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==Le maggiori figure di merda==
==Le maggiori figure di merda==


===Mondiale 1934===
===Le prime===


La prima spedizione iberica al [[Campionato del mondo di calcio]] avviene nel torneo organizzato dall’[[Italia|italico]] [[fascismo|regime fascista]], e subito gli spagnoli si presentano ai nastri di partenza con [[Nuovo ordine mondiale|grandi ambizioni]], grazie anche alla presenza in organico del portierone Ricardo Zamora, soprannominato dai media dell’epoca "''Il Fabrizio Lorieri di [[Barcellona]]''". Grazie alla superba prestazione della sua stella, autrice di tre gol e cinque assist, la Spagna supera brillantemente il primo turno battendo 3-1 il [[Brasile]], e si prepara sulle ali dell’entusiasmo ad affrontare ai quarti di finale i padroni di casa dell’[[Italia]]. L’incontro con gli [[Forza Italia|azzurri]] si conclude sull’1-1, in un incontro all’insegna del [[guerra|fair play]] che si conclude con sei espulsi e sette infortunati per parte. Tuttavia, dal momento che i supplementari sarebbero stati inventati da [[George Best]] solo dopo la chiusura del [[bar]] antistante lo [[stadio]], la partita dovette essere rigiocata il giorno successivo con gli effettivi rimasti. La rivincita fu disputata 3 contro 3 e venne vinta per 1-0 dall’Italia, grazie a un violento colpo di perineo di [[Giuseppe Meazza]] non trattenuto da Zamora, che protestò a lungo in quanto sosteneva che la presenza in fuorigioco di [[Andrea Caracciolo]] gli aveva impedito di vedere il tiro.
La prima spedizione iberica al [[Campionato del mondo di calcio]] avviene nel torneo organizzato dall’[[Italia|italico]] [[fascismo|regime fascista]], e subito gli spagnoli si presentano ai nastri di partenza con [[Nuovo ordine mondiale|grandi ambizioni]], grazie anche alla presenza in organico del portierone Ricardo Zamora, soprannominato dai media dell’epoca "''Il Fabrizio Lorieri di [[Barcellona]]''". Grazie alla superba prestazione della sua stella, autrice di tre gol e cinque assist, la Spagna supera brillantemente il primo turno battendo 3-1 il [[Brasile]], e si prepara sulle ali dell’entusiasmo ad affrontare ai quarti di finale i padroni di casa dell’[[Italia]]. L’incontro con gli [[Forza Italia|azzurri]] si conclude sull’1-1, in un incontro all’insegna del [[guerra|fair play]] che si conclude con sei espulsi e sette infortunati per parte. Tuttavia, dal momento che i supplementari sarebbero stati inventati da [[George Best]] solo dopo la chiusura del [[bar]] antistante lo [[stadio]], la partita dovette essere rigiocata il giorno successivo con gli effettivi rimasti. La rivincita fu disputata 3 contro 3 e venne vinta per 1-0 dall’Italia, grazie a un violento colpo di perineo di [[Giuseppe Meazza]] non trattenuto da Zamora, che protestò a lungo in quanto sosteneva che la presenza in fuorigioco di [[Andrea Caracciolo]] gli aveva impedito di vedere il tiro.


La Spagna tornò a farsi viva al Mondiale solo nel 1950, e stranamente in questa occasione fece meglio del previsto. Sorteggiata in un girone che comprendeva i maestri dell’Inghilterra, mai protagonisti fino ad allora del Mondiale a causa della loro [[Giulio Tremonti|proverbiale umiltà]], sembrava che non avesse scampo, ma l’inopinata sconfitta all’ultima partita degli inglesi contro il [[Foggia]] consegnò agli spagnoli il passaggio alle semifinali, dove grazie all’entusiasmo per il [[squalificazione|traguardo raggiunto]] opposero una strenua [[resistenza]] al Brasile padrone di casa, che pur soffrendo vendicò la sconfitta del 1934 con un risicato 7-0.
===Mondiale 1950===


===Anni '60 e '70===
In questa occasione la Spagna fece meglio del previsto. Sorteggiata in un girone che comprendeva i maestri dell’Inghilterra, mai protagonisti fino ad allora del Mondiale a causa della loro [[Giulio Tremonti|proverbiale umiltà]], sembrava che non avesse scampo, ma l’inopinata sconfitta all’ultima partita degli inglesi contro il [[Foggia]] consegnò agli spagnoli il passaggio alle semifinali, dove grazie all’entusiasmo per il [[squalificazione|traguardo raggiunto]] opposero una strenua [[resistenza]] al Brasile padrone di casa, che pur soffrendo vendicò la sconfitta del 1934 con un risicato 7-0.

