Portal

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Un portale inapribile a causa di un crash del gioco.
« Appena finirà il test, verrai rosolata e trasformata in una bellissima torta »
(GLaDOS, la IA parlante del gioco fissata con le torte Buitoni)
« Tranquilla, non ti mentirò più su quello che succede qui, è tutto sicuro. »
(Sempre GLaDOS, prima di buttare la protagonista in un forno a 4000 gradi Kelvin)
« ... »
(Chell, in un momento di tensione)

Portal è un videogioco pazzo, psichedelico, fuori di testa, folle, cretino, demenziale ma anche serio, creato con il motore grafico "Sorcio" usato per Half-Life 2, noto gioco dove prendi a sprangate zombie con granchi in testa.

Trama

Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Ti ricordi quella volta che per sbaglio hai toccato la vagina a tua madre? Ecco, se continui a leggere te ne pentirai allo stesso modo.

Gabe Newell durante una sua partita al gioco.
La protagonista del gioco, Chell: qui si vede chiaramente che in realtà è lesbica.
La riconoscenza di Chell per il cubo da compagnia. Anche se viene riempito di proiettili dalle sentry gun, beato quel cubo.

La trama di Portal vede come protagonista una donna senza nome, Chell,[1] e un'intelligenza artificiale amante delle torte e delle neurotossine, nonché delle torte alle neurotossine, GLaDOS.

Inizialmente Chell si ritrova in un lettino abbronzante, in un laboratorio sotterraneo. Viene svegliata da GLaDOS che le comunica che la colazione è pronta e che se vuole mangiarla deve superare dei test usando un aggeggio chiamato "Aperture Science Handheld Portal Device" (in italiano "fucile che fa buchi, ma non proprio buchi di proiettile"), un'arma per creare portali nei muri, ma solo quelli con la carta da parati bianca (con quella a fiori non funziona per motivi di rigetto). Chell si deve fare lentamente strada tra i livelli del laboratorio, utilizzando l'Aperture Science Handheld Portal Device.[2]

Con questo tipo di arma, la protagonista può non solo aprire portali, ma trasportare casse speciali di metallo da mettere su grossi pulsanti rossi (gli stessi utilizzati da Sarabanda per indovinare le canzoni dei cartoni animati in versione Golia) con lo scopo di aprire porte di metallo da 10 tonnellate.

Sin qui possiamo vedere che nel gioco la protagonista non deve fare assolutamente nulla.

A parte creare portali, aprire porte, non cadere nell'acido, stare attenta alle mitragliatrici felici (mitragliatrici che dicono "Where are you? There you are! RATATATA"), stare attenta a non essere disintegrata da palle di energia disintegratrici pericolose utilizzate per dare energia ai circuiti (cosa possibile utilizzando una comunissima Duracell...), non diventare uomo facendosi due balle giganti sentendo l'IA di sostegno che spara stronzate (mostrando un'ossessione assoluta per le torte Buitoni) e non bere acqua durante la simulazione.

Alla diciannovemiliesima stanza, l'IA decide di cuocere una torta cercando di rosolare per bene la protagonista senzanome con l'unico scopo di completare il test, cosa che farà molto incazzare la nostra eroina convincendola a cercare il megacomputer per disattivarlo nel modo più doloroso possibile.

Però l'IA non riesce a rosolare la virago, col risultato che lei riesce a scappare dall'area di test, per mettersi a girovagare per tutta la base. Il combattimento finale mostra l'IA ancora più psicotica di prima, parlando con la protagonista (ricorda molto "2001: Odissea nello spazio"...) mentre lei stacca pezzo dopo pezzo le parti del computer infame. Dopo aver annientato l'IA pasticciera, tutto viene risucchiato da un vortice (ricordando molto "2001: Odissea nello spazio" nel pezzo dove il protagonista entra nel monolite nero...) e dopo un po' di buio mostra la base disintegrata senza far capire se la virago sia sopravvissuta oppure sia entrata nel portale (ricorda molto "2001: Odissea nello spazio" e anche Half-Life).

Curiosità

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Voci correlate

Note

  1. ^ Anche se è senza nome tutti sanno lo stesso come si chiama. Quello che è davvero sconosciuto è il cognome, ma "donna senza cognome" non suonava bene.
  2. ^ Tutto maiuscolo, vietate le abbreviazioni.