Microscopio

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m o m o n d o . c o m / d i s c o v e r / a r t i c l e / g o l d e n - t i c k e t - c o m p e t i t i o n - 2
File:Microscopio vignetta.jpg
Grazie al microscopio possiamo scoprire le meravigliose creature che non vediamo ad occhio nudo.
Se non fosse per il microscopio, il tizio nella foto non avrebbe scoperto quello per cui è diventato famoso.

Il microscopio (dal greco μικρόν - micron, "piccolo" - e σκοπεῖν - skopein "fare il guardone"[forse]) è uno strumento che consente di ingrandire cose di piccole dimensioni. Scusate, ho spiegato male... (messa così, parecchi ne avranno già ordinato uno) volevo dire che vale per "vedere" le cose piccole più grandi, quindi non vi gasate. I primi microscopi di tipo ottico vennero prodotti in Olanda alla fine del XVI secolo, ma l'invenzione vera e propria è tuttora controversa. Galileo Galilei ne inviò uno di sua costruzione ad un suo caro amico, il principe Federico Cesi (che con gli occhi ci sentiva gli odori), definendo lo strumento:

« Occhialino per vedere le cose minime »
(Galileo Galilei che era un campione olimpionico di modestia.)

Da questo si evince che Galilei, contrariamente a Nicole Minetti, non sapeva vendere bene la sua mercanzia, altrimenti l'avrebbe chiamato:

« Magnifico ingranditore di cose quasi invisibili »

oppure:

« Ci guardi dentro e fai WOW!!! »

Tra i primi scienziati ad utilizzare, diffondere e migliorare l'uso di questo potente strumento, si ricordano Robert Hooke e Antoni van Leeuwenhoek. Il primo è molto famoso, perché con l'attrezzo ci spiava quella "bonazza" di sua cugina Charlotte Fergusson, quindi è l'inventore dei guardoni. Il secondo ho fatto male pure a nominarlo, nella categoria scienziati occupa la stessa posizione che ha la vongola in quella predatori.
I microscopi possiamo classificarli generalmente in ottici ed elettronici. I primi hanno bisogno della luce per funzionare, i secondi anche[1].

Caratteristiche generali

Le caratteristiche che accomunano i microscopi, sia ottici che elettronici, sono il potere risolutivo e l'ingrandimento.

  • Potere risolutivo. Credo che appartenga a Rayquaza o Mewtwo, magari a tutti e due, comunque sarà sicuramente spiegato meglio in quelle voci.
  • Ingrandimento. Questo potere appartiene invece ai Transformers, ne sono sicuro, perché ho visto la Camaro trasformarsi e diventare alta circa due piani. Credo che sia proprio anche di Sasha Grey, anche in quel caso ho visto roba piccola diventare decisamente grande nelle sue mani.

Ora che questi attributi fondamentali sono stati ampliamente esposti[citazione necessaria], vediamo in cosa differiscono le due famiglie di microscopi.

I microscopi ottici

Evoluzione del microscopio ottico nel corso della storia.

I microscopi ottici furono la risultanza del perfetto connubio tra meccanica di precisione, studio dell'ottica e poca propensione a farsi i cazzi propri.

  1. Modello van Leeuwenhoek del 1680. A prima vista può sembrare una maniglia, in realtà è la prova certa che l'olandese era un deficiente. Sembra che abbia scoperto gli spermatozoi, ma questo conferma solo che era uno studioso del cazzo.
  2. Modello Arrotino del 1735. Invenzione fantasiosa di un anonimo orologiaio partenopeo. Fu un grande successo perché lo scienziato, mentre osservava cose inutili, con la manovella macinava il caffè. La moglie era contenta perché così faceva un po' di moto, si sa, questi topi da laboratorio tendono a imbolsire.
  3. Modello Lobačevskij del 1826. I russi furono i primi a posizionare il focale asimmetrico e la luce a rimbalzo sottostante di rinculo. Se solo avessi una minima idea di come sia fatto un microscopio, proverei a dirle meno grosse. Comunque loro lo usavano e non si è mai lamentato nessuno.
  4. Modello Zeiss del 1857. Il mitico Stand I vinse la medaglia d'oro dell'esposizione industriale della Turingia come migliore strumento per la ricerca prodotto in Germania. Forte di questo successo mediatico, Zeiss ne piazzò tre all'Università di Jena e, per festeggiare l'incredibile successo, offrì una birra media a tutti i suoi 2 dipendenti.
  5. Modello Zimm del 1962. Dovette passare quasi un secolo per arrivare al microscopio bifocale. In realtà si era sempre rimandato perché non serviva a nulla farlo con due ottiche, era un casino costruirlo ed allineare la meccanica. Come al solito gli americani fecero gli "sboroni". Zimm lo progettò personalmente e, grazie a questo strumento magnifico, formulò il diagramma di Zimm, utilizzato per determinare in maniera simultanea[citazione necessaria] il raggio di girazione, il secondo coefficiente viriale, il giorno in cui alla tua donna verrà il ciclo e quanto durerà il Papa.
  6. Modello Woodstock del 1969. Esemplare unico, interamente fatto di cartone riciclato e una lente degli occhiali di John Lennon. Fu oggetto di accanita discussione accademica, perché affermare di aver visto "gli sgargianti colori della massa subatomica" dopo tre pasticche di LSD, può risultare di dubbia valenza scientifica.

