Truzzo sassarese

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Voce principale: Tipi di truzzo (origine geografica)

Cultura e società

Veniamo a descrivere le principali caratteristiche morfologiche e sociologiche del mondezzino. Il mondezzino (localmente conosciuto come tzerrago,dal tattarese stretto = burino) predilige le ore post-meridiane per far sfoggio di tutta la propria caratura culturale, non sarà difficile per un cultore antropologico avvistare il bipede sugli autobus 1 e 3 (detti a Sassari misteriosamente tram, e chiamati al femminile, per cui La 1 e La 3), oppure in Piazza Castello e in Piazza d'Italia, anche se recenti studi prevedono un abbondante ritorno migratorio verso Piazza Fiume.

Rapporti interpersonali

Il mondezzino ha solo due argomenti di discussione, lo scooter e le risse:

  • Lo scooter: il mondezzino è una miniera di sapere, nonostante il fatto che la discussione faccia perno su alcuni topos tra cui "i pezzi da novanta", "marmitta polini", "me la faccio preparare da mariani", "strozzature" e "ni succia umbè". I discorsi son sempre accesi e l'attenzione è sempre ai massimi livelli quando si parla di ciclomotori generalmente Zip, Phantom, F10, Typhoon o Califfone (nei tempi d'oro) e preparazioni affini.
  • Le risse: in genere vengono fuori quando il mondezzino ha esaurito gli argomenti (quindi piuttosto di frequente visto che può optare solo sulla conoscenza dello scooter). Generalmente il mondezzino che racconta di una rissa in cui era uno dei due protagonisti difficilmente racconterà di una sconfitta, la tendenza è quindi quella di una narrazione romanzata dai tratti fortemente epici, nel quale il protagonista viene provocato, sfidato in battaglia e con strenuo valore dimostrerà la propria virilità disarcionando il nemico. Naturalmente i toni sono di tutt'altra caratura: "E caz chiddu mi fazzi caz... E allora io caz ni boggu la catena dallo scooter e s'è cagliaddu muddu".

Possiamo vedere quindi come lo scooter torni sempre e comunque in ogni argomento, trattasi davvero di un elemento catartico per il mondezzino, che ne contraddistingue l'affermazione sociale e le maggiori carte da giocare sulla giostra dell'accoppiamento.

Usi e costumi

L'abbigliamento del mondezzino:

  • In moto: casco (tanto per non prendersi la multa) praticamente ad altezza cervelletto, con cappellino degli New York Yankees, stile americano indossato sotto.
  • In giro estate/inverno: giubbotto nero con pellicciotto, jeans e scarpe da Skate con parvenza di gommone. Alcuni attenti alla moda utilizzano lo stampino da tronista, con scarsi risultati; magliettina attillata con mezzo litro di profumo spruzzato non sulla pelle ma direttamente sopra gli indumenti, circa una lattina di prodotto ogni volta che si esce; gel dei capelli marca ormai non più da datredizzi, perché il rinnovato mondezzino non vuole più incappare negli errori del passato lasciandosi qualche residuo visibilissimo.

Comunicazione non verbale

Le teorie sulla prossemica hanno una ramificazione particolareggiata per quanto riguarda lo studio di questa categoria sociale:

  • Divertito: collo in avanti che oscilla, bocca semi aperta ed esclamazioni del tipo "caz troppo togo, caz oh pazzo".
  • Incazzato: vena del collo in procinto di esplosione, rossore improvviso, movimenti convulsi e a scatti di spalle e braccia. Ricerca spasmodica di una locazione tra due compari per far finta di farsi trattenere dal picchiare qualcuno.
  • Provocatore: sorriso beffardo, mano che mena schiaffetti e la tipica espressione: "mi sei pigliendi pa lu guru?".

Sul tema dell'innamoramento gli studiosi dibattono da anni se si tratti di vero e proprio sentimento metafisico, o semplicemente di estro sessuale tipico del maschio che entra in calore. Nel dubbio ci asteniamo da qualsiasi commento a riguardo in attesa di ulteriori sviluppi.

ATTENZIONE! Questi atteggiamenti si manifestano solitamente quando gli individui si muovono in branco, tali comportamenti sono visibili nell'individuo singolo soltanto se questo è un vero ammazzasette.

Fraseologia e Lessico del Mondezzino

Breve compendio di sassarese... Sarebbe un delitto non diffonderlo tra gli estimatori.

