Bastardo

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
(Rimpallato da Infame)
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Riconoscerli alla nascita può essere più semplice di quanto si pensi
« Ti manderò a miglior vita, brutto figlio di un rapporto extraconiugale! »
(Adattamento Merak di un anime qualsiasi)
« Basta! Ardo! »
(Giovanna D'Arco al boia)


Il bastardo è la versione umana della legge di Murphy: un individuo che, se ha la possibilità anche minima di nuocere al prossimo, lo farà. I motivi apparenti possono essere infiniti - vendetta, noia, cattive influenze - ma la ragione ultima è sempre, semplicemente, che è un bastardo. Chiedersi perché un bastardo si comporta come tale è come chiedersi perché un uccello vola, un pesce nuota o una donna sclera: è tutto nell'ordine naturale delle cose.

Misconcezioni

Nell'uso comune il termine viene impiegato impropriamente come sinonimo di altri epiteti; tale uso ha finito per imbastardirlo, contaminandolo con significati lontani da quello originario. In verità esistono profonde differenze tra il bastardo e le altre specie umane a cui è comunemente accomunato[1].

Innanzitutto il bastardo va distinto dal cinico. Difatti, mentre quest'ultimo è indifferente o ironico verso la sofferenza altrui, il bastardo ne è causa. Se il cinico assiste a un arresto cardiaco, ignora lo sventurato senza aiutarlo, giustificandosi con "tanto prima o poi muoiono tutti"; il bastardo invece si avvicina all'uomo a terra e gli tappa il naso, o lo piscia, o lo scippa, o lo sodomizza - insomma, fa di tutto fuorché ignorarlo.

Altra demarcazione va posta tra il bastardo e il criminale. Il delinquente può sì essere bastardo, ma non tutti i malviventi lo sono, né il contrario. Entrambi arrecano nocumento al prossimo: tuttavia, il criminale agisce solo in vista di un fine; invece il fine del bastardo è l'azione stessa del portare sofferenza. La differenza tra un delinquente bastardo e uno normale risiede proprio nel compiacimento che il primo trova nella sua opera. Un ladro bastardo, per esempio, piuttosto che derubare una villa preferisce rapinare una mensa per poveri e racimolare 300 euro, perché... perché è un bastardo, perché sennò?

Anche il rompicoglioni, quello che fa scherzi idioti, è un'entità separata rispetto al bastardo; la differenza sta nella reazione dei danneggiati, che sarà di semplice fastidio. Chi viene svegliato in piena notte dalla citofonata di un ragazzino rompicoglioni sarà seccato, probabilmente alterato, ma tornerà a dormire subito dopo: non si sentirà umiliato, non verrà sconvolto dalla cattiveria del mondo, non passerà ore a compiangersi per il torto subito senza alcuna ragione. Una vera bastardata dev'essere tale da segnare irreversibilmente la mente della vittima, fino ad alterarne il carattere e la personalità.

Tuttavia, la sovrapposizione più consolidata nel sentire comune resta quella tra il concetto di bastardo e quello di stronzo. In effetti è vero che i limiti tra le due razze sono sfumati e sovente la scelta del termine più adatto è inagevole anche per gli esperti[2]. Ciò accade perché le azioni del bastardo e quelle dello stronzo sono effettivamente simili, così come le motivazioni che li muovono. Nondimeno, la differenza c'è e, seppur difficile da delineare verbalmente, può essere avvertita da ognuno nel proprio cuore: il discrimine risiede nello scomodo, sconveniente, eppur innegabile fascino che il bastardo possiede e lo stronzo no. Nei recessi più nascosti della coscienza, chiunque sogna di essere bastardo... ma di certo nessuno vuol essere stronzo.

Una moglie sadica o un marito pirla?

È il giudizio degli altri a stabilire se un'azione merita l'appellativo di bastardata - vocabolo foriero di repulsione e allo stesso tempo di attrazione - oppure quello di stronzata, in cui la stima scompare lasciando spazio al solo disprezzo. Lo stronzo è una persona che ha le stesse idee del bastardo ma non le capacità per attuarle (astuzia, destrezza, fascino, carisma...) per cui, quando si cimenta in un'impresa al di sopra delle sue possibilità, finisce inevitabilmente per fare la figura dello stronzo.

