poiché queste lettere avevano un suono simile ad alcune loro. Altri ancora pensano che invece le stampanti laser si inceppassero quando provavano a scrivere quelle lettere.

Pronuncia e accenti

Ancora oggi molti studiosi si chiedono come diavolo facevano i greci a pronunciare parole (qui in versione originale e pronuncia, entrambe semplificate, onde evitare giramenti di testa e collassi) come "σπερμαγοραιολεχιστολακανοπολισi"(pronuncia: spermagoraiolechistolacanopolisi),"κιταρμοφερομαι" (pronuncia: kitarmopheromai),"πολλαπλασιαις"(pronuncia: pollaplasiais), "εντερογερμινα"(pronuncia: enteroghermina) e molte altre. Siamo giunti alla conclusione che non c'è una conclusione. Tanto sono tutti morti, no? Un'altra curiosità: i greci solevano fumare erbe ambigue (è risaputo che già 2000 anni fa esisteva il doping), perlopiù lauri allucinogeni, per questo molto spesso avevano visioni di spiriti, dolci e aspri. Per quanto riguarda gli accenti, cari grecisti in erba, sono la parte più facile nello studio del greco. Pronunciate la parola nel modo più sgradevole che potete, facendola rassomigliare a un conato di vomito, e avrete risolto il problema. Questo perché i greci mettevano gli accenti a cazzo di cane. Insomma, avevano problemi più seri da risolvere.

I professori di latino e greco, nel loro assoluto sadismo, hanno cercato di inventarsi alcune regole per quanto riguarda gli accenti, tanto per allungare di qualche ora le sofferenze dei poveri studenti di liceo classico, i quali, in buona parte, dopo una lunga applicazione (circa 14.6 secondi, media italiana) inizieranno a passare ore di tragiche navigazioni su Internet per trovare la versione perduta, manco fossero Indiana Jones.

Greco moderno colloquiale

Per ovviare alla grande difficoltà delle regole grammaticali e fonetiche il greco moderno parlato andò sempre più semplificandosi fino a fondarsi sul concetto unico del παρακαλό' (nel nostro paese meglio conosciuto come para-culo). Questo semplice termine è utilizzato attualmente, in lingua parlata, per definire tra i 1500 e i 3000 termini (facendo il confronto con altre lingue). A seconda del contesto, dell'intonazione, della smorfia facciale, dei gesti con le mani, della posizione del torso e delle gambe che la persona assume, παρακαλό offre un significato diverso.

Esempi: -ciao: viso con sorriso a 32 denti stampato in faccia -pronto (conversazione telefonica): gesto che si vuole, tanto l'altra persona non ci vede, a meno che non sia una videochiamata -no: testa che si muove sù e giù come il nostro sì -salve: mano che si muove a destra e sinistra o mano ferma, con dorso rivolto al locutore, con dito medio alzato -basta: mano ferma con palmo rivolto verso il locutore e dita chiuse -sei un turco di merda: occhi inviperiti e braccia agitanti

Voci correlate