Indie

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Musical-indie-tà

« Suonano come se i Kraftwerk avessero incontrato Morrissey al Bar Mitzvah di Thom Yorke e avessero costruito un robot che sembrava un incrocio tra David Byrne e Neil Young del periodo di Harvest, e il robot era diventato troppo intelligente e aveva iniziato a distruggere tutto, e gli unici che potevano fermarlo erano i Pixies, ma per distruggerlo dovevano sacrificare le loro vite, e poi 20 anni dopo i Portishead e i Yo La Tengo ci hanno fatto su un album tributo... Solo che sono più ballabili e si mettono sempre queste maschere da animale e suonano solo cover di canzoni da The Labirynth. »
Per una cantante indie la bellezza è mainstream.

Caratteristica fondamentale comunità indie è quella di annunciare istericamente almeno 3 volte all'anno "Il Miglior disco della storia del Rock" oppure "La band che cambierà la storia della musica" facendo riferimento al disco di esordio di un gruppo conosciuto solo nelle isole Tonga, disco di cui naturalmente ci si dimenticherà 2 settimane dopo l'uscita.

Un buon 80% delle indie-band è indicata all'esordio come la "necst big fing", per cui è spontaneo chiedersi se usare tale espressione porti sfiga alle band emergenti, o se semplicemente quando qualcuno vuole diventare indie sia sottoposto ad un rituale durante il quale gli vengono graffettate due fettone di prosciutto San Daniele sugli occhi.

La conoscenza musicale media di un indie spazia dall'indie pop all'indie thrash metal passando per l'indie alternative rock, l'indie symphonic depressive industrial catarrhal black metal e l'indie elettronica. Da ciò si evince anche che la parola indie è lì per bellezza, e che nel genere indie vengono ammassati gruppi senza un minimo filo conduttore, basta che sembrino indipendenti. In genere, se parli con un indie, egli ti citerà sicuramente gruppi tipo i White Lies o i Joy Division, che sicuramente erano i migliori nei loro primi 3 album[1], oppure i Sonic Youth oppure ancora quel gruppetto sconosciuto di cui non sai il nome ma che si veste male come te quindi è OK.


La disputa Muse - Radiohead

Chi non vorrebbe essere come loro, eh?

Come noto a tutti gli hipster del quarticciolo, nel corso degli anni si sono delineate due fazioni ben precise nel mondo degli ascoltatori indie: quella pro-Muse e quella pro-Radiohead.

Il vero indie obbligatoriamente dice sempre che una delle due band è sottovalutata e l'altra è commerciale mainstream venduta alle major, e che l'una abbia copiato dall'altra. Obbligatoriamente. Infatti ambedue sono gruppi talmente poco commerciali che l'una compose l'OST di Twilight, notissimo film non commerciale, e l'altra collaborò per quasi tutta la sua carriera con la celebre etichetta di nicchia EMI, ovviamente totalmente esclusa dalla scena mainstream; due simboli dell'indipendenza dalla commercializzazione moderna, ovviamente.
Ma come si distinguono gli appartenenti ad una fazione rispetto ad un'altra?

Ecco qui di seguito due esempi di argomentazioni della propria posizione:

« Io amo i Muse. Li ho seguiti sin dagli inizi, ho tutta la loro discografia, peccato siano sottovalutati. Cioè, fanno delle canzoni troppo belle, rispetto alla scena mainstream di oggi. Tipo l'ultimo disco non mi è piaciuto molto, perché temo si stiano un po' svendendo, ma i Muse del primo periodo sono stupendi, riescono a suscitare sentimenti particolari come nessun altro riesce a fare e non sono venduti alle major come i Radiohead. Ma io poi non capisco cosa ci trovino di bello in loro, si sono venduti subito e fanno canzoni che cioè si vede che sono commerciali, addirittura trasmettono i loro video su MTV! »
(Indie pro-Muse)
« Io amo i Radiohead. Li ho seguiti sin dagli inizi, ho tutta la loro discografia, peccato siano sottovalutati. Cioè, fanno delle canzoni troppo belle, rispetto alla scena mainstream di oggi. Tipo l'ultimo disco non mi è piaciuto molto, perché temo si stiano un po' svendendo, ma i Radiohead del primo periodo sono stupendi, riescono a suscitare sentimenti particolari come nessun altro riesce a fare e non sono venduti alle major come i Muse. Ma io poi non capisco cosa ci trovino di bello in loro, si sono venduti subito e fanno canzoni che cioè si vede che sono commerciali, addirittura trasmettono i loro video su MTV! »
(Indie pro-Radiohead)

Da notare la profonda differenza di ideali e di come ambedue i gruppi siano totalmente privi di cliché, nonché le argomentazioni dei funboy, dallo stesso valore di Som kirghizo. Due gruppi musicali veramente indipendenti, insomma.

