Lanzichenecchi

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Se non fosse per le piume, i frappalà e il vestito di organzino, farebbero davvero paura.

I lanzichenecchi erano soldati mercenari di fanteria, arruolati da Legioni tedesche del Sacro Romano Impero.
A dispetto delle vesti da drag queen erano feroci e combattivi, praticamente dei Platinette con le palle e il carattere di Darth Vader.
Tra la fine del XIV secolo ed il XVI secolo divennero famosi: per la loro efficienza militare, la crudeltà nei confronti dei nemici e per i vestiti, che andarono a ruba tra i gay dell'epoca. Alla loro figura si ispirano alcuni detti:

« L'abito non fa la carogna. »
(Motto popolare del tardo medioevo.)
« Arrivano i Lanzi! Dio ci salvi il cacapranzi! »
(Motto toscano del medioevo, più prudente e meno tardo del precedente.)

Furono impiegati durante il sacco di Roma nel 1527, evento traumatico che lasciò come strascico fame, pestilenza e una terribile allergia a taffetà e chiffon.

Origine e cenni storici

Il sacco di Roma.

Secondo gli esperti di linkua teteska il nome deriva dal termine Landsknecht, cioè "servo della terra", ossia contadino feudale. Ciò non ha mai convinto del tutto Manfred Bürkwaldt, titolare della cattedra di Sopraffazione dei pusillanimi presso l'Università Erwin Rommel di Dresda. È sua opinione, che ci sentiamo di condividere perché sua moglie è una bella gnocca, che il termine originario sia invece Lanzkernel, cioè "lancia nocciolo", riferito alla micidiale tecnica di mangiare ciliegie durante i combattimenti e accecare i nemici sputandogli il nocciolo negli occhi.
Di sicuro appartenevano comunque ad un umile ceto sociale perché: chiunque debba vestirsi da pirla, e rischiare la vita ogni giorno, lo farebbe solo se ha davvero fame. Il loro motto di battaglia era infatti:

« Si va in guerra e si fa a spadate, per i würstel e le patate. »
(Canto lanzichenecco del XV secolo. Autore ignoto.)
Giovanni dalle Bande Nere nella sua irritante armatura monocolore.

Vennero istituiti da Massimiliano I sul modello dei mercenari svizzeri, che erano però più esili di corporatura, tanto che i pantaloni strizzavano parecchio le palle. Che questo abbia contribuito ad accrescerne la ferocia, specie durante la pugna, non è mai stato accertato.
Durante il sacco di Roma, quello del 1527, furono particolarmente astiosi. In maggioranza luterani, si dilettarono in barbarie inenarrabili[1] spinti dal loro odio verso Roma, che consideravano papista e corrotta. Una visione premonitrice di squallori come i Patti Lateranensi e Mafia Capitale.
Nel corso della loro calata verso Roma, guidati da Georg von Frundsberg (elegantissimo col suo tutù a balze in tulle), vengono affrontati prima di attraversare il Po dalle milizie guidate da Giovanni dalle Bande Nere. Quest'ultimo resta ucciso nello scontro, colpito con particolare accanimento perché la sua armatura era troppo austera e fuori moda. L'ultimo baluardo era rappresentato dal duca di Urbino, potente condottiero che aveva promesso di intervenire, un uomo che probabilmente vantava discendenza diretta da Giuda, cosa che in seguito costerà quasi la pelle a Lorenzo de' Medici.
Famosa anche la calata su Mantova del 1630, nella quale 36.000 lanzichenecchi causarono circa 130.000 morti, dividendosi il successo con la peste. Per la città fu una catastrofe, seconda solo a quella provocata dal terremoto del 2012, che mandò in malora mezzo milione di forme di parmigiano.

Organizzazione

Dopo aver passato la visita medica, che prevedeva la sopravvivenza ad un cazzotto in testa, i reclutati venivano inquadrati nelle singole compagnie. Prima dovevano però firmare la "lettera di impegno" composta da 37 pagine: nella prima venivano definiti paga, incarico e durata del servizio; le altre erano il capitolo vestiario.
In base al ruolo, e alle armi portate, veniva definita la paga mensile, genericamente distinta tra soldo (Söldner) e doppio soldo (Doppelsöldner). All'epoca il guadagno medio dei contadini era meno di un fiorino, il soldo era fissato a quattro. La cadenza mensile però seguiva le regole del Calendario avulso di Baumgärtner, in vigore solo nella Polosvacchia. La paga veniva quindi incassata ad aprugno, magosto, settobre e novaio, ma solo se la vacca alsaziana dell'imperatore era gravida. Il bottino scaturito dai saccheggi diventava a quel punto fondamentale.

