Yasser Arafat

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Yasser Arafat, il leader politico più simile a un pescegatto degli ultimi centocinquant'anni.
« Chi combatte per la libertà non può essere chiamato terrorista »
(Yasser Arafat, prima di farsi saltare in aria davanti a un McDonald's)
« Cioè no scusa, il Nobel per la pace a lui sì E A ME NO?? »
(Gandhi su Yasser Arafat)

Yasser Arafat dev'essere stato un personaggio molto importante, tipo un personaggio politico: magari un pacifista, oppure un dittatore spietato o forse un venditore di accendini che bazzicava dalle parti dei discount. Ma siccome non è nato nella parte del mondo che conta, possiamo anche fare a meno della precisione.

Vita

Beata gioventù

Yasser Arafat venne pescato dal padre nel 1929 al Cairo; questi, felice di aver preso un pesce così grosso, non volle più separarsene. Gli insegnò a parlare e lo mandò a scuola, dove il boccheggiante Arafat si distinse sempre per la sua mente brillante e la sua espressione da merluzzo. Dopo la laurea in ingegneria, seguì l'esercito egiziano nella crisi di Suez. Mica per combattere però, lui aveva l'importante incarico di fare da mascotte. Sì cioè in teoria avrebbe dovuto lottare al fianco degli altri soldati, ma lui preferì un'alternativa più fantasiosa.

Politicamente e sessualmente attivo, Arafat fondò al-Fath, un'associazione che mirava all'accorciamento del burqa almeno fino ai polpacci e la creazione di uno stato palestinese. Aderì inoltre a organizzazioni come Unione degli studenti Palestinesi e Organizzazione per la Liberazione della Patatina (OLP), rapidamente camuffata come Organizzazione per la Liberazione della Palestina per rendere legale il suo operato.

Yasser Arafat durante la battaglia della crisi di Suez

Capricci e bisticci

Nel 1967, esattamente sei giorni dopo l'inizio della Guerra dei sei giorni, cominciarono le beghe per Arafat. Israele infatti si mise d'impegno per buttare giù tutte le varie associazioni palestinesi, un po' come un adulto frustrato che disfa i castelli di sabbia fatti dai bambini. Tra queste c'era proprio l'innocua e malcagata Al-Fath, che fino ad allora come unica impresa militare contro Israele aveva sostituito la limonata con la cedrata durante un banchetto. Ah ah ah, così imparate, porci israeliani!
Comunque gli israeliani arrivarono in Giordania e scelsero il villaggio con il nome più stupido, dove ovviamente i componenti di Al-Fath stavano brindando con la limonata, il bottino della loro più recente guerriglia. I soldati israeliani ammazzarono tutti quelli che trovarono, rubarono l'oro dei giordani, ararono i loro campi e fecero l'amore con le loro donne. E si bevvero la limonata che era rimasta. Poi se ne tornarono a casa. In tutto ciò uno di loro, che aveva abusato un po' troppo dei piaceri dell'alcol, si fece un bagno freddo nel fiume e morì di congestione: Arafat dunque scese dall'albero sul quale si era arrampicato all'inizio della rappresaglia e trovò che Al-Fath avesse riportato un'importante vittoria: sì ok avevano perso qualcosa tipo centocinquanta uomini ma era morto un soldato israeliano. E poi chi se n'era andato per primo? Eh? Gli israeliani. Quindi Palestina 1 - Israele 0. Tiè.

Be' non ci crederete, ma ci cascarono tutti. Arafat iniziava a diventare famoso e ottenne il posto di leader di Al-Fath, fregandolo ad Ahmad Shukayri che invece contava sulla buona parola messa dalla Lega araba. Ciononostante i due conservarono la stima reciproca: Shukayri affrontò la perdita con dignità, mentre dal canto suo Arafat incassò questo riconoscimento con umiltà. Sì cioè fece pernacchie durante tutto il discorso, ma a parte questo si comportò in modo molto maturo e civile.

