Petofono: differenze tra le versioni

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Di recente è stato immesso sul mercato un nuovo petofono che, senza falsa modestia, ha completamente rivoluzionato il concetto di "scorreggiare come e quando mi pare e piace".
Di recente è stato immesso sul mercato un nuovo petofono che, senza falsa modestia, ha completamente rivoluzionato il concetto di "scorreggiare come e quando mi pare e piace".
Si tratta del PETOSCORIL. Non parlaimo più del classico vescicone di elastomero o scroto animale, terminante con una membrana flatulenta, bensì di una confezione da 10 capsule da ingoiare nell'arco di 10 mesi, alle 12 p.m. in punto prima dell'ultimo rintocco della campana.
Si tratta del PETOSCORIL. Non parlaimo più del classico vescicone di elastomero o scroto animale, terminante con una membrana flatulenta, bensì di una confezione da 10 capsule da ingoiare nell'arco di 10 mesi, alle 12 p.m. in punto prima dell'ultimo rintocco della campana.
La composizione non è nota al 100%, pare che si tratti di una miscela di vari componenti tra cui la polvere di fagioli.
La composizione non è nota al 100%, pare che si tratti di una miscela di vari componenti tra cui:
27% di polvere di fagioli geneticamente midificati, coltivati nella terra circostante alla centrale nucleare di Bingobongo;
34% di polvere di uova di struzzo lasciate fermentare dentro il cofano di una 127 per l'intero mese di agosto a Canicattì;
10% di cipolle di piede di vecchia deficiente;
q.b. a 100% ingredienti segreti (tra cui si vocifera il famoso rigurgito di bue muschiato).
Con il trattamento si riesce a fare dei numeri da circo equestre.
Con il trattamento si riesce a fare dei numeri da circo equestre.
Il problema che però può manifestarsi a trattamento avviato sono le perdite di aria fuori controllo e la risonanza compulsiva. I casi per ora accertati di effetti avversi è lo 0,0001% dei soggetti che hanno deiciso di rinnovare il loro rapporto con tale istrumento.
Di solito il trattamento delle dieci dosi permette per almeno 150 anni di emettere suoni a comando da 3 a 89 decibel e per una durata da 0,1 a 330 secondi.
Si narra di virtuosi che riescono a fare anche un concerto grosso di tre ore senza interuzioni.


== Scrittura musicale per petofono ==
== Scrittura musicale per petofono ==

Versione delle 15:10, 3 feb 2010


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firma/data: BigJack 12:59, feb 3, 2010 (CET)

Notizie storiche

Il Petofono discende da un antichissimo strumento musicale di origine rumena. Gli storici della musica, però sono in dubbio se il più antico strumento elaborato dall'uomo sia esso oppure il ruttofono, ma possiamo certamente considerarli quasi contemporanei. Il Petofono cominciò ad affermarsi con l'agricoltura neolitica, quando l'uomo cominciò a coltivare anche i legumi, soprattutto fagioli e fave. Presso gli Egizi era popolarissimo, tantè che si dice che Mosè lo utilizzasse per chiamare a raccolta il popolo ebreo prima dell'Esodo. Nel Medioevo era strumento privilegiato della liturgia dei Conventi, con il quale si accompagnavano riti e funzioni. Nel rinascimento molti musicisti composero madrigali, ballate e danze per liuto e petofono. Ma il grande sviluppo dello strumento si deve ai tempi moderni. Nell'800 esso veniva utilizzato sia nelle esecuzioni di melodramma, sia dallo stesso pubblico per sottolineare plauso per gli esecutori. Nel '900 si racconta che il Re d'Italia, Vittorio Emanuele III, fosse così appassionato dello strumento da stupire con le sue esibizioni i regnati dell'Europa, perché, sebbene fosse tappo, riusciva a emettere enormi quantità di gas suonando, mentre saliva le scale del Quirinale, una nota ogni scalino. Recentemente il maggior musicista contemporaneo, Gigi D'Alessio, ha rivalutato questo antico e nobile strumento inserendo nella sua orchestra ben 4 petofoni, a seconda dei legumi d'origine (fagioli, fave, ceci, lenticchie) che dànno suoni molto diversi e note di differente lunghezza. Nel settembre 2009, durante una spedizione archeologica nel sud-est della penisola del Madagascar, sono stati ritorvati dei resti fossili di petofono, del tipo "scoromajor afarensis", probabilmente appartenuti alla Banda locale del paesello di Putamater. In quella zona, infatti, si narra, che 57245 anni fa, si radunassero, solo ed esclusivamente nelle notti di luna vuota, degli ominidi, gli Anoni, così detti dai vicini, per le grosse natiche ed il relativamente dimensionato orifizio. Gli Anoni, erano soliti cacciare usando il proprio "lato BB" (non solo B perché era molto grosso, pari al 170% del resto del corpo) come richiamo per catturare le femmine di Scureggioraptor Flatulens Minor, ma, vista la difficoltà della caccia e l'orecchio fine della preda, dovevano accordare il proprio "bucio" con l'ausilio di un petofono di pietra ollare, certificato dal locale ufficio dei dazzi (senza la d e con la c), con le giuste frequenze, riconoscibili dalla sfuggente preda.

