Truzzo marchigiano: differenze tra le versioni

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Versione delle 23:13, 5 lug 2009

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« Non sono miei compaesani... »
(Giacomo Leopardi sui truzzi di Recanati)
« Quei jeans a vita bassa non sono proprio degni di un marchigiano... »
(Marchese su un esemplare di truzzo marchigiano)


Il Truzzo marchigiano è uno dei tanti generi della più ampia famiglia dei Tamarri. È una specie rara e protetta che può essere ritrovata solo entro i confini della regione Marche.

Costumi

Motorini

Già nella prima fase il truzzo marchigiano sviluppa una delle tipiche manifestazioni che distinguono la sua specie: lo spostamento solo mediante ciclomotori o Apecar: in particolare i motorini più truccati di Platinette. Il truzzo marchigiano spende tutti suoi soldi nel tentativo di rendere il suo motorino più veloce e/o il più tamarro possibile. Tuttavia da alcuni anni anni a questa parte il rumore generato dal motorino ha assunto un'importanza anche maggiore del motorino stesso: infatti grazie al rumore il truzzo può incutere timore ai suoi rivali in amore o semplicemente far sapere ai suoi simili che sta passando nei paraggi. La polizia stradale ha inoltre appurato che alcuni truzzi marchigiani bucano le marmitte del proprio motorino per fare più rumore.

Abbigliamento

Un altro punto di vanto del truzzo marchigiano è l'abbigliamento, altro marchio di fabbrica del tamarro modello. Sempre alla ricerca del vestiario alla moda, il truzzo marchigiano spende centinaia di euro per comprare vestiti firmati dai migliori stilisti e aventi scritte decisamente insensate ad esempio D&G, Roberto Cavalli, Emporio Armani, Baci&Abbracci, Aquolina o Calvin Klein. Dopo aver comprato abiti sempre più costosi, il cui prezzo non deve essere inferiore ai 100 €, il truzzo marchigiano ne fa sfoggio e motivo di vanto coi suoi simili e da luogo di volta in volta a competizioni per stabilire chi ha pagato di più i propri indumenti. Alla fine colui che avrà pagato di meno le proprie vesti sarà preso in giro dal suo gruppo di simili e gli sarà affibbiato il titolo di sfigato.

Cellulari

Ogni truzzo marchigiano rispettabile porta sempre con se l'ultimo modello di cellulare con affibbiati a esso una trentina pupazzetti gommosi di Winnie the Pooh o in alternativa piccoli adesivi appiccicosi, con cui tappezzano integralmente il proprio telefonino. Gli scienziati che hanno studiato il fenomeno, ritengono che i pupazzetti possano essere usati al posto del tastierino ed eventualmente anche come vibratore. Possedere centinaia di numeri nella rubrica del cellulare è per questa specie di truzzo motivo di vanto e di prestigio: il truzzo marchigiano gareggia coi suoi simili per chi possiede più numeri, motivo per cui il suo esibizionismo estremo alimenta la sua esistenza e il bisogno di avere, anziché amicizie, dei ben più importanti numeri di telefono.

Vita sociale

Il truzzo marchigiano viaggia sempre in branco anche perché da solo è un individuo disorientato e più inutile di quando già lo sia in branco. Durante i giorni feriali si radunano innumerevoli esemplari di truzzo marchigiano nei centri delle città e nei corsi, tutti con l'intento principale di esibire la propria veste agli altri. Un altro motivo di vanto del truzzo marchigiano è il numero di vasche che esegue in un pomeriggio, ovvero delle volte che viene percorso dall'inizio alla fine il corso della città. Altro importante fattore che determina la tamarraggine del truzzo marchigiano è il numero di truzzette con cui ha provato a flirtare. Il sabato sera rappresenta il giorno sacro per il truzzo marchigiano: munito di auto o di moto il truzzo va nella discoteca più "in" possibile a saltare come un "saltafossi" (in dialetto marchigiano) al ritmo di un rumore assordante e ripetitivo che il truzzo marchigiano ama chiamare House o Techno o Hardcore e di cui fa vanto, come quando sfreccia con la sua auto tamarra e con lo stereo a un volume esasperante. Il truzzo marchigiano non si accontenta delle discoteche più vicine al suo domicilio, ma ama migrare a nord, verso l'Emilia Romagna, Riccione e Rimini in primis, perché deve seguire la tendenza che gli impone di frequentare i locali più alla moda che riesce a raggiungere. Essendo il sabato sera giorno sacro per il truzzo marchigiano, esso deve andare a ballare per tutta la notte sulla base dei rumori che lo rendono tanto felice e, tentando di rimorchiare il truzzo di sesso femminile, tanfante di profumo e sberluccicante di brillantini sulla pelle e sulla borsetta. La domenica mattina è il momento di minimo affollamento truzzo nelle città marchigiane poiché il truzzo marchigiano è in letargo fino a tardo pomeriggio per poter riposare quei due neuroni che il giorno prima hanno ballato l'house e hanno sniffato più cocaina di un parlamentare italiano.

Sottospecie e ubicazione

Particolare è il truzzo jesino, originario della città di Jesi, poiché esprime al massimo tutte le caratteristiche del truzzo marchigiano e oltretutto abita in una città storica stupenda. La sede dei truzzi di tal specie è Corso Matteotti, pieno di idioti che sfoggiano i propri abiti appena comprati e la propria deficienza senza limiti. I truzzi jesini amano inoltre fare delle riunioni nella zona industriale della città per poter gareggiare nei lunghi rettilinei del quartiere sfruttando al massimo le nuove potenzialità del proprio motorino, che non viaggia al di sotto dei 100 km/h, stiamo ovviamente parlando dei 50 cc. Ultimamente si sta presentando una nuova specie di truzzi marchigiani, muniti pressoché principalmente di un Apecar con cui scorrazzano liberamente nel tragitto tra casa, l'IPSIA e bar antistante l'edificio scolastico. Questi mezzi, grande espressione della tecnica moderna, nascono con un motore 50 cc che viene prontamente modificato per eliminare l'innaturale limitazione imposta per legge di 45 km/h, portando di solito il truzzo marchigiano a montare motori con cilindrata minima di 102 cc, doppiando addirittura il limite imposto per legge. Questa modifica impone il cambiamento di tutti gli altri pezzi montati originalmente, portando l'intelligentissimo ragazzo originario delle Marche a montare anche il carburatore grosso il doppio, eliminare il miscelatore e altre robe varie, lamentandosi poi per lo strano fatto che, un mezzo che faceva 40 chilometri con un litro, ora rimane a secco dopo soli 30 chilometri. Questa categoria è particolarmente diffusa nella provincia di Macerata, ma non nel capoluogo, popolato da truzzi normali, con un focolaio esteso principalmente da Corridonia a Mogliano. I truzzi delle regioni limitrofe alle Marche son soliti espatriare nei territori dei vicini comuni marchigiani portando una sana dose di ilarità e rispetto da parte dei vari volenterosi marchigiani: basti pensare che la cittadina chiamata Tavullia, che sulla carta risulta marchigiana, è unicamente popolata da riminesi. Grande merito va al romagnolo Valentino Rossi per aver esportato nelle Marche il prototipo del truzzo rincoglionito romagnolo con una sostanziale differenza tra un comune truzzo e Rossi: il truzzo è solamente un deficiente che non si realizzerà mai, mentre Rossi è un deficiente che con una botta di culo è diventato miliardario.