Dmitrij Dmitrievič Šostakovič

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(Rimpallato da Shostakovich)
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Shostakovich si nasconde da Stalin dopo aver gridato "georgiani ricchioni" alla prima della Quinta sinfonia.
« Do. Do... Do RE! Re, re; re mi do SI! »
(Da Aforismi op. 13)
« Andatevene tutti affanculo! »
(La risposta di un compositore ad una giusta critica)
« È un'opera che ti fa cadere il naso »
(Recensione della giornalista Katerina Izmailova sulla Lady Macbeth del Distretto di Mcensk)

Dmitrij Dmitrievič Šostakovič (in quenya Дмитрий Дмитриевич Шостакович) è uno degli attuali ospiti del cimitero di Novodevičij, località nella quale si è ritirato dopo l'abbandono della carriera musicale. Uno che si chiama Дмитрий Дмитриевич Шостакович non può non aver fatto qualcosa di importante nella sua vita.

Nacque a San Pietroburgo il 25 settembre (12 settembre secondo il calendario ortodosso, 29 maggio secondo il calendario odontoiatrico) 1906, e, perché no, anche il 12 febbraio 1905. La sua musica gode di notorietà internazionale quale metodo di persuasione non coercitivo. Shostakovich ebbe la sfrontatezza di vivere nella Russia di Stalin, cosa che mal si concilia con il concetto di avanguardia. Quando alla fine si decise ad esplorare l'infinito mondo della tonalità, poteva vantare un doppio servizio di denunce ufficiali e di discriminazioni. La sua Lady Macbeth provocò un'aspra discussione con Artusi, che da vero esperto era riuscito a cogliere quelle due o tre licenze che l'autore s'era preso nei confronti del contrappunto di Zarlino. Shostakovich rispose alle feroci critiche dell'Artusi adducendo la motivazione della seconda prattica. Monteverdi fece sapere che questa volta lui non c'entrava nulla.

Infanzia, studi, diploma, prime emicranie

Dmitrij il giorno dell'ammissione al Conservatorio di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Shostakovich crebbe in una famiglia di origini polacche appartenente alla nuova borghesia critica nei confronti del regime zarista. Pur non essendo in condizioni economiche precarie, non la si poteva certo definire una famiglia ricca, e infatti poté garantire al giovane Dmitrij soltanto due genitori, peraltro di sesso differente.

Il compositore si sviluppò in un contesto musicalmente molto ricco: la madre era pianista e il padre, pur non avendo mai compiuto studi regolari, amava suonare il pianoforte, la chitarra e la vicina Katiusha Slushanovina. Dmitrij iniziò a studiare sotto l'influenza della madre, che gli causò anche una bella bronchite. Scettico in principio, si mostrò estremamente portato per il pianoforte (moto per luogo); risalgono al 1915 i primi tentativi di approccio alla composizione e al 1917 quelli alla vicina Katiusha Slushanovina.

Shostakovich entrò in Conservatorio nel 1919, probabilmente per rubare il panino agli studenti di controfagotto. Si ritrovò invece a studiare solfeggio, pianoforte, composizione e anatomia modale. Alcune composizioni di questi anni sono le Danze epilettiche op. 1 (1919), Ti ho atteso nella grotta op. 2 (π), Per rubarti la pensione op. 3 (%§), Ma non ti ho trovato op. 4 (Alt F5). Nel 1922 il padre morì di polmonite, che è quella cosa brutta che ti rende i polmoni orribilmente antiestetici. Nel 1923 la famiglia si rese conto della sua scomparsa e lo pianse inconsolabilmente per tre minuti e sedici secondi, dopodiché Dmitrij si recò in Conservatorio per ottenere il diploma; con un programma che comprendeva l'Appassionata, la terza ballata di Chopin, Schubert, Bach, Liszt e un'esibizione al clarinetto di Katiusha Slushanovina, ricevette il massimo dei voti[1].

Nonostante il successo delle prime pubblicazioni, il Conservatorio bloccò i suoi tentativi di proseguire nello studio della composizione, aprendogli in compenso molte porte per una carriera come cerbiatta negli adattamenti radiofonici di Bambi. Per migliorare le precarie condizioni economiche della famiglia il giovane Shostakovich fu però costretto ad accettare il posto di illustrator (ovvero di pianista accompagnatore) nelle sale di proiezione di film muti. Peccato, sarebbe stato un'ottima cerbiatta.