===Europeo 1964===


Dopo l’avventura brasiliana la Spagna attende 12 anni prima di ripresentarsi alla rassegna iridata, tempo necessario per accorgersi della mancata presenza di talenti adatti ad una squadra di alto livello e ovviare all’inconveniente naturalizzando l’[[Albania|albanese]] [[Ferenc Puskás]] e il [[Marocco|marocchino]] [[Alfredo Di Stefano]]. Forte di questi campioni, che furoreggiavano con il [[Real Madrid]] al quale contribuirono a regalare sei edizioni di [[Giochi senza frontiere]], la Spagna disputò un girone di qualificazione straordinario che culminò col successo per 8-0 su [[San Marino]], in seguito al quale i tifosi si esaltarono a tal punto da coniare il soprannome di ''Furias Rojas'', ossia "[[gay|checche]] isteriche". Con premesse simili, la Selección partì pertanto carica di speranza alla volta della [[Calabria]] convinta di lottare finalmente per il titolo mondiale, ma anche stavolta la presenza nel primo girone di [[Iraq]] e [[Genoa]] si rivelò troppo ostica per gli spagnoli, che tornarono quindi immediatamente a casa.
Dopo l’avventura brasiliana la Spagna attende 12 anni prima di ripresentarsi alla rassegna iridata, tempo necessario per accorgersi della mancata presenza di talenti adatti ad una squadra di alto livello e ovviare all’inconveniente naturalizzando l’[[Albania|albanese]] [[Ferenc Puskás]] e il [[Marocco|marocchino]] [[Alfredo Di Stefano]]. Forte di questi campioni, che furoreggiavano con il [[Real Madrid]] al quale contribuirono a regalare sei edizioni di [[Giochi senza frontiere]], la Spagna disputò un girone di qualificazione straordinario che culminò col successo per 8-0 su [[San Marino]], in seguito al quale i tifosi si esaltarono a tal punto da coniare il soprannome di ''Furias Rojas'', ossia "[[gay|checche]] isteriche". Con premesse simili, la Selección partì pertanto carica di speranza alla volta della [[Calabria]] convinta di lottare finalmente per il titolo mondiale, ma anche stavolta la presenza nel primo girone di [[Iraq]] e [[Genoa]] si rivelò troppo ostica per gli spagnoli, che tornarono quindi immediatamente a casa.


Tuttavia, fiduciosi sulla qualità della rosa portata al mondiale due anni prima, i dirigenti della [[FIGC|federcalcio]] spagnola videro nell’Europeo da disputare in casa l’occasione di aprire finalmente la bacheca dei trofei. E in effetti in quell’anno, già reso anomalo dal fatto che l’Inter si era aggiudicata la [[Champions League|Coppa dei Campioni]] e il [[Bologna]] lo scudetto, la Spagna si laureò campione d’[[Europa]], grazie ad un cammino travolgente nel corso del quale si era sbarazzata di [[Islanda]] e [[Bazookistan]] e culminato con la palpitante finale vinta 0-0 contro [[Cipro]].
Tuttavia, fiduciosi sulla qualità della rosa portata al mondiale due anni prima, i dirigenti della [[FIGC|federcalcio]] spagnola videro nell’Europeo da disputare in casa l’occasione di aprire finalmente la bacheca dei trofei. E in effetti in quell’anno, già reso anomalo dal fatto che l’Inter si era aggiudicata la [[Champions League|Coppa dei Campioni]] e il [[Bologna]] lo scudetto, la Spagna si laureò campione d’[[Europa]], grazie ad un cammino travolgente nel corso del quale si era sbarazzata di [[Islanda]] e [[Bazookistan]] e culminato con la palpitante finale vinta 0-0 contro [[Cipro]].

