Edipo re è un film italiano del 1967, diretto da Pier Paolo Pasolini, basato sull'omonima tragedia di Sofocle, un tizio talmente triste che la cosa più divertente che ha scritto è il necrologio del padre. Il regista medita questo progetto sin dai tempi di Accattone, gravato dal complesso di Edipo e da certa ansia autobiografica. Non che l'avesse mai affermato pubblicamente, ma ordinava dal fioraio 50 rose Baccarà a settimana da consegnare a sua madre. Senza tener conto del soggetto, soffermandoci solo sul linguaggio dei fiori, ci troviamo chiaramente di fronte a: "Ho speso un capitale, stavolta me la dai o devo usare il Rohypnol?"[2].
Si tratta di una produzione italo-marocchina: gli italiani hanno messo i soldi, i marocchini le location e qualcos'altro. Pasolini decide che alcuni paesaggi desolati del Marocco siano quanto di più simile all'Antica Grecia narrata da Sofocle, questo dopo aver scartato le pur valide alternative offerte dalle zone Mandrione e Tufello.
Per gli attori si affida ad una squadra oramai affiatata e già impiegata nei precedenti film, a cui aggiunge una folta schiera di marocchini, in parte trovati in loco e altri reperiti al mercato degli ambulanti sull'Anagnina. Nei ruoli principali troviamo:

  • Franco Citti che interpreta Edipo, quello che tromba sua madre e poi mette su un complesso senza musicisti;
  • Silvana Mangano nel ruolo di Giocasta, regina di Tebe e moglie/madre di Edipo;
  • Luciano Bartoli è Laio, il re tebano ucciso da suo figlio Edipo e sostituito dallo stesso tra le cosce di Giocasta;
  • Alida Valli che interpreta Merope, regina di Corinto e madre adottiva di Edipo, nonché unica donna della tragedia che non gliel'ha data;
  • Ahmed Belhachmi (attore molto famoso nel suo condominio) nel ruolo di Polibo, re di Corinto e padre adottivo di Edipo;
  • Carmelo Bene: nel ruolo di Creonte, fratello di Giocasta, anche lui interessato a sostituire Laio sia come re che come incestuoso marito;
  • Julian Beck è Tiresia, indovino cieco che spiffera l'amara verità a Edipo;
  • Ninetto Davoli interpreta Anghelos, personaggio inventato da Pasolini per far lavorare il suo amico;
  • Pier Paolo Pasolini nel ruolo del gran sacerdote di Tebe, uno che va in giro con una sciarpa di vongole per darsi importanza.
Edipo re
Ti voglio bene come a un figlio!
Paese di produzioneItalia
Anno1967
Dati tecnicicolore: Tinte forti
GenereIncesto
RegiaPier Pablo Pisolini
SceneggiaturaSigmund Freud
Casa di produzioneTufello Production™
Interpreti e personaggi
Franco Citti, Silvana Mangano, Carmelo Bene
« Ho avuto una strana sensazione di déjà vu. Sai quando percorri una strada e ti sembra di esserci già passato?! »
(Edipo parla con Giocasta[1] dopo averci fatto sesso.)

All'uscita nelle sale la pellicola ottiene una buona accoglienza da parte della critica, su nessun giornale si legge il consueto: "Un film di finocchi diretti da un culattone", frase che consentiva due immediati vantaggi:

  1. non era necessario vedere un film quasi sicuramente palloso;
  2. il giornale aumentava le vendite del 34%.

L'unico apprezzamento sincero da parte dei media è arrivato molti anni dopo.

« Pasolini ha il merito di aver reso una tragedia di Sofocle ancora più triste. Bravo! »
(Il Corriere dell'Emo.)

Trama illustrata

Curiosità

 
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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

 
... basta non essere Flavia Vento!

Flavia Vento è apparsa in evidente confusione al termine della visione. Alla fine era convinta che:

  • Edipo fosse il padre di se stesso;
  • il Gran Sacerdote fosse il cognato del comunista;
  • il coniglio fosse sposato con la regina di Corinto;
  • i sovrani Laio e Polibo fossero gay e morti entrambi per colpa dell'AIDS;
  • Giocasta fosse morta durante una gang bang con la guardia imperiale finita male;
  • Edipo facesse il falso invalido per non perdere il sussidio.

Inoltre era assolutamente contrariata dalla Sfinge: "Io l'ho vista, era molto più grande!"

Note

  1. ^ ancora ignaro che sia sua madre
  2. ^ convenzione Speaks with flowers del '64
  3. ^ la parola rende bene l'idea, non costringetemi a diventare volgare

Voci correlate

  Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno [[Nonciclopedia:Latrina/Votazioni/Registro {{{anno}}}-02-07#Edipo re|Errore: orario non valido.]] col 40% di voti (su 10).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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