La prima sinfonia e la fine degli anni Venti

Il 12 maggio 1926 fu un giorno importante per il giovane Shostakovich, giorno che in seguito dichiarerà considerare la propria nascita come compositore: gli cadde il primo dentino; grande la commozione familiare. Si premiò l'ardimento di Dmitrij con un concerto nel quale venne eseguita la sua prima sinfonia, abbozzata già nel 1923. Vale la pena di far notare che la sua prima sinfonia era la prima sinfonia che avesse scritto. Il successo fu clamoroso, specie quando, salito sul palco per ringraziare, mostrò al pubblico festante la voragine fra gli incisivi superiori.

Il 1927 vide la nascita dell'Ottetto op. 11 e della Sonata n. 1 op. 12, e volse lo sguardo disgustato; del resto si sa che il 1927 non ha spirito avanguardista. Cominciò a lavorare all'opera Il Naso, su testi di Mogol, e partecipò al Concorso Chopin di Varsavia, ottenendo una menzione speciale per l'elegante doppiopetto.

In ottobre ebbe l'ispirazione per gli Aforismi op. 13, serie di dieci brevi brani nei quali il compositore si rifà in modo evidente alla filosofia di Eraclito, del quale emula la chiarezza, la semplicità discorsiva, il rispetto per il prossimo.

Nel 1928 concluse Il Naso, biografia non autorizzata di Michael Jackson. Orchestrò il celebre Tahiti Trot (op. 16) e due pezzi di Scarlatti (fegato e pancreas). Tra il '29 e il '30 iniziò la composizione di Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk. Solo nel '46 riuscì a pronunciare correttamente il titolo.

I primi anni Trenta e quelli in mezzo di un decennio a caso

Il tafano, op. 97

Il Partito richiedeva compositori entusiasti ed esultanti. Shostakovich, la cui musica notoriamente esprime un profondo senso di felicità e di gaudio (vedi la quarta sinfonia o le riflessioni epicuree della tredicesima), era perciò la persona adatta al lavoro. Al lavoro di vetraio specializzato, per l'esattezza. Nell'aprile del '32 venne fondata la Lega dei Compositori Sovietici, ottenuta fondendo ghisa, amianto e quel fastidiosissimo calabrone di Rimskij-Korsakov, che volava per caso attorno alla fornace. Shostakovich fu nominato presidente della sezione di Leningrado, col tacito accordo[2] di abbandonare l'incarico alla prima decisione che fosse dipesa da lui.

Nel maggio dello stesso anno Dmitrij trovò finalmente il coraggio di sposarsi. Era lì, dietro la stufa. Dal matrimonio con Nina Vasil'evna Varzar nasceranno due figli: Galina (1936 - trapassata in circostanze non ancora chiarite durante una visita di cortesia a Francesco Amadori) e Maksim (1938 - 1992 = -54).

Del 1934 sono le prime rappresentazioni di Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk, data in première contemporaneamente a Mosca e a Leningrado per favorire gli spettatori a velocità infinita. Il successo fu immediato e straordinario, nei teatri che scelsero di non rappresentarla. Britten, Toscanini e Chačaturjan si complimentarono molto con Shostakovich, prima di andare rispettivamente incontro al colera a Venezia, a urlare a caso contro i filarmonici di New York e a trafiggersi in una delirante danza di spade. In questo caso però Lady Macbeth dovette vedersela con macchie sulle mani di quello che sicuramente non era sangue[3] e con un fantasma che andava sempre più delineandosi con il nome di Iosif. Iosif Stalin.

Caos, Entropia, Quinta sinfonia

Shostakovich si appresta a consumare un pasto frugale.

All'inizio del 1936 il suddetto Stalin andò ad una rappresentazione della Lady Macbeth al teatro Bol'šoj, probabilmente perché aveva digitato male l'indirizzo sul TomTom, ma abbandonò la sala dopo la scena di sesso tra Sergej e Katerina nel finale del primo atto, offeso per non essere stato invitato a partecipare.

Il 28 gennaio apparve, sul giornale Cosacchi e Julia Roberts, il famoso articolo "Caos anziché musica":

« ...inammissibile, inaccettabile, improponibile, MALATO. Sì, MALATO. Cioè, cioè... Questi stavano... SUL PALCO! Cioè, cioè... È come quando un amico porta una buona bottiglia di vodka e tu dici ora ne offrirà e poi niente, niet, tutta lui. CIOÈ! E siccome sono un signore, preferisco restare anonimo.
Iosif Stalin »
(Un estratto dell'articolo)

Le reazioni furono catastrofiche. Vuoi perché nominava la parola "vodka", vuoi per il pericoloso eccesso di "cioè", l'articolo ebbe un gran seguito e le rappresentazioni furono soppresse. Tranne il finale del primo atto. Senza musica, ché dà solo fastidio.

