Template:Incostruzione

Template:Film orrendo

La locandina del film.
« No alla birra, sì alla vodka! »
(Il nemico alle porte)
« Perché noi ce l'abbiamo duro! »
(Sedicenne comunista)
« Compagni, dovete sacrificare le vostre vite per la patria! »
(Stalin)


Il nemico alle porte è un documentario sovietico che narra del grande flusso di immigrazioni dei terroni tedeschi che si verificò fra il 1942 ed il 1943 verso la Grande Madre Patria Russia. Il lungometraggio descrive con sguardo critico le tragedie e gli orrori che gli immigrati dovettero subire a causa delle resistenza da parte dei malefici comunisti conservatori, riuniti sotto il vessillo della Lega Est.

Trama

 
Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Una volta avevo un criceto di nome George che lesse la trama di "Bianca e Bernie nella terra dei Borghezio" prima di vedere il film e si suicidò. Quindi fate attenzione, non voglio avere altre morti pelose sulla coscienza.

 
La ridente Stalingrado faceva gola ai tedeschi.

Introduzione

Il film narra delle vicende di Vasilijijijij Grigor'evičičičč Zajkhjcev, noto ai più come Vas o come Il Cecchino[1], un tiratore scelto dell'Armata Rossa che diviene famoso nella feroce battaglia di Stalingrado bloccando i rifornimenti di vaselina agli immigrati tedeschi con abili colpi di fionda.

Gli inizi

Il giovane e promettente tiratore nasce in un paesino sperduto nella steppa siberiana, più o meno fra Nuova Delhi e il Lago Trasimeno, da una famiglia di poveri contadini dediti al contrabbando illecito di saggi filosofici provenienti dal Mar Nero. Cresce prendendo a sassate i cervi albini che bazzicano nel suo giardino, dimostrando notevoli abilità balistiche sin dalla più tenera età[2]. Per questo, quando è ormai adulto e riesce a distinguere la mano sinistra da quella destra, il nonno gli regala la lupara di famiglia, ereditata da suo padre, e dal padre di suo padre, e dal padre di suo padre di suo padre, lungo tutto l'albero genealogico della famiglia, fino ad arrivare ad Andreotti. L'entusiasta ragazzo decide il giorno seguente di andare a caccia di volpi con la sua nuova arma, ma l'unica cosa che riesce a colpire è Nonna Olga che andava a raccogliere funghi nella foresta. Poco desideroso di affrontare le ire del nonno, ex pugile nonché operaio in cassa integrazione alla FIAT[3], decide di scappare e di arruolarsi nell'Armata Rossa.

 
Una foto dall'alto che ritrae l'Armata Rossa schierata ordinatamente per la battaglia.

L'Armata Rossa, capitanata dai fanatici della Lega Est, è in quel momento impegnato a respingere le orde di immigrati che sbarcano nella città di Stalingrado, fulcro della produzione di ricotta in tutta l'Unione Sovietica e importante scalo d'attracco per la flotta interstellare Klingon. Gli immigrati, provenienti dall'ovest, in gran parte tedeschi e austrizzeri, compiono viaggi di mesi e mesi nel freddo assoluto delle pianure russe per poter godere dei beni che la Grande Madre Russia ha da offrire loro, cioè nulla. Ma loro non demordono, sicuri di poter trovare una vita migliore, come quella che hanno visto al cinema, in film come La Guerra dei Mondi o Heidi va dal panettiere. Ciò che trovano però è ben diverso: mitragliatrici, bombe a mano, frigo a pedali a volontà; interi eserciti vengono mobilitati e motivati da infervorati discorsi del capo della Lega Est, tale Umbertoslav Bossilova, che esorta i patriottici russi a non ...cedere a questi bingo bongo mangia crauti le nostre gloriose capanne di fango[citazione necessaria].

File:Finlaymitragli.jpg
La discrezione e la capacità di passare inosservati sono essenziali per un buon cecchino.

L'ascesa

Ed è proprio nel bel mezzo di questa spiacevole situazione che il nostro eroe si ritrova. Catapultato nel bel mezzo di uno scontro, Vas comprende da subito quali sono gli orrori della guerra: manca infatti la carta igienica nei gabinetti. Dopo un breve periodo di disorientamento, il giovane si riprende dallo schock e decide di darsi da fare: afferrata così la prima cosa che capita, un fucile sovietico di ultimo modello, risalente al 1832, e comincia a sparare all'impazzata contro il centro comando più vicino.
Quello sovietico.
Dopo aver eliminato l'intero Stato Maggiore con soli tre proiettili e due sassi, Vas viene contattato da Bossilova stesso, il quale, stranamente, invece che punirlo lo elogia per aver dimostrato tanta abilità nel tiro e gli assicura che non importa a chi si spara, perché l'importante è che si spari. Viene così premiato con un nuovo fucile di zecca[4] e con una Sovietcard, la versione comunista della capitalistica Mastercard, grazie alla quale si possono fare acquisti illimitati in tutti i negozi di Stalingrado. I quali sono tutti ridotti in macerie. Che vuoi che sia, è un riconoscimento simbolico! gli viene detto, ma lui ha ancora qualcosa da ridire.

 
La sobria divisa da battaglia di Tanya.