Va inoltre rilevato come il sadico possa, in alcuni casi, essere ritenuta una sottospecie del genere bastardo. Difatti ambedue godono della sofferenza degli altri: nei sadici si assiste semplicemente a un'accentuazione della componente fisica di tale godimento. Tuttavia, poiché il piacere del sadico è dato dal dolore della vittima solo fin quando ce l'ha davanti agli occhi, esso è inferiore al bastardo, il quale si compiace delle proprie nefandezze anche quando non può assistere ai loro effetti. Ad esempio, trovandosi in visita a casa di estranei, il bastardo se ne andrà lasciando dietro di sé un numero variabile di vandalismi (svuotare le bottiglie di liquori nel lavandino, bucare il fondo dei flaconi di latte, versare candeggina nell'acquario, tagliuzzare i vestiti nell'armadio, bagnare il pane per farlo ammuffire...); lo farà anche se non vedrà mai la reazione dei padroni di casa quando lo scopriranno: gli basta la consapevolezza di aver fatto la sua cattiva azione quotidiana.

Eziopatogenesi

« Bastardi si nasce. E io, modestamente, lo nacqui »
((Un) Totò in Siamo uomini o capoclan?)

Tendenzialmente, il figlio di un bastardo lo sarà a sua volta, denotando un certo grado di familiarità; tuttavia i bastardi possono nascere anche da genitori non affetti. Inoltre uno studio condotto su 150 orfani adottati[3] ha rivelato che i figli di genitori bastardi adottati da famiglie normali sviluppano ugualmente la sindrome; sui bambini non portatori adottati da bastardi non è possibile avere dati, in quanto ai bastardi non è concesso adottare bambini (e neppure donare sangue e organi), in questo sedicente mondo civile.
Ad ogni modo, al giorno d'oggi tra i ricercatori c'è comune accordo che allo sviluppo del fenotipo bastardesco, più che la predisposizione genetica, concorrano le influenze ambientali. Il caso più frequente è quello dell’emulazione di un modello, il più delle volte familiare: è lo stesso bastardo a educare il pargolo ai suoi principi etici, consapevole che immettere nuovi infami nella società rappresenta anch'esso un atto di ragguardevole bastardaggine. Ovviamente, il modo migliore per insegnare a un bambino come essere bastardi è essere bastardi in primo luogo con lui: attraverso violenze immotivate, prepotenze futili, scherzi crudeli e una cronica privazione di affetto, padri e fratelli maggiori forgiano nel corpo e nella mente i rampolli della famiglia, celando dietro al ghigno compiaciuto la preoccupazione amorevole di farli crescere preparati alla durezza della vita... No, scherzo, lo fac fanno solo per cattiveria.

Era un così bravo ragazzo... fino alle elezioni del 2008

Altra tipica esperienza che conduce alla bastardaggine è il trauma pregresso. Coloro che hanno sofferto provano sovente l'urgenza di spargere sofferenza gratuita. Chi ha subito un tradimento diventa un infedele, chi viene truffato diventa un fraudolento e chi è rimasto traumatizzato dalla vittoria della destra diventa come minimo un drugo di quelli estremi.

In un certo numero di casi, la causa della bastardaggine rimane ignota: nessuna educazione sbagliata, nessun trauma infantile, nessuna predisposizione genetica, anamnesi totalmente negativa. Nel 1898 il dottor Nicolas Etan-Connard ha psicanalizzato uno di questi soggetti (tale Guillaume Uonquà, un cioccolataio che ogni giorno per 25 anni aveva defecato nella sua cioccolata): questi quando veniva interrogato non sapeva dare alcuna motivazione per il proprio gesto, ma sotto ipnosi manifestò una seconda personalità - un bâtard intérieur, nella storica definizione di Connard - che appariva a tutti gli effetti come il vero autore dell'azione bastardica. In seguito, nei rilievi autoptici su 15 cosiddetti bastardi dentro sarebbe stato scoperto un vero e proprio organo supplementare nel cervello, sito tra la sostanza rossa e la sostanza bianca[4]: sarebbe proprio quest'ultimo la sede della loro bastardaggine, la quale peraltro è generalmente superiore alla norma. Tuttavia i dati sono ancora incerti, per cui si attende la morte di Vittorio Sgarbi per un'autopsia di conferma[5][6].

Modus operandi

La bastardata è la massima realizzazione delle capacità umane. Richiede destrezza, sacrificio, astuzia, coraggio. Più una bastardata è difficile da attuare, maggiori saranno il divertimento e l'appagamento che ne deriveranno.

Principi e metodi

Fai agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. Ecco la regola aurea del bastardo, da cui conseguono tutte altre norme comportamentali.