Vocabolario sassarese

Il dialetto sassarese ha origini molto antiche, ma con il passare del tempo si è arricchito di nuovi sostantivi che rispecchiano il periodo in cui si divulga, adattandolo all'evoluzione sociale che lo ha influenzato. Con il seguente trattato si vuole portare all'attenzione di molti queste innovazioni semantico-letterarie, a coloro che poco sanno di questo singolare e affascinante dialetto della città di Sassari. Dal costante lavoro di Alessandro D.

  1. Caz: "," (si può tranquillamente sostituire con il simbolo punteggiato della virgola).
  2. Tram: Autobus
  3. Girami li guglioni: "Per cortesia gradirei essere lasciato in pace, grazie."
  4. Figlioru di bagassa: Allusioni dell'interlocutore sulle origini poco nobiliari della madre del ricevente.
  5. Fatti ri gazzi doi: "Le consiglio di non occuparsi di vicende altrui."
  6. Poni a bì: "Mi verserebbe una bevanda, per favore?"
  7. Mi che ti parto: Di questo passo mi costringerà a usare le maniere forti.
  8. Escine un giro: L'interlocutore fa richiesta , per ragioni di prove tecniche, del veicolo del ricevente per valutarne l'efficienza.
  9. Escimene da culo: L'interlocutore fa presente al ricevente che, in quella specifica porzione di superficie, non sarebbe molto indicato sostare, invitandolo a lasciarla libera.
  10. A te le fai una storia: Modalità con la quale un individuo, generalmente il maschio, chiede la mano della sua amata.
  11. A ti metti?: Modalità estrinseca con la quale un individuo vorrebbe ufficializzare l'avvenuto fidanzamento.
  12. Mancu mostha!!!: Purtroppo il cuore dell'amata vergine è già impegnato, per tanto con rammarico si nega al principe.
  13. Ma a correre però: In questo altro caso, la giovane corteggiata fa presente allo sfortunato condottiero innamorato che sarebbe disposta a far valere tutte le sue doti atletiche pur di sfuggire alla presenza , se pur irresistibile, del nostro principe.
  14. Cazz! Ogna troncu di paccioccu: Un sussulto fa evidenziare la particolare bellezza di una rappresentanza del gentil sesso.
  15. Oh, ebbè?: "Salve, come stiamo?"
  16. Oh cazz ebbè?: Idem come sopra.
  17. Gosa gazzu boi?: L'interlocutore si accerta del motivo per la quale un individuo presta le sue attenzioni.
  18. Caz ognia cecciu: "Per dinci che cerchio alla testa." Affermazione con la quale il nostro personaggio ci vuol portare a conoscenza del suo momentaneo stato psico-fisico alterato, probabilmente cagionato dall'eccessiva ingestione di bevande alcoliche locali.
  19. Occi a gà l'hai?: L'interlocutore si premura di stabilire l'eventuale riferimento alla sua persona, durante lo svolgersi di un dialogo, manifestando palesi intenzioni poco amichevoli.
  20. Occiu a me vi' r' hai?: In questo caso l'interlocutore chiede conferma del suo coinvolgimento in un discorso che lo vede protagonista. L'avvenuta conferma potrebbe provocare reazioni tipo definizione n.7 e/o conseguenze affini.
  21. L'occi in curu: Cortese invito a volgere lo sguardo dalla parte opposta dell'interlocutore (o del seno/fondoschiena della consorte dello stesso).
  22. Arregga ra graviglia: L'ora di pranzo è vicina, per tanto lo chef ricorda che è giunto il momento di cucinare le vivande. "Per gentilezza mi potresti portare una griglia?"
  23. Ti ni varia un raiu: Espressione che riporta la memoria alle antiche guerre epiche nobiliari. In questo caso l'interlocutore spera in un imminente avvenuta di un maleficio che porti sconforto nei confronti del suo avversario.
  24. Azz! Ognia sega: Questa espressione paragona l'atto di auto-stimolazione sessuale maschile a un evento particolarmente piacevole, così da sottolinearne la reale situazione emotiva positiva.
  25. Azz! ogni pitorra: Un individuo allo specchio nota che in effetti il suo training procede a gonfie vele, e che è particolarmente compiaciuto dell'ampiezza della muscolatura del torace.
  26. Te'!! Arrasta: In questo caso due conoscenti si incoraggiano nell'aggiudicarsi le pietanze in quanto vi potrebbe essere il rischio che esse terminino (riferimento particolare a feste, cene private, matrimoni o altro).
  27. No hai cumpresu un cazzu: Modo cortese per avvertire che l'idea che si ha riguardo un determinato avvenimento non corrisponde al vero.
  28. Ebbè mascì!!!: Dal francese 'mon cher'(mia cara), sta a indicare un modo assai cortese e affettuoso per richiamare l'attenzione di una vergine che ha suscitato particolare interesse nel cuore del giovane principe della contea di 'Mont Rosell'. Questa affermazione può accompagnarsi, o essere preceduta, da un lieve sibilo vocale tipo usignolo conosciuto con il nome di FRÙSCIU (dal verbo fruscià - fischiare).
  29. Ponimi ra faccia in curu: L'interlocutore manifesta una certa irrequietezza causata da un disaccordo verso il ricevente, invitandolo pertanto a intraprendere un viaggio culturale in un determinato luogo anatomico umano, così da visionare più da vicino tale archivio ed eventualmente trovare un accordo.
  30. Vai in orammara: Questa è una tipica espressione gioviale, ma non troppo, di colui che stabilisce un determinato lasso di tempo, in questo caso individuando l'ora, nel quale egli spera che avvenga una fatalità allo sfortunato interlocutore.
  31. Ebbè, ma no zi ni dai?: Nel rituale dell'accoppiamento il giovane condottiero, assai propenso, si accerta della disponibilità della principessa nel portare a termine detta procedura.
  32. A fora ri pindacci: È in corso una dura e cruenta battaglia tra fazioni avverse. Allorché l'una sta momentaneamente avendo la meglio sull'altra tanto da far pensare che vi sia la presenza di stregoni che stiano decidendo le sorti della disputa. Uno dei partecipanti o degli spettatori, invita queste oscure e malefiche presenze ad abbandonare il campo di battaglia.
  33. Zi vidimmu a ra Torres!/Boni veshti!:"Buona fortuna!/Salve!/Arrivederci!"
  34. Ooh! Al matherland ho visto questo chiuahua! Cazz era seccante! Me lo volevo imboscare nel giubbotto e poi me ne fuggivo! : Al matherland (comune giostra che visita Sassari circa una volta l'anno) ho visto un chiuahua! Era veramente bello! Avrei voluto prenderlo con me, nasconderlo nella mia giacca e andare via!
  35. Guà cazz fratè! Se uno ti guarda negli occhi gli devi dire come minimo OOOh cosa gazzu sei abbaiddendi? Poi al massimo gli parti! Perché se non gli fai niente si sparge la voce cazz!: Ehi amico, se una persona ti guarda negli occhi devi come minimo chiedergli cosa vuole, poi potresti usare le mani. Se non farai ciò potrebbe spargersi la voce e non è una bella cosa.
  36. O frate mi ni sei magnendi lu zaibeddu, modo per dire al proprio interlocutore che sta rompendo i sacrosanti con le sue parole.
  37. Ma freddu a faccia c'hai?, Primo avviso al fastidioso interlocutore. Normalmente l'allusione alla temperatura del viso, si interpreta con l'imminente percosse sulla guancia.

