Truzzu reggino

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Voce principale: Tipi di truzzo (origine geografica)
« No, ma io prendo tre apposta nei compiti perché fa figo »
(I sani doveri scolastici di un truzzo rriggitanu)
Una rara specie di truzzo rriggitanu spiega le ali e lancia richiami, tipico comportamento da corteggiamento.
« La mia fidanzata deve essere o emo o punk, o comunque alternativa, che altrimenti è conformista »
(Truzzo rriggitanu che ascolta poser metal, mentre fa affermazioni lapalissiane)

Lontano discendente del truzzo calabrese, notevole animale da cortile, situato nei pressi di Reggio, ama riunirsi in gruppi da cento, spulciare i rispettivi compagni e avere rapporti con femmine di truzze rriggitane durante il periodo dell'accoppiamento; cioè sempre.


Comportamenti

È inutile domandarsi cosa ci facciano tutti quanti riuniti con i loro motorini e macchinette 50 anziché essere in qualche discoteca: a Reggio Calabria infatti le stesse discoteche sono etichettate dagli stessi truzzi rriggitani come luoghi "tamarri". Infatti fra gli stessi gruppi di truzzi in città vi è una gerarchia:

  • I cardoli: Provenienti dall'entroterra aspromontano, essi "calano" in città in massa cercando "u pilu rregginu": le "cardole" infatti non sono appetibili per la loro elevata dose di testosterone all'interno del corpo. I loro luoghi di incontro sono le discoteche o, al massimo, i locali adibiti a discoteca, o al massimo qualsiasi luogo che puzzi di piscio, sia dotato di luci sparaflashanti e produca della musica house: cioè, fatta in casa.
  • I cristianuni: Sono considerati i "normali", coloro che vestono roba acquistata ai mercatini rionali spacciandoli per vestiti firmati originali. Frequentano i locali adibiti a discoteca, rifiutando le discoteche.
  • Gli snob : la punta della piramide. I figli dei cosidetti "cafunazzi i paisi" (= cafoni di paese, cioè quelli dell'hinterland reggino che sono divenuti ricchi per motivi oscuri). Vestono roba esclusivamente originale che non costi sotto i 500 euro e frequentano locali chic molto, ma molto fuori città. Sono disprezzati dai "cristianuni" perché quest'ultimi rosicano tremendamente non avendo i soldi per comprarsi la cintura D&G di 780 euro o quella da pistolero, che va molto di moda da quelle parti.

Truzzate

Occhiali sbrilluccicosi: è provato scientificamente che il continuo sbarluccichio ipnotizzi la femmina truzza.

Altra particolarità del truzzu rreggitanu è la voglia di divertimenti fino a scoppiare. Per questo alcuni truzzi hanno creato vere e proprie organizzazioni (criminali) per mettere su festini in locali adibiti a discoteca, per conoscere gente nuova o per scambiarsi i batteri. Peccato che ci vadano sempre i soliti, nonostante non riescano a distinguersi tra di loro. Dalle foto dei loro festini, che non alleghiamo perché requisiteci dal dipartimento di polizia perché considerate armi improprie, si può notare al meglio la loro natura:

  • Sguardo da pesce lesso con pupille dilatate per via dell'uso di cocaina tagliata col coltellino delle Barbie.
  • Bocca spalancata con lingua di fuori per mettere in mostra la propria avvenenza fisica.
  • Rivoli di bava che colano nelle bocche delle loro consorti affamate di pene.

Importante anche il loro vestiario dettato da un rigido codice di onore:

  • Magliettina rosa o a strisce multicolorate con scollatura a V fino all'ombelico.
  • Jeans strappati direttamente dai denti di Roberto Cavalli.
  • Scarpe Silver o Rich per uomo, ballerine o scarpe Hogan beige per la donna truzza che non deve chiedere mai.

È interessante notare l'uso delle ballerine per le esponenti femminili del truzzu rriggitanu per risvegliare l'istinto feticista dei maschi della loro specie. Esistono diverse versioni con molti colori, adornate o da brillantini o fiocchettini o teste di cervo impagliate. Circolano voci che alcuni siano morti di attacchi di epilessia per l'esposizione prolungata ai brillantini di alcune ballerine. Inoltre i peli del petto, considerati un must della virilità, sono barbaramente schifati e ci si chiede se un truzzo reggino sia gay o meno.

Linguaggio

Forza, non è difficile, cosa viene dopo la A?

I truzzi reggini si rivolgono agli altri simili con la formula "Compareeee" o "'mpareeee", seguito da stretta di mano e bacio sulla guancia con schiocco rumoroso, oppure usano produrre muggiti o barriti in presenza di femmine. Il resto è un italiano misto a dialetto reggino: nemmeno i più illustri scienziati dell'università di Cambridge sono riusciti a tradurre quel tremendo biascichio di lettere raddoppiate.
Per attaccare briga o rissa, il truzzo reggino usa le seguenti formule:

  • "Vuoi sciarra 'mpare?" (= Vuoi che io ti faccia tremenda violenza, compare?)
  • "Cchi cazzu ti uardi?" (= Che cosa stai ordunque fissando?)
  • "Stai uardandu a me zzita 'mpare?" (= Stai rimirando la mia femmina?)

La "sciarra" però non avviene mai per il seguente motivo: il truzzo reggino è un cagasotto e non si sognerebbe mai di scontrarsi con anima viva. Utilizzando il suo telefono cellulare di ultima generazione con suoneria della tarantella e dell'ultimo pezzo house integrato, chiama a raccolta i suoi compari. L'avversario farà lo stesso e i loro compari lo stesso e così via discorrendo. Alla fine tutti i truzzi reggini si riuniranno nel punto prefissato della "sciarra" e uno di loro griderà: «mpareeee, tutti alla creperia!».

Antica rivalità con i metallari

La minaccia truzza a Reggio Calabria è inestirpabile: i metallari, pochi e sconosciuti fra di loro, sono costretti a emigrare a Cosenza per evitare il contagio. Lì infatti si è accampata l'armata metallara, in attesa di scendere fino in riva allo stretto, anche se casi di pestaggi di truzzi a suon di catene non risuonano certo per le vie della città come leggenda urbana. Capita infatti che il truzzo reggitano si rivolga con sfrontatezza ai pochi metallari rimasti, chiedendo: "'Mpare, ma picchì ti vistiti i niru? Ma chi ssi, a luttu? Ti muriu u iattu?" ("Compare, ma perché ti abbigli con colori poco sgargianti come il nero? Hai avuto qualche perdita in famiglia? T'è venuto a mancare il gatto?"). Le conseguenze di questa frase sono note a tutti, più per l'offesa ai danni del gatto del metallaro che per il colore.