Enzo Bearzot

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Bearzot portato in trionfo dai giocatori della Nazionale Attori, tra cui figura un giovanissimo Diego Abatantuono.
« Siam tutti figli di Bearzot... »
(Tormentone dell'estate 1982)
« A saperlo usavo i profilattici! »
(Bearzot su tormentone dell'estate 1982)

Enzo Bearzot (Mattatoio del Friuli, 26 settembre 1927 – guardando Italia - Slovacchia, 24 giugno 2010) fu l'allenatore che guidò la nazionale italiana alla vittoria dei Mondiali di Spagna del 1982, contro tutti i pronostici e contro i suoi stessi giocatori, che erano sbarcati in Spagna con l'intenzione di farsi eliminare e passare il resto del torneo a Ibiza.
Da calciatore ebbe una carriera avara di successi. Racconterà che la sua più grande soddisfazione fu quella di non subire mai un tunnel da Omar Sivori (che, dal canto suo, si accontentava di ciulargli la moglie).
Soprannominato Il Vecio perché si pisciava addosso.

Giocatore

Società: Stagioni: Incontri disputati: Reti segnate: Eventi degni di nota: Scusa usata dall'allora CT per non convocarlo in nazionale:
Pro Gorizia
Inter
Catania
Torino

Prime esperienze a Football Manager

Enzino cittì!

Fu così che Bearzot divenne allenatore della Nazionale di calcio dell'Italia.

Figure di merda pre-mondiali

Spagna 1982

Bearzot venne molto criticato per alcune scelte controverse:

L'esordio non fu dei più promettenti:

  • Scialbo pareggio zero a zero contro la Polonia, nonostante nel secondo tempo gli avversari fossero entrati in campo con un quarto d'ora di ritardo.
  • Pareggio col Perù con gol di Conti e autogol di Collovati.
  • Pareggio col Camerun con gol di Ciccio Graziani (che nell'euforia dei festeggiamenti si strappò i capelli a ciocche) e con un Collovati in gran spolvero che tentò diversi autogol, prima di essere seppellito da una feroce sassaiola di lattine di birra piovuta dagli spalti italiani.

Gli azzurri passarono il turno solo perché i camerunensi avevano segnato un gol di meno ed erano negri. Le accuse a Bearzot, sempre più il capro espiatorio di turno, si fecero ogni giorno più spietate: fu imputato di usare metodi obsoleti, di non saper motivare il gruppo, di mettere la plastica nei bidoni del secco, di essere il responsabile delle piogge acide e dell'omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa; soprattutto, la stampa si chiedeva come mai insistesse a schierare Paolo Rossi, estraneo al clima agonistico e in evidente confusione mentale, come dimostrò nella prima conferenza stampa:

« Ho lavorato molto per essere qui e farò di tutto per vincere questa edizione di Ballando con le stelle. »

Indicazioni tattiche:

  • Zoff: evitare di rompersi un femore nelle uscite basse.
  • Collovati: fare battutine indisponenti alla Domenica Sportiva.
  • Scirea: portare a casa la maglia di Rummenigge.
  • Gentile: portare a casa lo scalpo di Rummenigge.
  • Cabrini: passare la palla a Conti.
  • Oriali: passare la palla a Conti.
  • Bergomi: passare la palla a Conti.
  • Tardelli: passare la palla a Conti.
  • Conti: Scartare quintordici avversari e passare la palla a Rossi.
  • Graziani: farsi male il prima possibile e far posto a Altobelli.
  • Rossi: fare gol.

Figure di merda post-mondiali

Detiene il record di panchine azzurre: ben 104.

La faida con Sandro Pertini

Enzo Bearzot è tristemente noto per l'aspra rivalità con Sandro Pertini, Presidente della Repubblica Italiana e pluridecorato per il suo eroismo nel conflitto francoprussiano.
Pertini, uomo tenacemente all'antica, nei confronti di Bearzot non riuscì mai a nascondere un sottilissimo ma palpabile disprezzo: credeva che fosse francese e pronunciava il suo cognome Berzò. Amico d'infanzia di Cesare Lombroso, trovava nella nobile arte della fisiognomica dei buoni motivi per criticare il CT:

:- Pertini: “Mi tolga una curiosità, Berzò. Cosa ha messo in questa pipa?”
- Bearzot: Borra, signor presidente. Borra.”
« Và che naso schiacciato, và che arcata sopraccigliare prominente! Quello lì è un delinquente, ve lo dico io! »

Bearzot, da buon friulano figlio di puttana, replicava con il consueto garbo ai bonari rimbrotti di Pertini:

« Allora, presidente, l'ha comprato un loculo? Si muova che non ha più tanto tempo! »

Neanche la vittoria del Mondiale, in cui entrambi si misero in mostra (Bearzot sul campo, Pertini in tribuna, quando sul 3 a 1 per l'Italia rivolse un plateale gesto del suca all'indirizzo di un impassibile Juan Carlos di Spagna), riavvicinò i rivali. Al contrario, durante il viaggio di ritorno in Italia sull'aereo presidenziale si consumò il dramma, con il celebre episodio della partita a scopone scientifico tra le coppie Bearzot-Causio e Pertini-Zoff.
Imbeccato da Bearzot, Causio calò il sette, pur avendone uno solo, Pertini lo lasciò passare, Bearzot prese il settebello e vinse la partita. Pertini s'incazzò a bestia, mando giù la dentiera dalla rabbia, giurò tremenda vendetta a Bearzot, afferrò Causio per i mustacchi e tentò di infilarlo di forza nella turbina dell'aereo. Per immobilizzarlo furono necessari cinque uomini della sicurezza e un'entrata da dietro di Claudio Gentile.

Ogni manifestazione pubblica, dalla prima della Scala alla notte dei Telegatti, era l'occasione per un tafferuglio. Dal 1982 al 1990 Berz e Pert furono protagonisti di innumerevoli schermaglie verbali, fisiche e telematiche (come testimonia l'allucinante cronologia delle loro conversazioni Messenger).
La mattina del 24 febbraio 1990 Pertini si spense nel suo letto, dopo aver bruciato come una carbonella per tutta la notte. Indagato per incendio doloso e presidenticidio, Enzo Bearzot fu torchiato per quindici ore da un poliziotto cattivo e da uno stronzo, e infine scagionato da ogni accusa quando acconsentì a posare con loro per una foto con dedica.