===Argentina 1978===


Dopo il mondiale [[1966]] iniziò un periodo difficile per il calcio spagnolo, a causa dell’età degli assi Di Stefano e Puskás, ormai debilitati dall’[[Alzheimer]]. Occorrerà quindi attendere altri 12 anni per rivedere la nazionale spagnola ad un torneo internazionale diverso dalla fiera della [[salsiccia]] di [[Siviglia]], fino al mondiale organizzato dall’[[Argentina]] divenuta da poco [[Repubblica Dittatoriale Fascistissima]]. Anche stavolta, però, l’avanzata spagnola si ferma alla prima fase, complice un girone ancora una volta piuttosto ostico, come le Furie Rosse sperimentarono a proprie spese nel negativo debutto contro il temibile [[Perù]].
Dopo il mondiale [[1966]] iniziò un periodo difficile per il calcio spagnolo, a causa dell’età degli assi Di Stefano e Puskás, ormai debilitati dall’[[Alzheimer]]. Occorrerà quindi attendere altri 12 anni per rivedere la nazionale spagnola ad un torneo internazionale diverso dalla fiera della [[salsiccia]] di [[Siviglia]], fino al mondiale organizzato dall’[[Argentina]] divenuta da poco [[Repubblica Dittatoriale Fascistissima]]. Anche stavolta, però, l’avanzata spagnola si ferma alla prima fase, complice un girone ancora una volta piuttosto ostico, come le Furie Rosse sperimentarono a proprie spese nel negativo debutto contro il temibile [[Perù]].


Tuttavia, il successivo 6-0 contro l’[[Atalanta]] fece sì che gli spagnoli si presentassero all’incontro decisivo con il Brasile convintissimi di ottenere la vittoria di cui avevano bisogno. Ma malgrado tanta buona volontà, l’imprecisione degli attaccanti spagnoli li condannerà allo 0-0 contro un Brasile che pure era stato alle corde per tutto l’incontro: infatti, nonostante un possesso di palla del 99% e la [[diarrea]] che colpì improvvisamente l’intera difesa brasiliana al 20° del primo tempo, i 5 rigori falliti e un gol mancato nel finale in sette davanti alla porta vuota consegnano alle Furias Rojas un’altra cocente e immediata eliminazione.
Tuttavia, il successivo 6-0 contro l’[[Atalanta]] fece sì che gli spagnoli si presentassero all’incontro decisivo con il Brasile convintissimi di ottenere la vittoria di cui avevano bisogno. Ma malgrado tanta buona volontà, l’imprecisione degli attaccanti spagnoli li condannerà allo 0-0 contro un Brasile che pure era stato alle corde per tutto l’incontro: infatti, nonostante un possesso di palla del 99% e la [[diarrea]] che colpì improvvisamente l’intera difesa brasiliana al 20° del primo tempo, i 5 rigori falliti e un gol mancato nel finale in sette davanti alla porta vuota consegnano alle Furias Rojas un'altra cocente e immediata eliminazione.

A dispetto dell'infausto esito, la spedizione ai mondiali d’Argentina venne accolta in maniera serena dai tifosi, che all'aeroporto celebrarono con un festoso [[lapidazione|lancio di pietre]] l'arrivo dell'aereo su cui viaggiava la squadra e mostrarono la loro indulgenza con Juan José Pippero, il centravanti che era stato piuttosto impreciso contro il Brasile, fallendo qualche [[centiliardo]] opportunità a portiere battuto. Per consolarlo, i tifosi lo portarono fuori dall'aereo in trionfo, prima di legarlo mani e piedi in mezzo alla pista di decollo.


===Spagna 1982===
===Spagna 1982===

A dispetto dell'infausto esito, la spedizione ai mondiali d’Argentina era stato accolta in maniera serena dai tifosi, che all'aeroporto celebrarono con un festoso [[lapidazione|lancio di pietre]] l'arrivo dell'aereo su cui viaggiava la squadra e mostrarono la loro indulgenza con Juan José Pippero, il centravanti che era stato piuttosto impreciso contro il Brasile, fallendo qualche [[centiliardo]] opportunità a portiere battuto. Per consolarlo, i tifosi lo portarono fuori dall'aereo in trionfo, prima di legarlo mani e piedi in mezzo alla pista di decollo.


