Nonbooks:Perdere il filo del discorso

Nonbooks, pseudo-testi pseudo-liberi.
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«Non ho perso il filo del discorso, si sono mischiate le pagine e io quello che penso lo leggo, mica lo scrivo!»
Succede a tutti, ma lei fa eccezione.

Perdere il filo del discorso capita spesso e quando meno te lo aspetti, magari quando stavi per...
quando volevi...
in genere se...
ma che ca
Ah, sì!
Questo prezioso manuale vi spiegherà il perché si perde e come evitare che accada.

« Si è fatta male? »
« Chi? »
« Quella che è caduta »
« ...eh?! »
« No perché mi pareva di... ok, a monte! »

Perché lo perdiamo

"...e si evince chiaramente che il coso, il PIL del... ossia quello da quando... Scusate, avete per caso un'idea di che diavolo stavo parlando?"
« Perdiamo cosa? »

Ah, ok!
I motivi per cui lo possiamo perdere sono tre:

  1. veniamo distratti da un rumore o da un evento esterno;
  2. cerchiamo di entrare in relazione con l'interlocutore;
  3. ...

Erano solo due.
Al primo gruppo appartengono situazioni di norma imbarazzanti, che capitano quando siamo al centro dell'attenzione e tutti gli sguardi sono puntati su di noi. Tra le più frequenti troviamo:

  • Stiamo presentando un nuovo prodotto presso un cliente e uno dei presenti inizia a scaccolarsi col pollice.
  • Mentre leggiamo una notizia al telegiornale, al cameraman cade il chinotto sulla ciabatta elettrica e le luci iniziano a flippare come una stroboscopica.
  • Stiamo mostrando il nostro progetto al capo e un gabbiano si spiaccica addosso al vetro della finestra, scivolando lentamente in basso tipo Wile Coyote.
  • Durante una... ...
« No Gina, il latte c'è! L'ho preso ieri. »

...dicevamo... ah, ecco!

  • Siamo intenti a consolare la nostra compagna (del fatto che non ha trovato la misura di quella magnifica scarpa in saldo) e passa una megatopona che ci strizza l'occhio.
  • Mentre teniamo una lezione di fisica atomica all'università, una ragazza seduta in prima fila simula una fellatio con un Kinder Bueno.
  • Stiamo presentando il Festival di Sanremo e due tizi minacciano di buttarsi dalla galleria dell'Ariston.

Per quanto riguarda il secondo tipo occorre citare un esperimento, svolto da un team di ricercatori di... team... ricercatori...
Gli scienziati hanno dimostrato in modo lampante, diciamo pure con ragionevole certezza... ... qualcosa.

Capitolo in cui si doveva parlare di qualcosa

   La stessa cosa ma di più: Dimenticare di ricordare.

Esperimento che prima ci sfuggiva

Due aree in netto contrasto tra loro. Quella a destra "percula" abitualmente quella di sinistra.

Il team di ricercatori dell'università che continua a non venirci in mente, hanno analizzato 45 soggetti monitorandoli con una risonanza magnetica funzionale, per vedere quali aree del cervello friggevano prim fossero coinvolte a fronte di una specifica sollecitazione, ottenuta tramite due monitor affiancati e delle pinzette strizzacapezzoli[1].
Sul primo veniva proposto un semplice problema matematico da risolvere:

« Un tizio va a fare la spesa con 10 euro. Deve comperare gli assorbenti per sua moglie che ha la patata ar sug le mestruazioni, ogni confezione costa 3 euro e 50. Quante ne può prendere senza vergognarsi troppo? »

Sull'altro compariva, di tanto in tanto, una scena in cui moglie e marito stavano litigando armati di batticarne. I risultati sono stati sorprendenti: una volta tornati a casa i soggetti picchiavano ripetutamente la propria compagna ogni volta che sentivano pronunciare la parola Tampax. Ma questo è di importanza marginale. Si è scoperto inoltre che esistono due aree del cervello, quella destra e quella sinistra... no, questo già si sapeva, non era quello che volevam...

« GINA, CHIUDI LA FINESTRA CHE MI BECCO UN MALANNO! »

Cosa stavamo dicendo? Ah, ok.

  • La DMN (Default Mode Network) è l'area che si attiva quando dobbiamo interagire socialmente. È quella che ci fa sembrare interessati mentre un amico ci parla entusiasta di come il suo figlio di sei anni abbia già iniziato a camminare; che ci fa voltare a guardare un culo di passaggio mentre siamo con la nostra compagna (cosa peraltro impossibile da controllare all'attuale stadio evolutivo[2]); o che ci permette di...
  • la TPN (Task Positive Network) è quella preposta al compito fisico ed analitico degli eventi esterni. Ci impedisce di finire sotto il furgone guidato dal polacco ubriaco; ci fa capire quale detersivo lava così bianco che più bianco non si può; ci permette di scegliere la tariffa migliore del gestore telefonico e, in seguito, si accorge che ci hanno gabbati e quindi attiva la ZPAB (zona preposta alla bestemmia).
« No Gina, sull'amatriciana ci va il pecorino. »