Una guida su come essere bastardi è gravosa da realizzare e insoddisfacente per chi la riceve, come un pompino con la bocca asciutta. Per questo motivo ci limiteremo a riportare solo i princìpiijî generali dell’agendum bastardum.

Questa donna è malata. Che cazzo hai da ridere, bastardo!
Infierire
Chi soffre, non soffre mai abbastanza: serve qualcuno che gli ricordi continuamente la sua sofferenza. Un bastardo si trova perfettamente a suo agio in luoghi di dolore come gli ospedali, dove con poche parole o con gesti ancor più eloquenti (saltellare, sollevare pesi o mangiare una pizza) può rammentare a tutti i derelitti la loro tragica condizione, distruggendone ogni residuo di speranza e gioia di vivere. In alternativa, è possibile far nascere false speranze in chi non ne ha, ad esempio raccontandogli di cure per mali incurabili o di aver incontrato un parente disperso da anni. Quando i disgraziati scopriranno la verità, la disillusione che proveranno sarà peggiore del dolore attraversato fino ad allora.
Un'altra naturale occasione di infierire si presenta ai funerali di sconosciuti, in cui un bastardo riesce a imbucarsi come nemmeno ai matrimoni. Un metodo semplice consiste nel guastare l'atmosfera luttuosa con mezzi tanto rozzi quanto efficaci come rutti, peti, pernacchie o ridarelle: tuttavia per quanto crudele possa essere l'oltraggio al morto e i suoi cari, se non si riesce a istigare il riso in una buona parte dei presenti si ottiene solo una figuraccia. Una tecnica ben più elegante e collaudata sta nell'infangare la memoria dello scomparso davanti ai parenti, presentandosi con aria innocente come l'amante segreto o il figlio illegittimo o il compagno di bordello, venuto a omaggiare il defunto.
Un buon modo di mietere ignare vittime
Colpire senza preavviso
Non bisogna lasciare alla vittima il tempo di prepararsi, nemmeno psicologicamente. L'effetto sorpresa viene raggiunto in diversi modi a seconda del contesto: si può colpire improvvisamente un perfetto sconosciuto, magari preso a caso, oppure attendere anni per conquistarsi la fiducia della vittima e ghermirla quando fa più male. Va notato come la bastardata è tanto più inattesa (quindi efficace) quanto più è legata ad atti quotidiani, ossia a quei momenti in cui si tiene la guardia bassa. Si pensi ad esempio all'occasione che offrono gli attaccapanni carichi di cappotti lasciati incustoditi. Chi mai, rimpossessatosi del proprio soprabito, sospetterebbe di correre un pericolo compiendo un gesto banalissimo come infilare le mani nelle tasche? Le quali possono essere riempite con puntine, siringhe infette, trappole per topi o qualsiasi altra cosa, a seconda della propria sensibilità. Non c'è difesa da azioni del genere, è impossibile prevederle: per questo il bastardo rende interessante e avventurosa la vita di tutti.


Sfruttare e manipolare gli altri
È tipico del bastardo servirsi degli altri per i propri scopi, per poi disfarsene quando non ne ha più bisogno. Per riuscirvi sono necessarie abilità retorica e capacità di illudere le persone che il proprio bene sia anche il loro. Si consideri l'esempio ipotetico, ancorché estremo, di un imprenditore colpevole di reati gravi che fondi un partito e convinca gli elettori che i magistrati e le intercettazioni siano un problema di tutti mentre in realtà sono un problema solo suo e dei delinquenti come lui[7]. La capacità di intortare le persone torna utile soprattutto nella vita di coppia.
A volte il bastardo può aver bisogno non tanto di una pedina quanto di un socio. Da un lato avere un complice apre nuove possibilità di azione e migliora le probabilità di riuscita, ma dall'altro obbliga a fidarsi di una persona di cui per definizione non ci si può fidare. Pertanto le alleanze tra bastardi, per quanto pericolose, sono destinate quasi invariabilmente a spezzarsi, poiché ciascuno dei due prima o poi tenterà di fregare l'altro.


Prendersela con i più deboli
Per "debole" si intende una vittima di cui
  1. le capacità difensive (sagacia, esperienza, forza) non sono tali da impedire la buona riuscita dell'impresa
  2. non c'è da aspettarsi una vendetta pericolosa per la propria incolumità.
In genere è preferibile essere più potenti della vittima, in termini muscolari e/o socioeconomici: per i motivi appena detti ma anche per non rischiare di passare per "eroi" che se la prendono con i più forti.


