Società Sportiva Lazio: differenze tra le versioni

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{{Cit2|AAA cercasi Lazio. BBB trovata 11 volte!|Tipico annuncio sul giornale locale.}}
La Società Sportiva Lazio, nota come S.S. Lazio o più semplicemente Lazio, è una società polisportiva italiana. Fondata a Roma il 9 gennaio del 1900 come Società Podistica Lazio da nove atleti, guidati dal sottufficiale dei Bersaglieri, nonché podista, Luigi Bigiarelli, è nota soprattutto per la sua sezione calcistica. È una delle tre società di calcio italiane (con Juventus e Roma) ad essere quotata in Borsa come S.p.A.[2]


{{cit2|Per i [[Tifoso di calcio|tifosi]] sono una bandiera |[[Paolo Di Canio]] ex giocatore di Ternana, [[Juve]], [[S.S.C. Napoli|Napoli]], [[Milan]], Celtic, Sheffield, West Ham, Charlton, Cisco Roma. Più che una bandiera una banderuola.}}
La formazione romana gioca attualmente nella massima serie del campionato italiano di calcio, divisione nella quale ha militato per la maggior parte della sua storia; ha concluso il campionato a girone unico per tre volte al secondo posto e cinque volte al terzo, arrivando sul podio nei 69 campionati di Serie A disputati degli 80 totali nel 14,7% delle occasioni, arrivando anche a giocare per tre volte la finalissima nazionale, prima che venisse costituito il torneo a girone unico. La Lazio si è laureata 2 volte campione d'Italia, ha conquistato 5 volte la Coppa Italia, 3 volte la Supercoppa Italiana e, in ambito europeo, ha vinto per 1 volta la Coppa delle Coppe e la Supercoppa UEFA,[3] oltre ad 1 Coppa delle Alpi.


{{cit2|'Sta squadra è 'a mejo e st'anno 'o dimostramo come quanno avemo vinto 'o scudetto! Daje aquilotti!!!|Tifoso laziale medio che scrive sul suo diario segreto.}}
La Lazio raggiunse il suo primo maggior successo nel 1958, quando vinse per la prima volta la Coppa Italia. Il primo titolo italiano arrivò nel 1974, il secondo ed ultimo nell'anno 2000, inoltre le Aquile disputarono la finalissima nazionale, valevole appunto per l'assegnazione dello Scudetto, in tre occasioni, nel 1913, 1914 e 1923, senza però centrare in nessun caso la vittoria. Gli anni novanta hanno rappresentato il periodo più vittorioso nella storia della società capitolina, avendo visto il conseguimento di numerosi titoli nazionali ed internazionali, tra cui la Coppa delle Coppe e la Supercoppa UEFA nel 1999 ed il raggiungimento della finale di Coppa UEFA nel 1998.


{{cit2|Ci toglieremo molte soddisfazioni!|[[Claudio Lotito]] prima di passare l'ennesima stagione con la speranza di non retrocedere.}}
I tradizionali colori della Lazio sono il bianco e il celeste, scelti all'epoca della sua fondazione, in onore della Grecia, patria delle Olimpiadi, mentre il simbolo della società è l'Aquila. Lo Stadio Olimpico di Roma, con 72,689 posti a sedere, è l'impianto dove la squadra disputa le gare casalinghe, così come la Roma, storica rivale dei biancocelesti. Le due formazioni romane si affrontano annualmente giocando il Derby della Capitale.[4]


Attualmente, le Aquile sono la sesta squadra d'Italia per numero di tifosi, dietro Juventus, Inter, Milan, Roma e Napoli.[5]


La '''S.S. Lazio''' (Salumi Sciosciari del Lazio, chiamata anche '''S.S. Quajie''', '''Formellese''' o '''Ciociaria FC'''), è una società di calcio italiana fondata a '''Valmontone''' o forse a '''Velletri''' nel [[1900|millenovecendo]]. È indubbiamente la società più antica della [[Roma|Capitale]], nota per essere piuttosto [[snob]] nonostante le proprie origini burine, trattoresche e vanghesche. Conosciuta anche come "La terza squadra di [[Milano]]", gioca le sue partite nello [[stadio]] di ''Old Trattor'', situato in aperta [[campagna]], munito di ampio [[parcheggio]] per i trentamila trattori che i tifosi usano per andare a vedere la partita.
Nella classifica mondiale per club di tutti i tempi ("All-Time Club World Ranking"), stilata nel dicembre 2009 dall'Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio (IFFHS), la Lazio occupa il 20º posto preceduta, in Italia, solamente da Juventus, Milan, Inter, Roma e Parma.[6]
{{NonCitazioniLink}}

Mentre nella attuale classifica mondiale per club (IFFHS) relativa al periodo ottobre 2010/settembre 2011 ("Club World Ranking") pone la Lazio al 109º posto, ottava tra le squadre italiane presenti in questa particolare graduatoria.[7]

