Servizio sanitario nazionale
Il Servizio sanitario nazionale (sigla SSN[1]), nell'ordinamento giuridico italiano, identifica il complesso delle funzioni, delle attività e dei servizi assistenziali gestiti ed erogati[da verificare] dallo Stato italiano. Il diritto alla salute[2] trova fondamento nell'art. 32 della Costituzione, il fatto che si esaurisca in due striminzite frasette la dice lunga sull'importanza data a tale questione.
Secondo una ricerca dell'OMS, risalente al 2000, l'Italia aveva il secondo sistema sanitario migliore del mondo, sia in termini di efficienza di spesa, sia per quanto concerne l'accesso alle cure pubbliche da parte dei cittadini, specie da quando ci sono le porte ad apertura automatica, quelle che se c'è una fila all'ingresso ti prendi una polmonite perché continuano ad aprirsi. Il dato è emerso nel corso di una discussione riguardante la liberalizzazione della marijuana ad uso terapeutico, quindi accogliamolo con un prudente scetticismo.
Nel 2014, secondo una classifica che ha riempito di orgoglio Matteo Renzi, risultava terza nel mondo per deficienza della spesa.
Il servizio era conosciuto in passato col nome di Mutua, ma dire "sono in Cassa Mutua" sembrava come stare con un piede nella bara. Si è deciso allora di cambiagli nome, anche se in sostanza il pericolo è rimasto lo stesso.
Storia
Prima della sua istituzione il sistema assistenziale-sanitario era basato su numerosi "enti mutualistici", chiamati anche "casse mutue". Il più importante tra essi era l'INAM[8], in origine Ente mutualità fascista, voluto espressamente da Mussolini e da chi ci avrebbe "intinto il pane". Da esso dipendevano altre piccole mangiatoie[9], ciascuna dei quali competente per una determinata categoria di lavoratori, che garantivano l'assistenza ospedaliera. Fu subito evidente una certa disomogeneità delle prestazioni assicurate, si andava dalla stanza privata con troia (offerta agli avvocati), alla carriola in un ex sanatorio per lebbrosi (riservata agli edili). In alcuni casi alcune mutue potevano arrivare perfino alla mancata copertura, pur garantendo tutte la sepoltura.
Ovviamente, con l'introduzione del Servizio sanitario nazionale tutti questi enti sono spariti. Col cazzo!
Si sono trasformati in istituti assicurativi privati, più o meno. La cassa mutua privata degli onorevoli, riservata anche agli ex parlamentari, ai familiari e ai beneficiari "di quota" del vitalizio[10], ci costa... (certo che paghiamo noi, cosa credevate?!)... circa 10 milioni di euro all'anno. Questa particolare assicurazione sanitaria, conforme alla normativa europea[fonte Pinocchio], provvede alle cure mediche ed ospedaliere, al frequente e necessario ricovero in centri per la cura dello stress, alle cure per l'irrigidimento inguinale e per tutti quei fastidi che richiedono interventi fisioterapici particolari. Tutto questo in strutture convenzionate nelle quali anche il normale cittadino può accedere, vendendo la propria figlia ancora vergine ad uno sceicco arabo.
La legge 296 del 13 marzo 1958, emanata durante il Governo Fanfani II, istituì il Ministero della sanità e riformò il sistema ospedaliero secondo la logica del gioco delle tre carte:
- gli ospedali divennero enti pubblici a tutti gli effetti, col conseguente "balletto" delle cariche politiche;
- estinse i debiti accumulati dagli enti mutualistici nei confronti degli enti ospedalieri[11];
- diede il via alla grande abbuffata generale in ambito sanitario.
Per vent'anni tutto filò liscio, i vari governi della Democrazia Cristiana garantirono stabilità e foraggio abbondante.
"Perché fu necessario riformare tutto daccapo ed arrivare al Servizio sanitario nazionale?"
Questa è una buona domanda.
Era il 1978, eravamo al Governo Andreotti IV, l'anno del compromesso storico. Il PCI era inarrestabile e continuava a guadagnare consensi, la DC rischiava di capitolare e perdere il Paese. Il loro presidente Aldo Moro tese la mano al nemico di sempre, quel comunistaccio di Enrico Berlinguer, fu il suo ultimo errore. Il 9 maggio lo statista fu trovato privo delle fondamentali caratteristiche che definiscono un essere "vivente", qualcuno afferma per colpa delle Brigate Rosse. Il dubbio è lecito, specie per gli appassionati di gialli. Il Tenente Colombo si sarebbe fatto subito la classica domanda: "Chi ci ha guadagnato dalla sua morte?" I comunisti non molto, videro ricompattarsi la DC e stringere alleanze con altri partiti, garantendosi così gli anni a venire. Il 23 dicembre 1978 fu approvata la legge n. 833, grazie anche ai voti di Repubblicani e Socialdemocratici, che soppresse il sistema mutualistico ed istituì il SSN con decorrenza 1 luglio 1980. La data non fu certo buttata lì a caso, bisognava infatti attendere che si formasse il successivo Governo Andreotti V (20 marzo 1979), che confermò la coalizione formata da
DC, PSDI e PRI, nonché le nomine promesse nella nuova struttura.
Struttura
Il Servizio sanitario nazionale non è un'unica amministrazione, ma un insieme di enti ed organi che concorrono al raggiungimento degli obiettivi di tutela della salute dei cittadini, nonché a soddisfare il crescente fabbisogno di poltrone per i politici. Lo compongono infatti:
- il Mi
nistero della salute, che coordina il piano sanitario nazionale, ossia il modo in cui sarannosperperaspartiti i soldi dei contribuenti; - il Consiglio superiore di sanità (CSS) formato a sua volta da:
- l'Istituto Superiore di Sanità (ISS)
- l'Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza del Lavoro (ISPESL)[12]
- l'Istituto Superiore A Qualcos'altro (ISAQ)
- l'Istituto Non Inferiore A Nessuno (INIAN)
- l'Istituto Arrivato Secondo per Sfiga (IASS)
- l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Age.na.s.)