Tradire
Il tradimento sta al bastardo come la masturbazione sta ai quindicenni. Poche carognate reggono il confronto con l'abbandonare un amico, con il venderlo o con il pugnalarlo alle spalle dopo essersi guadagnati la sua fiducia. Il semplice rivelare i segreti altrui può portare a una lite o a mettere nei guai colui che si era confidato, il quale sarà in ogni caso ferito dal tradimento.
Nel caso di una relazione clandestina in cui si ritrovi coinvolto, il bastardo non si limiterà a fare del male ai traditi - il partner dell'amante ed eventualmente il suo - con l'atto del tradire, ma coglierà l'occasione per rovinare la vita all'amante stessa/o seducendola/o, spingendola/o a/o troncare la vecchia relazione e poi abbandonandola/o.


Colpire dove fa più male
Senza dubbio la pietra angolare dell'ideale bastardo. In senso lato significa attaccare quanto la vittima ha di più caro: i legami, i beni di significato affettivo, gli ideali più intimi e le fatiche di tutta una vita. Per un bastardo la cattiveria non è mai abbastanza:
« (...) se hai progettato una carognata ma in un secondo momento ti viene in mente un modo per essere ancora più carogna, è tuo dovere attuarlo in luogo di quello che avevi pensato prima. (...) Un bastardo che si fa degli scrupoli è come un personaggio televisivo che bestemmia in onda: finito »
(Klaus Davi, Strategie per un imbecille di successo)
Il valore della bastardata è proporzionale al danno che arreca: un gavettone di merda vale più di uno d'acqua, ma molto meno di uno di chiodi.
Il precetto può essere interpretato anche in senso più letterale, per quel che concerne il combattimento. In uno scontro fisico il bastardo mira sempre ai punti più sensibili: ferite se ce ne sono, altrimenti testicoli, bocca dello stomaco e nuca.


Perseguitare
Tecnica che richiede costanza, applicazione e crudeltà, ma di eccezionale efficacia sui soggetti più insicuri, soprattutto donne. Non servono messaggi particolarmente vistosi, basta una telefonata o un foglietto sul parabrezza, purché essi giungano con una frequenza regolare. In genere il bersaglio si scopre smarrito e impotente: in pochi giorni perderà progressivamente le capacità lavorative e relazionali, arrivando fino all'ossessione e all'esaurimento nervoso. Un risultato ancora migliore si ottiene se, con grande maestria, si riesce a non lasciare prove delle proprie gesta, dimodoché la vittima non sia creduta dagli altri e al suo terrore si aggiunga la solitudine e la paura di essere diventata visionaria.


Generare odio
Fomentare liti e rivalità danneggia per definizione più persone in contemporanea; inoltre accresce la cattiveria nel mondo, atto palesemente meritorio per ogni bastardo che si rispetti. Riaccendere faide che si erano placate con molta fatica può essere più facile ma di sicuro è meno soddisfacente del far litigare persone che si vogliono bene. In ogni caso, bisogna procedere facendo sì che uno dei due litigandi sospetti dell'altro - meglio ancora se il sospetto è reciproco.
Per rompere una coppia, in genere basta un tradimento - vero (magari proprio con il bastardo stesso) - o inventato, suggerito da falsi indizi che non provano nulla ma generano angoscia e gelosia. Un innamorato geloso non è razionale: perfino una lettera senza alcuna prova può avviare un litigio sufficiente a portare alla rottura.
Per rompere un'amicizia ci si può servire dello stesso espediente (il falso tradimento) o di altri: ad esempio si può scoprire un segreto su uno dei due che solo l'altro poteva conoscere, e diffonderlo.
Se la bastardata è proporzionale alla scala del litigio, chi istiga delle guerre va considerato un bastardo con la B maiuscola. In effetti (curiosa coincidenza) molti leader politici fautori di guerre per futili motivi hanno il cognome che inizia per B... Ad esempio Otto von Bismarck[8]. Il primo cancelliere della Germania avrebbe meritato la croce di ferro in bastardaggine per come fece scoppiare la guerra tra Prussia e Francia: nel 1869 sia Napoleone III che Guglielmo di Prussia volevano piazzare un proprio parente sul trono vacante di Spagna. In realtà a Guglielmo non gliene fregava una mazza della Spagna: era Bismarck a farlo insistere, solo per mandare in bestia Bonaparte. Il quale, con la bile fin sui capelli, fece a Guglielmo «Guarda, non voglio litigare: ti mando un ambasciatore e la risolviamo da persone civili». L'ambasciatore si incontrò con il re, dopodiché scrisse un telegramma informativo a Napoleone: ma quel bastardo di Bismarck lo intercettò e lo stravolse per fregare il francese. Se la versione originale era
Re Guglielmo rifiuta accordo ma ancora tuo amico, et saluta signora
quella che lesse l'imperatore di Francia fu
Re Guglielmo dice puoi succhiarglielo con tutte palle et saluta quella bocchinara di tua moglie
E guerra fu.

