Attilio Fontana

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È bello, è sempre bello... Col pelo lungo e le corna belle. Perché il Fontana, eh, è il miglior presidente che c'è[1]

L'Attilio Fontana (in lombardo Tilio Fontana o quell lì che 'l par 'me i balle cont el fregg[2]; Varese, 28 marzo 1952) è un attore e politico italiano, interprete di una versione in dialetto milanese di Dracula di Bram Stoker e, nei ritagli di tempo, presidente della Lombardia.

Biografia

Nato a Varese, completa le scuole elementari e medie per corrispondenza e si diploma all'IPSIA come "Tecnico dei Botti di Capodanno". Frequenterà poi l'università "Alexander Lukashenko" di Busto Arsizio, laureandosi in giurisprudenza con 110 e lode. Nel mentre si mantiene facendo vari lavoretti: il panettiere, il cameriere, l'assistente negli studi legali e anche il cabarettista sulle navi da crociera: lì conoscerà Silvio Berlusconi ma, complice una scarsa vena comica, verrà inviato nelle sagre di paese, dove conoscerà Umberto Bossi che, dopo un quarto di vino in eccesso, lo inviterà nel suo partito politico: il Fronte Popolare per la Liberazione della Porchetta la Lega Nord.

Vita privata

Sposato due volte, entrambe con sue spiccicate sosia, ha tre figli: Attilia, classe 1980, avvocata a cui è delegata la conduzione dello studio di famiglia, Attilione, classe 2000, e Attilietta, classe 2002.

Degna di nota è anche la bromance con Giulio Gallera.

Carriera politica

Gioventù

Entrato giovane nella Lega Nord assume subito ruoli di rilievo nei Giovani Vecchi Padani e negli Universitari Padani nella provincia di Varese.

Il partito, resosi subito conto del talento del giovane Attilio, lo avvia sempre più verso la carriera politica, finché non dirà il grande sì, alla candidatura a sindaco.

La scalata

Fontana quand'era ancora vivo, nel ruolo di sindaco di Varese

Attilio diventa una sorta di jolly per la Lega prima e per il centrodestra dopo, che permette di vincere numerosi comuni disastrati dalle clientele della partitocrazia per dar loro luce nuova: tra essi Induno Olona, Vergate sul Membro, Usmate Velate e Sodomate Rettale.

Arriva poi, nel 2006, la consacrazione finale: Roberto Formigoni lo nomina suo vassallo per la città di Varese, sentita la Dieta Feudale del capoluogo[3] bosino, con il crollo del Formiga nel 2013 deve sottoporsi al vaglio delle urne, che supera brillantemente.

Nel 2016, dopo una lunga controversia davanti al TAR del Lazio che decide di contare il mandato feudale come mandato amministrativo non può ricandidarsi e la popolazione, sconcertata, decide di votare per il candidato di centrosinistra.

La campagna per le presidenziali

Nel 2018, complice un leggero caso di raffreddore del Dux Lombardorum Roberto Maroni, viene scelto come Grande Successore a Palazzo Lombardia ad una sola condizione, posta da Berlusconi: il taglio della barba.[4]

Tuttavia già le sue prime dichiarazioni creano polemiche: dichiara ad esempio che bisogna difendere la razza bianca, facendo venire un coccolone ai lombardi di pura razza alpina che con i mediterronei vogliono avere a che fare il meno possibile. Al fine di soddisfare l'elettorato moderato, comunque, citerà l'uso della parola razza in un insignificante documento.

Nonostante questi primi intoppi vince agilmente, battendo Giorgio Gori, sindaco di Bergamo candidato per il centro-sinistra, e il Pupazzo Uan, rappresentante del Movimento 5 Stelle.

Presidente della Lombardia

L'inizio di tutto

Attilio Fontana con due amministratori locali e due vecchietti sconosciuti

Giunto a Palazzo Lombardia con la promessa della continuità sceglie, come in un paese sudamericano qualsiasi, di annullare quasi ogni riforma del predecessore: il tricolore viene spostato dal Gabinetto del Presidente al Gabinetto del Presidente, viene rinnegata la legge sulla tutela della lingua lombarda, la festa della battaglia di Legnano viene sostituita con la Giornata Nazionale della Polenta del Giorno Prima e rimane l'unica cosa di cui si sarebbe potuto fare volentieri a meno: la riforma della sanità lombarda.

Resta, nel mentre, il famoso nodo dell'autonomia, frase che Attilio diceva sempre ai vigili quando lo beccavano parcheggiato in doppia fila e avevano bisogno di una scusa per non multarlo prima di andare a bere il caffè insieme.