La compagna del Mondezzino

La compagna del mondezzino ama stare l'ottanta per cento del suo tempo sopra il ciclomotore del suo ragazzo, quasi come gli Unni passavano la maggior parte del tempo a cavallo. Generalmente le mondezzine indossano sorta di pellicciotti bianchi nei mesi invernali, mentre in quelli estivi prediligono magliette corte sopra l'ombelico, fuseaux consunti e zeppe mai in disuso. Prediligono il casco a scodella col rivestimento rosa De puta Madre. Sono loro a scegliere il maschio per la copula e secondo alcuni studiosi la scelta ricade o sul leader della greffa o sul possessore del miglior mezzo di trasporto. Le mondezzine al contrario di quanto si possa ritenere basandosi su un'analisi superficiale, non sono affatto dedite a ogni lascivia. La loro ferrea educazione cattolica impone una sorta di pudicizia piuttosto estremizzata nei primi tempi del rapporto con il mondezzino, il quale però (esperto amatore e conoscitore a orecchio di canzoni struggenti in LA Minore ) sa come capovolgere ogni situazione. Si passa quindi da una fase di pudicizia a una di totale esternazione delle proprie pulsioni.

Vediamo qualche esempio :

  • "Oh ascò Chiarè, mi sto imboscando con Tore a crocerare dietro quei cassonetti".
  • "Caz, aggiu cuddaddu così tanto chistha ghedda chi mi fazzini mali le ovaie".