La Spagna guardava comunque al futuro con rinnovata fiducia, dato che appena quattro anni più tardi si sarebbe presentata la più ghiotta delle occasioni per lasciare finalmente un [[cumshot|segno tangibile]] nella storia del [[calcio]]: il mondiale da organizzare in casa. Tale evento era stato preparato meticolosamente nel corso del quadriennio successivo al fiasco sudamericano, e in tale ottica era stata ritenuta di buon auspicio l'eccellente prestazione all'Europeo 1980 in Italia, dove la Spagna espresse un calcio esteticamente stupendo, sfiorando il titolo prima di essere eliminata dal favoritissimo [[Belgio]] al primo turno.
La Spagna guardava comunque al futuro con rinnovata fiducia, dato che appena quattro anni più tardi si sarebbe presentata la più ghiotta delle occasioni per lasciare finalmente un [[cumshot|segno tangibile]] nella storia del [[calcio]]: il mondiale da organizzare in casa. Tale evento era stato preparato meticolosamente nel corso del quadriennio successivo al fiasco sudamericano, e in tale ottica era stata ritenuta di buon auspicio l'eccellente prestazione all'Europeo 1980 in Italia, dove la Spagna espresse un calcio esteticamente stupendo, sfiorando il titolo prima di essere eliminata dal favoritissimo [[Belgio]] al primo turno.
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Nonostante la nuova delusione, la Spagna si avvicinava con crescente entusiasmo alla grande occasione, e tale [[ottimismo]] non poteva che essere corroborato dal sorteggio finalmente favorevole: l'urna si era infatti rivelata estremamente benevola con le Furie Rosse in questa occasione, consegnando loro un girone apparentemente scontato con [[Irlanda|Irlanda del Nord]], [[Jugoslavia]] e [[Honduras]].
Nonostante la nuova delusione, la Spagna si avvicinava con crescente entusiasmo alla grande occasione, e tale [[ottimismo]] non poteva che essere corroborato dal sorteggio finalmente favorevole: l'urna si era infatti rivelata estremamente benevola con le Furie Rosse in questa occasione, consegnando loro un girone apparentemente scontato con [[Irlanda|Irlanda del Nord]], [[Jugoslavia]] e [[Honduras]].


L'esordio nella competizione avvenne proprio contro gli sconosciuti honduregni, qualificatisi secondi nel girone vinto da [[El Salvador]], che due giorni prima aveva beccato 10 [[eroina|pere]] dall'[[Ungheria]]. Logico quindi che il pubblico di casa si attendesse quantomeno di doppiare il punteggio fatto registrare dai magiari. E invece no. La Spagna passa subito in vantaggio, ma non paga continua ad attaccare a tutta forza per placare la sete di [[gol]] del pubblico amico, finché un rilancio a caso della difesa honduregna pesca il portiere a pisciare lontano dai pali e conclude la sua corsa in rete, fissando l'1-1 definitivo .
L'esordio nella competizione avvenne proprio contro gli sconosciuti honduregni, qualificatisi secondi nel girone vinto da [[El Salvador]], che due giorni prima aveva beccato 10 [[eroina|pere]] dall'[[Ungheria]]. Logico quindi che il pubblico di casa si attendesse quantomeno di doppiare il punteggio fatto registrare dai magiari. E invece no. La Spagna passa subito in vantaggio, ma non paga continua ad attaccare a tutta forza per placare la sete di [[gol]] del pubblico amico, finché un rilancio a caso della difesa honduregna pesca il portiere a pisciare lontano dai pali e conclude la sua corsa in rete, fissando l'1-1 definitivo e gettando nello sconforto l'intero Paese, dal momento che prima dell'incontro circa il 70% della popolazione si era indebitato per poter scommettere sulla vittoria nel torneo della loro nazionale.

Le ambizioni spagnole vennero rilanciate dalla partita successiva, vinta 2-1 sugli slavi grazie a un paio di rigori gentilmente offerti, ma vennero definitivamente frustrate dalla terza partita contro l'Irlanda del Nord. Una vittoria in quell'incontro avrebbe consegnato agli spagnoli primato nel girone e soprattutto una seconda fase estremamente abbordabile con [[Austria]] e [[Cagliari Calcio|Cagliari]], eppure contro i dilettanti nordirlandesi venne un'incredibile sconfitta che condannò gli spagnoli a giocarsi l'accesso alle semifinali con [[Germania]] e [[Inghilterra]]. L'impresa ovviamente fallì, dato che la Spagna riuscì a non segnare alcun gol nelle ultime tre partite del torneo, lasciando l'esercito di tifosi che l'avevano sostenuta a rosicare per l'esito sportivo e senza tetto, e aprendo una recessione dalla quale il Paese si è sollevato solo negli ultimi anni attraverso la vendita sottobanco di banderillas all'[[Iran]].

===Anni '80 e '90===






Versione delle 15:31, 4 giu 2008

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« Il torneo è nostro! »
(Fun)
« Il calcio è morto »
(Friedrich Nietzsche)


La Nazionale di calcio della Spagna è la barzelletta per eccellenza del calcio mondiale, più dell’Inter e dell’Inghilterra messe insieme, una squadra che ad ogni torneo internazionale propone un nuovo esilarante capitolo di una storia irta di fallimenti quanto il curriculum di Sergio Cragnotti.

