Carlo V del Sacro Romano Impero

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(Rimpallato da Carlo V)
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« Sono padrone di un impero talmente vasto... ed ora metto due bandierine in Africa del Nord. »
(Carlo V durante una partita di Risiko)
« Parlo calabrese a Dio, sardo alle donne, friulano agli uomini e nessuno mi capisce »
(Carlo V su solitudine metafisica dell'uomo tardo-rinascimentale)

Carlo V è stato re di Spagna, Arciduca d'Austria, Imperatore del Sacro Romano Impero, playboy di corso Como, Sauron di Napoli, allenatore della nazionale italiana di calcio, marchese di Alpha Centauri, amministratore di condominio, vice-presidente di Mediaset & RAI, re di Spagna e re di Spagna, signore di un impero talmente vasto, esteso su nove continenti, che gli viene attribuita la convinzione che sul suo regno non tramontasse mai il sole, che le stelle stessero a guardare mentre Plutone si faceva i cazzi suoi.
Secondo la rivista "Storia alternativa", Carlo V era invece un addetto della tipografia "Guttemberg", piccolo, rosso di capelli, irascibile e alcolista.

Carlo V a lezione. Notare le orecchie da asino applicate da Erasmo al discepolo.

Origini familiari

Carlo era figlio di Filippo I di Castiglia e di Giovanna di Castiglia, discendenti di tutte le più fighe dinastie occidentali, quella di Mosè inclusa. In virtù di questi avi, Carlo ereditò un enorme impero e un conto in banca di 3000 fantastriliardi. I suoi possedimenti si estendevano sui nove continenti allora conosciuti: Europa, Africa, America, Antartide, Oceania, Asia, Brianza, Atlantide e Universo parallelo.
Nelle sue vene scorreva sangue delle più disparate nazionalità: tedesca, napoletana, creola, otentotta, inuit, wolof e algonkina.
La prima conseguenza dell'avere una parentela così ampia fu che la sua agenda era piena di inviti per battesimi, comunioni, cresime e matrimoni. Di conseguenza fra scelta del regalo, scelta del vestito da cerimonia e tuning della carrozza imperiale, questi impegni lo massacravano.

Piccoli imperatori crescono

Massimiliano I d'Asburgo, detto "Il figaccione", fu fautore di un'accorta "politica matrimoniale", consistente nello sposare e poi eliminare le mogli, consegnandole a un fidato servitore: il maggiordomo Heinrich Himmler. In virtù di ciò fece in modo che il proprio figlio ed erede al trono, Filippo, detto "Il babbano segaiolo", prendesse in moglie Giovanna di Castiglia, detta "La babbuina dalle lunghe orecchie flosce".
I due nel 1500 misero al mondo Carlo V, detto inizialmente "Il re dei re" e in seguito anche il "Cumenda dei Cumenda". Oltre a Carlo, la coppia generò altri quattro figli, di cui nessuno storico si ricorda perché non sono mai esistiti: Addolorata, che fu maritata al duca di Savoia Gino II detto "l'Acciuga asfissiante e nauseabonda", Nunzia che convolò a giuste nozze con il marchese di Treviso Gennaro III, detto "Il gran cornuto", Efisio che si sposò con il barone di Nizza, Roland IV, detto "Minchiadura", e Ignazio che, rimasto celibe e illibato, divenne primo campanaro della cattedrale di Beduin-city.

Foto di alcuni parenti stretti di Carlo V, durante una gita.

Carlo sarebbe divenuto in breve tempo il sovrano più potente del mondo grazie ai superpoteri ereditati da un suo avo, l'Uomo-Fungo, ma soprattutto grazie ad alcuni talismani porta-sfiga che gli permisero di partecipare in prima fila ai funerali di tutti gli altri pretendenti ai "suoi" troni. Non divenne Imperatore del Mondo solo perché gli altri imperatori impararono a evitarlo e spesero fortune spropositate per assoldare maghi e sciamani che creavano giorno e notte barriere di energia arcana a scopo difensivo.
Il futuro imperatore andò al liceo "San Sborone" di Roma. Era il classico secchione, figlio di papà, studioso, brufoloso e con tanta figa che gli andava dietro: le solite ballerine, spogliarelliste, dive porno e puttanoni ordinari. Caravaggio e Cellini, che sedevano all'ultimo banco della classe, lo bullizzavano spesso, affibbiandogli dei nomignoli poco consoni alla dignità imperiale, come "checca crucca" o "stronzo di merda". Dopo essersi fatto accompagnare dal reggimento ulano di Koenisberg, questi gustosi epiteti diminuirono, fino a cessare definitivamente allorché il brigadiere maggiore Schwarztibien usò Caravaggio come sturacessi e il giovane Cellini come giocattolo sessuale passivo.
Finalmente, il 5 gennaio 1515, a Bruxelles, Carlo fu dichiarato maggiorenne e proclamato nuovo Duca di Tutto. Dal quel momento in poi i titoli si accumularono ad un ritmo frenetico. Alla fine della sua carriera politica i titoli erano talmente numerosi che occupavano uno spazio equivalente alla Spagna più San Marino[1].
Ai precedenti impegni con i familiari si aggiunsero ora i riti per le incoronazioni. Le corone che Carlo V doveva portare erano talmente tante che a 16 anni aveva perso tutti i capelli e a 18 aveva un solco regolare fra la nuca e la fronte. La prima corona importante fu quella di Spagna, campione dei mondiali di Pallacorda 1520-1524-1536-1540.
Nel 1516 Erasmo da Rotterdam accettò l'incarico di "consigliere e baby sitter" di Carlo V. Egli, in una lettera inviata a Martin Lutero, si dimostrava alquanto perplesso circa le effettive capacità intellettuali del principe. Il sospetto che fosse leggermente ritardato venne ad Erasmo allorquando Carletto risultò conoscere la tabellina pitagorica solo fino al numero due (escluso).
A tal proposito si veda cosa confidava Erasmo al suo boy-friend Pico della Mirandola:

