Lingua francoprovenzale

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia di cui nessuno sentiva il bisogno.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La lingua francoprovenzale è chiamata patois dai francesi, patuà da quelli che non sanno scrivere in francese e paté dai buongustai: con tutti questi nomi, è la lingua perfetta per gli indecisi.

Il perché di un nome

A furia di sentirsi fare lazzi e sberleffi, al Graziadio era venuta una gran barba

È inutile negarlo, un nome così rischia di lasciare tutti maldisposti.
Insomma: vogliamo essere precisi? Ma è franco o è provenzale? E poi, cosa vuol dire "franco"? Vuol dire francese? Vuol dire libero? Vuol dire sincero? Vuol dire appartenente al popolo germanico dei Franchi? Vuol dire nome proprio di persona, come quello di Califano? Vuol dire franco tiratore?
Per non parlare di "provenzale"! Siamo sicuri che non si volesse scrivere provinciale?
Dunque, a quanto pare mille e mille misteri avvolgono questa denominazione.

Certo, poi si fanno ricerche più accurate e si scopre che lo studioso che coniò questo nome si chiamava nientepopodimeno che GRAZIADIO ISAIA Ascoli. Con un nome così, direi che si capiscono molte cose.

Caratteristiche notabili

Prima di tutto, mi è venuto in mente che si può chiamare anche lingua provenzofrancale. Ma torniamo all'argomento del paragrafo.
Per descrivere in sommi capi in cosa consiste il Francoprovenzale, alcuni illustri studiosi hanno affermato che esso è una cosa a metà tra Francese e Provenzale. Ma questi illustri studiosi sono gli stessi furboni che descrivono il Provenzale come una cosa a metà tra Francese e Spagnolo, e il Francese come una cosa a metà tra Provenzale e Vallone. Quindi, non sono forse così attendibili.
Difatti, molti ulteriori illustri studiosi hanno duramente contestato questa definizione, così inesatta e imprecisa. Gli studi moderni, surrogati da rigorose ricerche lessicografiche ed etnografiche, hanno dimostrato inequivocabilmente che il francoprovenzale è un po' un mischione tra francese e italiano, anche se in certe zone si sente un po' più l'italiano e in certe altre un po' di più il francese. La questione è stata ufficialmente chiusa e nessuno mai la potrà riaprire.

Diffusione e status

Un tempo il Francoprovenzale era diffuso in un'area molto più estesa, ma per fortuna i vari Stati hanno rimediato al fattaccio

A seconda dei paesi in cui viene parlato, il francoprovenzale viene discriminato e dileggiato in modi differenti:

  • In Francia la lotta senza quartiere alle lingue diverse dal francese è considerata più importante persino della laicità dello Stato e del pagare le tasse. Quindi ogni francese è tenuto a disprezzare e perfino odiare chiunque parli in francoprovenzale. I padri sono autorizzati a diseredare i figli, qualora li colgano in flagrante a dire qualcosa in questa lingua.
  • Ahahaha, mi è venuto in mente che si può dire anche pronzofravencale!
  • Scusate, un attimo di distrazione.
  • Anche quello qui sopra era un attimo di distrazione.
  • In Svizzera sono molto efficienti che in Francia, e quindi sono già a un punto molto avanzato dell'estinzione del Francoprovenzale. Sembra infatti che gli Svizzeri romandi preferiscano di gran lunga parlare soltanto un pessimo francese.
  • In Italia, incredibilmente, il francoprovenzale è riconosciuto come lingua meritevole di tutela. È stata istituita una commissione preparatoria che dovrebbe iniziare i suoi lavori preliminari entro il 2030, al fine di preparare la teorizzazione di un organo preposto alla disposizione di norme che favoriscano una lenta e graduale introduzione del francoprovenzale in una lista di lingue da preservare, che verranno alfine giudicate tali da un apposito ente. Si stima che i lavori dureranno complessivamente centocinquant'anni. Se poi, alla fine di queste importanti e imprescindibili operazioni preliminarie, il francoprovenzale si sarà estinto, ce ne si farà una ragione.

Curiosità

  • In virtù di una controversa legge regionale valdostana del 1998 il signor Provenzale Franco, nato e residente a Bucchianico (Provincia di Chieti) nel 1953, è tenuto a esprimersi sempre e soltanto in francoprovenzale (preferibilmente nella variante della Valgrisenche), al fine di promuoverne e incoraggiarne l'uso tra le giovani generazioni.
  • Scusate, mi sono ricordato adesso che un nome alternativo del francoprovenzale è "arpitano". Pazienza, tanto ormai l'articolo è finito.

Voci correlate