In breve, tutto il mondo musicale russo fu contro Shostakovich. Le sue composizioni furono tacciate di formalismo e proibite. Gli bruciarono la macchina e rubarono il bestiame. Solo, senza macchina né ovini, Dmitrij meditò il suicidio:

« Suiciderò Stalin. »
(Dai diari del compositore.)

Si risolse invece in una nuova composizione che servisse da risposta alle critiche mosse alla sua musica: la quinta sinfonia. Scritta tra l'aprile e il luglio del 1937 (finì l'adagio in tre giorni e il finale ancor prima di iniziarlo), la Risposta ad una giusta critica fu accolta con il più grande dei clamori, specialmente per la magistrale padronanza armonica con la quale aveva saputo comporre i pochi attimi di pausa fra un movimento e l'altro. Shostakovich in seguito parlò così del forzato ottimismo che chiude la sinfonia:

« È come se qualcuno ti picchiasse con un bastone e intanto ti ripetesse: "Il tuo dovere è di giubilare, il tuo dovere è di giubilare". E tu ti rialzi tremante con le ossa rotte e riprendi a marciare bofonchiando: "Il nostro dovere è di giubilare, il nostro dovere è di giubilare »

probabilmente fraintendendo la domanda del turista inglese che chiedeva indicazioni per l'Ermitage.

Guerra e dopoguerra

Shostakovich si tiene a debita distanza da una... Donna compositrice! Cioè!

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale Shostakovich si trovava in Finlandia per scoprire se sia poi vero che i finlandesi masticano sempre Vivident Xylit. Tornato in patria, tentò più volte di farsi arruolare nell'Armata Rossa, se non altro perché la divisa gli stava un incanto. Tutto quello che riuscì ad ottenere fu un posto da pompiere addetto alla prevenzione degli incendi nei corsi d'acqua.

Il suo contributo sociale nel noto assedio di Leningrado del 1941 fu la settima sinfonia: la sinfonia bellica per eccellenza. L'intento di Dmitrij era di dare forza, coraggio nei momenti peggiori. Da un intervento radiofonico del 16 settembre, sappiamo che:

« Un'ora fa, ho completato la composizione del secondo movimento di una grande sinfonia. Se riuscirò a scrivere bene la sinfonia, se completerò il terzo ed il quarto movimento, sarà possibile chiamare questa composizione la Settima sinfonia. Perché vi annuncio questo? Perché se non venite a sentire la mia sinfonia, la guerra sarà l'ultimo dei vostri problemi. Chiaro? »

L'ottava, fu invece scritta nell'arco di due mesi (marzo e dicembre) nel 1942, ed è particolarmente famosa per il tono drammatico, lugubre, pterodattilo. Ma la vera rivelazione è la nona sinfonia, scritta per le celebrazioni per la fine della guerra nel 1945: chi si aspettava una nona sinfonia grande, titanica, con cori e trionfale veemenza fu sorpreso da una nona sinfonia che non era una nona sinfonia degna di questo nome. Era infatti la terza riciclata.

L'anno seguente Shostakovich ricevette due importanti premi, entrambi per un errore postale.

L'andatura altalenante della fama di Shostakovich scese a questo punto al suo momento peggiore: il '48, con il Congresso dei Compositori, segnò una condanna alla sua musica ancora più profonda di quella contenuta nell'articolo del '36. La Russia lo rifiutava perché "formalista", l'Occidente lo rifiutava perché "oddio, è sovietico! Sparagli! SPARAGLI!"... Si trovava in una condizione molto precaria, che dal 1949 cominciò a migliorare.

Ojstrach, sapientemente impomatato, fu uno tra i primi testimonial Pantene.

La morte di Stalin (a)1951, b)1953, c)1954) permise a Shostakovich di tornare a respirare liberamente. Non lo faceva dal 1936. La pressante figura del defunto è ritratta nel secondo movimento della decima sinfonia: se si uniscono con delle linee tutti i Do diesis della partitura ne esce, infatti, il suo volto. È uno tra i periodi più sereni della vita del compositore, turbato solo dalla morte della moglie (cancro), della madre (scorpione) e della vicina Katiusha Slushanovina (verg... buahahaha!). Nello stesso anno partecipa al Congresso mondiale della pace di Vienna; durante la manifestazione si adopra personalmente in un'esemplare punizione di un gruppo di riottosi dissidenti nazisti funestandoli a colpi di grancassa sulle ginocchia.

Nel 1960 diventa membro del Partito Comunista e della Lega anti-muffe, voluta dalla Società Casalinghe Preziose. Compone il settimo e l'ottavo quartetto, opera che l'autore stesso, in un momento di allegra spensieratezza, dedica alla propria memoria.

