Siciliano

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia di cui nessuno sentiva il bisogno.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Oops! Forse cercavi dialetto siciliano, vedi dialetto siciliano.

Template:Inrestauro

« Ne parliamo personalmente... »
(Siciliano all'operatore di call center che cerca di vendergli una mungitrice per antilocapra)
« Signora, s'accattassi sti pummarora frischi frischi! »
(Tipico lavoratore siciliano alle 5 del mattino, puntualmente sotto casa tua)


Il siciliano è un personaggio di fantasia inventato dalla Rai per aumentare lo share delle puntate di Montalbano.

Figura ispirata al tipico abitante della Sicilia, il siciliano può essere:

  • mafioso
  • vittima della mafia
  • cannolo
  • poliziotto che indaga sulla mafia
  • magistrato ucciso dalla mafia
  • politico corrotto e affiliato alla mafia
  • farcitura di un pilone a caso
  • coinquilino dei pesci del porto

La Genesi

Nel terzo giorno della Creazione, mentre Dio era impegnato a inventare i fichi d'india, gli aranci e i biscotti alla giuggiulena[1], i siciliani iniziarono a vagare per il mondo cercando di piazzare la merce al mercato ortofrutticolo di Katmandu. Lo stesso Dio, preoccupato per la fuga di cervelli, iniziò a gridare come un pescivendolo:

« Unni minchia stati iennu, figliuoli?[2]" »

La risposta dei siciliani, "Tu fatti i cazzi tò!"[3], non si fece attendere e in quello stesso momento Dio inventò il detto:

« Arrusi e figghi i pulla! »

(Ezechiele 23,67-34)

Per frenare l'esodo il Padreterno stabilì di dividere la Sicilia dal resto del paese delle banane, ponendo a guardia dello Stretto di Messina Scilla, Cariddi e Mino Reitano.

La situazione rimase tesa per molti anni, fino a quando il popolo di Sicilia, stanco di non avere nessuno da bestemmiare, inviò a Dio degli ambasciatori di pace: Santa Rosalia e Sant'Agata. Il Signore accettò la proposta ma impose un'espiazione: i siciliani avrebbero dovuto subire il dominio di turchi, marocchini, normanni e valdostani. E niente squadre in serie A per almeno 1000 anni.

Le cronache registrano la reazione delle due sante:

Template:Quote2

Aspetto esteriore

Il siciliano non è distinguibile da un qualsiasi altro tunisino; anch'egli ha una statura misurabile col righello e puzza di sugo alle sarde già alle 5 del mattino.

Il colore della palle può variare tra il "verde oliva" e il "verde oliva ascolana"; occhi e bocca si trovano sul volto, protetti da uno spesso strato di peli catarifrangenti, utili per spaventare nemici quali esattori delle tasse, piementosi e turisti in vacanza. Il capo si presenta solitamente prolungato in coppole, fazzoletti e fez. Se munito di capelli, gli stessi hanno la consistenza di un nido di croccopapera e non sono facilmente distinguibili dalla barba, folta specialmente nelle donne.

Il mento è particolarmente sfuggente, probabilmente a causa della diffusa abitudine di proiettarlo in avanti e far schioccare la lingua per dire "No". Trattasi del classico

« Ntzù »

Che poi è l'unico modo sicuro per distinguere un siciliano da un padovano.

Il corpo è rivestito da una speciale patina di sudiciume, utile per poter riposare al Sole e giocare a pallone anche quando ci sono 50° gradi all'ombra. Gli arti, sia superiori che inferiori, possono essere ripiegati a 360° per facilitare l'atto del riposo e dello stravaccamento in qualsiasi circostanza. Trattasi della posizione Mastro Lindo, eseguibile alla perfezione solo se si è geneticamente predisposti al nullafacentismo e supportati dalla tipica trippa da caponata.

Il siciliano tra i 'taliani

I siciliani si comportano come tutti gli altri predatori e abbandonano il proprio territorio solo se costretti dalla fame o dall'Interpol. Non molto propenso a socializzare con i continentali, considerati stranieri non meno dei kazaki, il siciliano è solito aggirarsi con fare da malvivente al solo scopo di prevenire problemi. In pratica fa come i gatti quando gonfiano il pelo per spaventare i coccodrilli.

Alcuni addirittura affermano che la mafia non esiste[citazione necessaria] ma sarebbe un'invenzione dei siciliani per evitare scassamenti i minchia.

Portato con la forza all'esterno del suo ambiente d'origine però egli si adatta rapidamente al posto di arrivo, forgiandolo a immagine e somiglianza di un qualsiasi quartiere di Catania, Palermo o Roccalumera che sia. Dopo i primi momenti di diffidenza gli autoctoni si lasciano vincere dal fascino esotico delle cassate e di "Ciuri ciuri". Il siciliano inizia così a invitare a cena chiunque, nella foga di farsi accettare completamente e far dimenticare 50 anni di leggende, sparatorie, pizzi, pizzini e puntate dei Soprano.