Nel frattempo, però, la Giordania iniziò ad aver qualcosa da ridire sull'avere nel proprio territorio tutti quegli stronzi filo-palestinesi. Già aveva abbastanza problemi suoi, ci mancavano anche questi qui guidati da un uomo-pesce - che intanto, zitto zitto, era pure diventato leader delle Forze rivoluzionarie palestinesi. Tutto in nome della pace comunque, è ovvio. Cioè quel rivoluzionarie è lì tanto per dire, mica per fare rivoluzioni militari o violente, ma va. Tuttavia i giordani non si sentivano affatto tranquilli, saranno stati i vari dirottamenti aerei e la distruzione di questi ultimi, non lo sappiamo; fatto sta che a un certo punto, non si sa come, l'OLP e le forze giordane si trovano a combattere in una guerra civile.

« Ma come? È stata una sorpresa per tutti! Andavano così d'accordo... E lui salutava sempre quando usciva di casa... »
(La Siria, perplessa per l'accaduto)
Sempre il coraggioso Yasser Arafat, in primo piano a sinistra, durante la guerra civile in Libano.

Israele giustamente non si fece i cacchi suoi e sostenne la Giordania contro il nemico palestinese, mentre gli USA, che non stavano già più nelle mutande per la voglia di intromettersi, sostennero l'OLP. In modo abbastanza inutile dato che strapersero. Arafat incoraggiò i suoi uomini fino all'ultimo - se per "fino all'ultimo" intendiamo "per la prima mezz'ora", dopo la quale questi si vestì da donna e scappò.

Il periodo in Libano

L'OLP dunque si ritirò piangendo e Arafat uscì a sorpresa dal suo travestimento da cespuglio che aveva tenuto durante la guerra: suggerì di andare in Libano, che in quel periodo se la passava piuttosto male e quindi non avrebbe badato a loro. Gli attacchi contro Israele continuavano e dopo un po' Arafat, che era stufo di essere accusato a Pomeriggio Cinque di comportarsi come un terrorista, stabilì che l'OLP non avrebbe più effettuato attacchi a Israele al di fuori del suo territorio, con le sole eccezioni della Cisgiordania, della Striscia di Gaza, del continente europeo, quello africano, il territorio dell'Oceania e be', il continente americano. A parte questi territori, negli altri l'OLP non avrebbe più militato. Cioè togliendo però Cina, Giappone, Corea del Nord, Corea del Sud, India e tutti gli altri stati asiatici con un nome strano.

Sorprendentemente, poco dopo essersi piazzati in Libano, scoppiò una guerra civile tra cristiani e musulmani. Questi ultimi "godevano" dell'appoggio dell'OLP, che li aiutarono a perdere e a farsi maciullare dagli avversari, spalleggiati da Israele, sempre in mezzo alle palle a seminar zizzania. Questo diventò un buon pretesto per ammazzare ancora un po' di palestinesi, tanto ce n'erano ancora tanti in circolazione. I palestinesi dal canto loro si sentirono in dovere di ringraziare Arafat, che si toglieva i pelucchi dalla kefiah facendo finta di niente, con un sonoro "Grazie a 'sta gran fava".

« Allora Israele, come la mettiamo? Eh? Questa è la nostra bandiera! Pappappero! »
(I palestinesi)

La nascita dello Stato di Palestina

Arafat andò in Tunisia, giusto perché un po' per uno non fa male a nessuno e rompere troppo e per troppo tempo le noci di cocco a uno stato porta alla guerra civile; quindi, per non fare la stessa fine della Giordania, il Libano pianse un po' e sbatté i piedi per terra finché gli USA non convinsero Arafat a spostarsi un po' più in là. Questi quindi, dopo aver ricevuto l'aiuto del rinomato pacifista Saddam Hussein, rinforzò l'OLP e dichiarò la nascita dello Stato di Palestina, di cui sarebbe divenuto presto Presidente (con governo in esilio, s'intende, per evitare i cazzotti in faccia da parte di Israele).
Ma la storia è finita qui? No, ovviamente, CHE NOIA. Quando tutto il mondo decise che Saddam Hussein era antipatico, Arafat fu costretto a schierarsi dalla sua parte: non solo per l'aiuto militare e l'appoggio politico che gli aveva fornito recentemente, ma anche perché era stato il primo uomo a portarsi via la sua verginità anale. Allora questi benedettissimi USA si sentirono in dovere di rompere i cabbasisi ulteriormente rallentando le trattative tra Palestina e Israele. [1]

