Squall Leonhart

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« Ho sognato di essere un cretino. »
(Squall Leonhart in una delle poche volte che ha avuto ragione)
« ...perché dipendere dagli altri? Possiamo risolverli da soli i nostri problemi. Ho vissuto fino ad ora senza aiuto. Ho mandato giù tutte le cose brutte e ho tirato avanti fino ad oggi da solo. Quando ero bambino non potevo fare niente da solo. Mi sono dovuto fidare della gente. Esisto perché altre persone sono esistite prima di me. Ma io vivo bene da solo... I mezzi per cavarmela ce li ho e non sono più un bambino... È una bugia, non capisco niente! Sono così confuso... Vorrei non aver bisogno di nessuno. Ma come potrei mai riuscirci? Ditemelo... ... Ditemelo! Vuol dire che forse anch'io ho bisogno di qualcuno? »
(Squall Leonhart mentre pondera sul suo destino)
Il virile modello a cui si è ispirato Nomura per creare Squall.

Squall Leonhart è il protagonista di Final Fantasy VIII, nonché uno dei tanti personaggi presenti nella saga di Kingdom Hearts[1].

Non solo; Squall è l'idolo ed il modello di tutti i truzzi e bimbiminkia del mondo di Final Fantasy, i fun Nomuriani. Costoro, per qualche motivo inconcepibile per ogni essere umano sano di mente, tendono difatti ad identificarsi in lui.

Final Fantasy VIII

   La stessa cosa ma di più: Final Fantasy VIII.
« Squall è il mio eroe... Vorrei essere come lui... »
(Un ragazzino con problemi di socializzazione)
« Squall è un figo, lo amo! »
(Una Fungirl a caso)
« Che dire di Squall... È un personaggio decisamente complesso inserito in un contesto che contribuisce sensibilmente ad accrescere lo spessore emotivo del personaggio. »
(Un fun acculturato che cerca disperatamente di trovare un senso al personaggio)
« Squall? E chi sarebbe? Il protagonista del gioco? Ma dai! Io ero convinto che si chiamasse Sigfrido! D'altronde, parla così poco quel ragazzo... Non ha nemmeno detto il suo nome... »
(Un giocatore di passaggio)

Il meraviglioso carattere

Squall è l'eroe di grandi, piccini e tardoni di mezza età.

Nel gioco in cui è protagonista Squall si presenta l'incarnazione del tipico adolescente medio, con le classiche difficoltà nell'accettarsi e nel farsi accettare.

Oltre alla mancanza di originalità, non sembra essere un pessimo personaggio; purtroppo in Squall le turbe adolescenziali sono portate agli eccessi. Il buon protagonista presenta infatti un disturbo comportamentale che, sebbene sia comprensibile in un bambino, in un nerd o in un otaku, risulta un po' fuori luogo in un personaggio che ha quasi raggiunto l'età adulta; per giunta, si tratta d'un individuo che fa un lavoro che comporta una certa responsabilità.

Vediamo dunque in cosa consiste questo scompenso caratteriale.

Come sa chiunque conosca un minimo della storia di Final Fantasy VIII[2], Squall è un orfano, che ha perso, oltre ai genitori, anche la sorellastra[3]; invece di mettersi a cercarli, come avrebbe pensato di fare qualunque persona normale, il giovane mercenario in erba ha deciso che l'unico modo per evitare di soffrire nuovamente a causa della perdita di persone per lui care, sia quello di mandare a fanculo chiunque tenti un approccio amichevole con lui.

Che dire, un genio.

Il modus operandi

Il nostro eroe applica pedissequamente gli stessi schemi comportamentali a qualunque occasione, rendendo facile la sintesi del suo modus operandi in una manciata di fasi.

Fase 1
Le pippe mentali

Quando qualcuno tenta di comunicare con Squall, il giovane, invece di rispondere, inizia un monologo interiore. I temi più frequenti sono la sofferenza, il dolore, l'insofferenza verso il prossimo e le mutande troppo strette. Questi monologhi durano diversi minuti. L'interlocutore, nel frattempo, si chiede se Squall sia sordo o soltanto scemo.

