Schizzo:Sokushinbutsu
Sokushinbutsu
Il termine Sokushinbutsu si riferisce ad un'antica dieta Buddista per perdere peso e rimanere magrissimi per sempre. Il rituale si compone di tre semplici fasi che qualsisi ciccione può compiere. Ogni fase dura mille giorni durante i quali si possono perdere oltre cento quintali.
Prima fase
Il monaco obeso si reca in un luogo sacro chiamato "palude degli immortali", ove trascorrerà i primi mille giorni nutrendosi di acqua, lettiera per criceti, Philadelphia Light e carta da giornale. Gli sarà permesso solo una volta ogni due mesi un boccone di gatto alla vicentina. Ogni giorno il monaco coadiuverà la sua dieta con un sano allenamento fisico: 100 piegamenti, 100 squat, 100 addominali e 10 km di corsa sino a diventare calvo. A questo punto il monaco avrà perso ogni residuo di massa grassa e sarà pronto per la fase successiva.
Seconda fase
Durante la seconda fase il monaco dovrà attenersi ad una dieta ancor più deprivante per perdere massa magra. Si nutrirà esclusivamente di piccole quantità di ghiaietto bevendo nebbia, quando è disponibile. Per perdere ulteriori liquidi e mortificare lo spirito, l'asceta guarderá dall'alba al mezzogiorno Cerry Chrush su Onlyfan con le mani legate dietro la schiena. Alternerà lunghe fasi di meditazione a estenuanti letture di trattati di semiotica di Umberto Eco. Verso la fine dei mille giorni il monaco ormai pelle, ossa e orchite, inizierà a bere un tè chiamato Urushi composto da Guttalax, Legnovivo e tofu disidratato per rendere indigesto il suo corpo persino a batteri e larve di mosca, come le patatine di McDonald's.
Terza fase
In quest'ultima fase il monaco verrà murato in una minuscola cripta nella posizione del Loto respirando esclusivamente le scoregge degli altri monaci tramite una cannuccia di bambù. Ogni giorno il monaco suonerà una campanella per avvertire che è tutto a posto. Quando la campanella smetterà di suonare gli altri monaci tapperanno anche il buco per la cannuccia con una cingomma e aspetteranno altri mille giorni, al termine dei quali il corpo perfettamente mummificato sarà esposto in un museo.
Vaso da notte
Da tempo immemore il vaso da notte è un manufatto indispensabile per chiunque debba espletare funzioni corporali notturne senza dover per forza attraversare il corridoio verso il bagno infestato da temibili creature dell'oscurità come il Babau, il Mommotti o il principe delle tenebre a brache calate.
Cenni storici
I primi rudimentali esemplari di vaso da notte furono rinvenuti nella piramide di Micerino. Ne furono ritrovati almeno millemila, che i defunti usavano probabilmente per sopperire probabilmente, alla carenza di finestre della costruzione, non potendo sversare il contenuto nella strada sottostante. Siccome gli egiziani erano profili a due dimensioni, i vasi da notte erano sottilissimi.
Molto più tardi alcuni filosofi greci scoprirono la profondità e il vaso da notte assunse la forma che tutt'ora conosciamo.
Nell'antica Roma l'imperatore Vespasiano cercò di sostituire il vaso da notte con la sua invenzione, la pisciata contro al muro ma questa usanza fu adottata solo dal Re Sole e i suoi cortigiani, abitudine che permane tutt'ora in tutta la Francia.
Nel basso Medioevo il vaso da notte fu affiancato dal pitale, identico nella forma ma appositamente progettato per minzioni diurne. Per facilitarne lo svuotamento furono inventate le finestre e i balconi.
Solo in tempi piu recenti il vaso da notte subì un ulteriore ingrandimento da parte di un nobiluomo inglese, Sir Arcimbold Shitten, Lord of the Bedchamber, stufo di scambiarlo continuamente con la tazza di tè delle 17:00.
Usi e costumi
Usare un vaso da notte è piuttosto semplice: avvicinate l'orifizio in questione (anteriore, posteriore o entrambi) la suddetto vaso in modo da non sporcare le babbucce e spingete forte ma non troppo.
Per quanto riguarda i costumi, essendo notte sono consigliati il pigiama, la vestaglia o la camicia da notte bene arrotolati al di sopra della cintola.
Dove conservare il vaso da notte
È sconsigliato a sonnambuli e rincoglioniti osizionare l'oggetto sopra lo scendiletto o sul comodino per evitare di scambiarlo involontariamente per una pantofola o un bicchiere.
Se ne si apprezzano gli effluvi si puo tenere sotto al letto o al cuscino.