John Steinbeck, vero nome Johann Karl Heinz Rudolf Schweinsteigerbeck (Salinas, California, dietro casa sua, 1902 – Salinas, California, sotto casa sua, 1968) è uno scrittore folk americano di origini volk tedesche che non è mai uscito dalla sua casa, dove ha passato tutto il tempo a scrivere della campagna e a mangiare pasta con i crauti e le arance finché il decrepito edificio non gli è crollato sulla testa.

Ritratto dal vivo di John Steinbeck.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. John Steinbeck
« Occhi per leggere la storia e intelligenza per capirla »
(Steinbeck si lamenta di tutto ciò che gli manca per leggere un suo libro)
« Le repressioni servono a rinvigorire e a riunire tra loro i perseguitati »
(Steinbeck commenta la politica nazista dei campi di concentramento)
« Chi vuole spaventare in realtà ha paura, ma la fine non verrà mai finché la paura si tramuta in furore »
(Un aforisma di Steinbeck, morto di paura a soli sessantasei anni)

Giovinezza

L’ha passata tra il cortile, l’aia, il porcile e l’aranceto dietro casa, quando la California non era ancora altro che un posto per cani porci e galline. E quando a Hollywood sono arrivati i grandi produttori cinematografici, e soprattutto altri cani porci e galline, lui è rimasto a Salinas a mangiare crauti e succhiare arance in attesa che i tempi migliori passassero. Ha dovuto attendere fino al 1929, quando la crisi di Wall Street cancellò in un pomeriggio i ruggenti anni venti ed iniziò la recessione. Finalmente John poteva iniziare a lavorare, tanto che sarebbe diventato ben presto lo scrittore della grande depressione.

Opera

 
Arance steinbeckiane.

Forte dei suoi tre esami di biologia sostenuti sotto la veranda di casa, Steinbeck si è messo subito a parlare di ciò di cui avrebbe sempre voluto parlare ma che non aveva mai potuto dire perché considerato prematuro: la raccolta delle arance.

Ora le arance non solo erano mature ma quasi marce, pertanto John aveva a disposizione moltissimo materiale che nessuno voleva nemmeno toccare, soggetto che ha fatto di lui l’unico autore di letteratura ortofrutticola degli anni trenta e il solo biologo mancato ad occuparsi di miserabili braccianti agricoli.

I pascoli del cielo

 
Steinbeck è perplesso circa il ruolo che si è appena ritagliato.

Divertente raccolta di aneddoti di campagna ambientati in una valle californiana tra Salinas e Monterey, dove dei miserabili cacciatori-raccoglitori di battute-allevatori di capre passano il tempo a cercare di non morire di fame, di non andare a scuola e di chiavarsi delle dodicenni.

Vicolo Cannery

Racconto di un biologo mancato che nel vicolo maleodorante di un villaggio rurale della California meridionale cerca ispirazione per il suo prossimo romanzo sui braccianti che tentano di fottere le dodicenni mentre si fa un cannone.

Pian della Tortilla

Serie di edificanti storielle ambientate tra un campo e un frutteto della California meridionale dove i miserabili passano le giornate a mangiare tortillas, pescare piccioni, acchiappare cozze di dodici anni al volo e fumare cicoria.

Uomini e topi

 
Lennie sta per essere barbaramente ucciso perché ha fatto il cattivo.

L’avventura di due pezzenti che per sbarcare il lunario e in California del sud si mettono a cercare lavoro come braccianti agricoli per la raccolta delle arance. Ma uno dei due, Lennie, è un gigante ritardato di aspetto simile a Rocco Buttiglione, perciò tenta di abusare di una dodicenne costringendo infine il suo amico ad ammazzarlo.

Furore

Una famiglia di miserabili dell’Oklahoma perde tutto quello che ha in Oklahoma a causa della Grande Depressione, così abbandona per sempre il campo di patate e la legnaia dove vive, carica i diciotto bambini sulla vecchia Dodge del 1919 e va in vacanza in California. Qui, all’ufficio di collocamento, gli unici elementi della famiglia che dopo il viaggio stanno ancora in piedi trovano lavoro come braccianti agricoli e incominciano a raccogliere arance e a bestemmiare per il resto della loro vita. Il figlio maggiore intanto cerca di scoparsi una dodicenne.

La battaglia

 
La Dodge è pronta per partire.

Magistrale ed epica cronaca di uno sciopero generale non autorizzato dal governatore della California del sud e degenerato in una orribile e inconcludente battaglia delle arance tra braccianti e proprietari terrieri, caporali e raccoglitori di arance, maniaci sessuali e fratelli di alcune dodicenni.

La corriera stravagante

Il viaggio in pullman verso il sud della California di un eterogeneo ed eccentrico gruppo di miserabili braccianti che, avendo perso il posto nella piantagione di arance, cercano qualsiasi lavoro purché serio e durante le soste in autogrill ne approfittano per abusare di un paio di dodicenni nei bagni delle donne.

Al dio sconosciuto

Non trovato.

La perla

 
La virginale Ruby di La Valle dell'Eden.

L’unica storia di Steinbeck non ambientata tra Salinas e Monterey, nella California del sud, bensì nel Messico del nord, dove un pescatore trova un giorno una perla e crede allora di diventare ricco e potersi fare finalmente tutte le dodicenni che vuole finendo invece per perdere la perla come un pirla, e a raccogliere arance in California del sud.

La Valle dell’Eden

Epopea di una grande famiglia di piantatori di arance e di grane che sfrutta dei miserabili braccianti nella sua valle californiana al fine di creare un impero degli agrumi che faccia concorrenza alla ’ndrangheta calabrese e alla mafia siciliana. Da questo capolavoro della letteratura agricola verrà tratto un indimenticabile film interpretato da una giovane attricetta marocchina, allora dodicenne.

Il Nobel per l’agronomia

 
Steinbeck ritira il Nobel un po' preoccupato.

Gli è stato finalmente riconosciuto e consegnato nel 1962, dopo decine e decine di prove più che convincenti circa la sua padronanza dell’argomento, purché la smettesse. E John, privato così di una valida ragione per continuare a scrivere di braccianti, non è più riuscito a scrivere un cazzo.

« Vado attorno come nei cimiteri le anime dei dannati raccoglitori di arance. Li mortacci loro. »
(Le uniche parole vergate da Steinbeck nei suoi ultimi quattro anni di vita.)

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