Massimo Bubola: differenze tra le versioni

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* quando veniva colto da uno dei suoi sprazzi di compiaciuta umiltà (detta anche la suprema arte del "tirarsela con modestia") e si rendeva conto che sarebbe stato tremendamente autoreferenziale da parte sua accreditarsi come unico cantante, compositore e arrangiatore.
* quando veniva colto da uno dei suoi sprazzi di compiaciuta umiltà (detta anche la suprema arte del "tirarsela con modestia") e si rendeva conto che sarebbe stato tremendamente autoreferenziale da parte sua accreditarsi come unico cantante, compositore e arrangiatore.


In effetti, ci sono un sacco di indizi ad avvalorare questa tesi: le canzoni di Bubola sono indiscutibilmente orrende e prive di spessore poetico, il cantautore veronese non è mai stato visto nella stessa stanza di Faber e l'unica foto che ritrae assieme i due artisti si è rivelata un evidente e grossolano fotomontaggio fatto con [[Photoshop]].<br />Secondo altre correnti di pensiero invece De Andrè ricorse a un attore in carne e ossa per dare più credibilità al personaggio di Bubola e ridere alle spalle dei borghesi boccaloni. Dopo una minuziosa selezione il prescelto per interpretare la parte del [[sockpuppet]] fu nientepopodimeno che lo stesso giardiniere di De Andrè, un veronese dalla voce roca e i capelli ricci che suonava da Dio l'armonica a bocca.
In effetti, ci sono un sacco di indizi ad avvalorare questa tesi: le canzoni di Bubola sono indiscutibilmente orrende e prive di spessore poetico, il cantautore veronese non è mai stato visto nella stessa stanza di Faber e l'unica foto che ritrae assieme i due artisti si è rivelata un evidente e grossolano fotomontaggio fatto con [[Photoshop]].<br />Secondo altre correnti di pensiero invece De Andrè ricorse a un attore in carne e ossa per dare più credibilità al personaggio di Bubola e ridere alle spalle dei borghesi boccaloni. Dopo una minuziosa selezione il prescelto per interpretare la parte del [[sockpuppet]] fu nientepopodimeno che lo stesso autista di De Andrè, un veronese dalla voce roca e i capelli ricci che suonava da Dio l'armonica a bocca.<br />Ebbene sì, De Andrè aveva l'autista, e se è per questo aveva pure una [[Mercedes]].


A questo punto però la domanda sorge spontanea: dopo la morte di De André, chi ha manovrato il pupazzo Bubola?<br />La vedova allegra Dori Ghezzi? L'influente [[lobby ebraica]]? Il cardinal [[Marcinkus]]?<br />Oppure Massimo Bubola è semplicemente un nome multiplo alla stregua di [[Luther Blissett]], ovvero un marchio utilizzato da un numero imprecisato di artisti e cazzari vari per denunciare la pochezza contenunitistica della canzone leggera italiana nonchè la esponenziale e per certi versi innaturale ricrescita del cuoio capelluto di [[Totò Schillaci]]?
A questo punto però la domanda sorge spontanea: dopo la morte di De André, chi ha manovrato il pupazzo Bubola?<br />La vedova allegra Dori Ghezzi? L'influente [[lobby ebraica]]? Il cardinal [[Marcinkus]]?<br />Oppure Massimo Bubola è semplicemente un nome multiplo alla stregua di [[Luther Blissett]], ovvero un marchio utilizzato da un numero imprecisato di artisti e cazzari vari per denunciare la pochezza contenunitistica della canzone leggera italiana nonchè la esponenziale e per certi versi innaturale ricrescita del cuoio capelluto di [[Totò Schillaci]]?

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Massimo Bubola è un cantautore, produttore discografico e arrangiatore italiano, anche se in realtà non esiste.
Proprio come la pietra filosofale e il Molise, infatti, Bubola non è altro che una pura leggenda metropolitana, il frutto di una psicosi collettiva, un dissacrante paradosso, un proverbiale deus ex machina, una burla orchestrata con sagacia, una bubbola insomma.

Vita fittizia

File:Vomita.jpg
Massimo Bubola esprime il suo disappunto riguardo alla musica commerciale.

I tanti successi

Ma chi si nasconde dietro al nome di Massimo Bubola?

Bubola nel bel mezzo del suo concerto più seguito.

Secondo i bene informati Massimo Bubola non è altro che lo pseudonimo dietro cui si celava il più grande artista genovese di tutti i tempi: non parliamo di Paolo Villaggio, ma di Fabrizio De André.
Il buon Faber soleva camuffarsi nel suo alter ego bubolesco principalmente in due casi:

  • quando voleva pubblicare album alternativi e canzonette scialbe senza rovinarsi la reputazione di cantautore impegnato.
  • quando veniva colto da uno dei suoi sprazzi di compiaciuta umiltà (detta anche la suprema arte del "tirarsela con modestia") e si rendeva conto che sarebbe stato tremendamente autoreferenziale da parte sua accreditarsi come unico cantante, compositore e arrangiatore.

In effetti, ci sono un sacco di indizi ad avvalorare questa tesi: le canzoni di Bubola sono indiscutibilmente orrende e prive di spessore poetico, il cantautore veronese non è mai stato visto nella stessa stanza di Faber e l'unica foto che ritrae assieme i due artisti si è rivelata un evidente e grossolano fotomontaggio fatto con Photoshop.
Secondo altre correnti di pensiero invece De Andrè ricorse a un attore in carne e ossa per dare più credibilità al personaggio di Bubola e ridere alle spalle dei borghesi boccaloni. Dopo una minuziosa selezione il prescelto per interpretare la parte del sockpuppet fu nientepopodimeno che lo stesso autista di De Andrè, un veronese dalla voce roca e i capelli ricci che suonava da Dio l'armonica a bocca.
Ebbene sì, De Andrè aveva l'autista, e se è per questo aveva pure una Mercedes.

A questo punto però la domanda sorge spontanea: dopo la morte di De André, chi ha manovrato il pupazzo Bubola?
La vedova allegra Dori Ghezzi? L'influente lobby ebraica? Il cardinal Marcinkus?
Oppure Massimo Bubola è semplicemente un nome multiplo alla stregua di Luther Blissett, ovvero un marchio utilizzato da un numero imprecisato di artisti e cazzari vari per denunciare la pochezza contenunitistica della canzone leggera italiana nonchè la esponenziale e per certi versi innaturale ricrescita del cuoio capelluto di Totò Schillaci?

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