L'anno seguente è dedicato alla stesura dell'importante Tredicesima sinfonia, su testi di Evtušenko. Antisemitismo, persecuzione della satira, diritti della donna, queste le tematiche affrontate nelle poesie musicate. "Chissenefrega di quello che ha scritto Evtušenko", ricorderà in seguito Shostakovich, "l'unica cosa degna di nota è l'abbinamento dell'ottavino con il trombone tenore". Il compositore non presenziò mai ad un'esecuzione della sua nuova sinfonia per superstizione, tant'è che sul frontespizio del manoscritto aveva posto la dicitura "Quella che viene dopo la dodicesima". Nello stesso periodo si dedica al rifacimento della giovanile Lady Macbeth: la nuova versione, con il nome di Katerina Ismailova, va in scena con enorme successo in tutti i teatri della patria. L'Uzbekistan. Nessuno capisce una sola parola.

La seconda metà degli anni Sessanta è per Shostakovich un periodo di grandi lutti e malattia. Scrive colonne sonore, si sposa una terza volta, all'insaputa di tutti. Anche della moglie Irina. Una ventenne che, forse, ancora non lo sa. Nessuno si è mai premurato di avvertirla.

Gli anni Settanta

Si infittisce il rapporto con Benjamin Britten, al quale Shostakovich si divertiva ad inviare lettere chiosate delle più volgari allusioni sessuali rivolte all'interprete russa della quale Britten, inglese, si serviva per la corrispondenza con il grande russo. Gli ultimi anni trascorrono tra l'ospedale e le sale da concerto. Non che sia malato, ma la carta igienica dell'infermiera Natasha è soffice e setosa, imbattibile sulle parti delicate. E anche l'infermiera Natasha è soffice e setosa. Imbattibile sulle parti delicate.

Nascono una quattordicesima, una quindicesima sinfonia, un quattordicesimo e quindicesimo quartetto d'archi. Da alcuni amici tornati da un viaggio in Italia, scopre le poesie di Michelangelo. Ne nascerà uno splendido olio su tela.

Il 1975, suo ultimo anno, sarà anche quello della sua morte. L'enigmatica Sonata per viola, ultima opera del compositore, con un emblematico "morendo", chiude la produzione di un genio tanto prolifico. Avesse scritto "sorgendo a nuova vita con esuberante gaiezza", oggi sarebbe un arzillo pluricentenario.

La morte

Capita a tutti, prima o poi.

Opere principali

Ehi, boccasana!
  • Sinfonia n. 1 (1925): debutto sinfonico di Shostakovich, fu la composizione presentata per il diploma. Segretamente scaricata da studenti.it, nessuno se ne accorse mai.
  • Due pezzi per ottetto op. 11: opera scientifica sulle particelle del primo orbitale.
  • Sinfonia n. 3 "al Primo maggio": quattrocentodiciassette battute di silenzio. Dedicata a John Cage.
  • La caduta di Berlino op. 82: operetta tragicomica su una tedesca obesa alle prese con il salto della corda.
  • L'età dell'oro op. 22: Virgilio reclamò formalmente alla SIAE.
  • I giocatori: ossia cosa succede se leggi Dostoevskij dopo il decimo bicchierino di vodka.
  • Concerto per violino e orchestra op. 99: si apre con un notturno dalle tinte scure e si chiude con una travolgente Burlesca. In realtà è scritto per glassarmonica, ma Ojstrach era veramente bravo.
  • Il naso: dall'omonimo racconto di Gogol'. Andò bene fino alla prove, ma la mattina dell'esecuzione Shostakovich svegliandosi si trovò senza clarinetti in Si bemolle, e si dovette rimandare tutto.
  • Il sole splende sulla nostra patria op. 90: trattandosi della Russia, dura dieci minuti.
  • Sinfonia n. 5 (1937): il nostro dovere è di giubilare. Specie quando Shostakovich blocca le uscite della sala con un kalashnikov.
  • Ventiquattro preludi e fughe op. 87: durante la fame del '41, in Russia in pochi potevano permettersi dei buoni temperini. Bach venduto al capitalismo! Bach piccolo borghese! Bach nemico delle nazioni giovani e proletarie!
  • Una lady Macbeth del distretto di Mcensk op. 29: caos anziché musica. Opera generata dall'effetto farfalla. In effetti causò un ciclone in Texas.

Note

  1. ^ Ossia diventa Papa.
  2. ^ Per un approfondimento sui taciti accordi, si veda John Cage.
  3. ^ Si veda la fine del primo atto...