La rivolta di Atlante

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
(Rimpallato da La Rivolta di Atlante)
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« Giuro sulla vita e sul mio amore per essa che non vivrò mai per il bene di un altro uomo, né chiederò a un altro uomo di vivere per il mio bene »
(John Galt sulle perifrasi per metterlo nel culo a tutti)
« Io sono a favore dei poveri, dei bisognosi e dei derelitti, purché quei pezzenti se ne stiano lontani da me. »
(James Taggart sulla coerenza)
L'edizione tascabile dell'opera.

La Rivolta di Atlante è un'opera fantascientifico-politico-filosofico-profetico-snuff-anal della nota[a chi?] scrittrice, filosofa e spia russo-americana Ayn Rand sulla malvagità dell'altrusimo, del comunismo e di qualunque cosa sia anche vagamente definibile come società.

Si tratta di un volume che fa della concisione e della sintesi i suoi maggiori pregi, rappresentando in appena 6300 pagine il lavoro più conosciuto dell'autrice, nonché una delle maggiori accozzaglie di puttanate mai scritte. I suoi protagonisti sono persone normalissime che rispetto agli altre hanno in più solo la capacità di progettare supermotori economici e alternativi, rimanere impassibili di fronte alle peggiori torture, trombare come ricci una pagina sì e l'altra pure senza eventi spiacevoli, non stancarsi mai e fare badilate di soldi in pochi giorni, solitamente sulle spalle dei poveri sfigati di contorno che hanno il mero compito di far risaltare le gesta degli eroi. Ciò avviene grazie a descrizioni che, pur mostrandoli in superficie come individui brutti, sporchi e lavativi, ad un'analisi più profonda ne fanno cogliere anche la sconfinata stupidità, con un'efficacia comunicativa e una caratterizzazione tali da far sembrare capolavori letterari perfino i manifesti di propaganda di Gheddafi.

Trama

Tutto va bene nell'America di un futuro imprecisato, una società in cui gli eredi delle maggiori industrie americane sono dei figli di papà, dai nomi immancabilmente cretini, nati da secoli di unioni all'interno di una casta ristretta e, nonostante gli enormi successi riportati, sono in realtà del tutto incapaci persino di cuocersi un panino al prosciutto, così quando combinano casini si fanno aiutare dai loro amici politicanti, i quali versano loro miliardi di dollari spremendo di tasse il popolo.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. La rivolta di Atlante

Disgustati da quest'andazzo, le migliori menti del Paese - ovviamente di razza bianca - entrano in sciopero ma nessuno se ne accorge perché la maggior parte della popolazione si concentra sul gossip e sul campionato di football. Allora le suddette menti decidono di scioperare anche nella riproduzione della specie di modo che nelle generazioni successive non vi sia nessuno di intelligente (nel libro infatti nessuno ha figli), ma suscitano solo reazioni da parte della destra cristiana perché trombano col profilattico.

I personaggi

  • Dagny Taggart: si capisce che è la figlia di un magnate delle ferrovie dal nome idiota che porta e tiene in piedi l'azienda paterna ottenendo finanziamenti da altri miliardari in cambio di imprecisati favori. È la trasfigurazione dell'autrice: infatti è giovane, ricca, carina, senza figli e stranamente ossessionata da componenti strutturali quali pali della luce, piloni, traversine e tondini d’acciaio.
  • James "Jim" Taggart: fratello incapace di Dagny - il che è tutto dire - tiene sul suo libro paga mezza Washington perché gli levi dalle palle la concorrenza, ma il parlamento lo ricambia espropriandogli le linee ferroviarie. È inoltre il responsabile di tutti i disastri che avvengono sulle sue ferrovie, nonché il più spericolato scaricatore di barili dell'opera:
« Non è stata colpa mia! »
(James Taggart dopo il nuovo disastro ferroviario)
« Non potevo farci niente! »
(James Taggart dopo che ha perso un appalto miliardario contro una carpenteria artigianale)
« Nessuno può biasimarmi! »
(James Taggart dopo aver dilapidato il patrimonio al videopoker)
  • Frank “Hank” Rearden: si spaccia per mago della metallurgia ma in realtà è capace soltanto di pagare degli scienziati perché inventino per lui nuove leghe. Perseguitato dagli avidi familiari, scappa con Dagny finché non gli finiscono i soldi, allorché la troietta lo molla e torna alle sue ferrovie.
  • Francisco Dominguez Sebastian Carlos Altriquattroocinquenomiacaso d'Anconia: a 13 anni trova lavoro come fattorino, a 16 s'imbarca su una nave come mozzo, a 17 si tromba Dagny e due giorni più tardi diventa amministratore delegato della sua azienda. Quando Dagny gli chiede un’aiutino di millemila miliardi per le sue ferrovie, stranamente la manda a cagare.
  • Råĝńäř “Gnhķhw” Dannrskchjöld: Ayn Rand non aveva troppa fantasia, così ha deciso che nel futuro i vichinghi si dessero ancora alla pirateria. Questo personaggio, in particolare, ce '’ha col mondo intero per via del suo nome bislacco.
  • Wesley Mouch: politicante che cerca di nazionalizzare tutte le industrie d’America per poterne trarne guadagno. Rappresenta il contraltare alla libera impresa, come suggerisce l'autrice che fa sempre precedere il suo nome dalle parole quello stronzo.
  • John Galt: non è chiaro se sia una persona, un uccello o un comodino, di sicuro c'è soltanto che si tromba Dagny.
  • Atlante: un po' come in Aspettando Godot, è un personaggio inesistente utile solo a dare al libro un titolo meno stupido.

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