La S.S. Lazio, inclusa la sezione calcio, partecipa ad un totale di 41 discipline, più di ogni altra polisportiva nel mondo.[8]
Indice
[nascondi]

* 1 Cenni storici
o 1.1 Dalle origini al secondo dopoguerra
o 1.2 I primi successi, il primo Tricolore
o 1.3 Gli anni bui
o 1.4 L'era Cragnotti: il secondo Scudetto e i trofei internazionali
o 1.5 L'arrivo di Lotito: la ricostruzione
* 2 Cronologia
* 3 Colori e simboli
o 3.1 Colori
+ 3.1.1 Evoluzione della divisa
o 3.2 Simboli
+ 3.2.1 Lo stemma
o 3.3 Numeri ritirati
o 3.4 Inno ufficiale
* 4 Strutture
o 4.1 Stadio
o 4.2 Sede sociale
o 4.3 Centro di allenamento
* 5 La Lazio nella cultura popolare
* 6 L'impegno in campo sociale
* 7 Organico
o 7.1 Rosa
o 7.2 Staff tecnico
* 8 Settore giovanile
* 9 Giocatori celebri
o 9.1 I capitani
o 9.2 Calciatori campioni del mondo
o 9.3 Calciatori campioni continentali
+ 9.3.1 Europa
+ 9.3.2 Sud America
+ 9.3.3 Africa
+ 9.3.4 Oceania
o 9.4 Calciatori vincitori della Confederations Cup
o 9.5 Calciatori vincitori delle Olimpiadi
* 10 Presidenti e allenatori
o 10.1 Presidenti
o 10.2 Allenatori
* 11 Palmarès
o 11.1 Competizioni ufficiali
+ 11.1.1 Competizioni nazionali
+ 11.1.2 Competizioni internazionali
o 11.2 Competizioni minori
+ 11.2.1 Nazionali
+ 11.2.2 Internazionali
o 11.3 Competizioni giovanili
+ 11.3.1 Competizioni nazionali
# 11.3.1.1 Primavera
# 11.3.1.2 Berretti
# 11.3.1.3 Giovanissimi
# 11.3.1.4 De Martino
* 11.3.1.4.1 Under 23
# 11.3.1.5 Cadetti
# 11.3.1.6 Ragazzi
+ 11.3.2 Competizioni internazionali
# 11.3.2.1 Primavera
# 11.3.2.2 Allievi
# 11.3.2.3 Under 10
* 12 Statistiche e record
o 12.1 Statistiche di squadra
o 12.2 Statistiche individuali
o 12.3 Partecipazione ai campionati
* 13 La Lazio e la Nazionale italiana
o 13.1 I calciatori della Lazio nelle varie spedizioni azzurre
* 14 Struttura societaria
o 14.1 Organigramma della società
o 14.2 Sponsor tecnici e ufficiali
o 14.3 Sedi sociali e campi di gioco
* 15 Tifoseria
o 15.1 Cenni storici
o 15.2 Gemellaggi
o 15.3 Rivalità
* 16 La polisportiva Lazio
* 17 Onorificenze
* 18 Note
* 19 Bibliografia
o 19.1 Libri
o 19.2 Risorse informative in rete
* 20 Voci correlate
o 20.1 Informazione storica
o 20.2 Liste e riconoscimenti
o 20.3 Informazioni economiche ed altri
* 21 Altri progetti
* 22 Collegamenti esterni

Cenni storici
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Storia della Società Sportiva Lazio.
Dalle origini al secondo dopoguerra
Luigi Bigiarelli, principale fondatore della Società Podistica Lazio.

La Società Podistica Lazio (solo nel 1925 rinominata Società Sportiva Lazio), fu fondata il 9 gennaio 1900[9] in piazza della Libertà, nel quartiere Prati di Roma, da un gruppo di 9 ragazzi romani, con a capo il giovane sottoufficiale dei Bersaglieri, oltre che atleta podista, Luigi Bigiarelli.[10] La Lazio, che nelle primissime annate calcistiche della sua storia praticò l'attività sportiva solamente a carattere locale, rivelandosi come la più forte squadra di calcio della Capitale, partecipò alle competizioni ufficiali dal 1912, anno in cui la FIGC incominciò ad organizzare campionati nel Centro e nel Sud Italia; il club romano, il quale visse stagioni importanti nella prima parte degli anni dieci conquistando consecutivamente tre Campionati dell'Italia Meridionale, raggiunse la finalissima del torneo nazionale in tre occasioni, senza però mai vincerlo, perdendo prima con la Pro Vercelli nel 1913, poi con il Casale nel 1914 e infine con il Genoa nel 1923.