Le mondezzine, ultimamente, hanno preteso dai loro compagni maggiori attenzioni non sessuali. Ora è probabile che questa condizione sia dovuta al fatto che le mondezzine, uscendo nel tardo pomeriggio, passino il tempo a confrontare i loro maschi con quelli di Uomini e Donne e di quel romanticumine patinato e pacchiano. Non è ancora una certezza, ma non è del tutto da escludere. Sui tram le mondezzine non parlano tra di loro: urlano. sarà capitato a chiunque di salire sulla uno o la tre e vedere qualche ragazza ipertruccata e pensare: "Beh se avesse meno trucco sarebbe proprio carina". Poi quella stessa riceve una chiamata al cellulare con la suoneria di Mango e ne esce da bocca una voce che ti ni fazzi passà tutta la gana. Sulla tonalità di voce della mondezzina non è possibile soffermarsi in maniera adeguata in questa breve analisi; ma distinguiamo comunque almeno due timbri vocalici:

  • Vagamente sussinca (uso frequente dell'intercalare "gaz")
  • Lattedolcina (uso frequente dell'intercalare "cioè" "troppo bono").
  • Uso abituale del modo di dire cioè che tipo....

Molti però sostengono che la vera mondezzina sassarese sia colei che nell'atto di parlare ostenti maggiore intonazione nelle vocali finale di ogni parola , assumendo un timbro vocale stridulo e penetrante . La completezza poi è data dall'ormai famosa posizione : schiena curva , gambe divaricate e mano a palmo alto . Esempio :


  • Ohh Chiareeeeeee con te sto parlandooooo miiiiii
  • Oh gaggio...
  • Mi stai raschiando il cervello.
  • Sei un raschio.


Litigio fra Mondezzine

È generalmente causato da due fattori:

  • La tipa si sta crocerando il ragazzo dell'altra
  • La tipa sparla dell'altra

La mondezzina non attende di chiarire se le voci che sono arrivate al suo orecchio siano vere o pretenziose; essa parte all'attacco come un amazzone, ma raramente si raggiunge lo scontro fisico; accesissimo è invece lo scontro verbale.

La componente ironica risiede nel fatto che la mondezzina chiama la sua vittima in disparte, in modo da non attirare l'attenzione verso di se; ma bastano pochi secondi perché tutta piazza castello (esempio frequente) si raduni davanti all'acceso diverbio di natura antropologico-territoriale.

Fraseologia e Lessico della Mondezzina

  • "Oh bella be' stai molto attenta"
  • "Mi ci metti quattro palmi di faccia in culo"
  • "Ma gazzu sei dizzendi che ti hanno visto tutti con Barroccu dietro la COOP"
  • "Caz un altro po' e la pigliavo per i capelli .. "

La Greffa

L'ambito territoriale e l'habitat in cui si concentra la maggior parte del tempo quotidiano di un mondezzino è La Greffa. Una Greffa può essere compresa come "il branco", ovvero il gruppo o il punto di incontro stesso di una data quantita' di mondezzini. La Greffa ha avuto una enorme diffusione sopratutto nella metà degli anni '90, quando tutti i vecchi erano in piedi perché a Sassari non esisteva panchina libera. La panchina, infatti, o le panchine diventano il punto di socializzazione fra mondezzini e approdo di moto. Le modalità di nascita di una greffa sono estremamente confuse quanto oggetto di studio. Molto probabilmente, una greffa nasce da due o tre mondezzini che si siedono un giorno su una panchina, il giorno dopo si risiedono con altre due persone amici di quello o dell'altro, e cosi via. È da considerare come una greffa dopo un mese (tempo medio di durata e di massima espansione) arrivi anche a 20-25 esemplari, per poi sfaldarsi definitivamente. Gli atteggiamenti da assumere in una greffa fanno parte del modus-operandi stesso del mondezzino, ma racchiudono anche altri elementi:

  • Sedersi col culo sulla spalliera della panchina e i piedi poggiati su dove in teoria bisognerebbe sedersi.
  • Sputare ogni 10 - 15 secondi da un lato, non con il tipico scarrascio corto a filo, ma con lo scarrascio lungo, poco pastoso e catapultato tramite la fessura dei denti.
  • Se il mondezzino è motorizzato, ogni volta che arriva deve opportunatamente salutare o farsi vede sgommando o "pinzando", ovvero frenare violentemente col freno di davanti in modo da far sollevare la ruota di dietro da terra.
  • Farsi vedere togo e dannatamente grosso e appolparsi a tutte le probabili mondezzine interessate.