Giunone

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(Oca del Campidoglio su Giunone.)

Giunone Era la principale divinità femminile romana, spesso accostata alla divinità greca Era si distingue da quest'ultima perché fu, non era.

Origini

Un'oca, simbolo di Giunone.

Derivante dal culto della dea madre dei popoli italici Giunone gradualmente si staccò dalla figura della matrona opulenta e anche un po' sovrappeso per assumere il ruolo della moglie diligente sempre pronta a fornire al marito la materia prima per ammazzare il tempo.
Fu il contatto con i greci però che le fece assumere il ruolo di moglie di Giove e quindi regina degli dei. Ora che era stata assunta al ruolo di VIP poté cominciare a fare la difficile pretendendo sacrifici e festività in suo onore. E un diamante, che è per sempre.

Il culto a Roma

Dea del matrimonio, del parto e dei cicli mestruali Giunone ricopriva anche il ruolo di protettrice dello stato. A volte chiamata con l'appellativo di "Moneta" era una divinità adorata anche dai banchieri dell'epoca che le offrivano ogni anno un sesterzo in sacrificio.

Il suo animale sacro era l'oca che secondo i romani presentava anche una certa somiglianza fisica con Giunone stessa. Secondo la leggenda furono le oche di Giunone a salvare Roma dall'attacco dei Galli nel 369 a.C. in una vera rissa da pollaio. Anche se la questione è ancora dibattuta, forse perché i galli bruciarono e rasero al suolo la città. Per cui può darsi che Giunone non gradisse il paragone e abbia deciso di farsi due risate e una grigliata.

I romani credevano anche che Giunone odiasse Roma a causa della vecchia questione di Paride e della mela d'oro e perché essi erano destinati a distruggere Cartagine, la città di cui la dea era patrona[1]. Quindi la adoravano come forma di schizofrenia, che in quei tempi era molto in.

Voci correlate

Note

  1. ^ Che i cartaginesi non la adorassero era una questione marginale.