Applicazione in diversi contesti

Anche la bastardata meglio congegnata si costruisce in gran parte sul momento. Anzi, gli atti spontanei e improvvisati di bastardaggine spesso sono i più efficaci (perché inattesi), semplici nella loro genialità come può essere semplice spingere qualcuno facendolo atterrare con le mani su un mucchio di vetri o abbattere un castello di carte che ha richiesto 3 ore di lavorazione. Entrati nell'ottica del bastardo, qualsiasi contesto con un po' di fantasia offre infiniti modi per creare disagio al prossimo; senza contare la possibilità di attingere al proprio repertorio ogniqualvolta se ne presenta l'occasione.

Relazione sentimentale

Prendete esempio da lei

Nessuno direbbe mai “ti amo” senza pensarlo davvero - nessuno tranne un bastardo, ovviamente. Un bastardo non crede nell'amore, ma ha una grande capacità di farsi amare[9]. Una storia dura finché lui si diverte: il divertimento sta nell'ottenere, con poche menzogne ben fatte, ricompense sia materiali (diverse a seconda se lo sfruttato è un uomo o una donna) sia spirituali (un bastardo non ama ma ci tiene a essere amato).

Un trucco classico è quello di maltrattare l'amante e poi dare la colpa a lui:

« Non ti avrei menata se tu avessi messo l'origano nel sugo che mi hai preparato. È colpa tua »
« Non ti avrei tradito se tu non lavorassi tutto il giorno per mantenermi senza avere mai tempo per me. È colpa tua »

In genere il vittimismo funziona. Se tuttavia non dovesse andar bene, il bastardo può sempre ricorrere alla minaccia di lasciare il partner: se questi è proprio innamorato, cederà e gli chiederà pure scusa, anche se il bastardo avesse svuotato il suo conto in banca per andare a troie a Cuba (lui) o per comprare un appartamento per il suo amante (lei). Difatti è nota la legge dell'equilibrio dinamico in amore, per cui più uno dei due è innamorato, più l'altro può essere bastardo.

La vita di coppia concede anche altri modi, più fantasiosi, di essere bastardi: per esempio, diffondere su internet i filmati dei propri rapporti sessuali, ovviamente all'insaputa del partner (meglio ancora se girati con una telecamera nascosta).
Quando infine il bastardo si stufa o il compagno inizia a lagnarsi troppo, gli basta troncare la relazione. Un bastardo non soffre di certo per la fine di una storia; tuttavia in genere non permette che sia l'altro a lasciarlo, perché non vuole privarsi dell'ultimo piacere di spezzargli il cuore.

Lavoro

Se fossi bastardo metterei in internet questa immagine del mio collega per screditarlo. Invece la metto per niente.

Sul lavoro il bastardo si presenta tipicamente come arrampicatore. In genere ottiene diploma e laurea studiando sui riassunti degli altri; allo stesso modo riesce a lavorare il minimo indispensabile sfruttando un collega sfigato. Il bastardo fa leva sulla solitudine di quest'ultimo, che sarà ben lieto di lavorare al posto suo in cambio di un pranzo a settimana[10] in compagnia di un altro essere umano (ancor di più se è un essere umano del sesso opposto). Quelli bravi davvero riescono a far sì che lo sfigato svolga per intero la loro quota di lavoro trascurando la propria, dimodoché vengono promossi grazie alla fatica degli altri e vengono pagati per fare quello che facevano già - sfruttare i loro colleghi-sudditi.

Un metodo ancor più rapido per far carriera, applicabile anche qualora non ci fossero colleghi che si fanno mettere i piedi in testa, è il ricatto. Spesso, al bastardo basta far sapere (o far credere) al suo capo o all'azienda di conoscere qualcosa di compromettente. Oppure può creare uno scandalo ad arte minacciando di raccontare in tv di aver visto il proprio superiore collegato su un sito pedopornografico, o di essere stata molestata sessualmente (se è una donna): che sia vero o no, per l'azienda il danno d'immagine in termini monetari sarà sempre maggiore dell'aumento di stipendio del ricattatore, per cui le conviene cedere.