Nel 1927 la Lazio, grazie al decisivo intervento del Generale Giorgio Vaccaro, fu l'unica società capitolina a resistere alla volontà del regime fascista di riunire tutte le squadre di Roma in un unico club, quello che sarebbe poi diventato l'A.S. Roma.[11] I biancocelesti parteciparono al primo campionato di Serie A nel 1929 e guidati da Silvio Piola, storico centrattacco della Nazionale, nonché il più prolifico attaccante italiano di tutti i tempi, raggiunse il secondo posto nella stagione 1936-1937, andando a sfiorare quello che sarebbe stato il suo primo Scudetto, e centrando il proprio miglior piazzamento in campionato antecedente alla Seconda guerra mondiale; sempre nel 1937 la formazione capitolina, trascinata ancora una volta dalle reti di Piola, conquista l'accesso alla finale di Coppa dell'Europa Centrale (successivamente ridenominata Coppa Mitropa) in cui fu sconfitta nel doppio confronto dalla compagine ungherese del Ferencvaros.[12]

Gli anni quaranta rappresentano per i colori biancocelesti un decennio vissuto tra alti e bassi, con stagioni di livello, durante le quali la Lazio si attesta subito dopo le grandi squadre del Nord, ma anche con annate che vedono le Aquile attestarsi a metà classifica, soprattutto nel periodo postumo al secondo conflitto mondiale, quando la squadra rimase orfana del bomber Silvio Piola, trasferitosi tra le fila del Grande Torino, dopo aver trascorso nove stagioni in maglia laziale.
I primi successi, il primo Tricolore

Gli anni cinquanta videro la Lazio ottenere risultati altalenanti, con la vittoria del primo trofeo ufficiale, la Coppa Italia del 1958.[13] Successivamente, i biancazzurri retrocessero per la prima volta in Serie B nel 1961, ma ritornarono in massima serie due anni dopo.

Dopo alcuni anni con piazzamenti a metà classifica, il club capitolino retrocesse nuovamente nel campionato 1970-1971. Tornata in Serie A la stagione 1972-1973, la Lazio sorprendentemente si dimostrò all'altezza degli altri contendenti dello Scudetto: Juventus e Milan, e sfiorò la vittoria del campionato perdendo l'ultima giornata sul campo del Napoli.
La Lazio con lo Scudetto sul petto.

La "spina dorsale" di questa squadra era formata dal capitano Pino Wilson, dai centrocampisti Luciano Re Cecconi e Mario Frustalupi, dal bomber Giorgio Chinaglia e dall'indimenticato tecnico Tommaso Maestrelli. Questa Lazio l'anno successivo vinse il suo primo titolo in Serie A, nel 1973-1974.[14] Successivamente, le tragiche morti di Re Cecconi e Maestrelli, oltre al trasferimento di Chinaglia negli Stati Uniti, fecero sì che il club scendesse precipitosamente di livello. L'unico conforto fu dato dall'attaccante Bruno Giordano, che nel 1979 divenne capocannoniere della Serie A consentendo alla Lazio di ottenere l'ottavo posto finale.[15]
Gli anni bui

L'anno dopo, la Lazio fu, per sentenza, retrocessa in Serie B a causa di uno scandalo per scommesse illecite che coinvolse alcuni suoi giocatori e alcuni del Milan. La formazione biancoceleste rimase tre stagioni in B, e questo periodo è stato il più buio nella storia del club. Tornò nella massima serie nel 1983 e riuscì a rimanerci anche l'anno successivo grazie ad una salvezza raggiunta solamente all'ultima giornata. La tormentata stagione 1984-1985 portò ad una nuova retrocessione dato che la squadra si classificò all'ultimo posto, raccogliendo solamente 15 punti.

Nel 1986, la Lazio fu colpita da una nuova penalizzazione di 9 punti (un colpo veramente duro, in un periodo in cui la vittoria comportava solamente due punti) per uno scandalo sempre su illecite scommesse, che coinvolgeva il capitano Claudio Vinazzani. Ci fu una dura lotta contro la retrocessione in questa annata, per non sprofondare in C, con il club guidato da Eugenio Fascetti che la evitò solamente agli spareggi finali contro il Taranto e il Campobasso.[16] Questa fu una svolta nella storia della squadra biancoceleste, che tornò in Serie A nel 1988 e, sotto un'attenta gestione del patrimonio finanziario da parte del presidente Gianmarco Calleri, si consolidò dal punto di vista economico e tecnico e cominciò così a competere per i primissimi posti della classifica.
L'era Cragnotti: il secondo Scudetto e i trofei internazionali
Alessandro Nesta, cresciuto nella Lazio ed ex capitano dei biancocelesti.

