Tolleranza

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Disambiguazione – Vorresti essere altrove? C'è anche una casa di tolleranza, vedi Bordello.
Solo una corretta educazione può favorire la tolleranza tra razze diverse.
« Guardi, personalmente io contro i... gli uomisessuali non ho niente di personale contro, cioè, per me sono uguali a tutti gli altri e basta che insomma non vanno in giro a dar fastidio non so io, che ma... che comunque il mondo è sempre girato in un altro modo eh... c'è anche da dirlo eh... cioè che g'ho capì la tolleranza, minga la tuleransa, ma anch... un bel momento anche a me vedere il giro tutti gli invertiti non è che mi fa piacere! »
(Elio e le storie tese su tolleranza)
« TOLLERANZA ZEROOO! »
(Giancarlo Gentilini su rumeni che rubano, stuprano le donne e mangiano i bambini)
« TOLLERANZA ZEROOO! »
(Celiaco su glutine)

La tolleranza è una sottile arte di dissimulazione che consiste nel fingere di accettare coloro che credono e agiscono in maniera diversa dalla propria, per poi colpirli con una badilata alle spalle una volta che hanno abbassato la guardia.

La tolleranza in filosofia

Un chiaro esempio di tolleranza in epoca greca. Anche se crediamo che l'intolleranza sia pure ben accetta dagli animali.

Sin dai tempi antichi si è speculato sull'importanza della tolleranza; il concetto di tolleranza infatti è inteso come accettazione del diverso poiché parte del tutto (non si sa chi sia questo tutto, ma se lo dicono i filosofi...) e che, sebbene ci stia tremendamente sui coglioni, dobbiamo sopportare con un sorriso sulle labbra e con piena condiscendenza; invitarlo ai banchetti, trattarlo come un ospite, offrire a lui la propria moglie per una notte, porgergli la carta igienica durante un attacco di diarrea, sono graditi esempi di perfetta tolleranza verso chi non è normale come noi come: i cani, gli alieni o gli extra comunitari. Mirabile esempio di tolleranza da parte di un filosofo è riportato nel Simposio di Platone, dove Socrate rivela ai convenuti di aver trombato per una lunga sera con Diotima, una sacerdotessa ebrea, negra e per di più brutta come la fame. La stima in lui non poté che crescere e così, prendendo esempio dal suo gesto, cominciò a diffondersi la zoofilia per tutta la Grecia, in modo che anche gli animali potessero beneficiare di cotanta dilagante tolleranza. Il fatto poi che il buon Socrate fosse stato giustiziato con un sorso di cicuta perché andasse con le donnine nere, ebree e ogni tanto anche con le poveracce, non ha nulla a che vedere con la tolleranza. Fu solo per motivi politici.
Nella dottrina cristiana si fa largo la filosofia di Sant'Agostino in merito alla tolleranza. Agostino poneva al centro di tutto l'Amore Divino, mentre tutto intorno lo schifo. Preferibilmente a distanza. Ma non per qualcosa di male, bensì per aiutare il diverso dall'Amore Divino a rendersi conto di rappresentare lo schifo e aiutarlo pian piano a prendere coscienza dell'unica possibilità di raggiungere l'Amore Divino. Credere nell'Aldilà.
Nell'Ottocento uno dei più grandi pensatori sulla tolleranza fu, senza ombra di dubbio, Friedrich Nietzsche, il primo a sostenere che il modo migliore per tollerare l'altro sia ritenerlo morto. Un modo particolare per dimostrare il proprio affetto. Adolf Hitler, ispirato da tali concetti di profonda tolleranza si inventò l'Olocausto, per dimostrare il proprio amore nei confronti di chi non apparteneva alla razza Ariana. Comprese le pecore Angora. Affinché negri, ebrei, zingari, omosessuali - egli preferiva definirli "gli altri" per farli sentire un insieme, tutti una cosa - si sentissero a loro agio fece erigere divertenti parchi a tema in cui "gli altri" potessero divertirsi e nel contempo rendersi utili per lo stato Ariano, facendone tante pratiche e pucciose saponette da bagno.
Infine ricordiamo quanto scrive la filosofa e scrittrice di libri di cucina Hanna Arendt in merito alla tolleranza e cioè: "Mangiare una zuppa troppo salata senza lamentarsi, accettare il fatto che l'amico Mario ti ha appena ciulato la moglie, condividere lo stesso tetto con la propria suocera... Massimo esempio di tolleranza sarà poi sopportare il manicomio senza urlare."

La tolleranza in politica

   La stessa cosa ma di più: Nonbooks:Diventare un parlamentare leghista.
Ammirabile esempio di tolleranza.