Fase 2
La fanculizzazione

Terminato il monologo, Squall passa all'attacco, ed inizia a tentare di sbarazzarsi del suo interlocutore. Mentre coi personaggi meno insistenti il giovane si limita a silenzi o monosillabi, con gli avversari più temibili, si ritrova costretto a passare alle armi pesanti; ecco che il nostro eroe partorisce una risposta degna della peggior donna single di mezz'età sotto ovulazione.

Fase 3
La fuga

Se l'interlocutore è ancora presente dopo la seconda fase, allora è Squall che batte in ritirata. Utilizzando una scusa banale, tipo "Non ne sono capace.", "Mi stai profondamente sul cazzo." o "Mi spiace, ma sono omosessuale." il giovane abbandona la conversazione ed il posto, completando la sua opera umano-repellente.

Ovviamente, tutte queste ciance non servono a nulla senza un paio di esempi pratici. Diamo dunque un'occhiata ad alcune manifestazioni d'amore tipiche di Squall.

A tavola

Rinoa: Squall, mi passi il sale?
Squall: (Ommioddio, di nuovo?)
Rinoa: Squallino, dai, passamelo, l'insalata è insipida.
Squall: (Perché non lo chiede al tizio seduto vicino a me?)
Rinoa: Ok, guardami negli occhi: pas-sa-mi-il-sa-le!
Squall: (Mi ha preso per un ritardato?)
Rinoa: Su, Scuoll, passamelo, dai!
Squall: Non posso farlo.
Rinoa: Eh? E perché?
Squall: ...
Rinoa: Ehi? Ci sei?
Squall: Possiamo vivere da soli. (Squall si alza e se ne va improvvisamente)
Rinoa: Oh, quanto lo amo.

Bambini, non imitate il nostro eroe, atteggiamenti come questi sono pericolosissimi! Una ragazza normale, dotata di accesso a tutte le proprie funzioni cerebrali, di fronte ad un atteggiamento del genere avrebbe certamente piantato la saliera nell'ano del malcapitato.

Al parco

Zell: Ehi, Squall, andiamo a staccare rane morte dall'asfalto con Irvine!
Squall: (Perché proprio io?)
Zell: Ehi, sei sordo?
Squall: (Dovrei andare? Rischio di ferirmi di nuovo...)
Zell: Forse si è offeso per qualcosa.
Squall: (No, non posso.)
Zell: Yu-hu?
Squall: ...
Zell: Eh, sì, questo ragazzo deve passare meno tempo da solo al bagno...

La sindrome di Squall

Il disturbo comportamentale consistente nel mandare a fanculo tutti, indiscriminatamente, in modo da stroncare sul nascere ogni tipo di sofferenza è così peculiare che è stato riconosciuto come vera e propria malattia da un branco di scienziati giapponesi, in seguito ad un difficilissimo torneo di burraco. Inutile dire qual è il nome di tale malattia[4]. Nonostante colui che ha effettivamente reso pubblico tale disturbo psicofisico sia stato Shinji Ikari, l'unico ad aver reso la gente desiderosa di contrarlo è stato il protagonista di Final Fantasy VIII.

Gli individui affetti dalla Sindrome di Squall si riconoscono facilmente in quanto parlano per monosillabi, abusano dei puntini di sospensione e ricorrono a qualunque tipo di autotortura pur di non ridere in pubblico. Il tutto, con il costante sforzo di attirare quanta più attenzione possibile e contemporaneamente cercare di isolarsi. Cosa che genera un notevole paradosso, del quale parleremo a breve.

Visto che per qualche motivo ancora non reso noto otaku e bimbiminkia sembrano gradire alquanto tale carattere nei protagonisti, spesso e volentieri gli sviluppatori di anime e videogiochi infilano personaggi simili nelle loro creazioni, fomentando così lo sviluppo e la diffusione della malattia.