L'insediamento del finanziere romano Sergio Cragnotti, avvenuto nel 1992,[17] cambiò radicalmente la storia del club laziale grazie ai suoi importanti investimenti che portarono i biancocelesti a primeggiare in Italia e in Europa. Cragnotti batté ripetutamente tutti i record riguardo alle valutazioni del calciomercato, acquistando calciatori del calibro di Juan Sebastián Verón e Christian Vieri, con i quali superò di molto le cifre degli allora trasferimenti più costosi del mondo, e successivamente del centravanti argentino Hernán Crespo, acquisito quasi al prezzo doppio del centrocampista Verón.[18]

La Lazio si piazzò seconda in Serie A nel 1995, terza nel 1996 e quarta nel 1997; si attestò nuovamente seconda ad un solo punto dal Milan all'ultima giornata nel 1999 - su cui furono poi forti le polemiche per un presunto aggiustamento del campionato a favore del Milan [19] - per poi finalmente vincere il suo secondo Tricolore nel 2000,[20] anno in cui vinse anche la Coppa Italia, collezionando così (secondo gli standard italiani) un impressionante "Double" con lo svedese Sven-Göran Eriksson (1997-2001) come allenatore.[21] Questi anni videro la squadra capitolina vincere altre due Coppa Italia, nel 1998 e nel 2004, oltre all'ultima Coppa delle Coppe disputata nel 1999, che conferì alla Lazio il primo titolo europeo a livello calcistico.[22] Già nel 1998 la Lazio era arrivata in una finale europea, quella di Coppa UEFA contro l'Inter, ma aveva perso con un netto 3-0.[23] In quell'anno, comunque, i biancocelesti vinsero la loro prima Supercoppa Italiana (successo che sotto Cragnotti si sarebbe anche ripetuto nel 2000) e il loro secondo titolo europeo nel 1999, la Supercoppa UEFA contro gli allora Invincibili del Manchester United.[24] Inoltre, nel 1998 divenne il primo club di calcio italiano ad essere quotato in Borsa.[25]
L'arrivo di Lotito: la ricostruzione

A partire dal 2002, anche a seguito di alcuni problemi finanziari del presidente Cragnotti e della sua società, la Cirio, i risultati della Lazio iniziarono a peggiorare, anche perché il club fu costretto a privarsi delle proprie maggiori stelle, compreso il capitano e simbolo Alessandro Nesta.[26]. Nell'estate 2004, dopo una gestione di due anni guidata dal gruppo bancario Capitalia, con alla guida della società il presidente Ugo Longo, la Lazio si ritrovò sull'orlo della bancarotta, nonostante due amumenti di capitale in gran parte sottoscritti dai tifosi delle Aquile.
La Lazio festeggia la quinta Coppa Italia della sua storia.

Nel luglio 2004 l'imprenditore romano Claudio Lotito acquistò infine il club biancoceleste grazie ad un accordo con i vertici di Capitalia, e lo stesso patron laziale riuscì a salvare la società dal fallimento grazie ad una transazione con l'Agenzia delle Entrate per la rateizzazione in 23 anni dei debiti accumulati dalla S.S. Lazio col Fisco nel marzo 2005[27]. Dopo un anno di transizione, che vide il ritorno alla Lazio dell'attaccante Paolo Di Canio, una sconfitta nella finale di Supercoppa Italiana contro il Milan, ed una salvezza tranquilla, nell'anno successivo le Aquile, sotto la guida tecnica del mister Delio Rossi, arrivarono fino alla qualificazione per la Coppa UEFA 2006-2007, ma a causa dello scandalo di Calciopoli fu estromessa dalle competizioni europee e penalizzata di 11 punti, ridotti poi a 3, in campionato per la stagione successiva. In quest'ultima, comunque, la Lazio riuscì a piazzarsi terza guadagnando l'accesso alla Champions League dell'annata seguente.[28]

Il primo trofeo dell'era Lotito risale al 2009, quando la Lazio vinse la sua quinta Coppa Italia.[29] A fine stagione Rossi fu sostituito dal ravennate Davide Ballardini, che mise in bacheca la terza Supercoppa Italiana biancazzurra, battendo nella finale di Pechino i campioni d'Italia in carica dell'Inter.[30] L'attuale allenatore è il goriziano Edoardo Reja, subentrato a Ballardini, il quale fu esonerato nel febbraio del 2010 a causa di una prima parte di stagione alquanto deludente, con la missione di centrare il prima possibile l'obiettivo salvezza; questo traguardo è stato raggiunto, dopo una lunga rincorsa, alla penultima giornata di campionato. L'annata successiva però è quella del riscatto, con la Lazio che si posiziona al quinto posto in classifica, mancando la qualificazione ai preliminari di Champions League solo per differenza reti, riuscendo comunque a conquistare l'ingresso in Europa League, rilanciandosi definitivamente in ambito nazionale ed internazionale.