« Mai in sulla terra si è visto un ragazzo di tali irrisorie capacità mentali. Insegnargli qualcosa sarebbe come cercare di istruire un rospo all'arte della pittura su ceramica. »

Una volta ereditato il trono di Spagna, Carlo aveva necessità di essere riconosciuto Re dai propri sudditi, in quanto era pur sempre un Asburgo. La richiesta avanzata in tal senso il 21 marzo 1516 venne rifiutata. Carlo V ripropose la stessa richiesta dopo aver squartato 20.000 spagnoli. Questa volta la richiesta fu subito accettata.
In quegli stessi anni Erasmo venne licenziato perché si rifiutava di raccontare al re la favola della buona notte. Fu assunto un certo Mercurino da Gattinara, che si faceva pagare poco a causa del suo nome da pagliaccio. Poco dopo, alle 8 e 32, Carlo si dovette recare in Germania perché era stato pure eletto Imperatore e c'era una fila impressionante di battone e principesse che volevano fare "amore lungo lungo" con lui. Vi erano altri pretendenti al trono, ma Carlo tirò fuori i suoi amuleti e quelli tirarono le cuoia.
In seguito Carlo I prese il potere anche in Austria, Lombardia, Val di Susa, Le valli di Comacchio, l'Albania, Pizzighettone e iniziò a rivendicare la proprietà dell'India, dell'Oceano Pacifico, della costellazione di Ariete e del continente sommerso di Atlantide.

La conquista del Potere

Carlo V sfoggia la tipica "testa piatta in 2D" ed un classico borsalino nero porta-sfortuna.

La scomparsa prematura di tutta la discendenza maschile della dinastia castigliano-aragonese, unitamente alla scomparsa prematura del padre Filippo "il babbano segaiolo" ed alla infermità della madre Giovanna di Castiglia detta "la babbuina dalle lunghe orecchie flosce", fece sì che Carlo V, all'età di soli 19 anni, risultasse uno dei più grandi menagramo della storia, subito dietro Cassandra e il mago Otelma.
Gli inglesi che non credevano a queste panzane scaramantiche desideravano una sua visita ufficiale ma quando giunse a Canterbury, non riuscirono a trattenersi e lo accolsero con ghirlande di aglio mentre gli facevano le corna con le mani. Nonostante queste precauzioni appena disse: "mmh, credo che pioverà", sullo Yorkshire si abbatté un diluvio che per potenza e massa d'acqua precipitata, fu subito equiparato al diluvio universale.
Carlo V, nel 1520, si trovò di fronte al problema rappresentato da Martin Lutero. I due si incontrarono alla dieta di Worms dell'aprile 1521. Carlo V tentò anche con lui i suoi poteri ma Lutero era difeso da alcuni Arcangeli che avevano abbracciato il Protestantesimo e nulla poté fare se non procurargli una leggera infezione al pollice.
Carlo V, nel corso della storia, dovette fronteggiare sempre due "cagacazzo interstellari", come erano da lui chiamati, Francesco I di Francia, detto "Il Grande Cagacazzo" e Solimano l'Ottomano, detto "Il Piccolo Cagacazzo".
In Castiglia intanto scoppiò la rivolta dei comuneros, antesignani dei comunistos. In Aragona si sollevò la "Germanìa", una associazione che si era data questo nome per confondere le acque. Come al solito, Carlo, indossando il vestito nero della "Scalogna maledetta", confezionato per lui direttamente da Marco Masini, riuscì ad avere la meglio su queste rivolte.
Quest'epoca è anche famosa per il sacco di Roma, uno speciale sacco di juta molto capiente con il quale si poteva andare a fare la spesa. I Lanzichenecchi lo usarono per andare al primo Ipermercato della storia, chiamato appunto "Roma", dove venivano praticati prezzi molto concorrenziali. Chi fossero questi Lanzichenecchi non è chiaro, però il nome, che è come uno scioglilingua, viene universalmente utilizzato per curare la dislessia.
In ottemperanza ai patti sottoscritti a Cambrai, nel 1530, a Bologna, Clemente VII incoronò Carlo V per l'ennesima volta, come Re d'Italia e dell'Inciucia, con la Corona Ferrea. Nei giorni successivi fu incoronato altre 87 volte, riuscendo così ad entrare nel Guiness dei primati come capo di stato più incoronato al mondo.