La storia ci tramanda grandi esempi di tolleranza in campo politico. Come ad esempio la tolleranza nei confronti dei barbari da parte dei Romani, che tolleravano il fatto che pagassero le tasse in giovani donzelle quando mancavano i soldi e in crocifissioni quando mancavano le donzelle. O la grande tolleranza che ebbero i sovrani Normanni in Sicilia nei confronti dei Mussulmani, lasciando loro la possibilità di lavorare ai semafori. O infine la estrema tolleranza dimostrata nei confronti dei neri da parte dei coloni in Sudafrica, i quali permisero ai primi di dotarsi di un corpo di leggi ben strutturato e chiaro a tutti, le leggi sull'Apartheid, che prevedevano posti sugli autobus privilegiati per neri, scuole privilegiate per neri e persino bar privilegiati per neri.
Ai giorni odierni la tolleranza è un tema politico molto acceso. Un po' come i roghi alle streghe del Seicento se vogliamo, o agli omosessuali e ai neri da parte del Ku Klux Klan, se vogliamo. Il saper dimostrarsi tolleranti e aperti al dialogo, sia con gli stranieri che con gli opposti schieramenti, è infatti uno dei requisiti fondamentali per chi aspira a posare i propri glutei su una poltrona politica. A meno che non si faccia parte della Lega.
La tolleranza è del resto un marchio di fabbrica dei progrediti stati occidentali come l'Italia, nonché una garanzia delle libertà di pensiero, di parola, di opinione, di stampa. Esiste pertanto questa sorta di tolleranza nei confronti di chi è diverso dal prototipo dell'italiano medio che induce a ritenere gli altri dei polemici che non approvano la tolleranza e si oppongono al dialogo. Sporchi comunisti!
Il massimo grado di tolleranza nella politica italiana si è avuto con l'accettare come parlamentare una personalità di dubbia moralità, ambiguo sessualmente e caratterizzata da un look piuttosto discutibile: Roberto Calderoli. In questa epoca di tensioni razziali infine, in cui è fin troppo facile bollare tutti gli stranieri come stupratori, ladri e spacciatori, dobbiamo quindi essere grati alla sapiente manovra politica dei tanti deputati e ministri che hanno saputo scongiurare il pericolo di una xenofobia immotivata lasciandosi immortalare in compagnia di disinibite donzelle dei paesi balcanici.

La tolleranza nella religione cattolica

   La stessa cosa ma di più: Relativismo.
L'esempio più alto della Tolleranza dogmatica: la pulzella d'Orleans, che la Chiesa Inglese tollerò con grande ardore.

Il cristianesimo cattolico, in quanto religione rivelata, non ammette Tolleranza dogmatica, ossia libertà di sostenere verità di fede discordanti dalle definizioni dei concili, anche se è doveroso per i cristiani essere benevoli verso gli erranti (ma non verso l'errore) sia per carità, sia per rispetto alla libera ricerca delle proprie convinzioni, sia a causa dello stucchevole perbenismo che è insito nella morale cristiana.
L'atteggiamento della Chiesa è mite sia per prudenza che per temperanza: non dimentichiamo che l'Inquisizione è stata ahimè abolita e che quindi l'opinione pubblica non vede più di buon occhio i roghi, le torture e tutti gli altri sani rimedi di una volta.
Si deve inoltre tenere presente che l'accettazione della fede cattolica non deve mai essere ottenuta con la coazione: l'adulto deve essere battezzato sciens et volens. Ovviamente qualora non lo si facesse si sarebbe nel peccato con conseguente scomunica e invio di fatture e maledizioni.

Ma le inquisizioni e la caccia alla strega sono roba da Medioevo (anche se storicamente appartengono all'epoca rinascimentale... mah!), periodo buio per il mondo e per la Chiesa che predicava umiltà, povertà e amore verso il prossimo per colpa di loschi figuri quali San Francesco e S. Antonio da Padova. Fortunatamente a poco a poco si fece strada in epoca moderna il concetto della libertà religiosa, formulata nel Concilio Vaticano II. Il primo passo fu la lotta alle eresie protestanti.
Sì, perché i protestanti volevano si ritornasse al battesimo degli adulti, traducevano le Bibbie in tedesco, praticavano il matrimonio dei chierici e si ribellavano al concetto di indulgenza plenaria. Se questi non sono atteggiamenti da intolleranti! Ovviamente la reazione dovette essere dura. Non per mancanza di tolleranza, ma per ovvia manifestazione del volere popolare. Un po' come quando il popolo scelse Barabba, per dire. Si passò al concetto di Cuius regio eius religio, che in latino non significa nulla, ma lo citiamo perché "fa serio". Secondo tale concetto qualsiasi religione abbia il re altrettanta dovrà essere per tutto il suo Stato. Bello. Comodo. Specialmente se consideriamo che all'epoca i re, per ottenere la corona, dovevano essere benedetti dal papa che, a sua volta, incoronava solamente i re cattolici. Poi venne il secolo dei lumi, detto così perché si usava seguire il lume della ragione anziché la superstizione religiosa, e questo condusse l'Uomo a seguire la ragione e decapitare i re. Il periodo dei lumi pertanto è quello in cui la Tolleranza dogmatica inizia a perdere valore, in quanto se non c'è più un re che detti la religione al proprio popolo, il popolo non ha più una religione (da qui il celebre detto popolare) e non essendoci più religione non vi è più necessità di Tolleranza dogmatica.
Di recente tuttavia, grazie all'opera casta e degna di papa Benedetto XVI, si stanno cercando di riesumare quelle sane abitudini di un tempo, quali la scomunica, la caccia alle streghe, l'inquisizione e le guerre sante contro l'infedele che, tanto per cambiare, è mussulmano. In modo che possa finalmente tornare la Tolleranza dogmatica: se non c'è un diverso represso, come si fa a praticarla?

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