== La squadra ==
== La squadra ==

Versione delle 16:39, 11 ott 2011


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Lazio campione d'Italia
Serie B
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Società Sportiva Lazio
(Stemma)
Lo storico e glorioso stemma d'aa Lazzio
Nazione Italia
Città Roma
Fondazione 1900
Motto Non mollarlo mai
Allenatore Edy Reja
Capitano Nessuno lo ha ancora capito perché di solito dopo 3 o 4 partite viene venduto al Milan
Scudetti vinti Scudetti vinti
« AAA cercasi Lazio. BBB trovata 11 volte! »
(Tipico annuncio sul giornale locale.)
« Per i tifosi sono una bandiera  »
(Paolo Di Canio ex giocatore di Ternana, Juve, Napoli, Milan, Celtic, Sheffield, West Ham, Charlton, Cisco Roma. Più che una bandiera una banderuola.)
« 'Sta squadra è 'a mejo e st'anno 'o dimostramo come quanno avemo vinto 'o scudetto! Daje aquilotti!!! »
(Tifoso laziale medio che scrive sul suo diario segreto.)
« Ci toglieremo molte soddisfazioni! »
(Claudio Lotito prima di passare l'ennesima stagione con la speranza di non retrocedere.)


La S.S. Lazio (Salumi Sciosciari del Lazio, chiamata anche S.S. Quajie, Formellese o Ciociaria FC), è una società di calcio italiana fondata a Valmontone o forse a Velletri nel millenovecendo. È indubbiamente la società più antica della Capitale, nota per essere piuttosto snob nonostante le proprie origini burine, trattoresche e vanghesche. Conosciuta anche come "La terza squadra di Milano", gioca le sue partite nello stadio di Old Trattor, situato in aperta campagna, munito di ampio parcheggio per i trentamila trattori che i tifosi usano per andare a vedere la partita.

Nonquote contiene deliri e idiozie (forse) detti da o su Società Sportiva Lazio.


La squadra

È un compito piuttosto arduo definire cosa sia la Lazio: è un ente morale dedito al calcioscommesse, all'illecito sportivo e alle speculazioni e probabilmente è l’unico ente morale della storia ad essere quotato in borsa. Per il 3,5% della popolazione italiana, la Lazio è una grande squadra di calcio. Circa la sua identità di S.p.A. il caos regna sovrano, poiché diverse ed incompatibili sono le ipotesi: nasce come una società podistica che poi è stata chiamata Società Sportiva anche se ora si dice essere sempre stata una squadra di calcio. Oppure sarebbe una squadra di calcio nata nel 1900 quando ancora non giocava al calcio e si chiamava semplicemente società podistica. La sezione calcio parrebbe essere nata nel 1901, mentre le prime tracce ufficiali della sua esistenza calcistica risalgono al 1907. Insomma, un autentico mistero!
Proprio per questo i suoi sostenitori ne fanno una vera questione di fede e considerano la squadra come una e trina: è Società per Azioni (una), ma anche Podistica, Polisportiva e Società calcistica (trina), senza che si capisca con esattezza in che ordine temporale ed in che relazione siano tra loro queste entità. Inoltre è la squadra che ha portato il calcio a Roma[citazione necessaria], quando però a Roma lo sport era già praticato da molti anni da altre società locali, composte da immigrati del nord del Paese e dai dipendenti delle numerose realtà istituzionali anglosassoni.

Etimologia della parola Lazio

Secondo un'esigua parte di storici venne scelto questo nome perché c’era l’ambizione dei fondatori di allargare a tutta la regione le proprie iscrizioni ma è risaputo che la scelta fu obbligata per l’esistenza nella Capitale di una società chiamata Ginnastica Roma.
È difficile capire con certezza quale sia la pronuncia della parola "Lazio" da parte dei tifosi, soprattutto perché quello biancobuzzurro è un popolo nomade (dedito alla transumanza) che non ha sviluppato una cultura scritta e che tramanda il proprio sapere di padre in figlio, di rutto in rutto o di calcio in culo e le cui conoscenze sono racchiuse nei canti, nei fischi e nei racconti.
Per questo anche gli antropologi hanno tentato di studiare queste primitive popolazioni che vivono in totale intimità con le loro greggi, ottenendo però risultati modesti a causa del linguaggio di ardua interpretazione: non si è ben capito se la corretta pronuncia della loro squadra sia Lazie, Lanzie o Ladsie. In alcune delle rare trascrizioni sono apparse forme più complesse, come Lalladsie oppure Daalladsie, come in un documento ritrovato in una caverna della Ciociaria dove si leggeva:

« Meddi na crosce cuà si ssi puro tu daalladsie. »

Colori e simboli

Lo stemma della Ladsie nel 63-64

I colori sociali della Lazio, ispirati ai colori della bandiera greca, nemico storico dell'Antica Roma, sono il bianco-celeste, il bianco-azzurro o anche il bianco-blu, a seconda dell'inno cantato al momento della partita. L'attuale simbolo societario è l'aquila, bestia nota per la sua caratteristica vista acuta: pare che l'animale sia stato scelto per permettere a tutti i tifosi di vedere lo scudetto da lontano.

Gli inizi

Le popolazioni che hanno nella Lazio la loro squadra del cuore, sono dislocate nella campagna romana e principalmente nelle varie provincie di Rieti, Latina, Frosinone e Viterbo, in quelle vaste praterie dove transitano e pascolano le greggi.