Efficienza teutonica unita ad una classe squisita.
  • Figure pagate a Doppelsöldner
    • Fuciliere: pagato il doppio per via del rischio, quello di vedersi esplodere in faccia l'economico archibugio di fabbricazione cinese.
    • Pifferaio: esperto con tutti i tipi di flauti, assolutamente necessario in assenza della puttana di truppa.
    • Lanciere: che usava la sua arma per cuocere il porceddu pattaggharragghiu allo spiedo. Doveva vantare almeno un avo biddaio.
    • Capitano: uno dei pochi dotati di corazza integrale al posto del pastrano in fustagno.
    • Furiere: incaricato di... niente, il solito raccomandato nipote di qualche colonnello. Figura che sopravvive ancora oggi, in tutti gli eserciti.
    • Alabardiere: uno dei più sfigati, perché doveva portare un'arma leggera e maneggevole come un palo della luce.
    • Tamburino: dettava i tempi e le strategie di battaglia. Nei momenti particolarmente cruenti suonava l'assolo di The mule, riproposto in seguito dal batterista dei Deep Purple.
    • Alfiere: tenuto molto in considerazione dalla truppa. Era scelto tra i più codardi, quando si metteva male e lui scappava era facilissimo identificarlo in mezzo alla baraonda.
    • Maresciallo: a capo della sua brigata. Oggetto di scherno e barzellette come quello dei Carabinieri.
    • Vorschub: era il cicisbeo della truppa, indispensabile per consigliare l'abbinamento dei colori degli abiti e gli accessori[2].
  • Figure pagate a Söldner
    • Quartiermeister: incaricato di assegnare gli alloggi. Arrotondava ospitandoci turisti di passaggio.
    • Hurelweiber: addetto alle salmerie[3].
    • Pfenningmeister: addetto alle paghe. In genere, considerando il livello medio di istruzione in circolazione, diventava schifosamente ricco in un paio di anni.
    • Feldartz: medico di campo, più simile a Caronte che ad un dottore. Per un solo söldner ti ammazzava velocemente, senza farti soffrire.
    • Scrivano: solitamente analfabeta, tanto chi se ne accorgeva?!
    • Prevosto: facente funzioni di polizia militare. Era amato dalla truppa quanto marciare scalzi sulla ghiaia durante un temporale.
    • Scudalscio: il giudice. Risolveva le questioni legali facendo testa o croce, un temibile deterrente per i malintenzionati.
    • Brüst: che svolgeva il compito di boia. Simpatico come l'alopecia areata, mangiava in solitudine e marciava da solo in fondo alla colonna. Cosa che gli permetteva di salvare la ghirba senza problemi.
    • Vivandiera: pagata per fare la porchetta.
    • Prostituta: pagata per fare la porca.
21 aprugno 1630: Mantova dopo il passaggio dei lanzichenecchi.

Armi e combattimento

I Lanzichenecchi combattevano usando la picca, un sasso, l'alabarda, la capocciata sul setto nasale, l'archibugio, la spada, una tirata ai capelli, il pugno in faccia, lo sputo in un occhio, il maleppeggio, il calcio rotante nei testicoli, gli insulti alla mamma e il Kriegsmesser, una grossa scimitarra usata anche per depilarsi le gambe.
Si schieravano in grossi quadrati, imitando la falange macedone e lo schiltron scozzese, tecniche che in passato avevano quasi cancellato le due razze dalla faccia della Terra. Una volta arrivati a contatto col nemico il quadrato si apriva, vomitando fuori una furia omicida tipica dei serial killer e di alcuni grossi predatori preistorici come i dinosauri nazisti.

Curiosità

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  • I Lanzichenecchi sono gli inventori del gioco d'azzardo chiamato zecchinetta, vietato da una risoluzione ONU del 1964 in tutti i Paesi membri.
  • Compaiono varie volte nel romanzo I promessi sposi di Alessandro Manzoni, quasi sempre facendo: "Buh!!"
  • La Loggia della Signoria a Firenze è detta anche Loggia dei Lanzi, quei ganzi ci facevano i pranzi e non lasciavano avanzi, anzi![4]
  • Nel Luglio 2023 sono coinvolti in una querellitidine attaccata dal rancoroso Alain Italo Elkan, che li taccia di averne proditoriamente turbato il viaggio ferroviario "Caserta-Benevento" (via Roma e Foggia). Per tutta risposta, il prode condottiero Iphonico delle Braghe Nere affida ai posters la seguente minaccia: "Il signor Alen der Can, la 'Recchia del Tempo in Ritardo' se la può infilare in un vagone dell'Orient Express, a lume di un lume Swaroskato e con addosso una camicia da notte di chiffon - che se lo incrocio di nuovo sul Caserta-Benevento, gli lancio il pedalino di sfida (che co sto caldo i guanti, sti quarzi!) e lo sfodo a singolar tenzone stilografica nel bel mezzo del corridoio!"

Note

  1. ^ ci tratteniamo a stento dal dirle
  2. ^ piume, boa di struzzo ed orecchini
  3. ^ poi si cerca con comodo
  4. ^ Chiusa di dubbia fattura, ce ne dovremmo vergognare.

Voci correlate