Impiega il resto del tempo lamentandosi di quanto gli manchino gli sfincioni di zia Crocifissa e di come sia nu schifiu essere costretti ad abbandonare millanta chilometri di spiagge libere e incontaminate per trasferirsi a Milano, alzarsi alle cinque di mattina e fare il bagno all'Idroscalo. Col passare degli anni tende ad assumere lo stile di vita degli autoctoni, fino a risultare indistinguibile da un italiano qualsiasi. Con l'unica differenza che continua a parlare di ieri pomeriggio al passato remoto.

Linguisticamente il siciliano si distingue dagli italiani per l'abitudine di usare l'espressione "Minchia!" come a Domodossola usano la virgola. Alternativamente possono presentarsi casi di trasposizioni civilmente più accettabili come "Mizzica", "Mizzichina", "Spacchiu talii?" e "Va fa 'nto culu", "Ietta sangu ru cori" e "Arrivederci".

Il siciliano in Sicilia: usi e costumi

A oggi pare che dei di siciliani, appena sessanta milioni popolino ancora la "terra Santa": la Trinacria. Il nome dipende dalla forma triangolare a Beretta dell'isola; fu scelta appositamente per dissuadere i comunisti dall' invadere il santuario di san Pancrazio.

Assiepati alla falde dell'Etna, sulla sua cima dimorano il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo e u'sciccareddu, i siciliani di Sicilia iniziano le loro giornate verso le undici. Dopo essersi sfamati con una leggera granita con doppia panna e brioche calda, riposano. Almeno fino all'ora di cena, che in Sicilia significa alle 9:30, 9:45. Giusto il tempo di digerire il "ruoto" di pasta ncaciata trangugiato a pranzo. Superata le 10:30 i siciliani si animano e iniziano a intasare piazze, porti, mercati, tangenziali e uffici statali.

I ragazzi in età scolare, detti anche picciuotti, picciuttazzi, picciuttedi e grannissimi vastasi, sono esemplari in costante aumento, anche se non nelle aule scolastiche. La loro unica attività è quella di... giocare a pallone. Poi, chiddi cca c'hanu i sssoddi, si dedicano alla piscina per perfezionare il proprio fisico per le future nottate in discoteca e per sfoggiare i pettorali alla spiaggia libera n°379 e picca. Attività secondarie sono quelle dello "Sfotti il polentone", "Sfotti il turista polentone", "Fotti il polentone". Molti si danno all'avventura esplorando la propria città che, per un inspiegabile motivo, conoscono perfettamente fin dai 4 anni.

L'adulto, solitamente sposato e con un numero di figli variabile tra due e quattordici, è un esempio per tutti; tra gli impieghi più ambiti ricordiamo il carrettiere, l'invalido di guerra, il vigile urbano, l'addetto al recupero crediti e il disoccupato. Giunti all'età della pensione evolvono allo stadio di anziano, impegnandosi alacremente nel raccontare, e raccontare e riraccontare le loro paleozoiche storie di lavoro, sacrificio e amore per la terra siciliana a chicchesia si trovi malaguratamente a meno di un chilometro di distanza.

Cioè che accomuna tutti i siciliani è però l'amore per la "famigghia"; soprattutto per la mamma che gli prepara i cassatedde e la pastina con l'olio, perché per loro il dado è roba da continente. Questo potente legame impedisce ai siciliani di andar via di casa prima dei quarant'anni, giusto il tempo di trovare una Rosalia/Concettina/Maria Catena che gli lavi i "quasetti fitusi" dopo la morte di mammà.

Tra le più antiche tradizioni locali ricordiamo la "fuita", ovvero un finto rapimento organizzato dai due giovani innamorati per consumare atti morosi, ovvero mettere in forno la pagnotta. Normalmente le famiglie sono a conoscenza della tresca ma fanno finta di niente, non fosse altro per il fatto che in Sicilia un matrimonio conta tra i 200 e i 400 invitati.

Siciliani famosi

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

  • Spacchiu talii? Fatti i cazzi to!
  • Un siciliano, se si fa i cazzi suoi, vive cento anni;
  • Ancora ca talii si? Ancora nun t'a cunvinciutu?
  • Ogni siciliano sa parlare fluentemente il latino, il greco, il cinese, il vichingo, il sardo, il burundico, il burkinafasico, e altre lingue minori quali inglese, francese e lingua farfallina;
  • Homer Simpson, almeno nello spirito, è siciliano;
  • Ai recenti campionati del mondo di ingerimento di cannoli con la ricotta interi, Salvatore Cuffaro ha stracciato nettamente tutti gli avversari, ingurgitando duecentotrentaquattro cannoli in settanta secondi. Al termine della gara ha dichiarato: "Per ottenere questo strepitoso risultato, ho dovuto utilizzare la mia superspecialtriplecombo: un cannolo giù per la gola e, contemporaneamente, altri due su per il culo".

Voci correlate

Note

Template:Legginote

  1. ^ Sesamo.
  2. ^ Dove cazzo state andando, stronzi?
  3. ^ Tu fatti i cazzi tuoi!