Non è un caso che proprio Roma sia stata scelta come luogo dove far sorgere la compagine: nel lontano 1900 pastori ed agricoltori di tutta la regione si recarono nella capitale per protestare contro l'aumento delle tasse sulla vendita di formaggi e contro il divieto di accoppiamento con le pecore. Con carri, carretti, muli e altri estemporanei mezzi di locomozione, decine di ominidi abbandonarono il loro habitat campagnolo fatto di rutti e ricotte per recarsi in città e scoprire cose sconosciute come i bagni, la luce elettrica e il sapone, ma con il chiaro intento di combattere contro quella ostile civiltà che voleva mettere a repentaglio la loro libertà e le antiche pratiche commerciali basate sul baratto. Fu proprio qui che si scontrarono con quella Roma sede del governo nazionale e fonte di queste leggi da loro temute e rifiutate, una Roma che per loro rappresentava il nemico. Qui si unirono per fondare una associazione che tutelasse i propri diritti: non fu per caso, ma per la volontà di tanti non romani (divenuti fortemente anti-romani) che nacque la S.S. Lazio, società creata sostanzialmente per manifestare l'odio per la città ed il disprezzo della romanità tanto da scegliere come colori sociali quelli della nazione greca, con l'intenzione di esaltare la civiltà che più di tutte fu rivale di Roma.

I campestri bifolchi bivaccarono settimane nella zona di Formello con l'intento di razziare la città, moltiplicando, nel frattempo, le attività ludiche e riuscendo ad intrattenere centinaia di cafoni che minacciavano di fare la marcia su Roma. L'associazione per la salvaguardia della burinità stava lentamente vedendo crescere le proprie potenzialità sportive, visto tutti che sfogavano i bestiali animi e si mantenevano in forma per l'eventuale assalto alla Capitale giocando a calcio. Nacque la polisportiva, anche se il nome che si estrapola dagli archivi è poli a sporti via ossia polli da asporto o polli da portar via; pare si tratti chiaramente di un ennesimo errore di scrittura: in realtà si voleva descrivere l'attività principale dell'associazione, ovvero una rosticceria.

Tifoso laziale che va a Roma

Alla non chiarezza dei documenti si aggiunga l'ingannevole pretesa dei sostenitori biancobuzzurri di essere nati nel 1900, quando si sa con certezza che all’epoca tutto facevano tranne che giocare a calcio[1]. Tra le varie attività dell'azienda agricola nacque una sezione dedicata alla produzione di caciocavallo, chiamata semplicemente cacio: a questa si fa risalire la creazione di una squadra di calcio per l'ennesimo errore di scrittura.

Da quel momento la società si espanse e numerose altre prestigiose discipline si affiancarono al gioco del calcio:

  • atletica leggera,
  • corsa coi trattori,
  • rubacaciotta,
  • caccia al negro
  • coltivazione di ortaggi
  • corsa coi somari
  • curling
  • corsa campestre sotto la Curva Nord,
  • ruzzica,
  • schiaffo del soldato,
  • ululati,
  • sputo libero,
  • frode sportiva,
  • corsa alla retrocessione,
  • gufaggio.

Ancora oggi, nelle campagne romane, i fedeli tifosi passano le giornate a mungere le vacche e a scorreggiare inni alla loro squadra, disquisendo orgogliosi di quanto sia importante essere la prima squadra di calcio nel Lazio che gioca a pallone[citazione necessaria].

Le imprese calcistiche e societarie

Nel 1927 il fascismo aveva il vizio di prendere quello che esisteva, cambiargli nome e poi magari prendersene la paternità. Breuil divenne Cervinia, Il 1927 divenne l'Anno V EF, e cambiamenti furono imposti anche nel calcio: mentre a Milano l’Inter fu costretta a prendere la denominazione di Ambrosiana ed il Milan ad aggiungere una «o» in fondo al suo nome, a Roma il fascismo impose al Roman di far cadere l'ultima lettera dal nome, vi accorpò le altre squadre della Capitale e si prese il vanto di aver creato una squadra di calcio.

I presidenti di Roman, Fortitudo, Alba e Lazio vennero convocati con dei telegrammi per comunicare loro la decisione del partito, ma alla riunione non si presentò il presidente della compagine biancoazzurra. Quest'ultimo venne quindi immediatamente rintracciato dalla polizia presso un pascolo alla periferia di Formello, recuperato e condotto a forza anche lui al cospetto del prefetto. Il presidente della Lazio si giustificò dicendo di non saper leggere e quindi d’essere stato impossibilitato nella comprensione del messaggio ricevuto. Venne quindi messo al corrente del desiderio di creare a Roma una squadra di calcio degna della capitale, che le portasse onore e vittorie e della conseguente decisione di fondere le squadre della città.