Al Museo Nazionale di Arte Volgare e Contadina, dopo la sala dedicata ai Vasi votivi per la CIPPADISTOPACCODILUMINI, c'è una sala dedicata a conservare la serie completa di petofoni da caccia, dal più piccolo per la pantegana muschiata del sud del Nord, al medio per il sopradetto Scureggioraptor (esemplare femmina, per il maschio serviva la gnoccolatrice a geometria variabile), al grande per il lucertolo-entero-luserometrillo (poco sedere e molto coccodrillo N.d.R).

Struttura e tecnica del Petofono

Il suono del Petofono è prodotto dalle vibrazioni dello sfintere anale, e modulato dall'esecutore restringendo e dilatando l'anello culare. Questa vibrazione è prodotta da gas intestinali (quindi il petofono non è aerofono ma gasofono). Questi gas sono assolutamente decisivi in quanto la loro composizione porta sollecitazioni (bruciori) ai muscoli sfinterici del petofonista inducendolo a restrizioni e/o dilatamenti. I gas provengono dall'alimentazione a base di legumi che il petofonista appositamente assume; molti virtuosi aggiungono alla dieta uova sode per caricare ancorpiù il potenziale petogenico. Il petofonista virtuoso evita di alimentarsi con cibi adsorbenti, prediligendo quelli che accentuano i processi fermentativi. Annualmente va in pellegrinaggio a Fart City nel Michigan dove può liberare tutta la sua energia. Di recente è stato immesso sul mercato un nuovo petofono che, senza falsa modestia, ha completamente rivoluzionato il concetto di "scorreggiare come e quando mi pare e piace". Si tratta del PETOSCORIL. Non parlaimo più del classico vescicone di elastomero o scroto animale, terminante con una membrana flatulenta, bensì di una confezione da 10 capsule da ingoiare nell'arco di 10 mesi, alle 12 p.m. in punto prima dell'ultimo rintocco della campana. La composizione non è nota al 100%, pare che si tratti di una miscela di vari componenti tra cui: 27% di polvere di fagioli geneticamente midificati, coltivati nella terra circostante alla centrale nucleare di Bingobongo; 34% di polvere di uova di struzzo lasciate fermentare dentro il cofano di una 127 per l'intero mese di agosto a Canicattì; 10% di cipolle di piede di vecchia deficiente; q.b. a 100% ingredienti segreti (tra cui si vocifera il famoso rigurgito di bue muschiato). Con il trattamento si riesce a fare dei numeri da circo equestre. Il problema che però può manifestarsi a trattamento avviato sono le perdite di aria fuori controllo e la risonanza compulsiva. I casi per ora accertati di effetti avversi è lo 0,0001% dei soggetti che hanno deiciso di rinnovare il loro rapporto con tale istrumento. Di solito il trattamento delle dieci dosi permette per almeno 150 anni di emettere suoni a comando da 3 a 89 decibel e per una durata da 0,1 a 330 secondi. Si narra di virtuosi che riescono a fare anche un concerto grosso di tre ore senza interuzioni.

Scrittura musicale per petofono

Le modulazioni dello strumento impongono una tecnica di scrittura musicale molto particolare in quanto in suono del petofono richiede un sottofondo di soli violini che debbono suonare a basso volume. Nelle esecuzioni a scopo liturgico, invece, si richiede un coro a bocca chiusa per far risaltare al massimo il suono petofonico. Inoltre, per dare maggiore sonorità allo strumento, il petofonista si pone con le spalle al pubblico, inchinato a 90°. Il petofonista porta una cerniera posteriore nei pantaloni che viene aperta durante l'assolo. Spesso, per effetto scenico, lo strumentista pone del boro-talco tra le natiche dimodoché l'emissione del suono sia accompagnata da una nube vaporosa e soave. Per ottenere una maggiore elasticità dello sfintere anale il petofonista è costretto a sacrifici gravissimi, obbligato a frequentare allevamenti equini e a soggiacere alla sodomizzazione da parte dei cavalli, in modo che si abbia uno slargo elastico dell'ano e, di conseguenza, una maggiore gamma di vibrazioni. Nel tacco di una ciabatta appartenuta al famoso drammaturgo Scoro da Petigine, è stato ritrovato un manoscritto di inestimabile valore. Si tratta di una melodia per quartetto di culi "la Squacquerata in DO di corpo" per petofono e clisteri. Memorabile l'interpretazione della solista Dolores De Panza condotta dal sommo Maestro giapponese Soshito Nakakata che, seppur esibitasi in una serata di stipsi totale, ha potuto esprimere con energia ed aroma tutto il suo sentimento, seppur filtrato da un così riuscito "istrumento". Il primo costruttore di petofoni fu A.Stadivare che, dopo aver costruito questo nobile stromento (stronzostrumento), esclamò "Ma fa cacare!!!", grazie a lui, molti liutai si sono specializzati in petofoni a fiato.

