Marco Simoncelli
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Marco Simoncelli (Cattolica, 20 gennaio 1987 - Regno dei cieli, 23 ottobre 2011) è stato un pilota motociclistico, stuntman, mangiatore assiduo di piadine, filosofo e collezionista di due di picche tra le ombrelline che si trovano nei circuiti di gara.
È stato campione del mondo nella classe 250, nel periodo in cui Valentino Rossi aveva di meglio da fare. Il ritorno dell'amico ha visto Simoncelli ripiegare su strade alternative, tipo farsi crescere un gatto arruffato in testa e usarlo come nido per le quaglie. È divenato famoso grazie alla sua morte, evento che ha coinvolto decine di trilioni di appassionati improvvisamente accortisi che esisteva.
Carriera
Nasce a Cattolica, il 20 gennaio 1987. Comincia a correre a 7 anni dopo aver visto per la prima volta il film di Forrest Gump, suo idolo, ma ben presto si stanca e inizia a correre in minimoto.
A 12 anni vince il titolo di campione italiano dopo aver sabotato l'aria che cercava di rallentarlo, causandogli addirittura una frattura multipla alla gamba destra.
A 14 anni, invece di iscriversi alle superiori per imparare a dissezionare rane, prende parte al furto del Trofeo Honda NR, salendo due volte sul podio, mentre gli organizzarti erano impegnati a contarsi le dita dei piedi. In quell'occasione gli viene affibbiato il nomignolo di SuperSic: il ladro più veloce della Romagna. Trascrizione sicuramente erronea del più probabile "SuperSigh!"
Nel 2010 corre in MotoGP insieme a Marco Melandri, suo compagno di merende, ottenendo un 4° posto come migliori cadute su una motocicletta e conclude la stagione con un 8° posto e 125 punti di sutura. Nel 2011 diventa famoso in tutto il mondo per aver superato il muro del suono con la sua moto, pronunciando la sua ultima frase in riminese:
Viene così assunto in cielo il 23 ottobre del 2011, con l'incarico di insegnare agli angeli ad andare in moto con una mano sul manubrio e una sul culo della Madonna.
Classe 250
È il 2006, quando il prode Simoncelli viene scambiato per un pilota e messo alla guida di una moto vera; l'abbandono delle quattro ruote del suo amato triciclo lo traumatizza al punto che il meglio che riesce a fare è capire da solo che puntare i piedi a terra non è un buon modo per frenare. L'anno successivo è quello della svolta. Destra, sinistra, destra, sinistra... Ma finalmente arriva anche il 2008: Marco si è impratichito e si è persino spuntato la frangetta: colleziona ben due cadute e scopre che il casco va messo con la visiera avanti. Da lì in poi è un susseguirsi di vittorie e interviste televisive con sottotitoli. Il 2009 lo vede impegnato a dimostrare che la viscosità dell'acqua su pista è nulla se si usano piadine al posto delle ginocchiere.
Curiosità
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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci? |
- Dopo la morte, i suoi genitori hanno dato consenso all'espianto dei suoi capelli, donandoli all'Istituto di ricerca Eminflex.
- Le sue interviste, ancora oggi, sono soggette a studi di traduzione linguistica.
- Non se lo cagava nessuno, adesso è un mito per tutti. Nessuno di questi falsi ammiratori lo vuole imitare, però.
- Era un grande fan di Vasco Rossi, la sfiga non arriva mai da sola.