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« Perché sei tutta bagnata, amore? »
(Leonardo Di Caprio, sprecando malamente l'unica possibilità di inserire una scena di sesso nel film.)
« Perché sei tutta bagnata, amore? »
(John Cawley, manifestando oscure pulsioni verso Di Caprio appena riemerso dal Titanic.)
« Caro, accompagno i bimbi in piscina! »
(Dolores Chanal, prima di essere presa a fucilate dal marito.)
Non bisogna essere investigatori psicopatici dalla doppia identità per capire perchè questo film abbia preceduto di poco Inception.

Shutter Island (pronuncia sciatter ailand, per alcuni fenomeni italici sciutter ìsland) è un thriller del 2010 diretto da Martin Scorsese verso un radioso futuro in un inceneritore del napoletano.
La pellicola, che vanta un cast stellare, vede impegnati Leonardo Di Caprio nella parte del detective buono alla ricerca di un pericoloso omicida cattivo (il quale però non appare quasi mai), e tutta una serie di personaggi minori che non combinano praticamente nulla, la cui buona metà sopravvive solo nell'inconscio del protagonista. In un’ottimistica previsione del regista, tutto questo non dovrebbe far sospettare nulla circa l'evoluzione della trama e garantire un finale pieno di suspance.
Il film può essere visto come un percorso psicologico nella mente del protagonista, che porterà alla ricomposizione del suo vero io. Oppure come una puntata di E.R.: Medici in Prima Linea, visto che non passa un minuto senza che Daniels non rischi un infarto, un’ulcera duodenale o di ritrovarsi qualcosa infilato in oscuri pertugi da parte del suo fidatissimo compagno. Oppure può non essere visto affatto, non è obbligatorio…

Trama

 
Avvertenza:
Questo articolo contiene dettagli che potrebbero rovinarti la "sorpresa", come per esempio il fatto che

Attenzione, se non hai ancora visto il film e CI TIENI A NON VEDERE DISTRUTTE LE TUE ASPETTATIVE, ti consiglio di giocare a creare altri nomi utilizzando le lettere contenute in “ANDREW LAEDDIS’’.
Beh, ormai che l'ho detto puoi anche leggere tutto...

 

L’arrivo all’isola

 
Primi problemi per Daniels e Chuck sull'isola.

Siamo da qualche parte nel dopoguerra americano. Diversi reduci non si sono del tutto ripresi dagli orrori vissuti in battaglia e vagano senza meta tra i McDonalds, ordinando Happy Meals che non li aiuteranno affatto a ritrovare il sorriso, ma almeno gioveranno alla loro naturale regolarità. John Rambo è uno di questi e un bel giorno incontra un certo numero di poliziotti da mitragliare felicemente… no, non era mica così che iniziava. Aspettate…

… ma non dovevo fare l’articolo su Rambo? No? Sciatter cosa??? Ma chi lo conosce questo?

Tutto ok. Dicevamo, Rambo uccide un migliaio di poliziotti cattivi e soddisfa ogni vostro desiderio di violenza. Ora andiamo a soddisfare il vostro bisogno di pippe mentali.
Il film inizia presentandoci Edward “Teddy” Daniels (Leonardo di Capra), un simpatico detective federale molto sicuro di sé, famoso per aver mitragliato nazi in Germania, nonché per la fermezza con cui conduce le indagini; a bordo di un battello dalla destinazione ignota, lo vediamo nel primo dei diversi momenti di agonia che costelleranno la pellicola, vomitando l’anima, probabilmente a causa di un trauma infantile avuto durante un viaggio su un arrogante piroscafo di lusso incurante di iceberg molto più grossi e cattivi di lui.
Il suo partner -nel senso squisitamente professionale del termine- è Chuck… no, non Chuck Norris, bensì un povero agente-niubbo incapace persino di eseguire un rollback di vandalismi serali su Nonciclopedia, ma che, malgrado questo, se la tira tantissimo. La loro destinazione si rivela essere un’isola situata a largo del continente, ove alcuni scienziati svolgono segretamente alcuni esperimenti e custodiscono creature estinte da milioni di anni…
Ma che cazzo dici? Non è Jurassic Park.
Ah. Scusate. Un’isola a largo di San Francisco, utilizzata come carcere duro, dove…
Senti un po’, ma vederli i film, prima di descriverli no, eh?
Ashecliff Hospital: un ospedale psichiatrico particolarmente all’avanguardia per l’epoca, dove pazienti disturbati di mente e resosi autori di gravi atrocità vengono curati a base delle droghe più svariate, sedute spiritiche e giardinaggio, o sbattuti in celle buie e sporche, ma che non vengono assolutamente maltrattati. Un po’ come gli occupanti della Scuola Diaz al G8 di Genova, ci siamo capiti.
Il primario John Cawley spiega loro che un’ospite particolarmente pericolosa, Rachel Solando, ricoverata dopo aver portato i figli in piscina (più precisamente: direttamente in apnea), è in qualche modo riuscita a fuggire dalla sua cella ermeticamente chiusa, attraversando corridoi sorvegliatissimi, boschi impenetrabili e scogliere brulle, il tutto a piedi nudi, ammanettata e rinchiusa in una vasca di vetro piena d’acqua.
Daniels ha però un’intuizione:

« Secondo me in tutta questa storia… c’entrano i nazisti! »
(Il detective Daniels, nel vano tentativo di complicare la trama.)