Profumi associati e ricezione orchestrale

una musicista in esecuzione



Quando un'orchestra è dotata della sezione petofonica, tutti gli altri orchestrali e lo stesso direttore d'orchestra, eccetto i petofonisti, portano al naso una molletta da bucato. I gas petofonici, infatti, hanno odori caratteristici e molto penetranti, capaci di far lacrimare, e, comunque, provocano arrossamernti della pelle agli altri orchestrali e al pubblico, nonché accartocciamento spontaneo delle partiture. Questi effetti si intensificano se le partiture richiedono note vibrate da parte dei petofonisti. Esiste una corrispondenza tra le tonalità di esecuzione, i profumi emessi per petofonia e i legumi associati.

  • Il peto a lenticchia è associato con la tonalità del Mi bemolle e l'odore provoca arrossamenti violacei alle narici dei presenti (orchestra, direttore e pubblico);
  • quello a ceci, associato al Fa, provoca violenti espurghi di rasche verdi e asfissia;
  • quello a fave, detto anche pitagorico è associato al Do e provoca defecazioni involontarie, oltre a tutti gli altri effetti precedenti;
  • quello a fagioli, è associato al Re e provoca sanguinazioni dal naso e fusione delle ossa.
  • Il peto più violento è dato dalla associazione uova sode+fagioli+ peperoncino: è associato al Mi naturale e provoca, oltre a tutti gli altri effetti, la fusione degli strumenti di ottone. Se poi è, addirittura vibrato provoca anche l'annullamento della forza di gravità e l'estroflessione di ernie: in questo caso è associato al La diesis.

Il petofonista virtuoso segue queste regole: - non limitarti ad un solo legume, usali tutti insieme...il tuo suono ne trarrà giovamento; - non mangiare le uova...da sole...la cipolla ne enfatizza lo spirito e l'aroma; - il cavolo nero è il tuo fedele compagno, non devi mai uscire senza!

Il Petofono nella simbologia filosofica mosconica

Papa Germano Mosconi, nella Summa mosconica dedica un lungo capitolo all'importanza del petofono come supporto ispiratore della filosofia e della teologia, soprattutto se esso interviene durante la meditazione.

"Ad forzaturam portam analis corrispondentur longissima et gravis nota ut fiat nunciatas defecationem ut liberazionem".

Secondo il Vate il petofono è il primo strumento dei cori angelici, ispiratore di santità, prassi ermeneutica del bene e della sapienza. Dio stesso, Egli afferma, talora si compiace di rilasciare note profondissime con tale instrumentum. Dunque, conclude il Mosconi, la musica celeste che allieta le anime pie nel Paradiso, è incentrata proprio sul petofono ed è tale anche la ragione della profonda ispirazione religiosa che induce negli ascoltatori/annusatori; di conseguenza ne ha ordinato l'esercizio quotidiano a tutti i religiosi e l'obbligo di suonarlo durante le funzioni, camminando evangelicamente tra i fedeli, per avvicinarli alla santità.

Secondo Papa Mosconi, il suono profondo del petofono tuffa l'anima nell'infinito mentre il suo profumo distacca il pensiero dal terreno. In effetti la tesi mosconica sostiene che la puzza infernale del petofono, stordendo e instupidendo gli annusanti, funzioni come una specie di oppio santo, mentre il suono a culo sturato atterrisce l'ascoltatore allontanandolo dal peccato.

Il Petofono come strumento liturgico.Petofonia dei Conclavi

Sebbene il Petofono abbia subìto una utilizzazione importante nella musica profana, esso rimane indubbiamente un strumento dedicato alla musica liturgica. Molti scrittori raccontano come nel silenzio delle cattedrali si udisse il prorompente vibrare dei peti del petofono, anzi, veniva appositamente oridinato il silenzio assoluto affinché si potessero ben udire le modulazioni dello strumento. L'attuale popolarità del petofono è però dovuta a Papa Silvio I da Arcore; i fedeli, infatti, ben conoscendo la sua passione per la musica petofonica, dedicano ogni loro emissione alla Sua faccia santificata. Il suono del Petofono è incessantemente prodotto durante i Conclavi, affinché i Cardinali ne traggano ispirazione per la scelta del nuovo Papa. L'uso eccessivo dell'incenso, che viene bruciato a tonnellate, è una misura precauzionale contro i profumi associati. Il Cardinale Germano Mosconi, prima che fosse autoproclamato Papa, durante il Conclave diede un saggio della sua abilità al petofono, mollando un siluro che fece sanguinare il naso a tutti i restanti Cardinali, nostante l'incenso e nonostante questi si fossero preventivamente applicata al naso una molletta da bucato (1).

(1)qualche malevolo avanza il sospetto che il siluro mosconico, che provocò lo scolorimento dei dipinti della Cappella Sistina, fosse in realtà un tentativo di eliminazione di tutti i Cardinali in modo da rimanere il solo Papa eleggibile.