L'ammore

Vas viene così inserito nella squadra speciale di cecchini deputati al controllo dell'area 546XC/bis, meglio nota come la principale area di sbarco degli immigrati. Qui lavora duramente per svariate settimane, realizzando più headshots di un nerd supremo a Call of Duty. Ma, si sa, spappolare i cervelli altrui non è così divertente come sembri, e ben presto si ritrova ad avere i classici sintomi del cecchino: prurito alle mani, carenza di sodio, voglia di ananas cotto e tendenza a mangiarsi le unghie dei piedi.
Così, in una delle sue giornate libere, conosce la bella Tanya mentre si dà da fare sgozzando una famigliola di immigrati tedeschi. E subito rimane affascinato dallo splendido fisico di lei, ben strutturato come quello di un lanciatore di pesi olimpionico. L'amore scocca a prima vista fra i due, desiderosi di lasciarsi un po' alle spalle le brutte esperienze della guerra[5], desiderosi di sporcarsi le mani con ben altri liquidi che il sangue dei morti. E così, fra un headshot e l'altro, i due giovani consumano il loro amore rotolandosi felicemente nel fango della città.

L'uomo dell'ovest

Fino a quando...

 
La drammatica scena dello scontro finale fra i due cecchini.

...qualcosa di tremendo arriva dall'ovest, preannunciato da eventi nefasti, come la pioggia di rane carnivore dal cielo e l'esaurimento delle scorte di vodka dell'Armata Rossa. Cominciano a circolare voci su un presunto cecchino abilissimo che ha già ucciso 34 ufficiali il primo giorno; numero che si riduce a 12 per la Questura. Vas decide allora di sfidare di sua spontanea volontà questa nuova minaccia, pronto a dar la vita per la patria e per il suo amore[6]. Così inizio l'epica sfida fra Vas ed il maggiore König. I due non si fermano un solo attimo; avvengono sparatorie ovunque: nella fabbriche, sottoterra, in volo, da seduti, in piedi, a pancia in su, nella cucina della zia di Vas. Insomma, nel giro di qualche giorno la città si ritrova più buchi di un tossico.

 
 
La trama è finita, leggete in pace.

Personaggi

 
Sì, sta puntando proprio te.
  • Vasilijijijij Grigor'evičičičč Zajkhjcev. Il protagonista della storia. Giovane, dagli occhi come il ghiaccio, bello come la tundra siberiana, compensa le sue mancanze fisiche con la sua abilità nel fucile, noto simbolo fallico, come diceva il buon vecchio Sigmund.
« Lo giuro! Io non c'entro! »
(Vas riguardo l'assassinio di John Fitzgerald Kennedy.)
  • Tanya Chernobylova. Una apparente giovane e dolce contadinella russa inviata al fronte come esperta di lingue, si rivela invece essere un'infiltrata del governo sovietico mandata in mezzo ai soldati per risollevare loro il morale con abili tecniche demoagogiche. Ligia com'è al suo dovere, ogni tanto compie delle retate nei campi nemici per distogliere la loro attenzione dalla guerra.
« Vieni qua che te la pulisco io la canna del fucile. »
(Tanya mentre compie atti non approvati dal Partito.)
File:Terminator 4 260907.JPG
Il Maggiore senza il suo involucro simil-umano.
  • Maggiore König. Non si conosce bene la storia di quest'individuo; voci di corridoio dicono che sia un ufficiale dell'esercito tedesco, ma la tesi più accreditata è che egli sia in realtà un robot inviato dal futuro per eliminare il cecchino Vas. Il Maggiore infatti ha solo un'espressione facciale, riesce a stare fermo per una settimana intera nella stessa posizione[7], non teme né il freddo né la fame né i programmi della De Filippi e riesce a colpire un piccione in volo a 600 metri di distanza con la nebbia padana.
« Bzzz...eliminare...bzz...distruggere... »
(König durante un'intervista a Studio Aperto.)
File:Putin assassina te.jpg
Si era inizialmente pensato a Lui per la parte del cecchino, ma è stato in seguito scartato quando ha richiesto l'utilizzo di munizioni vere.
  • Commissario Danilov. Un agitatore e demagogo comunista, un tempo dj nelle peggiori discoteche di Mosca, si occupa di diffondere fra le truppe l'amore per la patria e per il Compagno Stalin, le quali però preferiscono dedicarsi all'amore per sua sorella. Fornisce inoltre carta igienica per il fronte, sotto forma di giornalacci propagandistici qualitativamente pari al Corriere della sega o talvolta anche a Libero.
« Rifer at nonarticolo rapidente vapor da Psicopolizia su indicaz Miniverista. »
(Danilov durante la stesura di un comunicato del Partito.)
  • Nikolay Kulokov. Carne da macello. Vanta numerose esperienze militari, quando poi si fa fregare al primo colpo.
« Ehi, guarda cosa ho trovato per terra! »
(Kulokov poco prima di trovarsi qualche confetto di piombo in corpo.)
  • Sacha Filipov. Voci non confermate affermano che nel film ci sia un bambino. Non è vero: i bambini venivano impiegati come razione alimentare di riserva per le truppe, perciò non esiste nessun bambino. Ripeto: non esiste nessun bambino. E voi amate il Grande Fratello.

L'atteso sequel: Il nemico a Porta a porta

Note

Template:Legginote

  1. ^ Più per semplicità che per fama: pronunciare il suo nome completo provoca infatti gravi effetti collaterali, come l'evocazione di Belzebù o lo scioglimento dei ghiacci finlandesi.
  2. ^ 23 anni.
  3. ^ Un individuo poco raccomandabile.
  4. ^ Stavolta risalente al 1876.
  5. ^ Il che può non essere una saggia idea.
  6. ^ O più semplicemente perché era rimasto l'unico in vita della squadra
  7. ^ Anche io ci riesco, ma solo dopo un'accurata dose di lassativi formato famiglia.