In alternativa il bastardo può stroncare le carriere dei suoi colleghi più capaci, spianandosi il sentiero per l'avanzamento di grado. Solitamente ci riesce mettendo i rivali in cattiva luce agli occhi dei capi: talvolta può bastare far partire un filmato porno sul loro computer, altre volte servono procedure più drastiche come far fuggire i loro clienti o distruggere i loro documenti. In casi estremi torna utile la persecuzione (v. sopra). Un'altra opzione è quella di mettere i rivali gli uni contro gli altri, fingendosi alleato ora dell'uno ora dell'altro in modo che si danneggino a vicenda.

Famiglia e amicizie

Dopo aver subito una bastardata le persone imparano a diffidare, per cui le occasioni per fregare amici e parenti sono poche e vanno sfruttate bene. Ad esempio, solo chi non ha già nomea di bastardo può realizzare un classico come inscenare la propria morte[11]: in caso contrario i familiari potrebbero non essere addolorati per il decesso, o potrebbero sospettare che sia una messinscena ma non accertarsene - anzi, spereranno che non lo sia[12]. Anche per attizzare litigi tra amici, tra fratelli, tra genitori e figli, si deve godere della fiducia dei litigandi, altrimenti le menzogne non saranno efficaci.

D'altronde, se si sceglie di indossare il marchio dell'infamia senza preoccuparsi della propria reputazione, si hanno le mani libere per assumere in ambiente familiare comportamenti piacevolmente malvagi, benché di minore entità. Una lista tutt'altro che completa include: maltrattare bambini e anziani; svuotare il frigo di notte; organizzare toga party senza preavviso; riciclare regali restituendoli agli stessi che li hanno fatti; diffondere fotocopie del diario della sorella; sputtanare il fratello che guarda i porno; occupare la toilette per 2 ore per pettinarsi le ascelle, et cetera.

Come già ripetuto più volte, per il bastardo le persone rappresentano dei mezzi, quindi gli amici sono i mezzi di cui si serve più spesso. Gli amici hanno varie utilità: prestano dischi, soldi, automobili, case, lavano la macchina, falciano il prato, possono avere mogli appetibili... È come avere un servo gratis.

In rari casi è teoricamente possibile che un bastardo instauri un'amicizia alla pari con un altro bastardo. Tuttavia un'amicizia presume fedeltà e rispetto, concetti del tutto avulsi dalla sua mentalità: non a caso Amici miei è un'opera di fantasia...

Bastardi storici

La storia è stata fatta in gran parte dai bastardi e dalla loro audacia di superare la morale comune per lasciare un ricordo imperituro di loro stessi. Inoltre v'è sempre maggiore evidenza che non sono i bastardi a cercare il potere, bensì è il potere che si concede a loro.

Uno dei primi grandi bastardi fu il faraone Cheope. Conscio del suo dovere di lasciare una traccia nella storia d'Egitto, non solo fu il primo a ordinare la costruzione di una piramide schiavizzando tutti i suoi sudditi ma ebbe la grande idea di imporla come regola per i regnanti a venire, cosicché la popolazione egizia fu sfruttata in modo inumano per altri duemila anni dopo la sua morte.

Secondo alcune nuove ricerche, anche Elena di Troia fu esponente di questa categoria: difatti alcune fonti storiche recentemente rinvenute testimoniano come lei non fosse affatto innamorata di Paride (che puzzava di pecora e ce l'aveva anche piccolo), ma piuttosto era allettata dall'idea di una sanguinosa guerra decennale combattuta interamente per causa sua.

Nel Medio Evo spicca la figura eroica della Papessa Giovanna, una donna che riuscì a farsi eleggere al soglio papale, sputtanando in misura colossale la Chiesa, dopo aver vissuto per anni chiusa in un monastero fingendosi uomo. Si narra che, mentre veniva linciata dai romani, abbia gridato “Ne valeva la pena”[13].