Paolo Di Canio, fuoriclasse di fascismo, festeggia il suo ennesimo cambio di maglietta

Era ovvio che la Lazio non poteva in alcun modo contribuire alla rappresentanza di Roma e il presidente venne allontanato con grande gioia dei presidenti delle altre società, che per alcuni istanti avevano temuto di dover fondere le loro compagini con una società anti-romana e pecorereccia.

Squadra di calcio di fama internazionale, conosciuta anche nell'est Europa, tra il 1961 ed il 1988 fa l'ascensore tra la serie A e la B, fermandosi nel campionato cadetto per ben 11 anni, per meriti calcistici ed extra-sportivi. In B la Lazio continua a mantenere un profilo basso: delle quattro promozioni in serie A, solo una avviene con la vittoria del campionato cadetto, mentre nelle altre riesce a risalire nel massimo campionato solo classificandosi seconda o terza. Malgrado questo, è proprio in B che raggiunge la maggiore glorificazione della sua storia, salvandosi dalla retrocessione in C negli spareggi.

La Caciotta dei Burini, il prestigioso trofeo conquistato al famoso triangolare di Norcia. Da allora ha preso i colori della squadra

Nei gloriosi anni passati nel campionato cadetto, ricordiamo delle grandi azioni di gioco della squadra prontamente raccontate dagli speaker laziali:

« Garcio dar gandone de Manfredonia, 'ngurnata ar volo de Giordano... Trongo!!!!! Lu stadio è 'ndelirio... Ladsie! Ladsie! Ladsie! »

Caratteristica peculiare di questa compagine, è da sempre la gloriosa campagna acquisti, che porta a Formello giocatori del calibro di Giggi Er Buzzicone, Gianni er Puzzone dalla Virtus Velletri e Nino er Caciottaro: il presidente Claudio Lotito infatti, firma da anni contratti milionari con giocatori del calibro di Pippo Franco, Martufello e Antonella Clerici. Tutto questo permette sempre alla squadra di piazzarsi prima in classifica già all'inizio del campionato, salvo poi perdere tutte le partite nel girone di ritorno o ritrovarsi quart'ultima in odore di spareggio per la retrocessione.

Il Prestigioso SuperPortapenne Italiano vinto dalla SS Lazio

Partecipa svariate volte, e con ottimi risultati, a prestigiose competizioni quali l'Europa LIG, la Coppa Italia e la Portapenne Cup. In queste gare i più famosi rivali della Lazio in Europa erano il Villareal, il Levski Sofia e i pluricampioni dei Bulli Rossi di Salisburgo, vincitori di 20 Coppe dei Bulloni che vantano numerosi fan in tutti i bar e pub del mondo.

Meritatissimo lo scudetto della stagione 1999/2000, vinto all'ultima giornata contro la Reggina e soffiato ad un'esterrefatta Juventus. Malgrado sugli spalti ci sia stato un po' di confusione, coi tifosi del Sora e del Latina indecisi su quale squadra tifare, alla fine c'è stato un vero tripudio in campo e 5 giorni di festeggiamenti indetti a Formello. A Viterbo e Frosinone hanno dichiarato festa cittadina, ed hanno dedicato all'evento le locali sagre della porchetta e del cocomero, destreggiandosi in gare di rutti e di trotto sulle pecore.

Incredibilmente si apre un periodo fortunato per la squadra che non è mai retrocessa in serie B.

Calcio e politica

L'aquila, simbolo della Lazio

I Laziali si definiscono di estrema destra, anche se il motivo è dato da un banale equivoco: alcuni tra i più saggi del gruppo, i portatori della cultura, per ovvie ragioni divennero i capo-tifosi e scoprirono per caso dell'esistenza di un gruppo tedesco molto forte e molto duro[2], chiamato SS, esattamente come la loro squadra. Si innamorarono soprattutto delle immagini di quei severi uomini del nord, con i loro capelli corti ed il braccio teso per il saluto e decisero di prenderli come modello, anche se ignoravano il vero significato di quel gesto.

Calciatori famosi

Lazialità

Tifoseria e rivalità

Famosa per avere portato il calcio a Roma[citazione necessaria] e per avere scelto il nome della propria regione anziché quello della propria città, la Lazio è in perenne lotta con l'Atletico Roma ed il Frosinone per il titolo di seconda squadra della regione; ha inoltre forti rivalità con tutte le squadre del centro Italia al di fuori della propria regione e nello specifico con Pescara, Ternana e Perugia, contro le quali si è spesso scontrata sia per non retrocedere in B o nelle serie minori o anche per altre questioni puramente commerciali, come chiarisce un articolo apparso su un giornale locale:

« La Lazio travolge il Perugia. Scontri a fine gara: rubate 6 pecore e distrutti due trattori. »
Tifoso laziale che sportivamente segue la partita della Roma (notare il colore degli occhi e quello del piumaggio)

I tifosi della Lazio, chiamati Irriduscibili, si definiscono sportivi ed obiettivi: sportivi perché non si limitano a vedere e tifare le partite della propria compagine, ma seguono con estremo interesse le partite della Roma, appollaiandosi sul trespolo e inveendole contro, tifando per la squadra avversaria e svolgendo quella che è unanimemente riconosciuta come opera di gufaggio; obiettivi perché mirano all'"obiettivo" di trovare sempre attenuanti alle imbarazzanti prestazioni della loro squadra, scavando nel lontano passato per giustificare le cause di eventi odierni, scaricando la mediocrità di una società su fantomatici complotti, errori arbitrali e sulla sfortuna.