In lotta contro i nazisti

A questo punto il film si complica tantissimo. Benché sia chiaro che l’unico ad avere qualche problema sia proprio Daniels. Dopo varie crisi di astinenza, manifestazioni di epilessia, visioni di gente morta e svenimenti vari, l’agente scopre infatti che:

  • eseguendo le pulizie di primavera nella camera di Rachel, un biglietto della stessa contenente un misterioso messaggio…
« Chi è il paziente 67? Ha vinto un set di pentole in acciaio inox alla lotteria dell’ospedale psichiatrico! »
  • il medico personale della Solando se n’è andato in ferie, non giudicando la scomparsa della paziente a lui affidata come un fattore degno di nota. Daniels inveisce contro i dipendenti pubblici;
  • il socio di Cawley, Dott. Jeremiah Naehring è probabilmente un ex gerarca nazista alcolizzato e sodomita, che non ha perso il vizietto di giocare al genocidio;
  • ad un’estremità dell’isola sorge un faro isolato dal resto del complesso e vigilato attentamente da UNA guardia. Daniels sospetta subito che sia il deposito di cannabis;
  • il tizio a capo delle guardie è affiliato ai Legionari di Cristo e mostra una particolare affezione verso esempi cristiani come Hitler, Piero Pacciani e la tequila.

Interrogando alcuni pazienti inoltre si avverte un regime di omertà attorno alla faccenda, che mette a dura prova la proverbiale pazienza di cui Daniels è famoso: dopo aver torturato un paziente senza riuscire a raccogliere alcuna informazione utile né sulla paziente scomparsa, tantomeno sul misterioso sessantasettesimo ospite, minaccia tutti di non voler giocare più e se ne va sbattendo la porta, ma Germano Mosconi scatena una tempesta di imprecazioni che costringono il protagonista a proseguire le indagini.
Tuttavia il detective è sempre più turbato: Chuck è sempre tra i piedi senza combinare mai un cazzo di utile e la moglie morta in un incendio continua ad apparire mentre si trastulla all’idea di farsi l’infermiera gnocca dell’ospedale, o la Solando appena la troverà. Perché è sicuro che la trova, cazzo. Decide quindi di alleggerire la sua coscienza svelando al compagno di essere alla ricerca di tal Andrew Laeddis, un tizio saltato fuori dal nulla con la passione per il barbecue e l’invisibilità, che individuiamo come il cattivo della situazione. La prova dell’(in)esistenza di questo Laeddis ci viene da George Noyce, un manifestante comunista del G8 lì imprigionato:

Noyce :   Laeddis!!  
Daniels :   Sì?  

Noyce consiglia a Daniels di non fidarsi di nessuno e che l’isola non è altro che una trappola preparata appositamente per lui. Persino Chuck è implicato, altrimenti non avrebbe potuto essere così incapace. L’ospedale si rivela essere Guantanamo, un sito segreto ove gli Stati Uniti difendono i diritti umani prendendo spunto dai nazisti.
Daniels pensa di raggiungere il faro, ove si terrebbero dei festini a luci rosse a cui è parecchio interessato, ma viene distratto dalla rediviva Rachel Solando, trovata per caso in una caverna sulle scogliere, intenta a cucinarsi chissà quali sostanze, ridotta in uno stato tale da far passare ogni desiderio carnale all’investigatore. Lei sostiene di essere un ex medico di Aschecliff (ceeerrrto!), in contrasto coi sistemi usati per levarsi dai coglion… pardon, curare i pazienti.
Lasciata la Solando ad assaporare precotti a base di allucinogeni, viene raccattato dall’equivoco capo delle guardie che lo invita ad una merenda tra amici, con tutti i pazienti e il vecchio nazista beone, mentre Chuck è misteriosamente scomparso: Teddy, sagace come sempre, non ci mette molto a collegare le due cose e a prevedere quale sarà il piatto principale di quella merenda. Decide quindi di fare un’iniezione di barbiturici a Naehring e fa esplodere una macchina a caso, per svegliare il pubblico ancora presente in sala ed illudere tutti che ora si combini qualcosa.