Le maggiori figure di merda

Le prime

La prima spedizione iberica al Campionato del mondo di calcio avviene nel torneo organizzato dall’italico regime fascista, e subito gli spagnoli si presentano ai nastri di partenza con grandi ambizioni, grazie anche alla presenza in organico del portierone Ricardo Zamora, soprannominato dai media dell’epoca "Il Fabrizio Lorieri di Barcellona". Grazie alla superba prestazione della sua stella, autrice di tre gol e cinque assist, la Spagna supera brillantemente il primo turno battendo 3-1 il Brasile, e si prepara sulle ali dell’entusiasmo ad affrontare ai quarti di finale i padroni di casa dell’Italia. L’incontro con gli azzurri si conclude sull’1-1, in un incontro all’insegna del fair play che si conclude con sei espulsi e sette infortunati per parte. Tuttavia, dal momento che i supplementari sarebbero stati inventati da George Best solo dopo la chiusura del bar antistante lo stadio, la partita dovette essere rigiocata il giorno successivo con gli effettivi rimasti. La rivincita fu disputata 3 contro 3 e venne vinta per 1-0 dall’Italia, grazie a un violento colpo di perineo di Giuseppe Meazza non trattenuto da Zamora, che protestò a lungo in quanto sosteneva che la presenza in fuorigioco di Andrea Caracciolo gli aveva impedito di vedere il tiro.

La Spagna tornò a farsi viva al Mondiale solo nel 1950, e stranamente in questa occasione fece meglio del previsto. Sorteggiata in un girone che comprendeva i maestri dell’Inghilterra, mai protagonisti fino ad allora del Mondiale a causa della loro proverbiale umiltà, sembrava che non avesse scampo, ma l’inopinata sconfitta all’ultima partita degli inglesi contro il Foggia consegnò agli spagnoli il passaggio alle semifinali, dove grazie all’entusiasmo per il traguardo raggiunto opposero una strenua resistenza al Brasile padrone di casa, che pur soffrendo vendicò la sconfitta del 1934 con un risicato 7-0.

Anni '60 e '70

Dopo l’avventura brasiliana la Spagna attende 12 anni prima di ripresentarsi alla rassegna iridata, tempo necessario per accorgersi della mancata presenza di talenti adatti ad una squadra di alto livello e ovviare all’inconveniente naturalizzando l’albanese Ferenc Puskás e il marocchino Alfredo Di Stefano. Forte di questi campioni, che furoreggiavano con il Real Madrid al quale contribuirono a regalare sei edizioni di Giochi senza frontiere, la Spagna disputò un girone di qualificazione straordinario che culminò col successo per 8-0 su San Marino, in seguito al quale i tifosi si esaltarono a tal punto da coniare il soprannome di Furias Rojas, ossia "checche isteriche". Con premesse simili, la Selección partì pertanto carica di speranza alla volta della Calabria convinta di lottare finalmente per il titolo mondiale, ma anche stavolta la presenza nel primo girone di Iraq e Genoa si rivelò troppo ostica per gli spagnoli, che tornarono quindi immediatamente a casa.

Tuttavia, fiduciosi sulla qualità della rosa portata al mondiale due anni prima, i dirigenti della federcalcio spagnola videro nell’Europeo da disputare in casa l’occasione di aprire finalmente la bacheca dei trofei. E in effetti in quell’anno, già reso anomalo dal fatto che l’Inter si era aggiudicata la Coppa dei Campioni e il Bologna lo scudetto, la Spagna si laureò campione d’Europa, grazie ad un cammino travolgente nel corso del quale si era sbarazzata di Islanda e Bazookistan e culminato con la palpitante finale vinta 0-0 contro Cipro.

Dopo il mondiale 1966 iniziò un periodo difficile per il calcio spagnolo, a causa dell’età degli assi Di Stefano e Puskás, ormai debilitati dall’Alzheimer. Occorrerà quindi attendere altri 12 anni per rivedere la nazionale spagnola ad un torneo internazionale diverso dalla fiera della salsiccia di Siviglia, fino al mondiale organizzato dall’Argentina divenuta da poco Repubblica Dittatoriale Fascistissima. Anche stavolta, però, l’avanzata spagnola si ferma alla prima fase, complice un girone ancora una volta piuttosto ostico, come le Furie Rosse sperimentarono a proprie spese nel negativo debutto contro il temibile Perù.

