Ti considero un amico

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   La stessa cosa ma di più: Zona amici.
Per lei rimarrai sempre e solo un amico.

"Ti considero un amico", conosciuto anche come "Preferirei che restassimo amici" o come "Non voglio rovinare questa amicizia", e altre amene variazioni del tema, è un metodo gentile e pieno di tatto per rifiutare una dichiarazione d'amore.

Origini

Sembra che l'origine del gentile rifiuto abbia radici addirittura nella mitologia greca, quando Zeus espresse il proprio interesse per una delle tante principesse greche. Sembra anche che un "per me sei solo un amico" abbia scatenato, nel 1220 a.C., la famosa Guerra di Troia (non dal nome della città, ma appunto dal nome di Elena di la Troia). Da quel giorno le donne di tutto il mondo scoprirono quant'è facile rifiutare con delicatezza, e l'uso del "Ti considero un amico" è cresciuto in maniera esponenziale. Gli individui "considerati solo amici", per la vaginomunita, entrano di diritto nella zona della sua mente denominata "Friendzone", un antro oscuro e odioso del loro cosiddetto encefalo, molto simile a un buco nero, nel quale è possibile entrare con estrema facilità ma impossibile uscirne. Gli unici che riuscirono ad essere de-friendzonati in giovane età furono Rocco e il Supremo, i cui nomi sono venerati dagli uomini di tutto il mondo in quanto fautori dell'impresa impossibile.

Tipologia di rifiuto e conseguenze

Via cellulare[1]

Di seguito, le tipiche sequenze del gentile rifiuto sul malcapitato medio.

Forse il metodo peggiore di tutti per crudeltà. Provoca:

  • Esplosione del telefono cellulare;
  • autocombustione del telefono;
  • implosione dell'orecchio;
  • caduta di mano del telefono, che incendierà la casa;
  • caduta delle palle;
  • sanguinamento delle cavità oculari,
  • esplosione della testa.

Via Facebook

Indica il più grande menefreghismo della persona che ti molla. Provoca:

  • morte di Facebook[2];
  • fuga dei tasti dalla tastiera, rincorsi dal mouse;
  • liquefazione dello schermo;
  • sanguinamento delle cavità oculari,
  • esplosione della testa.

Via lettera

Una tra le forme più gentili e per questo caduta in disuso. Provoca:

  • autocombustione della lettera stessa;
  • capogiri da trip con roba tagliata male;
  • annodamento dell'intestino;
  • crisi isteriche di pianto;
  • sanguinamento delle cavità oculari;
  • esplosione della testa.

A voce

Il caso che indica la maggior serietà in quel che si dice. O la maggior cattiveria nel voler vedere la reazione del malcapitato. Provoca:

  • alterazione caleidoscopica del colore della faccia;
  • vertigini da montagne russe;
  • sciopero di vari organi interni, come stomaco, fegato, intestino;
  • strabismo;
  • elevazione della temperatura delle orecchie, e ipotermia a mani e piedi;
  • deglutizione impossibile per l'assenza della salivazione;
  • esplosione della testa dopo qualche balbettio sulla falsariga di "Ah. Va bene...".

Dopo aver subito tutte le conseguenze di un "Ti considero un amico" si rimane soli con la propria tristezza. Per questo motivo si potrebbe pensare al suicidio... SBAGLIATO! Non è bene ammazzarsi. Ma è bene "andarsene con dignità"[3].

Nel caso manchi il coraggio per un tanto eroico gesto, il futuro riserva solo una lunga esistenza di solitudine e alcolismo. Del resto è risaputo che una buona bottiglia di qualche superalcolico risolve tutto.

In ogni caso, ci si rimarrà sempre un po' male.

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

  • Questo articolo non fa ridere perché l'autore si è sentito dire "Ti considero un amico" pochi giorni fa.
  • Sicuramente anche tu te lo sentirai dire presto.
  • Nessuno non se l'è mai sentito dire.
  • Te lo sentirai dire domani.
  • Potresti averlo sentito ieri.

Note

  1. ^ Tramite sms o telefonata.
  2. ^ Purtroppo questo porterà al suicidio di Mark Zuckerberg, e sarà la prima morte di un personaggio noto senza millemila persone che intasano le bacheche di cazzate. Amen.
  3. ^ Il tipico esempio di "andarsene con dignità" sono quegli studenti che fanno una strage a scuola e poi si spappolano la testa con un colpo di fucile a pompa.

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