Principato di Seborga

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« Che posto merdoso, andiamo via subito! »
(Mio padre.)
« Non è un posto per turisti quello! Tornate indietro, tornate indietro!! »
(Un coltivatore diretto a cui abbiamo chiesto informazioni lungo la strada.)
« Un giorno non saremo più schiavi dell'Italia! Saremo un regno, forte e fiero! SEBORGA ÜBER ALLES! »
(Seborghino indipendentista.)

Fondato nel 954 da una cellula di monaci benedettini protocrociati e particolarmente antipatici, Seborga sorge su un inospitale e brullo spuntone di roccia dell'entroterra ligure. Questo fazzoletto di sassi è abitato da 319 persone (in maggioranza vecchi e falsi invalidi) e vive principalmente di pastorizia e di turismo.

Storia

Uno scorcio di un paesaggio desertico, molto più gradevole della brulla Seborga.

Essendo importante come il campionato di hockey su ghiaccio in Libia la riassumerò, chi volesse acculturarsi in modo più preciso vada a farlo su Wikipedia e non mi rompa le palle.
Seborga passò dall'amministrazione benedittina a quella della Repubblica di Genova nel 1181, per essere rimbalzata poi a casa Savoia nel 1697. La sua storia successiva segue quella della nazione e nel frattempo non è successo nulla di rilevante o divertente, tant'è che questo posto è stato snobbato dalle orde di mercenari francesi, austriaci e spagnoli, dagli Unni, dall'esercito napoleonico, dagli alieni e persino dai nazisti.

Forma di governo

Niente, in realtà Seborga è amministrata come un qualsiasi comune italiano. L'altisonante e pomposa definizione di Principato non ha alcun reale fondamento pratico se non la confusione mentale di un gruppo di anziani che a metà degli anni '50 rivendicò l'indipedenza del regno[citazione necessaria]. Oggi si pensa che fossero solo scossi per la fine del conflitto mondiale, da loro percepita con svariati anni di ritardo. Esiste un monarca seborghino (eletto tramite un torneo di scopa al bar), una moneta del reame, un corpo di polizia (nel senso che c'è solo un agente) e una bandiera: niente di tutto ciò ha avuto un qualche tipo di riconoscimento mondiale che andasse oltre il "Sì, carino" di svariate persone importanti, tra cui ad esempio Winston Churchill e Ricky Memphis.

Turismo e colore locale

File:Sabotatore.jpg
La probabile accoglienza che riceverete.

A Seborga tranne non c'è quasi nulla, a parte un'osteria dai prezzi talmente alti da far rabbrividire un negozio di Cartier, una rivendita di amaretti e una cella del 1200. Tuttavia, può essere interessante[citazione necessaria] visitarla per chi si interessa di architetture medievali o per chi volesse sperimentare la condizione di un ebreo di Berlino nel 1935: la popolazione indigena odia gli Italiani e non ha problemi a dimostrarlo apertamente, cambiando strada quando ne passa uno oppure guardandolo in cagnesco mentre ritira il gatto che è appena stato accarezzato dal nemico, specialmente se quest'ultimo proviene da Vicenza.

Per vivere al meglio il Principato la cosa migliore da fare è partecipare alla sua festa, il cui punto culminante è la sfilata dei dignitari del regno: una dozzina di consiglieri comunali, il vituperato sindaco filo italiano e la carrozza reale con a bordo il re consorte. Posso assicurarvi che il divertimento è ESTREMO.

Curiosità

  • Re Marcello I è un poco in sovrappeso
  • Per 3 modici euro è possibile acquistare la cittadinanza seborghina
  • Ci sono un sacco di gatti
  • Sui muri sono disegnati dei Crociati.
  • Non so più che cazzo dire, alla fine è un paese di 300 anime e rotti. In Liguria.