Ecco alcuni esempi di personaggi affetti dalla Sindrome di Squall:

Il paradosso di Squall

Perché un personaggio che vanta questo carattere riesce ad essere considerato figo da individui di entrambe i sessi? Probabilmente una minuscola quantità di individui lo adora per il suo carattere. Semplice: per via del look. Essendo infatti Squall vestito con capi che potrebbero benissimo sembrare parte della collezione non esistono più le mezze stagioni di D&G o Gucci, è naturale per lui suscitare l'ammirazione di truzzi e l'invidia di ogni genere di sfigato. Inoltre il suo aspetto androgino, ereditato dal suo modello Gackt, lo rende irresistibile per ogni genere di Fungirl.

La coesistenza del carattere e del look di Squall fu un un vero e proprio paradosso, plausibile soltanto perché si trattava d'un videogioco; nel mondo reale, nessun nerd socialmente disturbato avrebbe pensato di andare in giro vestito da truzzo.

Beh, ovviamente all'epoca non esistevano ancora programmi televisivi come La pupa e il secchione o mode che fondessero sociopatia, nerdismo ed abiti truzzi in un'unica, grande tendenza.

L'idolo delle masse

Se siete come lui, riponete ogni speranza; neanche il Paradosso di Squall vi può salvare.

Squall viene considerato un idolo, un modello da imitare da numerosissimi adolescenti; è naturale chiedersi il perché. La causa è forse il suo carattere? O il suo look? La risposta esatta in realtà è molto, molto più ampia. I giovani amano Squall perché è fonte di speranza.

Insomma, se un individuo insicuro, incapace di fare altro se non farsi trascinare dagli eventi come lui è riuscito a riprendersi dalla sua crisi adolescenziale ed a mettersi con una dolce e bellissima ragazza come Rinoa[5], ce la può fare chiunque. Può farcela persino il peggior otaku...
Anche tu!
Allora? Cosa fai ancora qui, davanti al PC?
Sbrigati! Cospargiti, ungiti di truzzità ed esci! Vai a comportarti da zitella acida alla prima festa in cui riesci ad imbucarti! Vedrai, a forza di monosillabi e silenzi imbarazzanti, la tua vita cambierà, ed in meglio!

Kingdom Hearts

« Che nome cazzuto... »
(Mathilda su Léon)

Il nostro giovane eroe, dopo essere stato protagonista di Final Fantasy VIII, è stato riciclato per sfruttare la sua popolarità nei bimbotruzzi ed infilato in un'altra saga della Square-Enix, ossia Kingdom Hearts.

A dire il vero, lo Squall che incontriamo qui è completamente diverso come personaggio, poiché, sì, ha un carattere da solitario, ma non lo stesso atteggiamento; più che una zitella acida od un sociopatico, il giovane sembra infatti il protagonista d'un qualunque film catastrofico americano. Niente odio, desiderio di morte e solitudine; niente sfiga, insomma.

Inoltre, forse a causa d'un litigio col barbiere, vanta un taglio di capelli meno sfigato, e decide di farsi chiamare con un nome diverso dal suo: Leon. L'idea che si tratti d'un sosia svanisce appena lo si vede utilizzare la sua arma assurda; in realtà il cambiamento di Squall/Leon è sia necessario al fine di nascondersi che dovuto alla felicità dell'aver sperimentato la gioia dell'essere vivo.

Ossia, la gioia d'essersi finalmente tolto Rinoa dalle scatole.

Inutile dire che gli adolescenti che si erano identificati nel vecchio Squall musone e sociopatico, si sono sentiti non poco traditi dal suo cambiamento; sparito il suo gioviale carattere ed il suo incomprensibile odio per il mondo intero, è sparito anche ogni motivo per identificarsi in esso. Per questo molti Fun Nomuriani fingono che Leon non esista.

Note

  1. ^ Alcuni tra i Soliti invidiosi sostengono che sia il peggior personaggio della storia dei videogiochi, ma noi, ovviamente, non gli diamo peso.
  2. ^ Se non la conoscete, niente paura. Non vi siete persi molto.
  3. ^ Letteralmente. Madre a parte, non sono morti, se li è proprio persi.
  4. ^ Insomma, non è che mettiamo i titoli a casaccio, vi pare? Eh? EH? EH?
  5. ^ Ancora una volta, i Soliti invidiosi sostengono che in realtà costei sia un'immensa rompiballe. Sempre a rompere i maroni 'sti invidiosi, oh.

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