Parti di un microscopio ottico

Scopriamo come è fatto un microscopio ottico (può sempre servire).

Per meglio comprendere come è fatto un microscopio ottico, verrà spiegato utilizzando una terminologia facilmente comprensibile (pur mantenendo un certo aplomb).

  1. Buco in cui guardare
  2. Braccetto storto
  3. Vassoio
  4. Rotella
  5. Rotellina più piccola
  6. Pesante basamento
  7. Buco sottostante
  8. Buco a mezz'aria
  9. Linguette
  10. Pippolini
  11. Coso
  12. Tubo
  13. Non c'è
  14. Nemmeno

I microscopi elettronici

Tra questi microscopi elettronici c'è un intruso, scopri qual è!

I microscopi elettronici sono i mezzi attraverso i quali siamo riusciti ad avere conferma dell'esistenza delle particelle subatomiche, che il DNA ha una forma ignobile e che, per quanto possa sembrare assurdo, il Trota è fatto come noi. Il sistema è talmente semplice che offenderei la vostra intelligenza nel tentativo di spiegarlo, vediamo i tipi più diffusi.

  1. microscopio elettronico a valvole (VEM), fu il primo ad essere costruito e subito abbandonato, evidentemente i tempi non erano maturi, perché era grande come un camion e scaldava troppo. In un ambiente di 300 m³ era capace di alzare la temperatura a 85° in otto minuti. Ottimo comunque per fare crepes e frittate.
  2. microscopio elettronico a trasmissione (TEM), è quello più usato. L'impennata delle vendite c'è stata da quando la NATO l'ha tolto dal listino prezzi delle bombe.
  3. microscopio elettronico a scansione (SEM), è basato sull'utilizzo di radiazioni X molli, quindi Ϫ. Se non fosse per quello stemmino inquietante al centro, sarebbe anche carino. Ma toglietelo diamine!
  4. microscopio elettronico a forza atomica (BUM!), molto affidabile ma leggermente dispendioso, brucia circa tre ricercatori al giorno.

Parti di un microscopio elettronico

Scopriamo come è fatto un microscopio elettronico (può sempre servire, anche perché da li alla spada laser il passo è breve).

In questo caso, il linguaggio usato sarà necessariamente molto tecnologico, purtroppo alcuni termini non possono essere sostituiti facilmente. Cercherò di renderli un minimo comprensibili, analizzando il tipo più semplice: il TEM.

  1. Tubone grosso
  2. Valvola di spurgo radiazioni nocive
  3. Scatola bianca di plastica
  4. Tubi di condensazione
  5. Bocchetta per l'aerosol
  6. Pulsante grosso
  7. Cilindro messo per "slanciare" la struttura
  8. Buchetti da "tappare" prima che succeda una disgrazia
  9. binocolo "accroccato" col nastro isolante
  10. poggiapollice ergonomico
  11. filtro olio
  12. fermacavi della IKEA
  13. Indicatore di qualcosa con una lancetta rossa
  14. Rotelle molto complicate
  15. via di fuga se si mette male

Mondo nascosto test

Suggestive immagini al microscopio. Difficile stabilire cos'è? Niente paura, poi vi si dice...

Se osserviamo alcune immagini prese al microscopio molto spesso ci sembrano tutt'altra cosa. In molti casi, scoprire cosa sia realmente quello che vediamo può essere assolutamente sconvolgente. Siete pronti per questo?

« L'avete voluto voi! »

<abc>L'immagine n° 1 ti suggerisce: |Un carciofo. |Un bubbone che sta per eruttare. |Un pelo di pube che spunta. </abc>

<abc>L'immagine n° 2 ti fa pensare a: |Una betulla della tundra siberiana. |Un pelo di ascella. |Un pelo di pube "adulto". </abc>

<abc>L'immagine n° 3 è chiaramente: |Un sottobosco con bacche e licheni. |Un tumore maligno al colon. |Le pareti interna della topa. </abc>

<abc>L'immagine n° 4 è invece: |Sassi della taiga finlandese coperti di neve. |Denti di un vecchio col tartaro. |La ricottella del cazzo. </abc>

Risultato

<abcresult>Il tuo approccio al microcosmo: |Inguaribile romantico: Non ne hai beccata nemmeno una, resta ignorante e non cambiare risposte, perché la verità potrebbe farti impazzire.
|Intuitivo: Ci sei andato vicino, tendi a considerare il peggio ma la piccola vena di ottimismo ti fa sbagliare.
|Realista: Ebbene si, per gli amanti del sesso orale (sia maschi che femmine) è arrivata la mazzata!
</abcresult>

Robe brutte al microscopio

Note

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  1. ^ ma quella di tipo Enel

Voci correlate