L'apoteosi del potere

L'anno 1530 costituisce per Carlo V una svolta significativa, in quanto iniziò la Dieta di Augusta, una dieta a base di funghetti allucinogeni e panzerotti, studiata appositamente per lui dall'equipe dello Chef Tony in collaborazione con Antonella Clerici. Durante le sessioni della dieta si confrontarono i cattolici e i protestanti per trovare un compromesso alle loro rispettive fedi. A causa di alcune piccole divergenze di fondo, come ad esempio che tipo di salotto avesse Dio in Paradiso, la Dieta si concluse con una rissa epocale e l'intasamento del Pronto Soccorso di Colonia.
All'inizio degli anni trenta, sia Carlo V sia Francesco I cominciarono ad attuare la cosiddetta "politica matrimoniale" attraverso la quale le dispute sui confini non venivano più intraprese dagli ambasciatori ma dalle moglie e le figlie dei detentori del potere regale. Costoro si esibivano in lotte nel fango molto eccitanti con in capo le loro scintillanti coroncine. Il Sultano Ottomano non volle però partecipare a questo spettacolo, che secondo la sua personalissima opinione era "blasfemo, indegno e praticato solo dai crociati pippaioli".
Questa mossa provocò la decisione di Carlo V di intraprendere una campagna militare contro i musulmani in Nord Africa, che si concluse, nel 1535, con la conquista di Tunisi, la sconfitta delle truppe Ottomane e il successivo svolgimento di una battaglia nel fango con le figlie del Sultano. Le figlie del sultano intervistate al termine del match dichiararono che non si erano divertite mai così tanto.[2]
Intanto così come il tempo passava, Carlo V passava di guerra in guerra, di corona in corona, alternando un battesimo a una cresima a un matrimonio. Una vita tutto sommato noiosa, condotta noiosamente da un imperatore piuttosto noioso.

IL Concilio di Trento

Carlo V ritratto mentre si tocca i genitali a scopo purificatore e/o jettatorio.

L'epoca di Carlo V è famosa anche per il Concilio di Trento. Il Pontefice Paolo III, infatti, convocò un Concilio ecumenico nella città di Trento, i cui lavori furono ufficialmente aperti il 15 dicembre 1545. Fu un Concilio importante durante il quale i vigili urbani protestanti si esercitavano nel dire ai vigili urbani cattolici "Cosa fa? Concilia?" e viceversa. Il Concilio durò 1200 anni vaticani. Al termine del Concilio, i vigili urbani cattolici furono premiati con il primo premio e i protestanti furono derisi pesantemente con lazzi e frizzi. La batosta fu così tremenda che in Germania, nei successivi trecento anni, nessuno pagò più le multe.

Gli ultimi anni

Carlo V cominciò a sentirsi superato il giorno in cui suo nipote iniziò a smanettare su un libro stampato. "Questi ragazzi sono proprio versati per le nuove tecnologie". Questo fu il suo commento ed iniziò a meditare di ritirarsi in un sexy shop. Durante gli anni del sexy shop scrisse "Il libro meridiano delle mie frasi famose". Il critico d'arte dell'epoca, il Vasari, coadiuvato da un giovane Philippe Daverio, lo definì un orpello antiestetico ovvero una cazzata gigantesca. Alla sua morte una grande folle partecipò al funerale. Nel corteo c'era un cartello giallo con una scritta in rilievo, diceva "Addio Carlo V, con te se ne parte il Medioevo".

Curiosità

  • Carlo V per motivi di etichetta non poteva manifestare espressioni di rabbia, di gioia, di tristezza. Suo nipote, Maramaldo Von Schellerat, che lo sapeva ne profittava per dargli, durante le cerimonie ufficiali dei dolorosissimi pestoni.
  • Carlo V ebbe sempre come modello ideale l'imperatore Palpatine.

Note

  1. ^ Fra i titoli meno conosciuti di Carlo V ricordiamo quello di Gran Gelataio di Copenaghen, Emerito Fancazzista di Belluno, Ufficiale superiore dell'Ordine del Fotty-Fotty.
  2. ^ Secondo alcuni storici la battaglia nel fango si concluse con lo strap-on delle figlie del sultano a cura delle figlie di Carlo V.

Voci intramontabili