Il faro

Emblema salvifico della verità, il faro rimane l’ossessione di Daniels: Vi giunge dopo una rinfrescante nuotata e lì decide di chiedere una canna all’unica guardia posta a difesa del fulcro di tutta la struttura ospedaliera, poiché le sigarette dell’isola si rivelano essere tutte Malboro Light. Quella minaccia Laeddis… ehm, Daniels di far censurare il film da Giovanardi, ma viene sopraffatta. Teddy risale il faro convinto di trovare Chuck in mezzo ad una tavola apparecchiata, insaporito con zenzero e spezi varie, ma ad aspettarlo c’è solo Cawley, il quale prima tenta senza successo di sfruttare il suo stato confusionale per approfittarsi di lui, poi gli rivela la verità. Il sessantasettesimo paziente dell’ospedale è proprio Edward Daniels, e Daniels è Andrew Laeddis, ma del resto solo un vero psicopatico o un pessimo detective non si sarebbe potuto accorgere dell’anagramma. Si trova ad Ashecliff da due anni, ossia dal giorno in cui la moglie, stanca di essere considerata una figa di legno buona a nulla, decise di accompagnare i figli in piscina con l’auto, dimenticando però l’utilità di frenare in prossimità della destinazione. Laeddis, già abbastanza scoglionato di suo, dopo una serie di weekend bruciati in straordinari per colpa di quella menata della Seconda Guerra Mondiale, reagì come suo solito, in modo assolutamente posato e comprensivo.
Tutta la vicenda si rivela essere un cosplay finalizzato a svelare la realtà fanciullesca creata da Laeddis per dimenticare il suo crimine, la quale crolla definitivamente all’entrata in scena di Chuck, che altri non è che il suo pusher di fiducia.

« Ho creduto che tu fossi davvero un poliziotto! Ma allora sono davvero pazzo! »
(Laeddis, prima di prendere a legnate l’amico Chuck)

Laeddis pare aver finalmente accettato la realtà, e già Cawley pregusta i soldoni che avrebbe fatto cedendo il copyright della vicenda a qualche talentuoso scrittore di romanzi; purtroppo l’ex detective decide di fingersi ancora pazzo per farsi lobotomizzare e scampare alla minaccia. Toccante il dialogo finale con Chuck:

Daniels\Laeddis :   Cosa sarebbe peggio? Vivere da mostro o morire da uomo perbene?  
Chuck :   Guarda, c'è gente che è arrivata alla scena del faro senza aver ancora capito un cazzo. Questo è il peggio.  

 
 
La trama è finita, leggete in pace.


Curiosità

 
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Troppo lavoro per il nostro Leo! Il rapporto coniugale potrebbe risentirne...
  • Il film, strutturato nella forma di thriller poliziesco, apre invece interessanti parentesi su molteplici temi:
  1. psichiatria;
  2. nazismo;
  3. comunismo;
  4. la paura verso il diverso;
  5. cannibalismo;
  6. pazzia e normalità;
  7. bene e male;
  8. caldo e freddo;
  9. chiaro e scuro;
  10. Paola e Chiara;
  11. Dolce e Gabbana;
  12. eccetera, il problema è che non ne chiude manco mezza.
  • Leonardo Di Caprio ha partecipato alla produzione del film in preda a turbe stakanoviste, tanto da recitare in contemporanea sul set di Inception:
« In certi momenti ho temuto che entrambe le mie mogli defunte apparissero contemporaneamente, mettendomi in una situazione imbarazzante. »
(Leonardo di Caprio)
  • Durante le riprese della scena in cui Daniels chiede alla moglie perché sia bagnata, Di Caprio corre a prendere un salvagente e grida a tutti di recarsi a prua.
  • Saito di Inception in realtà rimane prigioniero ad Ashecliff e lo vediamo nei panni di George Noyce.
  • Michelle Williams, l’attrice che impersona la moglie di Daniels, è stata convinta a partecipare al film dietro la promessa di una scena bollente e penetrante con Di Caprio. Non ha mai saputo se si riferissero alla scena dell’incendio o a quella in cui viene penetrata sì, ma da un proiettile. In ogni caso ha mancato l’Oscar di attrice meno loquace a scapito di Monica Bellucci, a causa di due intere frasi recitate di troppo.
  • La pellicola è liberamente ispirata al romanzo L'isola della paura di Dennis Lehane, nel senso che ne omette ogni sequenza logica.

Critica

« Visto da dietro lo schermo è ancora più bello! »
(Un fun di Inception, sempre alla ricerca di nuove prospettive.)
« Edward Daniels denota grande lungimiranza nella sua posizione contro pazzoidi, psicopatici e deviati di ogni sorta. Un esempio per tutti! »
« Confidiamo che i lettori de La Padania seguano l’esempio di Daniels fino in fondo…  »
(Chiunque sulla lobotomia totale.)