Il Covid

Tutto cambia nel febbraio 2020, quando dalla Cina con furore arriva un pestifero virus: il Presidente decide di non fare assolutamente nulla, in un raro slancio di lombardità, preferendo produrre e cogliendo l'occasione per liberare un po' di peso dell'INPS dalle spalle del contribuente somaro. Purtroppo il governo italiano di Giuseppe Conte decide di prender delle misure che, oltre ad essere completamente copiate dal manuale di Pechino e quindi completamente inefficaci, portano alla distruzione dell'economia della Lombardia, obbligando il politico pugliese[5] ad umiliarsi a Bruxelles chiedendo all'Europa di coprire l'ammanco. Si decide dunque di lasciare la Lombardia libera di fare ciò che vuole a patto che le camicie verdi vengano schierate al confine per evitare la diffusione del virus.

A livello nazionale viene criticato per aver imposto per primo l'obbligo di mascherina, il tutto mentre l'aveva imposta anche la Toscana senza che nessuno avesse detto nulla.[6]

Il malcontento tuttavia corre nella Regione: i lombardi etnici ritengono insufficiente la scelta di Fontana di limitarsi a non far nulla, ritenendo doveroso mandare i positivi a sputare in testa ai vecchi per alleggerire la pressione fiscale, mentre una nutrita comunità di statali, comunisti, fuorisede e simili chiede invece il commissariamento della Regione per non aver seguito abbastanza fedelmente la linea della Cina.

Complice l'impossibilità di schierare le camicie verdi, impegnate al confine, al fine di mantenere l'ordine pubblico alla fine Fontana capitola e decide di seguire Vincenzo De Luca, imponendo utilissime[senza fonte] restrizioni come il coprifuoco e la mascherina all'aperto e andando a piangere a Roma chiedendone di più.

La campagna vaccinale

Ma poi, a dicembre arriva la svolta: grazie alle temibili case farmaceutiche al governo arrivano i vaccini, capaci di salvare l'economia e le vite. Tuttavia il buon Attilio, privo di qualsiasi conoscenza in campo logistico, decide di rivolgersi all'Umberto Bossi che, sibillinamente, gli dice "segui la via maestra".

Come al solito non capisce un cazzo e decide di delegare la campagna vaccinale a Letizia Moratti, da lui ritenuta maestra per i suoi ruoli nei governi Berlusconi, che fa anche un buon lavoro. Nel mentre, comunque, il movimento per il commissariamento diventa un bambino grande che, come quei parassiti strani che si vedono nei documentari dei National Geographic, invade il cervello del Partito Democratico convincendolo a nominare un proprio esponente come candidato alle regionali: Pierfrancesco Majorino.

Dopo il Covid

I lombardi perdonano velocemente il loro Attilio per aver fatto l'italiano e non lo ritengono nemmeno responsabile per averli chiusi in casa per settimane a caso, tanto sono abituati a ciapàlla in del cul e tornano alla normalità già a metà 2021 anche a dispetto delle normative romane, utilizzando le mascherine solo per occultare il volto durante atti di bullismo compiuti fuori dalle facoltà di lettere nei confronti di chi ha accenti sospetti.

La corsa verso la rielezione, particolarmente casa a Fontana poiché se ottenuta con più del 45% dei voti permette di ottenere la Megapresidenza a Vita, viene però ostacolata non tanto da Majorino, più semplice da superare alle urne che in strada girandoci attorno, quanto dalla sua ex vicepresidente e confidente, Letizia Moratti, che sceglie di abbandonare il centrodestra, si dice perché non ha ricevuto, come promesso, la candidatura del centrodestra e una bici con cambio Shimano.

La candidatura dell'ex sindaca di Milano, sostenuta dalla naturalissima[senza fonte] coalizione tra Italia Viva (municipalismo saudita), Azione (centralismo nazionalista), Grande Nord (autonomismo ridicolo), Comitato Nord (Bossismo esoterico), ex Leghisti (indipendentismo liberale) e Civici (deretano attaccato alla cadrega), si dimostra abbastanza popolare, tanto da superare in alcuni sondaggi il centro-sinistra, tutto ciò nonostante la popolarità delle liste pari a quella di una visita prostatica fatta da Edward mani di forbice: si dice che i lombardi apprezzino l'alternativa tra uno che rinnova il contratto senza gara all'efficientissima[senza fonte] Trenord e uno che annetterebbe la Lombardia a Cuba.

Ad ogni buon conto i sondaggi mostrano una chiara vittoria per Fontana, tanto che il governo Meloni sta valutando di annullare le elezioni o di svolgerle in forma plebiscitaria come misura di spending review.

Note

  1. ^ Dopo, Maroni
  2. ^ "Colui che pare le gonadi maschili con le basse temperature", per chi non intendesse la gloriosa lingua di Carlo Porta
  3. ^ Purtroppo
  4. ^ Questa non è una battuta
  5. ^ Da leggersi con tono leggermente alterato
  6. ^ Nessuna ironia anche qui