Il popolo laziale è molto orgoglioso delle proprie umili origini e della propria squadra di calcio, anche se non vi è alcuna motivazione valida che giustifichi tale atteggiamento: loro uniche soddisfazioni sono date dalle sconfitte della AS Roma. Vive soprattutto per il derby, che prepara dall'inizio del campionato con striscioni, bombe carta e coltelli a serramanico.

I Tre Derby Vinti dalla Lazio

Oggi il laziale puro è a rischio estinzione: ne sono rimasti poche centinaia, dispersi tra casolari di campagna e fangose valli, ma estremamente orgogliosi di tifare per la prima squadra di calcio a Roma che giocava a pallone.[citazione necessaria]

Definizioni

Un tifoso, per definirsi Laziale, deve:

Il capo ultrà della curva laziale
  • Non essere nato a Roma[3],
  • Essere fascista,
  • Essere razzista anche se il calciatore in questione gioca nella propria squadra,
  • Non mollarlo mai,
  • Avere una mandria,
  • Essere consapevole che non vincerà mai un tricolore,
  • Sbavare per Anna Falchi.
  • Sentirsi amante degli animali da quando Lotito ha affittato un' aquila (americana).
  • Possedere una mietitrebbia o un pandino 4x4,
  • Chiamare la Coppa Italia Coppa der Nonno quando la vincono gli altri ma fare i caroselli quando la vince lui,
  • Portare la caciotta e la porchetta allo stadio.
  • Cantare allo stadio Blue is the colour con il tipico accento casereccio:
« Bluis de golor, futteboll is de neim, ess ess Lazio, iul never uolkelon! »
  • Vincere uno scudetto ogni 300 anni e bullarsi della vittoria per almeno altri Millanta,
  • Essere stato bocciato in 2° elementare per avere la cultura ai livelli di una zappa e aver conseguito il diploma delle elementari all'età minima di 30 anni per assicurarsi una corretta assimilazione delle nozioni,
  • Essere pronto a tifare contro la propria squadra, preferendo la Serie B alla vittoria dello scudetto della Roma,
  • Tifare Inter,
  • Fare il saluto Romano con la canna in mano.
  • Odiare ebrei, napoletani e polizziotti tanto da adottarne i colori.

Curiosità bianco blu celesti cerulee azzurre

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • Che vinca o che perda la Lazio è una merda.
  • La divisa è bianco azzurra, come quella del Napoli.
  • Ha avuto come giocatori-simbolo Paolo Di Canio e Bruno Giordano, esattamente come il Napoli.
  • Ha subito una vergognosa sconfitta in Europa: da ricordare infatti la partita persa per 6 a 0 contro il Lens ai sedicesimi di Uefa.
  • È finita sotto le procedure penali del pubblico ministero di Roma per: frode sportiva, falso in bilancio, calunnie, burinaggine, racket sportivi, apologia di reato, vendita di diritti falsi, calcio scommesse e doping.
  • I tifosi sono gemellati con la F.C. Ambrosiana Inter anche se tutti sono consapevoli che "Il vero romano non gemella con Milano".
  • La squadra ha un legame molto forte con giocatori provenienti dall'est Europa, come l'ex Jugoslavia, la Romania e l'Albania, sebbene i suoi tifosi siano fascisti.
  • Non ha mai avuto vere e proprie bandiere: al massimo ha avuto uno Stendardo.
  • È una squadra fuori dal comune...di Roma.
  • Si considera un ente morale malgrado sia stata coinvolta praticamente in tutti gli scandali calcistici italiani ed abbia costruito il suo primo stadio rubando i soldi alla Croce Rossa dopo la Prima guerra mondiale.
  • Un giocatore della Lazio, poco prima di essere venduto, diventa capitano.
  • I capitani storici della Lazio giocano in altre squadre.
  • Forse non tutti sanno che in realtà la SS Lazio non è la prima squadra di Roma, ma bensì la quinta di Milano, dopo Milan, Inter, Enotria e Tritium 1908.

Collegamenti esterni, fonti e fontine de Ariccia

Note

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  1. ^ grandiose le sfide al lancio della caciotta, al tiro della pecora e al salto dei pasti
  2. ^ anche se non era chiaro in quale contesto
  3. ^ se è nato a Napoli è meglio