Mio dio no, non è ancora finita

In seguito ci furono ancora un sacco di bla bla bla, secondo i quali anche se uno stronzo dice "Proclamo la nascita dello stato di mia cugina!", be', questo stato comunque non esiste. Quindi, spalleggiato dalle Nazioni Unite, Arafat mise mano negli Accordi di Oslo, che prevedevano la formazione di questo santissimo governo. Ovviamente tutti ebbero qualcosa da ridire, sull'andamento delle elezioni palestinesi, sulle trattative con Israele, sull'influenza americana, sul tempo di cottura del kebab di agnello... Insomma ancora una valanga di blablaBLA, che però si sarebbero potuti concludere quando il nuovo leader israeliano Ehud Barak fece ad Arafat una proposta piuttosto onesta[citazione necessaria], forse anche grazie alla mediazione di Bill Clinton. [2]

Yasser Arafat rifiuta simpaticamente la proposta di Barak: No, no, vai tra!
« Allora senti, facciamo così: ti offro il riconoscimento di uno stato di Palestina, il ritorno di un numero di profughi che stabiliremo dopo esserci fumati una canna del miglior cioccolato pakistano offerto dal sottoscritto, poi bo, un indennizzo per altri rifugiati e... non saprei, un pompino per il disturbo dei palestinesi che abbiamo ammazzato in questi anni? Eh? »

E sapete cosa rispose il Premio Nobel per la pace Yasser Arafat, dopo anni di guerre, di morti, di spostamenti, attentati, di guerre civili e battaglie e odio e rancore?

« Mmm... No. »

E potrete ben immaginare quindi la reazione di Bill Clinton.

« MA COME NO??? MA CHE CAZZO VUOI DI PIÙ?? MA ALLORA VAFFANCULO! »

Morale della favola

Chi troppo vuole nulla stringe, ma a volte qualcosa stringe, magari proprio quello per cui pare abbia lottato per una vita intera. Però vuoi vedere che alla fine della fiera questo stronzo lo rifiuta anche? Sì, magari succede e allora secondo Clinton può benissimo andare a farsi fottere. E anche secondo molti altri. Così Arafat morì odiato da molti, nel 2004. [3]

Riconoscimenti e controversie

Ok, palestinesi e israeliani continuano ad ammazzarsi, però ora la kefiah va di moda anche fra le star. E tutto grazie ad Arafat!

Soldi, soldi, soldi, tanti soldi

Siccome gli occidentali sono razzisti si misero a fare ricerche sui trascorsi finanziari di Arafat e ne vennero fuori notizie abbastanza interessanti: cose tipo milioni di dollari spostati da fondi pubblici a conti privati e cose così. Sì insomma niente di serio, le solite banalità che tirano fuori i poveri, che crepano di invidia davanti a un ricco che ha il cesso d'oro massiccio. Arafat comunque viveva in modo abbastanza modesto e non vennero mai trovate le prove necessarie per processarlo di alcunché; pare infatti che non spendesse i soldi ma amasse circondarsi di essi. Il suo divano, per esempio, era scomodissimo, ma perché era fatto di mazzetti di biglietti da cento dollari. L'aveva comprato da qualche parte? Era di qualche firma rinomata? Eh? No. E allora piantatela.

Il Premio Nobel per la Pace

Conferitogli nel 1994, qualcuno ebbe qualcosa da dire in merito. Be' effettivamente Arafat scatenò parecchi conflitti, vero. Ma lui ha mai ammazzato direttamente qualcuno? NO. E lo sapete perché? Perché mentre i suoi uomini combattevano, lui era travestito da montone e se ne stava nei campi, a mangiare l'erba con nonchalance, senza fare del male a nessuno. Mica per vigliaccheria eh, ma perché era un pacifista lui. E se l'ha avuto quel moschicida di Obama, potrà ben meritarselo lui il Nobel per la pace, sì o no?

Voci correlate

Note

  1. ^ E se ne sentiva proprio il bisogno, dato che tanto andavano già d'amore e d'accordo.
  2. ^ Bellissimo ricordo di una di quelle rare volte in cui gli americani cercarono di rappacificare anziché scatenare guerre.
  3. ^ Eh, che ci volete fare.