Queste due aree hanno tra loro una relazione asimmetrica, quando una si attiva l'altra si spegne e viceversa (come una coppia in piena crisi del settimo anno). Nel corso di questi cambi di area si perde il filo del discorso, e l'arbitro suda come manovale di Caserta correndo su e giù. Quello dell'arbitro non è comunque un esempio calzante, ce ne vuole un'altro.
Situazione tipo: hai invitato la nuova collega a cena, quella su cui sbava il resto dell'ufficio (escludendo alcune donne ed il creativo gay), con la speranza di "inzuppare il biscotto". Ovviamente, per fare bella figura, hai scelto uno dei più lussuosi ristoranti della zona, quello col ragazzo del parcheggio che ti sputa sul vetro se ti presenti con meno di una BMW.

  1. Il piatto più economico costa poco meno che rifare il motore alla Ritmo, interviene la TPN e ti fa dire di essere a dieta.
  2. Lei ti racconta del suo stage in Inghilterra, e di come sia efficiente la rete dei trasporti londinese. La DMN ti fa apparire molto interessato, ma continui a fissare la scollatura tra le tette e non hai sentito una parola.
  3. Arriva il cameriere e lei ordina l'argosta. La TPN tenta di ricordare il saldo del conto corrente e mette prudentemente in preallarme la zona bestemmia.
  4. Per interessarla hai iniziato a parlare delle opere di Shakespeare, la DMN ti fa ammiccare mentre le sussurri "Amore non è amore se muta quando..."

Arriva il conto, l'occhio ti cade su quella cifra con troppi numeri prima della virgola, la TPN suggerisce di squagliarsela dalla finestra del bagno, la DMN seleziona "elimina" sul file "trombata", la TPN tenta di raccapezzarsi ma oramai è nel panico, la DMN comanda un sorriso ma ti esce un ghigno che sembri Due Facce, i secondi passano in un silenzio innaturale, la TPN tenta di contarli mentalmente e poi, improvvisamente, riprendi con "mi ritrovai per una sel..." e subito ti blocchi.
Niente, il filo del discorso è andato.

Metodi per riannodare il filo

A volte conviene perderlo.

Perdere il filo del discorso è inevitabile, quello che possiamo fare è sviluppare un metodo per riannodarlo più in fretta possibile, o comunque, escogitare sistemi per prendere tempo in attesa che ci si riesca.

  • Metodo A: prendete l'ultima parola che vi ricordate, sillabatela mentalmente, vi accorgerete con disappunto che non serve a molto. Nel frattempo, cercate con lo sguardo qualcuno che faccia dei segni, o che tenti di mimare il prosieguo del discorso, pregate. (Livello di difficoltà basso, percentuale di riuscita 7,4%)
  • Metodo B: mentre procedete col discorso, associate l'iniziale di ogni parola pronunciata al nome di una donna con la quale avete fatto sesso in passato. Se sono meno di 10 organizzate dei raggruppamenti logici (prostitute, escort, puttane nigeriane, tutte le altre.) se sono meno di 5 passate al Metodo C. (Livello di difficoltà alto, percentuale di riuscita 26,8%)
  • Metodo C: esclamate "e con questo cosa voglio dire?!" mentre lanciate occhiate in giro, come se voleste interrogare la platea per vedere se ha capito. Normalmente tutti inizieranno a guardarsi tra loro, alla ricerca di uno che abbia il coraggio di dire qualcosa. (Livello di difficoltà basso, percentuale di riuscita 19,3% ma se qualcuno risponde può arrivare al 100%)
  • Metodo D: simulate la sindrome di Tourette iniziando ad insultare quelli delle prime file. Mentre si formerà un gruppetto di malintenzionati decisi a picchiarvi sarete raggiunti da un complice, che vi darà un pugno in faccia ma intanto vi suggerirà come continuare. (Livello di difficoltà alto, percentuale di riuscita 49,7% se il pugno non è troppo forte, altrimenti meno)

Aiutiamo chi ne è colpito

Chi soffre di questo disturbo va aiutato. Una volta individuato il problema occorre agire tempestivamente, in modo semplice, fornendo a quel povero infelice un assist per rimediare. Occorre formulare una frase tipo: "Lei ha appena detto (ripetendo quanto pronunciato dal tizio), può spiegarci meglio questo concetto?"
Per comprendere quando è il momento di intervenire basta riconoscere i segni dell'imminente verificarsi del fenomeno, la faccia dell'interlocutore avrà una delle seguenti espressioni:

Ultime raccomandazioni

« Va bene Gina, vengo a cena. Però che palle! Per una volta che stavo facendo una cosa. »

Note

  1. ^ sulle quali si sta ancora discutendo riguardo l'importanza del loro utilizzo ai fini del test
  2. ^ ad oggi solo due asceti indiani ci sono riusciti, nel 1998, dopo tre mesi di meditazione

Voci correlate