Il marchese Bastiano di Ardea (1520-1598) è ritenuto meritatamente il primo bastardo dell'era moderna, al punto che secondo la leggenda il termine deriverebbe proprio dal suo nome. Costui era un vero tiranno: impose tasse esorbitanti (i cui proventi venivano spesi in quantità ingenti di una pianta officinale proveniente dal Nuovo Mondo), esercitava lo ius primae noctis e confiscava annualmente metà del vino prodotto nel suo dominio. Ciononostante non subì mai alcuna rivolta e morì sereno e pasciuto nel suo letto: questo perché era riuscito a convincere i suoi sudditi che tali soprusi erano comandati dal Papa in persona[14] (perfino lo ius primae noctis sarebbe stata una "prova di fede"); e il popolo non poteva certo ribellarsi al sacro volere del pontefice...

Bastardi senz'anima

Tipico esempio di bastardaggine. Ehi, non ridere, bastardo! Anche se devo ammettere che un po' se lo merita.

La bastardaggine è essenzialmente una caratteristica umana. Tuttavia, anche nel mondo inanimato è possibile rintracciare schemi di accadimenti tali da suggerire l'esistenza di un disegno intelligente.

Una testimonianza di tale disegno starebbe nel meccanismo patogenetico di alcuni microbi. Difatti, benché tutti i germi siano per definizione nocivi, ve ne sono alcuni che, oltre ai danno sull'ospite infetto necessari per la loro proliferazione, ne arrecano altri che a tutti gli effetti appaiono totalmente superflui e gratuiti. Tra di questi si distingue lo Streptococcus piogenes, un batterio causa di una comunissima infezione alle tonsille con dolori articolari che si risolve in pochi giorni, apparentemente senza conseguenze - se non fosse che, dieci anni dopo, il paziente si ritrova in punto di morte con un'insufficienza renale e due valvole cardiache distrutte[15]. Il batterio non trae alcun vantaggio da queste patologie - anzi, solitamente scompare anni prima che esse si sviluppino. Ma allora, perché le causa? A detta di alcuni, la risposta è semplice: perché è un bastardo.

Tracce di bastardaggine si possono ipotizzare perfino nelle macchine. Secondo uno studio del matematico Marco Visita, la probabilità teorica che un malfunzionamento del computer vanifichi ore e ore di lavoro non salvato è circa 250 volte inferiore alla frequenza osservata nella realtà. Una simile discrepanza non può essere spiegata se non con un intento malevolo intrinseco all'apparecchio stesso - in altre parole, l'impressione comune che i computer siano bastardi è veritiera.

Il mito del bastardo

Con una faccia così angelica, come può essere colpevole?

Malgrado l'oscurantismo culturale operato dalle religioni, il culto sotterraneo della figura del Bastardo è continuato nei secoli fino a esplodere nel 1900. Le celebrità colpevoli di crimini - magari l'omicidio della fidanzata, di un compagno di band o di tutta la famiglia - trovano regolarmente e inevitabilmente masse di fan che li adorano e li difendono a oltranza, grazie al fascino che il bastardo esercita naturalmente su un'altra sottospecie umana: il pirla.

La cultura televisiva deve molto, se non tutto, al bastardismo e ai personaggi conformi a tale modello: dal Dr. House a Stewie Griffin, da Jerry all'Inserviente, fino a Sylar. Anche quando non sono protagonisti, questi personaggi costituiscono la vera anima degli show, i quali senza di loro sarebbero una monotona sequenza di atti di bontà e rispetto reciproco.

Tuttavia la leggenda del bastardo non nasce certo oggi. Da sempre l'uomo dà una forma impersonificata ai suoi oscuri desideri repressi, rappresentandoli inconsapevolmente nei personaggi della sua fantasia, fino al più famoso di questi: Dio. I fatti parlano da soli: in tutte le opere che lo vedono protagonista, Dio esercita la sua autorità su esseri più deboli, vessati da calamità che ha creato lui stesso, in quanto creatore del mondo, e che frena solo quando lo implorano (sempre se gli va); ricatta gli uomini costringendoli a credere in lui, perdipiù senza dare prove tangibili della sua esistenza; crea miriadi di fonti di piacere e le proibisce tutte; condanna l'umanità alla sofferenza eterna per una mela... È oggettivamente il più grande bastardo concepito da fantasia umana, e i libri su di lui costituiscono il maggior successo editoriale di tutti i tempi. In un certo senso, dato che la letteratura nasce dalla religione, la bastardaggine è la madre dell'intera arte scrittoria.

