Coccolino

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« Qualche volta Coccolino se ne va, ma qualche volta non se ne va per niente. Ti fissa dritto negli occhi: sai che ha di strano Coccolino? Ha degli occhi senza vita, sono palle nere senza luce dentro...e quando ti si avvicina non credi neanche che sia vivo, finché non ti morde. Quelle palle nere cominciano a roteare e poi, a un tratto senti un urlo acutissimo e terribile, e tutto intorno comincia a diventare rosso. E in mezzo a tutta quella schiuma e a quel casino ti arriva addosso. E comincia a farti a pezzi. »
(Capitano Quint su Coccolino.)
Locandina del film Coccolino.

Coccolino (nato Cokölyno, Rotterdam, 1958 - Arcipelago di Unilever, 2007) è stato un serial killer olandese naturalizzato italiano, nonché il padre di Ted. Tra il 1980 e il 2007 terrorizzò la popolazione italiana trasmettendo videomessaggi pirata e uccidendo nel sonno decine di casalinghe e bambini. Alla sua figura sono stati dedicati alcuni documentari e dalla sua storia è stato ispirato il film, vincitore del Premio Frittole 2008, "Coccolino" di Steven Spielberg, con Richard Gere nella parte di Coccolino.

Biografia

Coccolino in una rara foto scattata dall'Interpol nel 1992

Nato nel 1958 a Rotterdam, vive un'infanzia difficile: appena nato, a causa di una centrifuga impazzita rimane orfano di padre, mentre la madre Cocköyna, una prostituta vietnamita del luogo, muore per aneurisma sniffando colla nel 1962. Viene in seguito sconvolto dai maltrattamenti della nonnina ACE, che lo prende in affidamento. Nota maniaca depressiva e testimonial di detersivi, lo accusa di bagnare il letto e lo umilia frequentemente, punendolo con clisteri di ammorbidente. Dopo le ripetute minacce di evirazione con delle forbici arrugginite, Coccolino viene effettivamente castrato nel 1971. Ciò ne minerà definitivamente la salute mentale, oltre a fargli sviluppare l'ossessione per la morbidezza e per l'omicidio a scopo sessuale. A 17 anni fugge dalla casa dell'anziana aguzzina, distraendola con un'offerta 3x2. Per lunghi mesi sopravvive nei bassifondi di Rotterdam, compiendo piccoli furti. Qui conosce Pedobear, che in quel periodo visitava la città per turismo sessuale, e viene da lui iniziato ai segreti della sua arte e del cannibalismo infantile, strada che tuttavia non lo attira, perché poco igienica. Nel 1977 compie il suo primo omicidio ai danni del capo di una gang di spacciatori nigeriana. L'episodio sfocia in guerra tra bande e una serie di omicidi in quello che la stampa del periodo definirà Ava Connection. Braccato dalla polizia olandese, decide di scappare in Italia. Con i proventi delle sue attività illecite, nel 1979 decide di iscriversi sotto falso nome all'Università La Sapienza di Roma in Scienze della comunicazione con lo pseudonimo di Coccolino, frequentando al contempo gli ambienti della banda della Magliana e i circoli massonici in voga al periodo, cosa che gli permette di sviluppare doti esoteriche di ubiquità mediatica. Nel 1981 si laurea con una tesi in Morbistenza applicata alla pubblicità. Nel 1982 prende un master Publimedia '80 e finisce così la sua vita da studente. Nel frattempo avvia, insieme a un suo compagno di studi, Babbi, anche un'azienda di detersivi a Milano 2 grazie a capitali di dubbia provenienza.

La spirale di sangue

Giovanissimo si butta nel mondo della pubblicità, sfruttando i suoi poteri esoterici per entrare nelle case degli italiani durante brevi spot girati da lui stesso, per promuovere la sua linea di ammorbidenti, sua ossessione infantile. Da quel momento avvengono i primi omicidi del killer Coccolino, che si svolgono secondo un rituale ben determinato: le famiglie vengono costrette a 20 ore consecutive della Ruota della Fortuna, cui segue un clistere di ammorbidente per tutti e l'evirazione del capofamiglia. Nelle famiglie si scatena il panico e intorno al 1991, anche per il suo sguardo - inquietante e senz'anima - comincia a serpeggiare il sospetto che l'autore dei delitti sia lui.
Coccolino in una trasmissione pirata nel 1996.

La latitanza

Coccolino a quel punto non ha altra scelta che scappare a San Marino, continuando a trasmettere spot pirata e a uccidere e clisterare vecchie e giovani spettatori di Solletico. Una scia di omicidi e psicoreati insanguina il paese fino alla fine degli anni '90, già funestati dalle Spice Girls. L'ispettore Omino Bianco, a capo dell'operazione in codice "Bucato Mestruale" riesce nel 2000 a trovare la rete TV clandestina, e Coccolino sfugge all'arresto per un soffio. Da questo momento le apparizioni di Coccolino si fanno sempre più diradate, anche se l'Interpol cerca di stanarlo in tutti i modi.

La cattura e la morte

Nel dicembre 2006 viene ideata una trappola con una finta casalinga, per farlo uscire allo scoperto. Il piano funziona ma Coccolino, centrifugato, scarnificato e carbonizzato da una scossa elettrica, riesce di nuovo a fuggire. La nuova latitanza dura poco, perché viene individuato e fermato nel gennaio 2007 alla dogana di Sidney assieme a Sylvester Stallone[1]. Nello stesso mese viene processato, riconosciuto colpevole di pubblicità ingannevole e condannato alla pena del fisting con un abete secolare. Le sue spoglie vengono arse e riposano dal 2008 nel Dixan Cenere Attiva.

Coccolino nei media

Oltre al già citato film del 2008, Carlo Lucarelli ha girato nel 2009 due docufiction sui suoi ultimi giorni di vita.



Note