La scena indie italiana

Ovviamente anche nella Repubblica delle banane doveva per forza di cose nascere una scena indie[2], che rapidamente sviluppò una peculiarità descritta attraverso la legge di Bianconi, dal nome del leader del complesso indie italiano dei Baustelle:

.

Il valore musicale di un complesso indie italiano è inversamente proporzionale alla spocchia complessiva dei componenti della band e dei suoi fun.

Tale legge matematica spiegherebbe il successo dei Baustelle o delle Luci della centrale elettrica, artisti dal valore musicale addirittura superiore a quello dei dodicenni dell'oratorio e dai testi

dal valore poetico tale che Fabrizio De André e Francesco Guccini devono solo fargli una sega. Caratteristico dei libretti dei CD è anche concludere le frasi con un asterisco nel caso delle Luci Della Centrale Elettrica o, nel caso dei Baustelle, autoincensarsi con note di copertina che, se prese sul serio, farebbero credere che siamo al cospetto di qualcosa di fronte a cui gli Area dovrebbero prostrarsi e fare una bella pompa. Tutto ciò all'unico scopo di distinguersi, perché usare la punteggiatura come Dio comanda o avere un minimo di modestia è mainstream.

Vestiario dell'indie

Poster come questi sono affissi in tutte le città con alta concentrazione di indie, di modo da permettere alla popolazione civile di sparare a vista, barricarsi in casa e proteggere la propria famiglia.

Ecco cosa un indie deve avere:

  • Occhiali Ray-Ban Wayfarer, Caravan o Aviator, oppure Carrera di plastica per acquistare un aspetto da svegliatodopolasbornia come se non ce l'avessero già. Se sei una ragazza vanno bene anche gli occhialetti del cinema 3D senza lenti, che ti danno un'aria troppo indipendente.
  • Capelli di media lunghezza mossi o lisci[3], e che probabilmente sono stati tagliati dallo stesso indie perché il suo barbiere era troppo mainstream. Nei maschi devono essere rigorosamente sporchi e unti mentre ragazze amano portare i capelli spettinati per ostentare la loro aria da donne vissute.
  • Magliette di colori osceni spaccaretine, quali il viola magenta o il blu elettrificato tendente all'arancione, spesso coperte da un cardigan della nonna e/o da un maglione a quadri. Sicuramente nel loro guardaroba c'è anche una T-Shirt di celebri gruppi indie quali i Fallout Dogs oppure i Romantics Without Flowers, o comunque roba conosciutissima nella scene indie.[4]
  • Skinny jeans con il risvoltino della mamma (così tanto stretti da impedirti la circolazione nelle gambe) o pantaloni femminili (nel caso tu sia maschio) abbastanza stretti che vanno da quelli di lana fino ai pantaloncini da attività fisica indossati la sera prima di andare a letto e che non si cambiano mai.
  • Le scarpe sono quasi sempre All-Stars, Vans old skool, Superga e scarpe simili, ovviamente dall'aspetto bellissimo e di marche totalmente indipendenti[citazione necessaria].
  • Le donne generalmente usano borse della nonna che le fanno sembrare pastorelle bergamasche, i ragazzi tracolle assurdamente piccole dalla dubbia utilità, nelle quali probabilmente non ci sta neanche un pacchetto di sigarette, ma tanto il vero indie se le rolla da solo, comprarle dal tabaccaio è troppo mainstream.

Dizionario indie-italiano

Di seguito sono riportate alcune delle parole più usate all'interno della comunità indie, cosicché non avrete l'impressione che vi stiano parlando in ungherese.

  • Mainstream: tutto ciò che non è indie. L'elenco di tutto ciò che è mainstream è reperibile nel Sacro libro dell'indie.
  • Scene: l'insieme di band sconosciute a tutti[5] e che solo gli indie ascoltano.
  • Sellout: venduto. Appellativo dato a qualsiasi band che venda più di 2 dischi.
  • Sopravvalutato: aggettivo diretto a qualsiasi genere o band musicale finora mai esistito. A meno che non abbia la parola indie nel nome, quello cambia tutto.
  • Wasted: si dice di indie in condizioni psicofisiche paragonabili a quelle di Vasco Rossi. Anche se il più delle volte la sera prima hanno giocato a domino in famiglia e raccontano chissà cosa solo per fare gli uomini vissuti.

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  1. ^ Anche se ne hanno fatti a malapena 2.
  2. ^ A dimostrazione ulteriore del fatto che dai paesi anglofoni prendiamo solo le cose peggiori.
  3. ^ Basta che tu ci abbia dormito una notte sopra.
  4. ^ Aver ascoltato qualcosa della band in questione non è importante. Basta che sia sufficientemente indie.
  5. ^ Anche a Piero Scaruffi.