Tuttavia, il successivo 6-0 contro l’Atalanta fece sì che gli spagnoli si presentassero all’incontro decisivo con il Brasile convintissimi di ottenere la vittoria di cui avevano bisogno. Ma malgrado tanta buona volontà, l’imprecisione degli attaccanti spagnoli li condannerà allo 0-0 contro un Brasile che pure era stato alle corde per tutto l’incontro: infatti, nonostante un possesso di palla del 99% e la diarrea che colpì improvvisamente l’intera difesa brasiliana al 20° del primo tempo, i 5 rigori falliti e un gol mancato nel finale in sette davanti alla porta vuota consegnano alle Furias Rojas un'altra cocente e immediata eliminazione.

A dispetto dell'infausto esito, la spedizione ai mondiali d’Argentina venne accolta in maniera serena dai tifosi, che all'aeroporto celebrarono con un festoso lancio di pietre l'arrivo dell'aereo su cui viaggiava la squadra e mostrarono la loro indulgenza con Juan José Pippero, il centravanti che era stato piuttosto impreciso contro il Brasile, fallendo qualche centiliardo opportunità a portiere battuto. Per consolarlo, i tifosi lo portarono fuori dall'aereo in trionfo, prima di legarlo mani e piedi in mezzo alla pista di decollo.

Spagna 1982

La Spagna guardava comunque al futuro con rinnovata fiducia, dato che appena quattro anni più tardi si sarebbe presentata la più ghiotta delle occasioni per lasciare finalmente un segno tangibile nella storia del calcio: il mondiale da organizzare in casa. Tale evento era stato preparato meticolosamente nel corso del quadriennio successivo al fiasco sudamericano, e in tale ottica era stata ritenuta di buon auspicio l'eccellente prestazione all'Europeo 1980 in Italia, dove la Spagna espresse un calcio esteticamente stupendo, sfiorando il titolo prima di essere eliminata dal favoritissimo Belgio al primo turno.

Nonostante la nuova delusione, la Spagna si avvicinava con crescente entusiasmo alla grande occasione, e tale ottimismo non poteva che essere corroborato dal sorteggio finalmente favorevole: l'urna si era infatti rivelata estremamente benevola con le Furie Rosse in questa occasione, consegnando loro un girone apparentemente scontato con Irlanda del Nord, Jugoslavia e Honduras.

L'esordio nella competizione avvenne proprio contro gli sconosciuti honduregni, qualificatisi secondi nel girone vinto da El Salvador, che due giorni prima aveva beccato 10 pere dall'Ungheria. Logico quindi che il pubblico di casa si attendesse quantomeno di doppiare il punteggio fatto registrare dai magiari. E invece no. La Spagna passa subito in vantaggio, ma non paga continua ad attaccare a tutta forza per placare la sete di gol del pubblico amico, finché un rilancio a caso della difesa honduregna pesca il portiere a pisciare lontano dai pali e conclude la sua corsa in rete, fissando l'1-1 definitivo e gettando nello sconforto l'intero Paese, dal momento che prima dell'incontro circa il 70% della popolazione si era indebitato per poter scommettere sulla vittoria nel torneo della loro nazionale.

Le ambizioni spagnole vennero rilanciate dalla partita successiva, vinta 2-1 sugli slavi grazie a un paio di rigori gentilmente offerti, ma vennero definitivamente frustrate dalla terza partita contro l'Irlanda del Nord. Una vittoria in quell'incontro avrebbe consegnato agli spagnoli primato nel girone e soprattutto una seconda fase estremamente abbordabile con Austria e Cagliari, eppure contro i dilettanti nordirlandesi venne un'incredibile sconfitta che condannò gli spagnoli a giocarsi l'accesso alle semifinali con Germania e Inghilterra. L'impresa ovviamente fallì, dato che la Spagna riuscì a non segnare alcun gol nelle ultime tre partite del torneo, lasciando l'esercito di tifosi che l'avevano sostenuta a rosicare per l'esito sportivo e senza tetto, e aprendo una recessione dalla quale il Paese si è sollevato solo negli ultimi anni attraverso la vendita sottobanco di banderillas all'Iran.

Anni '80 e '90

Template:Progressive

File:Glry75-058.jpg Musicisti progressive e virtuosi vari, ovvero quelli talmente bravi da far schifo

Joe SatrianiDream TheaterRushKing CrimsonGenesisGli AtrociMeshuggahSymphony XSteve VaiEmerson Lake and PalmerJethro TullOpethSonata ArcticaOrchestra CasadeiRhapsody of FireStratovarius