Andrea Palladio

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Un bel ritratto del Palladio.
« Che palle! Un'altra villa? Perchè nessuno mi propone mai di progettare un bel centro commerciale? »
(Andrea Palladio su ennesima commissione riguardante una villa di campagna)
« Il fatto che gli abbiano commissionato solo ville sperdute nei campi, lontane quindi da ogni sguardo umano, dovrebbe quantomeno far riflettere. »
(Pier Paolo Pasolini rispondendo alla domanda precedente di Andrea Palladio)
« Io rinnovo l'architettura guardando all'antichità di Roma. »
(Andrea Palladio ai compagni di classe di suo figlio durante la giornata "Che lavoro fa il mio papà?")

Andrea Palladio (al secolo Andrea di Pietro; 1580-1508, ma anche 1508-1850, o perchè no 1580-1994) è stato un noto architetto vicentino, o almeno così era scritto sui suoi biglietti da visita: in realtà era un semplice geometra diplomato alle scuole serali, perdipiù padovano.
È tuttora considerato come la maggiore personalità artistica della Repubblica di Venezia, addirittura più influente e apprezzato di illustri contemporanei del calibro di Giacomo Casanova, Renato Brunetta o Mara Venier.
Nel corso della sua esistenza progettò numerose ville, chiese, ponti, rimesse per gli attrezzi, cassette della posta e chalet di montagna, nei quali profuse a piene mani i suoi ideali architettonici: i principi classico-romani, i richiami manieristi e l'abitudine di gonfiare la nota spese per fregare il committente di turno.

Biografia

Progetto di Villa Godi Malinverni, una delle prime opere di Palladio.

Nato in una squallida barchessa nella campagna padovana, Andrea di Pietro era il frutto della relazione clandestina tra un gondoliere sordomuto e una mugnaia zoppa. Il bimbo passò la sua dorata infanzia a spaccarsi la schiena trasportando pesantissimi sacchi di farina e a ricevere pagaiate sui denti ogniqualvolta osava piagnucolare per la fame, per il freddo o per le pulci che infestavano la sua cameretta.
Fortunatamente ebbe anche la possibilità di svagarsi come tutti i bambini: Andrea infatti si dilettava a passare il suo tempo libero sbriciolando pietre col suo limasassi.
A tredici anni iniziò a mostrare segni di repulsione per il simpatico ma monotono gioco, e inoltre si accorse con che i protettivi genitori erano scappati di casa nascondendo dei cuscini sotto alle coperte per far finta di essere addormentati.
La laconica reazione di Andrea alla triste vicenda fu:

« Ecco perchè negli ultimi cinque anni i miei genitori non si sono mai alzati dal letto! »

Andrea non si lasciò abbattere dall'abbandono, e anzi sfoderò un coraggio e uno spirito di iniziativa tipico solo degli eroi e degli imbecilli. E Andrea non è mai stato un tipo eroico.
A ogni modo, si trasferì a Vicenza presso la bottega dei Pedemuro, noti costruttori pederasta: qui sperava di far fortuna nel fiorente settore edilizio, ma per motivi inspiegabili le sue innovative abitazioni realizzate in guano di piccione non ottennero mai il consenso dei committenti.
Sempre nella città berica gli capitò tuttavia un'insperata botta di culo: mentre si trovava fermo in mezzo alla strada a contarsi le dita dei piedi e a progettare un palazzo costruito interamente in chewingum, Andrea venne investito dalla carrozza di Gian Giorgio Trissino, pluripremiato letterato, voyeur e talentscout locale.

Opere

L'invidia è una brutta bestia, ne sa qualcosa Vincenzo Scamozzi...

Stile e tematiche

Curiosità

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  • Oltre che per le sue ville di dubbio gusto, Andrea Palladio è tristemente noto per le numerose scazzottate con il pittore Paolo Veronese. I due si odiarono fin dal primo incontro, quando vennero chiamati a collaborare alla realizzazione di Villa Rabarbaro a Maser: in quell'occasione il Veronese fu così incauto da salutare Palladio chiamandolo "Andrea Palle Moscie", e l'architetto reagì trafiggendo la mano destra del pittore con l'affilata punta del suo compasso.