Per cazzone s'intende la tipica denominazione di chi non ha voglia di fare un cazzo. Volgarmente detto anche "perdigiorno" o "fancazzista".
È generalmente diffuso l'errore di interpretare questa denominazione come sinonimo di superdotato alla John Holmes, o peggio come sinonimo di cazzaro.
Il cazzone è un individuo completamente passivo e in balia delle situazioni del caso, fa di questa indicibile inerzia la sua bandiera. Il bioritmo del cazzone autentico prevede una sveglia a un'ora variabile tra le 14.30 e le 17.00, e l'ora di ritirata approssimativamente alle 6 del mattino. Dorme un casino. Non è gente come te ma nemmeno gente come me, si fa i cazzi suoi, e pure bene. Mio cugino quando si taglia le unghie se ne dimentica sempre qualcuna perché è troppo un cazzone. I cazzoni generalmente seguono in maniera inconsapevole i precetti della chiesa cazzolica
Derivato probabilmente dalla fusione del sostantivo celtico Capsz, ovvero pene, e dalla colorita espressione cinese Ounnimmin (che significa "spirito dotato di grande cranio dalla forma di..."), la parola cazzone avuto larga diffusione in epoca tardo romana per indicare la plebe dedita ad attività basiche, quali mangiare, dormire, segarsi e assistere a spettacolari smembramenti live di inutili cristiani. Successivamente caduta in disuso, la parola venne riscoperta durante il rinascimento quando si diffuse largamente l'utilizzo della parola cazzo in ogni ambito della vita quotidiana. Precisamente risale al 1347 uno scritto di Gigi D'Agostino nel quale il medesimo si fa beffe dei popolani, dediti a fare il cazzo.