- l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari del tuo Condominio (Age.na.c.)
- l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari dei Vendicatori (Age.of.Ultron.)
- gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS)
- gli istituti di ricovero e cura a carattere comeceviene (IRCCC)
- gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali[13]
- l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)[14]
- i "servizi sanitari regionali", che a loro volta comprendono:
I fondi
Per svolgere questo importante servizio ovviamente servono soldi, una fracca[16]. Il finanziamento del Fondo sanitario nazionale trova le proprie fonti in:
- entrate proprie e ricavi delle aziende sanitarie (boh, forse vendendo organi al mercato nero);
- imposta regionale sulle attività produttive (IRAP);
- imposta criminale sulle attività produttive (PIZZO);
- imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF);
- imposta sul reddito delle entità ectoplasmatiche (GHOST).
Ma come viene sparito il mallop finanziamento?
Il 97,95% delle risorse stanziate, 109.902 miliardi di euro nel 2014, viene dedicato ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ovvero, i servizi e le prestazioni standard assicurate ad ogni cittadino. I LEA sono ridistribuiti a loro volta in LEI, LUI e ILLO, destinando il:
- 5% alla prevenzione verso la collettività ed il singolo;
- 45% all'assistenza ospedaliera;
- 50% ai distretti presenti sul territorio.
Quindi, invece di avere il doppio degli ospedali, la metà dei soldi finisce per mantenere quelli a cui devi domandare se hai diritto all'assistenza... ... "MA VAFFANCULO!"
A questo punto parliamo di ticket, che... ... no, scusate... "MA RIVAFFANCULO!" ... (ok, ora sto meglio)
La compartecipazione dei cittadini italiani alla spesa sanitaria nazionale, ovvero i ticket da loro pagati, nel 2013 era pari a 4.4 miliardi di euro, di cui:
- 2 miliardi per l'acquisto di farmaci,
- 1.5 miliardi per ticket corrisposti in ambulatori e ospedali pubblici,
- 800 milioni per i ticket corrisposti alle strutture private ma convenzionate,
- 100 milioni pagati per servizi non utilizzati, probabilmente perché il paziente era già morto prima che arrivasse il secolo dell'appuntamento.
La ripartizione
Tra le Regioni e le Province autonome i fondi vengono ripartiti per quota capitaria differenziata pesata, ovvero secondo alcuni criteri oggettivi:
- l'età, ovviamente più anziani ci sono e più è necessaria assistenza;
- il sesso, le donne tendono ostinatamente a restare incinta e fare bambini, che appena nati richiedono cure;
- gli indicatori territoriali epidemiologici, perché la malaria preoccupa ancora molto l'Istituto Superiore di Sanità;
- i tassi di mortalità, soprattutto nelle regioni in cui è facile scontrarsi con una pallottola.
Da questi complicati calcoli scaturisce la disponibilità regionale di posti letto negli ospedali, ogni 1.000 abitanti. Riportiamo solo i casi più interessanti.
- Il Molise, che peraltro non esiste, dispone di 5,22 posti letto ogni 1.000 abitanti. Già tutti emigrati.
- Il Trentino si attesta a 4,59. D'altra parte è una regione a statuto speciale.
- La Sardegna ne ha 4,31. Ci può stare, avranno contato anche le pecore.
- La Basilicata ne possiede 3,14 per abitante, o hanno barato col censimento, o i letti sono 32.
- L'Umbria è l'ultima della lista, ne ha solo 3,09 ogni scarsanta abitanti. Stanno tutti bene, l'aria è buona e si grattano le palle facendo scongiuri contro gli invidiosi.
Problemi ancora da risolvere
La situazione attuale possiamo definirla "rose e fiori", in particolare crisantemi. Restano piccoli problemi che risolverà sicuramente il nuovo governo, per non dimenticarli li ha anche scritti su un post-it.
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Potenziare le strutture ospedaliere esistenti.
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Evitare liste di attesa troppo lunghe.
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Non esagerare con i tagli alla spesa.
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Passi il ticket, ma almeno togliere la prevendita.
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Migliorare la preparazione del personale.
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Migliorare il personale in generale.
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Licenziare il personale che non dovrebbe essere necessario.
Note
- ^ in realtà: Servizio Sanitario Nemmenopersogno
- ^ l'abbiamo riletto per essere sicuri, c'è scritto proprio "diritto"
- ^ nonché di chi prende le mazzette
- ^ ossia devi essere un barbone, altrimenti le paghi
- ^ puoi scegliere la cura che preferisci...
- ^ ...basta che sia una di quelle previste dalla tangente
- ^ se non ti sta bene puoi anche levarti dalle palle, noi non ci opporremo
- ^ Istituto Nazionale per Attombare i Malati
- ^ non potevamo scrivere ancora ente pubblico
- ^ sì, lo prendono anche gli eredi
- ^ sembra quasi che ci si vada pari eh?!
- ^ incorporato nel 2013 dall'INAIL, che a sua volta aveva incorporato l'INFAIL, un ente profumato creato da Mussolini
- ^ che probabilmente si occupano di inventare presevativi per animali
- ^ che si occupa di autorizzare o meno la messa in commercio dei farmaci, senza tener conto delle "sollecitazioni" da parte delle industrie farmaceutiche
- ^ nel senso di: AÓ c'hai er codice bianco, a fa' finta de avecce 'na zampa de meno so' bboni tutti
- ^ grande quantità, stimabile tra "assai" e "perlamadonna quanti"