Battaglie sociali

La società complessivamente condanna l'etnia bastarda. Eppure, in un'epoca di pace e benessere come questa l'azione dei bastardi è necessaria più che mai per risvegliare le coscienze dal torpore della routine con secchiate di acqua gelida (possibilmente sporca) che solo loro hanno il coraggio di tirare. Il bastardo è un elemento indispensabile per la collettività: insegna la diffidenza, il disprezzo delle regole, lo sfruttamento degli altri - tutte doti necessarie per farsi largo nella vita. Inoltre, malgrado le apparenze, egli regala il sorriso alla gente: per ciascuna vittima umiliata, ci sono decine di persone che assistono divertite.

Una nuova versione di Pinocchio proposta dall'ArciBast per insegnare davvero ai bambini le conseguenze delle bugie

I bastardi vengono discriminati perché costituiscono una minoranza, ma se tutti si comportassero come loro, nessuno verrebbe più additato ed emarginato. Per questo, associazioni come l’ArciBast portano avanti battaglie civili e politiche per rivendicare il riconoscimento, non già della parità, bensì della superiorità dei soggetti bastardi. Tra i punti nel programma del movimento spiccano:

  • Integrare tutti i programmi televisivi per l'infanzia con cartoni animati di spessore quali Drawn Together, South Park e Happy Tree Friends, assicurandosi che tutti i bambini ne usufruiscano fin dalla culla
  • Abolire le antiquate forme di disciplina scolastica come la nota sul registro e la sospensione
  • Azzerare i costi per le telefonate in fascia notturna, a tutela del diritto allo scherzo telefonico
  • Rimuovere le telecamere dai supermercati, inutili nella lotta al taccheggio e lesive per la privacy di chi vuole soltanto divertirsi con burle innocenti come iniettare lassativo nel latte
  • Dipingere di scuro le auto bianche, troppo difficili da rigare
  • Riconoscere il valore documentaristico dei filmati di stupri e pestaggi
  • Istituire corsi scolastici di arrampicamento sociale, tecniche di impunità e filosofia della cattiveria
  • Favorire la prostituzione su strada, così da riportare agli antichi fasti la nobile arte dei gavettoni alle puttane
  • Contaminare con dosi crescenti di nicotina le derrate di aiuti umanitari per l'Africa... e poi sospenderle di botto dopo un anno
  • Promuovere la politica delle porte aperte, degli antifurti spenti e delle saracinesche alzate per agevolare la libera circolazione delle idee e dei vandali, coerentemente con il Trattato di Schengen.

Conclusione

La bastardaggine non è una filosofia, né una scelta di vita: è una condizione umana da cui non si può fuggire. Non si può chiedere al bastardo di non essere ciò che è; sarebbe come pretendere che il leone non mangi carne o il politico non rubi. Il disprezzo e la riprovazione verso i bastardi nascono dall'ignoranza, e dalla paura che deriva dall'ignoranza. Per questo speriamo che il presente articolo spinga coloro che ancora considerano l'epiteto “bastardo” un insulto ad avere un ripensamento e ad accostarsi al fenomeno con occhi nuovi, senza timore o pregiudizi ideologici ma con umiltà e comprensione - magari arrivando a realizzare che, in fondo...

Siamo Tutti un po' Bastardi

Voci correlate

Note

  1. ^ com'un comune comunista comunicò ai comunardi scomunicati in comunità
  2. ^ Esperti in... ehm... uhm... [citazione necessaria]
  3. ^ Crepet et al. - Piccoli bastardi... Ma mai quanto me
  4. ^ Sostanza rosé
  5. ^ Speriamo che schiatti presto...
  6. ^ ... per il bene della scienza, beninteso, mica per altro!....
  7. ^ In effetti sembra un esempio molto estremo - meno male che è tutta fantasia
  8. ^ ... perché, a chi avevi pensato, eh? Eh?
  9. ^ Se non ce l'avesse non sarebbe un bastardo bensì uno stronzo (v. sopra)
  10. ^ che peraltro è lo sfigato stesso a offrire
  11. ^ Utile sotterfugio per liberarsi di creditori, mafia, polizia, coniugi...
  12. ^ Tuttavia avranno comunque modo di rimpiangere il trapasso (vero o falso che sia) quando verranno a sapere dell'immane carico di debiti ereditato dal "caro" estinto...
  13. ^ Altre fonti riferiscono invece che la frase fosse“Non avevo mai trombato tanto prima di entrare in San Pietro
  14. ^ Ardea era un feudo dello Stato Pontificio
  15. ^ Te la fai sotto per quel mal di gola che non ti sei curato 3 anni fa? Tranquillo... Dopotutto questa è un'enciclopedia umoristica, ogni contenuto è frutto di fantasia... o forse no?